lunedì 27 dicembre 2010

Caccia, 70enne ucciso in Sardegna

Colpito durante battuta al cinghiale

Un cacciatore di 70 anni è morto durante una battuta di caccia al cinghiale nelle campagne di Orotelli (Nuoro). L'uomo sarebbe stato raggiunto da un proiettile esploso da un altro componente della compagnia di caccia. Inutile ogni tentativo di soccorso, l'uomo è morto in pochi minuti. Il magistrato di turno ha disposto l'autopsia ed una serie di accertamenti sulla disposizione delle poste dove i cacciatori attendevano il passaggio delle preda.

Fonte: tgcom.mediaset.it del 26 dicembre 2010

Sassari. Studentessa ferita da pallini da caccia mentre cerca funghi

L'incidente a Ozieri, colpo partito accidentalmente

SASSARI, 27 DIC - Una studentessa di Ozieri, Maria Seu, di 22 anni, e'
ricoverata nel reparto di chirugia dell'ospedale del paese a causa di
una ferita da arma da fuoco al capo per un colpo partito
accidentalmente dal fucile di un cacciatore. La giovane, che non e' in
pericolo di vita, il giorno di Natale, intorno alle 15, si trovava in
localita' Candelas con la sorella per raccogliere funghi. Le due
ragazze hanno sentito uno sparo e Maria Seu si e' accorta di essere
stata colpita di striscio alla testa ed ha perso i sensi.
Il cacciatore non e' stato ancora identificato.(ANSA).

domenica 26 dicembre 2010

Forlì - Ferito durante caccia al cinghiale

Prognosi di 30 giorni per il giovane colpito al piede da un proiettile accidentalmente esploso dal suo fucile
TREDOZIO - Se la caverà con 30 giorni di prognosi il cacciatore feritosi ad un piede ieri mattina durante una battuta di caccia al cinghiale. L'uomo, 30enne residente a Faenza, G.F. le iniziali, si sarebbe ferito sparandosi in un piede con il fucile. Difficoltosa l'azione di soccorso, col cacciatore trasportato dagli amici verso un vicino agglomerato di case da cui è stato possibile telefonare al "118" per l'invio di un ambulanza. L'infortunio è avvenuto in una riserva privata in area denominata Tramonte, poco distante dall’azienda agrituristica podere Pian di Stantino, vicino a Tredozio.

G.F. dopo lo sparo ha iniziato subito a perdere parecchio sangue. Allertato il “118”, si è alzato in volo da Ravenna l’elimedica, atterrata al campo sportivo di Tredozio. L’uomo è stato subito medicato e trasportato all’ospedale di Ravenna. Non corre alcun pericolo di vita, anche se la paura per le sue condizioni di salute è stata tanta. Guarirà in 30 giorni.

Fonte: http://www.romagnanoi.it

giovedì 23 dicembre 2010

Regione Abruzzo: un'altra sconfitta al TAR sul calendario venatorio

Piano venatorio, il Tar boccia l'invasione
Ricorso degli ambiti territoriali: no alla mobilità dei cacciatori per la fauna migratoria


L'AQUILA. Le disposizioni del calendario venatorio sulla caccia alla fauna migratoria sono «inoperative, inefficaci e inapplicabili». Lo stabilisce il Tar che si è pronunciato sui ricorsi presentati dagli ambiti territoriali di caccia dell'Aquila, Barisciano, Avezzano e Roveto-Carseolano. Decisivo il parere negativo sulla mobilità dei cacciatori espresso dall'Istituto protezione e ricerca ambientale. Il 2 dicembre il Tar dell'Aquila (presidente Cesare Mastrocola, consiglieri Paolo Passoni e Maria Abbruzzese) si è pronunciato sul ricorso presentato dall'avvocato Emilio Bafile per conto dei quattro ambiti. Nel mirino l'articolo 5 della legge regionale che disciplina l'esercizio della caccia alla fauna migratoria nell'ambito del «comparto unico regionale». «Il calendario venatorio», spiega l'avvocato Bafile, «prevedeva su tutto il territorio regionale l'esercizio della caccia alla fauna migratoria dal primo al 30 ottobre in appostamento temporaneo e dal primo novembre al 31 dicembre anche in forma vagante con l'ausilio del cane da ferma e il solo utilizzo del fucile ad anima liscia a tutti i cacciatori residenti in Abruzzo iscritti o ammessi in un ambito territoriale abruzzese. A seguito della novità, migliaia di cacciatori si sarebbero riversati, a seconda dei flussi migratori, in questo o quell'ambito creando una smisurata pressione venatoria con devastante impatto sulla fauna e sul territorio, in pieno conflitto con la legge 157 del 1992 e le direttive comunitarie e nonostante il parere negativo dell'Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale). Il Tar», prosegue l'avvocato, «ha dichiarato che la disposizione impugnata è inoperativa, inefficace, inapplicabile e ha ritenuto rilevanti e non manifestamente infondati i dubbi di costituzionalità sollevati col ricorso. Ci si augura che, per il futuro, il legislatore tenga presenti i princìpi generali che regolano la materia, conservazione dell'ambiente e tutela della fauna». (e.n.)

Fonte: Il Centro del 22 dicembre 2010

martedì 21 dicembre 2010

11 morette tabaccate uccise da cacciatori italiani in Serbia

La Moretta tabaccata è una delle specie di maggiore interesse conservazionistico poiché è considerata prioritaria tra le specie di interesse comunitario (Direttiva 79/409/CEE) ed è classificata da BirdLife International come SPEC 1, cioè una specie che è minacciata in tutto il suo areale mondiale e la cui sopravvivenza dipenderà anche dagli sforzi di contenimento globale dell'attività venatoria.

lunedì 20 dicembre 2010

Brescia. Ferito da una fucilata mentre caccia fagiani

ROVATO. Ventisettenne in prognosi riservata all'ospedale di Piacenza

Rovato. I pallettoni inavvertitamente esplosi da distanza ravvicinata dal fucile di un amico gli hanno sfiorato l'arteria femorale provocando una violenta emorraggia. I ritardi nei soccorsi che hanno faticato a raggiungere la zona impervia teatro dell'incidente hanno fatto temere per la vita di un 27enne di Rovato.
La prontezza di spirito del padre del giovane che ha stretto con un laccio improvvisato la gamba rallentando la perdita di sangue e il successivo delicato intervento chirurgico eseguito all'ospedale di Piacenza hanno evitato che la battuta di caccia al fagiano si trasformasse ieri mattina in tragedia.
L'episodio è avvenuto a Veano, piccola frazione del Comune di Vigolzone che si trova esattamente tra Valtrebbia e Valnure all'interno della riserva naturale dello Stoppa. La comitiva, composta da quattro persone era giunta all'alba nella suggestiva pianura dei castelli piacentini. Poco dopo le 9 è accaduto l'imponderabile. I cacciatori - stando alla ricostruzione effettuata dai carabinieri della stazione di Rivergaro -, stavano discendendo in fila indiana un sentiero con una pendenza piuttosto elevata. Ad un certo punto, uno di loro è scivolato su una lastra di ghiaccio cadendo rovinosamente. Il fucile che portava in spalla è sbattuto per terra e per effetto del contraccolpo è partito lo sparo. La rosa di pallettoni ha raggiunto all'altezza del femore il 27enne che camminava alle spalle del compagno di battuta.
Le fasi dei soccorsi sono state piuttosto complesse: in un primo tempo sul posto sono state inviate un'autoambulanza e un'automedica ma di fronte alle difficoltà di accesso dei mezzi al luogo dell'incidente, alla fine nella zona è atterrata l'eliambulanza che ha trasportato il ferito all'ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza. Qui, il cacciatore è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico e subito dopo ricoverato in Rianimazione. I medici- in attesa del decorso clinico della ferita - si sono riservati la prognosi.R.PR.

Fonte: bresciaoggi.it del 20 dicembre 2010

domenica 19 dicembre 2010

Torino. Auto su A4 colpita da proiettile durante battuta

19:21 CACCIA: AUTO SU A4 COLPITA DA PROIETTILE DURANTE BATTUTA

(ANSA) - TORINO, 19 DIC - A rischiare di essere colpiti dal proiettile sono stati un uomo di 31 anni e il figlio di 6, residenti a Verres (Aosta). Il proiettile, dopo avere perforato il vetro si e conficcato nel baule posteriore dell'auto, una 164.

I quattro (e non tre, come scritto in precedenza) cacciatori sono stati fermati ed interrogati dagli agenti della Polizia Stradale di Torino: due sono residenti ad Ivrea (Torino), uno abita a Lessolo (Torino) mentre il quarto risiede a Pavone Canavese (Torino).

Nei prossimi giorni sara' il magistrato Francesco Saverio Pelosi della Procura di Ivrea (Torino) a valutare la loro posizione. Rischiano una denuncia a piede libero per spari in luogo pubblico e tentato omicidio e che gli venga anche revocato il porto d'armi.

sabato 18 dicembre 2010

Interrogazione parlamentare. La caccia diventa un problema di sicurezza pubblica]

Camera dei Deputati
Atto n. C.4/08831

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo dati raccolti, il Wwf afferma che la caccia è diventata un problema di sicurezza pubblica;
«L'incolumità dei cittadini è messa seriamente a rischio dato che oltre un terzo dei cacciatori italiani non ha mai sostenuto l'esame di abilitazione all'uso delle armi, avendo la licenza di caccia da più di 40 anni e all'epoca questa abilitazione non era richiesta. Non dobbiamo quindi stupirci se si susseguono ad ogni stagione venatoria gli incidenti di caccia: lo scorso anno le vittime sono state 23 (e 50 i feriti), ma in passato si sono avute sino a 80 vittime. Questi incidenti sono in realtà omicidi colposi che si verificano esclusivamente per imperizia, negligenza e colpa grave da parte dello sparatore, che spesso ignora la pericolosità delle armi che imbraccia» dichiara Raniero Maggini, vice presidente Wwf Italia;
tra il 30 e il 40 per cento dei 900 mila cacciatori ha più di 60 anni e non ha l'abilitazione all'uso delle armi. Inoltre, non possiede un'adeguata conoscenza delle leggi che regolano oggi la caccia. Infatti, l'esame è stato istituito soltanto nel 1967 a seguito dell'entrata in vigore della legge quadro n. 799, la quale sostituiva la precedente

farraginosa normativa del regio decreto nel 1939. Prima del 1967 non c'era esame o valutazione: era sufficiente pagare le tasse governative e di iscrizione ad un'associazione venatoria e il rilascio della licenza di caccia era automatico, senza alcuna valutazione di merito. Soltanto la condotta morale poteva essere ostativa (precedenti penali, rissosità e altro). Questo ha permesso il transito in blocco, senza nessun filtro, di 300 mila persone di cui non si conosce né preparazione, né perizia nell'uso delle armi;
per tali motivi, il Wwf chiede che anche questa quota di cacciatori si doti di apposita abilitazione in considerazione del fatto non trascurabile, tra l'altro, che le armi usate per alcuni tipi di caccia sono sempre più micidiali. Infatti, altro aspetto che fa della caccia un'attività ad alto rischio per chi la pratica e chi la «subisce» è la pericolosità delle armi stesse, denuncia il Wwf -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei dati di cui in premessa e quali iniziative intendano adottare affinché anche i cacciatori cui è stata rilasciata la licenza precedentemente all'entrata in vigore della legge quadro n. 799, si dotino di apposita abilitazione, al fine di garantire la sicurezza pubblica.
(4-08831)

venerdì 17 dicembre 2010

Grosseto. Spara e ferisce il cercatore di funghi

L'incidente è avvenuto lunedì pomeriggio nel bosco di Sticciano Il cacciatore ai carabinieri: «L'ho scambiato per un animale»

ROCCASTRADA. Il cacciatore ha visto alcuni rami muoversi e ha sparato in mezzo alla macchia, ma dietro al cespuglio non c'era un capriolo né tantomeno un cinghiale, ma un cercatore di funghi girato di schiena. Non è l'ultima sceneggiatura di una puntata del cartone animato con Yoghi e Bubu nella foresta di Yellowstone ma l'incidente avvenuto lunedì pomeriggio nel bosco di Sticciano. L'unica somiglianza con il cartone sta, per fortuna, nell'epilogo: con il cercatore ferito di striscio ad un gluteo e il cacciatore distratto che si presenta dai carabinieri per scusarsi di quell'attimo di sbadataggine.

Anche perché il certificato rilasciato dall'ospedale Misericordia parla di quindici giorni di prognosi per Roberto Cristofarelli, 45 anni di Roccastrada, motivo per cui l'indagine dei carabinieri scatterà solo dopo una querela da parte del cercatore di funghi. «Per il momento - confermano dalla Compagnia di Massa Marittima - non abbiamo ricevuto nessuna denuncia e di conseguenza non abbiamo aperto un fascicolo né tantomeno effettuato sopralluoghi o sequestrato il fucile che ha sparato». È possibile però ricostruire l'incidente con le dichiarazioni che lo stesso ferito ha fatto ai sanitari all'arrivo in ospedale incrociandole con quelle che lo stesso cacciatore ha fornito ieri mattina ai carabinieri.

L'incidente è avvenuto nella tarda mattinata. Pare che il cercatore di funghi fosse da solo nel bosco di Sticciano, mentre il cacciatore fosse con altri compagni per una battuta. Quando in mezzo al bosco il cacciatore ha visto muoversi alcuni rami non ci ha pensato un attimo: ha mirato e ha premuto il grilletto. Della rosa di pallini solo uno avrebbe colpito il quarantacinquenne che in quel momento era di schiena intento a cercare porcini, cucchi e ordinali. Del ferito il gruppo di cacciatori ha sentito l'urlo che ha fatto dopo essere stato colpito. A questo punto sarebbero stati gli stessi predatori a soccorrere il cercatore di funghi per poi portarlo al pronto soccorso del Misericordia. Qui l'uomo è stato medicato e dimesso dopo alcune ore.

Fonte: iltirreno.it del 15 dicembre 2010

martedì 14 dicembre 2010

Caserta. Resti di caccia....

Due/tre cartucce da caccia abbandonate in località Soglitelle di Villa Literno (Ce).





lunedì 13 dicembre 2010

Cagnolino ucciso da cacciatori; da Lac 'taglia' mille euro

Comunicato LAC del 13 dicembre 2010

Taglia di 1000 euro su chi ha massacrato un piccolo cagnolino con spari di quattro diversi tipi di munizioni da caccia.

Rocco è morto tentando di scodinzolare a chi lo accudiva.


Lo scorso ottobre, Rocco, un giovane cagnolino di tre anni è stato ucciso a fucilate nella contrada Vegri, a Valdagno, comune del vicentino.

L’uccisione di Rocco aveva lasciato tutti sgomenti perché era un cagnolino, conosciuto in tutta la contrada, che da tempo una famiglia del posto aveva adottato fornendogli una calda cuccia e provvedendo ad alimentarlo quotidianamente.

Il referto del veterinario descriveva una ferita da arma da fuoco sul collo, con rottura di un tratto di trachea, di esofago e della muscolatura del collo.


Diagnosi impietosa che ha portato all’eutanasia del cane il quale, dopo il ritrovamento all’interno della sua cuccia, pur agonizzante si è lasciato accarezzare tentando di scodinzolare.

I volontari dell’ENPA di Arzignano (VI) dopo alcuni giorni dall’uccisione di Rocco, per vederci chiaro, hanno sottoposto il cadavere ad un esame a raggi X scoprendo che era stato praticamente oggetto di un vero e proprio tiro al bersaglio con fucilate con ben quattro diversi tipi di munizione.

Dalla radiografia sono stati infatti rinvenuti dei pallettoni per la caccia alla lepre, dei pallini per la caccia agli uccellini ed addirittura un pallino di piombo di un fucile ad aria compressa che si sono pertanto aggiunti alla nota ferita provocata da un proiettile per la caccia agli ungulati (Cervi, Caprioli, Camosci, ecc.).

Ora a distanza di quasi due mesi i sospetti dei volontari si sono concentrati su qualcuno della zona pur senza ottenere nessuna prova utile alla denuncia per uccisione e maltrattamento di animali.

La LAC del Veneto ha pertanto deciso di mettere una taglia di mille euro a disposizione per coloro che decidessero finalmente di fare nome e cognome del responsabile di questo inqualificabile gesto, telefonando al 347/9385856 o scrivendo a LAC Veneto, via Cadore, n.15/C interno 1 31100 Treviso.

“Siamo costretti a mettere questa taglia – ha commentato Andrea Zanoni presidente della Lega per l’Abolizione della Caccia del Veneto – perché le attuali normative non danno grosse possibilità di scovare questo delinquente. In queste zone circolano troppe armi utilizzate dai cacciatori e questo caso diventa pertanto un rebus difficile da risolvere a meno che coloro che conoscono i fatti non decidano finalmente di parlare. Rocco è stato tradito da qualcuno che molto probabilmente ha finto di dargli da mangiare.”

Tivoli: cacciatore aggredisce agente di Polizia Provinciale

Ha spedito uno degli agenti in ospedale dopo essersi fatto inseguire e dopo essere venuto alle mani. Nel tentativo di levargli il fucile è pure partito un colpo che avrebbe potuto causare una disgrazia. Il tutto per non fornire i documenti di caccia alla Polizia Provinciale che lo aveva fermato nel corso di una operazione di controllo del territorio. Il denunciato è un cittadino di Tivoli (RM).

Fonte: GeaPress del 13 dicembre 2010

sabato 11 dicembre 2010

Salerno. Grave 22enne ferito da colpi di fucile

SALERNO - Un giovane di 22 anni di Teggiano è ricoverato, in gravi condizioni, presso il reparto di rianimazione dell'ospedale di Polla a causa di un incidente di caccia. Il giovane, da una prima ricostruzione dei fatti, si trovava su di un albero di ulivo quando è stato raggiunto da un colpo di fucile, probabilmente sparato accidentalmente da un cacciatore. Il 22enne è caduto dall'albero battendo violentemente il capo a terra. Sul fatto, verificatosi in una zona rurale di Teggiano, indagano i carabinieri della compagnia di Sala Consilina.

Fonte: ilmattino.it del 10 dicembre 2010

venerdì 10 dicembre 2010

Romania. Nove cacciatori italiani denunciati per massacro di allodole in area protetta

155 allodole abbattute in sole due ore, in un'area protetta vicino la Delta del Danubio, dove la caccia è severamente vietata: un vero "massacro", come hanno titolato i giornali romeni. (Fonte: Adevarul)

I protagonisti di questa vicenda sono 9 italiani che non avevano l'autorizzazione per cacciare in quella zona protetta. La polizia ha sequestrato fucili da caccia e quasi 3500 cartucce.

La Romania è l'unico paese est europeo dove è consentita, in alcune zone, la caccia alle allodole.

Ecco il VIDEO, girato dalla polizia romena di Braila.

Fonte: iromeni.com del 05 ottobre 2010

Messina. Ferito durante una battuta di caccia

FRANCAVILLA - I carabinieri della Stazione di Francavilla di
Sicilia (Messina) sono intervenuti in una contrada di campagna dove un
giovane 27enne era stato ferito da un colpo di arma da fuoco esploso
accidentalmente nel corso di una battuta di caccia da un altro
cacciatore.
Giunti sul posto, i carabinieri hanno effettuato
preliminari accertamenti utili per il proseguo delle indagini.
Il
giovane, che nella circostanza del ferimento, come detto, è stato
colpito verosimilmente da una scheggia di piombo appartenente al
proiettile esploso accidentalmente dal fucile cal. 12 di un altro
cacciatore, è stato immediatamente soccorso e trasferito presso l’
Ospedale Papardo di Messina, dove si trova ricoverato con una prognosi
di 30 giorni.
Nella circostanza, il fucile da caccia cal. 12 da cui
sarebbe accidentalmente partito il colpo, è stato sottoposto a
sequestro.

Fonte: tele90.it del 09 dicembre 2010

giovedì 9 dicembre 2010

Vicenza. Cacciatore uccide un cane


Comunicato del 9 dicembre 2010

Un cacciatore di selezione del vicentino uccide un maestoso esemplare di Pastore del Caucaso a spasso con la propria padrona. LAC ed ENPA si costituiranno parte civile


Il mercoledì dell’altra settimana un cacciatore di selezione di Montebello Vicentino (VI) ha sparato a bruciapelo ad un magnifico esemplare di Pastore del Caucaso di tre anni a spasso con la sua padrona.

Erano le 15.00 quando la signora Marisa Casarotto decise di fare una passeggiata con Pupo, questo il nome del cane ucciso, in zona “Omomorto” di Montebello, con l’intento di raccogliere della valeriana in una valletta che dista circa duecento metri dalla propria abitazione.

Dopo aver udito un boato proveniente da poche decine di metri Marisa si è recata subito nel luogo di provenienza dello sparo preoccupata per Pupo, purtroppo il suo amico a quattro zampe era a terra esanime con uno squarcio sul petto all’altezza del cuore.

Sul posto sono intervenute subito le guardie zoofile volontarie dell’ENPA di Vicenza che hanno identificato il giovane responsabile, tale R. M. residente a Gambellara (VI), nei confronti del quale, è scattata una denuncia per uccisione di animali ai sensi dell’art. 544 bis del codice penale.

Ora l’ENPA e la LAC si costituiranno parte civile nei confronti del cacciatore che risulta essere addirittura abilitato dalla Provincia di Vicenza alla caccia di selezione (selecacciatore) nei confronti di Nutrie e Cinghiali.

Renzo Rizzi portavoce del Coordinamento protezionista Vicentino ha dichiarato: “Il fatto verrà segnalato anche alla Questura per la richiesta del ritiro del porto d’armi. Rimane l’amarezza per un gesto sconsiderato, che ha gettato nello sconforto una famiglia che in Pupo non vedeva solo un cane, ma un amico, un compagno di vita. “.

“Quest’anno gli episodi di violenza su cani e gatti da parte dei cacciatori stanno crescendo considerevolmente – ha commentato Andrea Zanoni presidente della Lega Abolizione Caccia del Veneto – credo che le attuali leggi italiane sull’abilitazione alla caccia siano tra le peggiori d’Europa, bisognerebbe far rifare seri esami a tutti e ritirare la licenza ai troppi cacciatori che non sanno distinguere un cane da una volpe o un gatto da una Lepre. Poi ci vorrebbe una norma che vieti la caccia a meno di 500 metri dai cani, accompagnati o non, presenti nelle campagne.”

LAC Lega Abolizione Caccia - Sezione del Veneto - via Cadore, 15/C int.1 - 31100 Treviso Info: 347 9385856 email: lacveneto@ecorete.it - web: www.lacveneto.it

Arezzo. La Forestale multa 20 cacciatori

A caccia su campi troppo vicini ad abitazioni e strade. Sono 20 i cacciatori fermati questa mattina dagli agenti del Corpo Forstale di Arezzo negli appezzamenti di terreno intorno alle campagne di Civitella della Chiana. Per loro, tutti aretini, sono scattate sanzioni. Ben 210 adesso gli euro da pagare. E non sono mancate le proteste contro i forestali.
Sono stati alcuni residenti della zona a segnalare al Corpo Forestale dello Stato, la presenza dei cacciatori che cacciavano troppo vicino alle abitazioni e agli oliveti dove è ancora in corso la raccolta delle olive.
Impauriti hanno chiamato la Forestale che ha effettuato controlli sanzionando i cacciatori. La raccomandazione è quella di una maggior responsabilità.

Fonte: arezzonotizie.it del 08 dicembre 2010

mercoledì 8 dicembre 2010

Treviso. Un cacciatore spara ad una gattina

Comunicato del 29 novembre 2010

A Collalto di Susegana (TV) un cacciatore spara ad una gattina spappolandogli la mandibola ed il palato. Grazie ad un miracolo e all’intervento chirurgico del veterinario ora Betty è salva.

Zanoni (LAC VENETO): “Chi ha sparato dovrebbe solo vergognarsi.”


Betty è una piccola gattina soriana che potremmo definire miracolata, dopo essere scomparsa da casa per due giorni è tornata a casa dai suoi padroni a Collalto (TV) sanguinolenta e con il musetto sfigurato.

Portata subito dal veterinario Dr. Serraglio di San Zenone degli Ezzelini, gli è stata rilevata una profonda ferita alla testa con la frattura multipla della mandibola e la lacerazione della piccola lingua.

La radiografia, eseguita immediatamente, oltre a rilevare uno stato disperato dell’animale evidenziava numerose schegge del proiettile molto presumibilmente esploso da un fucile a canna rigata e a lunga gittata, utilizzato nella caccia ai Caprioli.

Betty è stata sottoposta a diversi delicatissimi interventi chirurgici ed ha subito diverse ricadute a causa di febbri alte, inoltre è stata alimentata con le flebo per quasi un mese.

Con un primo intervento le sono stati inseriti dei cerchi per stabilizzarle la mandibola ed il palato fratturati e le è stata ricucita la lingua; con un secondo intervento il dott Serraglio le effettuato una plastica al palato per chiudere un buco di un centimetro di diametro che non riusciva a chiudersi e che provocava alla povera bestiola infezioni e febbri alte.

Ornella Carnio che vive nelle colline di Collalto col Marito Livio Ceschin incisore, proprietaria della gattina ha raccontato: “Lo staff del dr. Serraglio ha proposto di cambiarle nome, come fosse rinata una seconda volta, tanto difficoltosa è stata la lotta per salvarla. Sono consapevole che con tutti i problemi che ci sono al mondo qualcuno forse potrebbe non capire tutta questa caparbietà per salvare un semplice "gatto", ma dopo aver visto a cosa è riuscita a sopravvivere, e mi riferisco alla radiografia che ha evidenziato tutte le parti di proiettile che le erano rimaste conficcate in bocca, di un proiettile tra l'altro esplosivo, esploso da qualche cacciatore infastidito o forse annoiato o smanioso di dimostrare a qualcuno o a se stesso la sua bravura.. Bravo lo è stato davvero, ha mirato alla testa e l'ha centrata in pieno, ma Betty è riuscita, dopo due giorni nei quali è rimasta tramortita nel bosco, a ritornare a casa, lei ce l'ha messa tutta, noi l'abbiamo solamente aiutata.”

La signora Carnio in questi giorni, grazie alla consulenza legale della Lega Abolizione Caccia del Veneto, ha presentato una querela contro ignoti, presso la stazione Carabinieri di Susegana, per i reati di maltrattamento animali e danneggiamento di animali altrui,

Andrea Zanoni Presidente della LAC del Veneto ha dichiarato: “Se penso a quello che ha passato questa povera gattina mi chiedo se a quell’ignobile figuro gli sia mai passato per la testa il dolore che il suo divertimento può causare agli animali, dovrebbe solo vergognarsi per quello che ha fatto. Prenderlo sarà quasi impossibile, ed è per questo che rivolgo un appello ai residenti di Collalto affinché se qualcuno ha visto chi è stato ci faccia il nome, anche rimanendo nell’anonimato.”

LAC Lega Abolizione Caccia - Sezione del Veneto - via Cadore, 15/C int.1 - 31100 Treviso Info: 347 9385856 email: lacveneto@ecorete.it - web: www.lacveneto.it

Censurato video sulla caccia in Veneto

Comunicato del 23 novembre 2010

La trasmissione Agorà di RAI 3 taglia il servizio realizzato in Veneto sulla
caccia in deroga e sui roccoli.


Zanoni (LAC): “Chi ha voluto il taglio del filmato sull’uccisione dei
piccoli uccelli migratori in Veneto ?”


Mercoledi’ 17 novembre scorso una troupe della trasmissione Agorà, guidata
dalla giornalista Cinzia Torriglia, ha eseguito diversi filmati nella
pedemontana del vicentino, tra i comuni di Castelvecchio, Altissimo e
Valdagno, relativi alla caccia in deroga agli uccelli protetti e alla loro
cattura con le reti da uccellagione.

La troupe è stata guidata da un gruppo di guardie zoofile dell’ENPA
Vicentina che hanno effettuato alcuni controlli all’attività venatoria.

La RAI ha potuto filmare degli uccelli catturati nelle reti di un roccolo,
uccelli che durante l’estrazioni dalle reti, come nel caso di un povero
Merlo, emettevano uno straziante verso di angoscia.

Sono stati filmati i pallini da caccia che nel giro di soli tre mesi si sono
accumulati nelle grondaie della Colonia per ragazzi Nove del Comune di
Castelvecchio (l’ultima pulizia delle grondaie del tetto risale ad agosto di
quest’anno), il tutto testimonianza del mancato rispetto delle distanze di
sicurezza dalle case da parte di troppi cacciatori della zona.

Altre riprese hanno riguardato le migliaia di cartucce accumulatisi nei
terreni dopo decenni di caccia.

Durante le riprese è stato filmato anche un Frosone appena abbattuto, specie
protetta in tutta Europa ma cacciabile nella sola regione Veneto grazie al
cosiddetto “Lodo Zaia”, nonché l’intervento sanzionatorio delle guardie ENPA
nei confronti del cacciatore che gli aveva sparato a circa 10 metri da una
abitazione in violazione della norma che prevede una distanza di sicurezza
di almeno 100 dalle case.

Il servizio doveva andare in onda oggi alle 10.30, ma tutti quelli che si
sono sintonizzati appositamente su RAI 3 sono rimasti delusi, al posto delle
immagini forti relative alla carneficina dei piccoli uccelli migratori e del
far west delle doppiette in Veneto è stato mandato in onda un servizio sulla
caccia al cinghiale in Toscana.

Il servizio sulla caccia in deroga durava solo quattro minuti e, anche se
non visto, è stato comunque pagato dagli abbonati della RAI (per il servizio
è servita un’intera giornata per il montaggio e una prima giornata di
trasferta di un’intera troupe).

“Sono state tagliate immagini ben rappresentative della situazione di
estremismo venatorio che da alcuni anni caratterizza la regione del Veneto,
immagini che riguardavano: l’uccisione di specie protette cacciabili solo in
Veneto grazie alla caccia in deroga, l’attività di uccellagione nei roccoli,
i pallini di piombo nelle grondaie delle abitazioni che provano la
violazione delle distanze di sicurezza dalle case”. Queste le parole di
Andrea Zanoni presidente della Lega per l’Abolizione della Caccia del Veneto.

Zanoni ha poi aggiunto: “A chi o a che cosa è dovuto il taglio del filmato
sull’uccisione di piccoli uccelli migratori in Veneto ?

Quelle immagini se trasmesse sarebbero state la prova delle accuse che da
tempo andiamo facendo contro il presidente del Veneto Luca Zaia il quale,
imperterrito, continua a consentire la caccia in deroga a specie di uccelli
protetti in tutta Europa in spregio alle direttive comunitarie e alla
sentenza di condanna dell’Unione Europea dello scorso 11 novembre contro le
leggi del Veneto sulla caccia in deroga. A pensar male ci si azzecca …”

Per chi volesse scrivere ad AGORA’ per chiedere la messa in onda del
servizio censurato o per protestare può scrivere una email a: agora@rai.it

Lac Sezione Veneto – Via Cadore 15/C, int. 1 – cell 347/9385856 – mail:
lacveneto@ecorete.it

ULTIM'ORA: ora il video (La caccia in Veneto,di Cinzia Torriglia) è pubblicato sul sito della Rai al seguente link:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-200dd5c3-ee22-4f2f-b56a-107c1dba9d5c.html#p=0

martedì 7 dicembre 2010

Penisola sorrentina, la strage impunita

Ormai parlare di specie protette in penisola sorrentina è diventato quasi ridicolo. L’ultimo animale ci è stato consegnato da una guardia venatoria dell’Arci Caccia a cui si era rivolto un contadino accortosi della presenza, sotto la pioggia battente, di un barbagianni in difficoltà nei pressi del Cimitero di S.Liberatore a Marciano.

Il barbagianni recuperato dai volontari del WWF in Penisola Sorrentina
Purtroppo nel mondo venatorio c’è ancora chi non si vuole rassegnare al rispetto delle regole. Per fortuna a non condividere questo modo di “depredare” la fauna selvatica sono in tantissimi… che continuano a rivolgersi al WWF per salvare poiane, gheppi, sparvieri, barbagianni, falchi pellegrini, ma anche assioli, civette, rigogoli e picchi, colpiti da armi da fuoco o rinvenuti feriti in trappole e tagliole.

Continuiamo a raccogliere animali lasciati moribondi e impallinati nelle campagne e ai margini delle carreggiate e senza nessun aiuto da parte delle istituzioni. Ogni trasporto e coordinamento è lasciato totalmente all’iniziativa volontaria e gratuita degli ambientalisti, che rispondono agli appelli continui di turisti e cittadini sensibili… ma delle istituzioni neanche l’ombra. Dall’apertura della stagione venatoria gli animali sparati appartenenti a specie importanti e protette sono già svariate decine.

Una cassaforte utilizzata dai bracconieri per nascondere i richiami acustici
Le gesta di tali vagabondi armati, che non esitano a sparare nei pressi delle abitazioni e in direzione di esse, o che in primavera e in autunno rendono le nostre notti insonni a causa dei richiami che echeggiano dalle montagne a tutto volume fino all’alba, provocano un certo allarme sociale. E’ di questi giorni la notizia di un gruppo di escursionisti terrorizzati dall’essersi trovati, loro malgrado, al centro del “tiro di fuoco” di una pericolosissima battuta di caccia al cinghiale in località Agerola. Sono tante le lamentele che giungono alla segreteria del WWF da parte di cittadini infastiditi o impauriti da tali circostanze e che non trovano ancora il necessario ascolto da parte delle istituzioni, o di chi dovrebbe intervenire, che si mostrano impreparati o insensibili al fenomeno.

Claudio d’Esposito
Presidente WWF Penisola Sorrentina

Fonte: cacciastop del 1 dicembre 2010

lunedì 6 dicembre 2010

Cesena. "Bocconi amari" per 5 cacciatori

Polpette a base di pesticidi utilizzati in agricolutura hanno avvelenato 9 cani, uccidendone 7. Sono stati necessari 2 anni di indagini agli uomini del corpo forestale per riuscire ad individuare ed arrestare i responsabili di tali maltrattamenti

CESENA - “Come Corpo Forestale dello Stato riteniamo che tali tipi di reato abbiano in sé una notevole efferatezza e siamo fermamente decisi a precise azioni di contrasto, a tale fine stiamo predisponendo un protocollo d’intesa con il Servizio Veterinario”. Con queste parole il Comandante regionale Giuseppe Giove ha commentato la conclusione dell'operazione denominata "Bocconi Amari", che ha portato alla denuncia a piede libero di 5 cacciatori per per l’avvelenamento di cani con bocconi avvelenati a causa del disturbo arrecato alla selvaggina lanciata per il ripopolamento.

Le indagini, durate circa 2 anni, hanno interessato in tutto l’avvelenamento di 13 cani fra i comuni di Bagno di Romagna (12) e di Civitella (1) nel periodo che va dalla fine dell’anno 2008 e l’inizio del 2010, con perquisizioni, sequestri, interrogatori, appostamenti, e pedinamenti. Dei 13 cani avvelenati, 9 sono stati attribuiti alla mano di 5 persone di cui 8 cani a Bagno di Romagna ed 1 a Civitella di Romagna.

Nel 2009 il fenomeno degli avvelenamenti dovuti ai bocconi di carne aveva pesantemente interessato la provincia di Forlì-Cesena con 42 casi di avvelenamento (il 26% circa dell’intera regione Emilia Romagna), principalmente cani, ma anche volpi e lupi che erroneamente vengono ritenuti “nocivi”, in quanto predatori naturali della selvaggina. Le autorità competenti, in particolare la Prefettura e il Comune, avevano allertato le forze dell’ordine per l’allarme sociale causato dal fenomeno e per la vasta eco che ne era scaturita sugli organi di informazione, pertanto il Corpo Forestale dello Stato aveva messo in campo un pool di investigatori, in tutto 18 unità, comprendenti le strutture del comando provinciale Cfs di Forlì, del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del Cfs di Forlì, dei comandi stazione Cfs di Bagno di Romagna, di Civitella di Romagna, di Mercato Saraceno, di Sarsina e di Predappio.

Le indagini svolte dagli investigatori, coordinate dal pm Santangelo, hanno permesso di individuare e denunciare le 5 persone citate: 3 a Bagno di Romagna, 1 a Cesena e 1 a Civitella di Romagna, tutti di un'età compresa tra i 79 e i 33 anni. I cinque avevano avvelenato 9 cani con l’utilizzo di pesticidi in uso all’agricoltura, di questi, ben 7 erano morti fra atroci sofferenze e solamente 2 si erano salvati grazie al tempestivo intervento del veterinario.

Più di 30 testimonianze della popolazione, che ha ampiamente collaborato con il corpo forestale dello Stato, ha permesso di arrivare alle 5 denunce all’autorità giudiziaria, attraverso 4 perquisizioni domiciliari, 2 perquisizioni veicolari, 3 sequestri penali, 6 sequestri amministrativi, 8 comunicazioni di notizie di reato, 6 sanzioni amministrative.

I sequestri hanno riguardato inoltre pesticidi usati per avvelenare i bocconi, un mestolo in legno, una siringa per iniettare le sostanze venefiche, un cucchiaio per dosare le sostanze, carne congelata ed altro materiale usato per la cattura illegale della fauna selvatica (reti, trappole, lacci in acciaio, munizioni, un coltello).

I 5 cacciatori sono stati denunciati anche per altri reati oltre che per l’art. 544 Bis del codice penale che riguarda l’avvelenamento di animali con l’utilizzo di sostanze venefiche che hanno causato loro inutili sofferenze. Di notevole importanza per le indagini le testimonianze delle persone che hanno collaborato e le analisi di laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico di Forlì e del consulente del tribunale che hanno consentito di individuare i principi attivi utilizzati per gli avvelenamenti.

Fonte: romagnanoi.it del 06 dicembre 2010

Incidenti caccia: muore per un colpo accidentale nel reggino

(ANSA) - LAUREANA DI BORRELLO (REGGIO CALABRIA), 4 DIC - Un uomo, Giovanni Campicelli, di 65 anni, di Reggio Calabria, e' morto per un incidente di caccia nelle campagne di Laureana di Borrello, nel reggino.

L'uomo era uscito per una battuta con altre due persone. I tre si erano poi divisi. Campicelli e' stato colpito, per cause in corso di accertamento, da un colpo sparato accidentalmente dal suo stesso fucile. Non e' stato ancora accertato se lo sparo, che ha provocato all'istante la morte del sessantacinquenne, e' avvenuto a causa di un malore o per altri motivi.