Il TAR Brescia, su ricorso della LAC, sospende le catture di uccelli selvatici per rifornire i cacciatori di richiami vivi
Con Decreto Cautelare urgente n. 827, depositato ieri 27 ottobre, il Giudice Delegato della II° Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale-Sezione di Brescia, ha accolto l'istanza della Lega Abolizione Caccia sospendendo l'efficacia della delibera della Giunta Provinciale di Brescia n. 384 del 30 settembre scorso, con cui autorizzava l'apertura di impianti di cattura di richiami vivi per rifornire chi pratica la caccia da appostamento.
La LAC, patrocinata dall'avvocato milanese Claudio Linzola, aveva impugnato la delibera provinciale riguardante la prevista cattura di 19.612 esemplari delle specie: allodola, tordo bottaccio, tordo sassello, merlo e cesena, presso un totale di 25 impianti di cattura (ne erano stati attivati effettivamente 18).
"E' incredibile che nonostante siano già stati ufficialmente censiti - per difetto- oltre 206.000 richiami vivi già in possesso dei cacciatori bresciani, oltre all'alto numero di richiami di cattura illegali spesso riscontrato dagli organi di vigilanza negli appostamenti di caccia, e oltre al quantitativo ancora non dichiarato da parte di altri 3000 cacciatori, ci si ostini a violare così sfacciatamente la Direttiva UE 147 del 2009 sulla tutela dell'avifauna", dichiara la Lega Abolizione Caccia.
La LAC ricorda che la direttiva comunitaria ammetterebbe solamente "lo sfruttamento giudizioso di piccole quantità di animali, in condizioni rigidamente controllate, e in mancanza di alternative". Nulla a che vedere con lo scempio naturalistico e col saccheggio di migratori che avviene nei roccoli con la benedizione della Provincia, e che la LAC segnalerà nuovamente alla Commissione UE per le relative procedure di infrazione.
La LAC, patrocinata dall'avvocato milanese Claudio Linzola, aveva impugnato la delibera provinciale riguardante la prevista cattura di 19.612 esemplari delle specie: allodola, tordo bottaccio, tordo sassello, merlo e cesena, presso un totale di 25 impianti di cattura (ne erano stati attivati effettivamente 18).
"E' incredibile che nonostante siano già stati ufficialmente censiti - per difetto- oltre 206.000 richiami vivi già in possesso dei cacciatori bresciani, oltre all'alto numero di richiami di cattura illegali spesso riscontrato dagli organi di vigilanza negli appostamenti di caccia, e oltre al quantitativo ancora non dichiarato da parte di altri 3000 cacciatori, ci si ostini a violare così sfacciatamente la Direttiva UE 147 del 2009 sulla tutela dell'avifauna", dichiara la Lega Abolizione Caccia.
La LAC ricorda che la direttiva comunitaria ammetterebbe solamente "lo sfruttamento giudizioso di piccole quantità di animali, in condizioni rigidamente controllate, e in mancanza di alternative". Nulla a che vedere con lo scempio naturalistico e col saccheggio di migratori che avviene nei roccoli con la benedizione della Provincia, e che la LAC segnalerà nuovamente alla Commissione UE per le relative procedure di infrazione.
Fonte: Lega Abolizione Caccia, Ufficio Stampa 28 ottobre 2011
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