venerdì 28 settembre 2012

Arezzo. Caccia, padre spara e ferisce il figlio


Un pallino lo ha colpito al naso per poi rimbalzare vicino all'occhio.

Allertati prontamente i soccorsi, il 47enne è stato trasportato al San Donato, dove i medici, dopo aver estratto i pallini, hanno assicurato sulla mancanza di lesioni all'occhio

Arezzo, 27 settembre 2012 - Poteva essere una tragedia, fortunatamente s'è concluso tutto solo con un grande spavento. Un uomo è statto colpito da alcuni pallini esplosi dal fucile del padre, durante una battuta di caccia.
L'incidente è accaduto ieri mattina, intorno alle 7, nei boschi di Monte San Savino, durante una battuta. Padre e figlio, accomunati dalla passione per la caccia, erano usciti insieme di buona mattina. Quando dal fucile del genitore, 72enne, è partito un colpo che ha ferito accidentalmente il figlio, R.C. 47enne di Civitella. Un pallino lo ha colpito al naso per poi rimbalzare vicino all'occhio.
Allertati prontamente i soccorsi, il 47enne è stato trasportato al San Donato, dove i medici, dopo aver estratto i pallini, hannoa ssicurato sulla mancanza di lesioni all'occhio.

giovedì 27 settembre 2012

Molise: sospesa parte del calendario venatorio su ricorso AVC-LAC

Salva la lepre comune, grazie al ricorso al TAR del Molise promosso dall’Associazione Vittime della Caccia e dalla LAC. Il Decreto del TAR di fatto sospende una parte del calendario venatorio proprio nei punti che riguardano la caccia alla lepre comune. La sospensiva è emanata in attesa della discussione di merito prevista per l’11 ottobre.

Fonte: geapress.it del 27 settembre 2012




N. 00132/2012 REG.PROV.CAU.
N. 00218/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA
Tribunale Amministrativo Regionale per il Molise
(Sezione Prima)

Il Presidente
ha pronunciato il presente

DECRETO

sul ricorso numero di registro generale 218 del 2012, proposto da:
Lac - Lega per l'Abolizione della Caccia in persona del Presidente in carica e Associazione vittime della caccia in persona del Presidente in carica, rappresentati e difesi dall'avv. Massimo Rizzato, con domicilio eletto presso Tar Molise Segreteria in Campobasso, via San Giovanni - Palazzo Poste;

contro
Regione Molise in persona del Presidente in carica;

nei confronti di
Federazione Italiana della Caccia;

per l'annullamento
previa sospensione dell'efficacia,
per l'annullamento parziale della delibera della Giunta Regione Molise n. 461 del 26/7/12 e del decreto del Presidente della Giunta Regionale con la quale si approva il calendario venatorio limitatamente ai seguenti punti: 1) art. 3 comma a) dell'allegato calendario venatorio : tempo di caccia alla lepre comune; 2) art. 3 commi g - h ed i) dell'allegato calendario venatorio: caccia agli ungulati

Visto il ricorso;
Vista l'istanza di misure cautelari monocratiche proposta dal ricorrente, ai sensi dell'art. 56 cod. proc. amm. contenuta nel suindicato ricorso, notificata a mezzo fax il 12 settembre e depositata il 21 settembre 2012;
Considerato che la prima Camera di Consiglio utile per la trattazione collegiale dell’istanza di sospensione dell’efficacia degli atti impugnati è fissata per il giorno 11 ottobre 2012 e che, per tale data, il danno grave paventato dalla parte ricorrente potrebbe essersi già verificato;
Considerato che sussistono i presupposti di estrema gravità ed urgenza richiesti dall’art. 56 comma 1 del Decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104 ai fini dell’adozione di misure cautelari provvisorie, limitatamente al periodo previsto per la caccia alla lepre in difformità dal parere reso dall’ISPRA;

P.Q.M.

ACCOGLIE la suindicata istanza provvisoria e sospende l’efficacia degli atti impugnati nei limiti di cui in motivazione;
Fissa per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 11 ottobre 2012 con inizio alle ore 9.30.
Il presente decreto sarà eseguito dall'Amministrazione ed è depositato presso la Segreteria del Tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma il giorno 21 settembre 2012.



Il Presidente
Goffredo Zaccardi

DEPOSITATO IN SEGRETERIA
Il 24/09/2012
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

mercoledì 26 settembre 2012

In Lombardia niente deroghe per specie protette


APPROVATA PREGIUDIZIALE; PARTE MAGGIORANZA VOTA CON OPPOSIZIONE

(ANSA) - MILANO, 25 SET - Quest'anno non sara' possibile, in Lombardia, cacciare durante la stagione venatoria specie 'protette' come lo storno, il fringuello, la peppola, la pispola e il frosone.
Sono state approvate infatti durante la discussione in Consiglio regionale del progetto di legge sulla caccia - che affidava alle province la delega sull'attivazione delle deroghe - due pregiudiziali poste da Idv e Sel che comportano la ''non trattazione'' del provvedimento ''ponendo termine ad una
ennesima gravissima forzatura interpretativa della normativa comunitaria e nazionale''.
Le pregiudiziali, a voto segreto, sono state approvate con 42 voti favorevoli, 28 contrari e tre astenuti. ! Alcuni consiglieri di maggioranza - presumibilmente del Pdl - hanno votato quindi con l'opposizione. Al centro delle questioni pregiudiziali un provvedimento ''contrastante con le direttive comunitarie cosi' da provocare l'apertura di procedure di infrazione''. Un
progetto di legge sulla caccia in deroga potrebbe essere potenzialmente riformulato e presentato in commissione, ma l'iter non potrebbe concludersi in tempo per consentire l'applicazione durante la stagione venatoria. (ANSA).

lunedì 24 settembre 2012

Lombardia, Formigoni "La caccia è parte integrante della tradizione e della cultura lombarda"

Caccia in Lombardia: per Formigoni la caccia è parte integrante della tradizione e della cultura lombarda pertanto invita il Governo ad agire anche a livello europeo.

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha affermato che “L’attività venatoria è una risorsa importante della tradizione e della cultura lombarda, e come tale la Regione continuerà a tutelarla e favorirla. Da parte sua il governo deve fare decisamente di più”.

Proseguendo sulla questione Formigoni critica la “legislazione nazionale che è già stata dichiarata dalla Corte di Giustizia incoerente con le norme europee (e che abbiamo già proposto al parlamento di modificare, purtroppo fino ad oggi senza esito)” ricordando inoltre che non si possono “ignorare i ripetuti pronunciamenti della Corte Europea di Giustizia e della Corte Costituzionale italiana che hanno sanzionato la legislazione nazionale e regionale, compresa quella lombarda”.

Infine il presidente Formigoni ha affermato con amarezza “non ci aiuta infine Ispra, (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che normalmente agisce senza alcuna preventiva condivisione e collaborazione con le istituzioni regionali, che peraltro devono esercitare queste competenze sulla base di una legislazione nazionale, come detto, fortemente imperfetta”.

domenica 23 settembre 2012

Piacenza. Il TAR sospende la caccia la cinghiale


In settimana il TAR di Parma ha accolto una richiesta di sospensiva urgente dell’attività venatoria al cinghiale in provincia di Piacenza, in quanto avviata in anticipo rispetto alla data del primo ottobre fissata dalla Legge nazionale. La decisione, presa senza aver dato alla Provincia la possibilità di chiarire le motivazioni della scelta effettuata nel calendario venatorio, coglie l’Amministrazione di sorpresa in quanto costringe, a stagione avviata, a fermare le braccate al cinghiale per i tre giorni di caccia rimanenti nel mese di settembre. Le decisione, si precisa, non intacca il resto dell’attività venatoria, che proseguirà normalmente, così come riprenderà normalmente la caccia al cinghiale nel mese di ottobre.
La Provincia rivendica la validità delle proprie scelte, sia per le motivazioni tecniche con cui ha suffragato la decisione di anticipare l’apertura della caccia al cinghiale, sia per il percorso formale scelto, che utilizza la possibilità che la legge comunque concede all’ente di rimodulare a livello locale le scadenze fissate dalla norma nazionale. “Ci siamo preoccupati - ha sottolineato l’assessore provinciale all’Agricoltura Filippo Pozzi - dell’eccessiva pressione venatoria nei confronti delle altre specie stanziali, più delicate dal punto di vista conservazionistico, e della necessità di controllo della popolazione di cinghiali per evitare un impatto eccessivo sulle attività agricole. Veniamo da un’annata particolarmente difficile, in cui anche i danni della specie sull’agricoltura sono stati più ingenti. L’anticipo della stagione venatoria (a cui seguiva anche l’anticipo della chiusura) avrebbe consentito di intervenire in modo più efficace e tempestivo sugli animali responsabili di danni, alleviando le sofferenze degli agricoltori. La Provincia comunque si impegna a garantire una puntuale attuazione del piano di controllo della specie ed invita gli Ambiti Territoriali di Caccia a continuare nel presidio del territorio organizzando gli interventi di contenimento, laddove necessario. Coerentemente con quanto sopra esposto la Provincia valuterà le azioni da intraprendere nei prossimi giorni per dimostrare la fondatezza della propria posizione”.
LEGAMBIENTE, LIPU e WWF: Attuare forme di caccia diverse
l ricorso al Tar di Parma presentato dall’associazione vittime della caccia e da Animal liberation , a livello nazionale, contro l'apertura anticipata della caccia al cinghiale a settembre e la concessione della sospensiva non ci lascia affatto sorpresi.
Da anni infatti a Piacenza la caccia al cinghiale a squadre è autorizzata da settembre, nonostante la legge nazionale e regionale preveda l’inizio dal primo di ottobre. Quest’anno Ispra ha dato parere negativo all’anticipo ma nonostante questo la Provincia ha comunque mantenuto l’inizio al 16\9 motivandola con la necessità di ridurre sia la pressione venatoria su altre specie come la lepre sia il ricorso ad interventi di controllo al di fuori della stagione venatoria, prestando il fianco al ricorso.
Dal momento che in provincia esiste un serio problema di gestione di questa specie, speriamo che questo ricorso possa essere di stimolo a Provincia, alle associazioni venatorie ed agli Agricoltori per affrontarlo seriamente una volte per tutte, come da anni stiamo chiedendo, inascoltati. Potrebbe essere inoltre questa l occasione per deliberare finalmente il regolamento sulla caccia al cinghiale che giace da anni nei cassetti dell ufficio dell'assessore Pozzi.
E’ un dato di fatto che da anni a Piacenza, nonostante la presenza di oltre 25 squadre per più di un migliaio di cacciatori, a caccia da metà settembre a dicembre ed infiniti interventi in squadra da piani di controllo per tutto l’anno in tutta la provincia, anche nelle aree vietate alla caccia, il problema dei danni alle coltivazioni ed alla biodiversità da cinghiale aumenta invece di diminuire ed il numero anche, segnale chiaro che la gestione della specie affidata ormai quasi interamente alle squadre che praticano solo la caccia in battuta non risulta efficace.
Come associazioni riconosciamo sia le preoccupazioni degli agricoltori sia i gravi danni per l’ambiente che questi animali, spesso incrociati con i maiali ed immessi per scopi venatori, creano e proprio per questo chiediamo che finalmente si comincino ad attuare a Piacenza forme di caccia diverse, come la girata ad esempio, meno impattanti per la sicurezza pubblica e certamente più mirate ad una reale riduzione del numero degli animali,soprattutto nelle aree ad alta densità abitativa ed agricola.
Esiste ormai una vasta letteratura sulle tipologie di caccia più o meno idonee per un reale controllo della specie e sarebbe ora di applicarle seriamente, smettendo di lasciare mano libera a chi non ha alcun interesse reale a veder diminuire il numero degli animali da cacciare.
Indipendentemente dall'esito del ricorso crediamo che un serio confronto tra le parti sia sempre più necessario.

Legambiente, LIPU e WWF Piacenza

Fonte: piacenzasera.it del 23 settembre 2012

Taranto. Cacciatore spara all'amico. Pensionato 82enne muore sul colpo


TARANTO - Un incidente durante una battuta di caccia in contrada Perrone, vicino Taranto, ha provocato la morte di un pensionato di 82 anni. L'uomo è stato raggiunto da un colpo difucile sparato accidentalmente da un amico, di 42 anni, che è stato identificato e denunciato peromicidio colposo. L'incidente è stato segnalato da un anonimo al 112. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto indicato nella telefonata, hanno trovato il cadavere dell'82enne riverso per terra. Successivamente è stato accertato che l'anziano era stato raggiunto da un colpo sparato accidentalmente dal suo compagno di caccia.

Fonte: leggo.it del 23 settembre 2012

sabato 22 settembre 2012

Zanoni lancia un appello per salvare gli Ibis di Thiene (VI) dai cacciatori

Comunicato del 21 settembre 2012

Zanoni lancia un appello per salvare gli Ibis di Thiene (VI) dai cacciatori

Sei rarissimi esemplari di Ibis (Geronticus eremita) stazionano all’aeroporto “Ferrarin” di Thiene (VI). L’Eurodeputato IdV Andrea Zanoni ha affermato: «Invito i cittadini a segnalare qualsiasi episodio possa mettere in pericolo la loro sopravvivenza. Se dovessero essere feriti o peggio abbattuti dai cacciatori chiederò la sospensione dell’attività venatoria per almeno un mese nell’ambito di caccia interessato da un simile evento»

Ad inizio agosto, all’aeroporto “Ferrarin” di Thiene (VI) in via Pra Novei, sono atterrati sei subadulti di Ibis (Geronticus eremita), rarissima specie di uccello in via di estinzione. Si tratta di giovani esemplari che fanno parte del progetto internazionale “Waldrappteam” che si occupa del recupero e della reintroduzione in natura di questa specie ormai estinta in Europa e inserita nella Lista Rossa dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Andrea Zanoni, Europarlamentare IdV e vice presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento Europeo ha affermato: «Sono molto preoccupato per la sorte di questi rarissimi uccelli, visto che siamo nel vivo della stagione venatoria. Basti pensare che gli scienziati che studiano i percorsi migratori dell’Ibis hanno denunciato che nel 2006 ben sette Ibis su ventidue monitorati sarebbero scomparsi, due dei quali sicuramente abbattuti dai cacciatori. Nel 2009 non sono più stati rintracciati addirittura diciannove esemplari. Nel 2011, durante la migrazione, non sono giunti a destinazione ben dieci individui e di questi due sono stati uccisi a fucilate a Pizzoli (L’Aquila) in Abruzzo vicino al Parco del Gran Sasso».

Alla luce dei gravi episodi denunciati, il 9 febbraio 2012, l’Eurodeputato Zanoni ha presentato un’interrogazionealla Commissione Europea (comunicato stampa), affinché fossero resi noti in Europa i frequenti episodi di bracconaggio nei confronti di questi rarissimi uccelli e per segnalare che il sistema di controlli e sanzioni italiano è evidentemente inefficace e incapace di far rispettare la Direttiva uccelli 2009/147/CEE. «I dati pervenuti dai Centri di Recupero della fauna selvatica operanti sul territorio nazionale evidenziano una situazione drammatica - ha affermato Zanoni – Emerge che ogni anno, in particolare nel periodo della migrazione, migliaia di rapaci e altre specie protette sono uccise o ferite durante la stagione venatoria».

Il progetto austriaco “Waldrappteam” (www.waldrapp.eu) è stato avviato nel 2002 e trova sede nella stazione biologica di ricerca Konrad Lorenz di Grünau, in Alta Austria nei pressi di Linz, dove vive un gruppo di Ibis. Il progetto prevede anche la migrazione assistita di questi esemplari, con il supporto di piccoli aerei e con radio collari e una delle mete è l’Oasi naturale di Orbetello (GR).

«Probabilmente tra circa un mese, quando non troveranno più cibo, i sei esemplari che ora stazionano a Thiene partiranno per la Toscana dove sverneranno - ha concluso l’Europarlamentare Zanoni- Nel frattempo su di loro incombe la minaccia della caccia, visto che si muovono in un raggio di cinque chilometri durante il giorno e quindi escono dalla zona sicura dell’aeroporto per sorvolare le campagne, in questi giorni affollate dai cacciatori. I dati resi noti sui ferimenti e sulle uccisioni da armida caccia avvenuti fanno capire la portata del pericolo corso da questi uccelli. Chiedo ai cittadini di vigilare e di segnalare qualsiasi episodio possa recare loro danno. Se gli Ibis di Thiene dovessero rimanere vittime ancora una volta delle armi dei cacciatori chiederò la chiusura dell’attività venatoria per almeno un mese nell’ambito di caccia in cui si dovessero verificare il ferimento o l’uccisione. È tempo di mettere la parola fine a questa strage di uccelli in via di estinzione in tutta Europa, in spregio alla Direttiva “Uccelli” e alle normative internazionali per la protezione delle specie in estinzione».

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
Tel (Bruxelles) +32 (0)2 284 56 04
Tel (Italia) +39 0422 59 11 19

giovedì 20 settembre 2012

Stagione venatoria appena iniziata: 11 feriti e 4 morti

comunicato stampa Associazione Vittime della caccia



La stagione venatoria è iniziata da due giorni e già il numero di vittime è spaventoso e fa riflettere: 11 i feriti e 4 i morti per armi da caccia e cacciatori
dal 1 al 18 settembre2012


SOPRATTUTTO SE CONFRONTATI CON I DATI DELLA PRECEDENTE STAGIONE 2011/2012: 75 FERITI E 11 MORTI IN 5 MESI


DALL'INIZIO DELL'ANNO AL 18 SETTEMBRE RISULTANO 35 LE PERSONE FERITE, 14 QUELLE UCCISE, PER ARMI DA CACCIA E CACCIATORI.


15 I FERITI E 6 I MORTI TRA LA GENTE COMUNE. 4 I BAMBINI FERITI PER ARMI DA FUOCO AD USO CACCIA.

"Gli ultimi due casi in Toscana, la regione che più di tutte ha liberalizzato la caccia con norme e delibere assassine e liberticide per chi di caccia non ne vuole sapere", dichiara Daniela Casprini presidente dell'Associazione Vittime della caccia"

19.09.2012 - Fiesole (FI) - Spara al figlio per errore e lo uccide nella battuta di caccia. E' accaduto nella notte nei boschi sopra Fiesole a pochi chilometri da Firenze. La vittima aveva 32 anni. Un colpo partito per errore durante una battuta notturna di caccia alla lepre e il padre uccide il figlio di trentadue anni. E' accaduto nei boschi sopra Fiesole, a pochi chilometri da Firenze. Il tragico incidente è successo intorno alle 5,30 del mattino....Leggi tutto alla fonte:firenze.repubblica.it

18.09.2012 - Lucca, BIMBO di 8 anni impallinato al viso da un cacciatore che fugge. Un bambino di 8 anni è stato colpito di striscio al volto da un pallino da caccia sparato, nei pressi di un'abitazione, da un cacciatore che ora i carabinieri stanno cercando di individuare. È accaduto ieri sera a Massarosa (Lucca).... Leggi tutto alla fonte: www.leggo.it

E continua: "Aumentare per legge le distanze da case e strade, come invocano alcune associazioni anticaccia, non servirebbe a niente per vari motivi. Già quanto prevede l'art.21, comma 1, lett.a), e) ed f) in merito alle distanze da rispettare da case, strade e recinti vari, se fossero rispettate, salverebbero la vita e la qualità della vita di molte persone pacifiche, definite GENTE COMUNE.
I cacciatori non sono soliti rispettare le distanze e chi dovrebbe controllare non c'è. Ma se i controlli vengono fatti difficilmente viene considerato quanto cita la legge relativamente alle armi a canna rigata, ovvero l'obbligo di rispetto della distanza pari ad una volta e mezzo la gittata stessa dell'arma da case, strade ecc. Da tener presente che queste armi hanno gittate che arrivano da 1 km fino anche a 3 o 4 km!

Per quasi tutte le battute di caccia di selezione, agli ungulati e grossi animali in genere, queste sono le armi impiegate e quindi il territorio disponibile a garantire la pubblica e privata incolumità....NON ESISTE! Non in Italia!

Quando mai vengono rispettate detta distanze durante le battute al cinghiale o ai cervidi? Chi controlla i cacciatori controlla forse anche le gittate delle armi di cui son equipaggiati gli sparatori? Se lo facessero non esisterebbe più la caccia con armi ad anima rigata, salvo in alta montagna dove non esiste neppure una baita! Non servono distanze maggiori, servono controlli assidui per prevenire e per reprimere seriamente.

A tal proposito è semplicemente scandaloso che il non rispetto delle distanze di sicurezza a norma di legge costituisca solo un illecito (non reato), ne consegue che attentare alla vita delle persone sia "perseguibile" solo con una sanzione amministrativa di 205 euro!!! E allora continuiamo così, con il blocco degli appunti in mano per continuare a segnare morti, feriti, minacce e crudeltà ad opera dei cacciatori che son liberissimi di farsi del male come vogliono, ma non di farlo a persone e animali inermi, pacifiche che non li vogliono! E siamo la maggioranza, capito politicanti?" conclude Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia.

Fonte: vittimedellacaccia.org del 19 settembre 2012

mercoledì 19 settembre 2012

Cane ucciso da un cacciatore a Follonica, Lav: servono controlli psicologici sui cacciatori


GROSSETO - Una lettera aperta al proprietario del cane ucciso a Follonica da un cacciatore. A scriverla è Giacpomo Bottinelli (nella foto a destra), responsabile provinciale della Lav che, rivolgendosi direttamente al padrone di Scooby si dice stupito «Il suo cane Scooby è stato appena ucciso da un cacciatore. Una persona che, commettendo peraltro un grave reato, si è deliberatamente divertita a piazzargli due pallettoni da cinghiale nel fianco senza alcuna apparente ragione. Lo dice lei che Scooby era socievole e non dava fastidio a nessuno. E non prendiamoci in giro: non è stato un caso o un errore. Due pallettoni sono troppi – afferma Bottinelli -. Ma tra le sue affermazioni leggo che non bisogna avercela con i cacciatori. Mi scusi, ma con chi bisogna avercela allora? Vede, ogni anno le campagne maremmane vengono invase da migliaia di questi personaggi armati che sovente sconfinano dove non dovrebbero e hanno il diritto sancito di attraversare persino le proprietà private, se non si tratta di fondi chiusi.»

«Sono 9.500 solo i residenti in provincia ed è evidente che non tutti sono gente equilibrata – continua Bottinelli -: il suo cane ne è la triste testimonianza. E le vittime non sono solo gli animali, massacrati legalmente e illegalmente, ma anche molti esseri umani. In Maremma gli incidenti sono già cominciati all’apertura e lo scorso anno abbiamo contato anche un morto. Ha fatto davvero bene il Questore a negare alla LAV la possibilità di manifestare nelle campagne. Le campagne non sono un luogo sicuro in periodo di caccia.»
«Lei però, nonostante la morte del suo amico fedele – prosegue la Lav -, continua a difendere i cacciatori, senza rendersi evidentemente conto che il suo non è un caso isolato. Spero che rifletta, perché chi impugna l’arma che ha vigliaccamente ucciso il suo Scooby non è certo una persona sana di mente; eppure ha un tesserino venatorio, imbraccia un fucile potente ed è sfuggito ai controlli psicologici che dovrebbero essere severi. Quanti altri sono sfuggiti agli stessi di fatto inesistenti controlli? E come mai un autista di autobus riceve test a sorpresa su droga e alcol, mentre nulla di tutto ciò si fa con i cacciatori?»
«Ci sono molte cose alle quali ripensare. Anche per chi non ama gli animali, ma tiene solo ed egoisticamente alla propria incolumità. E speriamo che la gente se ne accorga presto, perché siamo certi che gli inquirenti, troppo presi da casi umani, non troveranno mai l’assassino di Scooby, che – conclude Bottinelli – continuerà a sparare liberamente.»

Firenze. Uccide il figlio nella battuta di caccia


Spara al figlio per errore e lo uccide nella battuta di caccia.
E' accaduto nella notte nei boschi sopra Fiesole a pochi chilometri da Firenze. La vittima aveva 32 anni

di LUCA SERRANO'

Un colpo partito per errore durante una battuta notturna di caccia alla lepre e il padre uccide il figlio di trentadue anni. E' accaduto nei boschi sopra Fiesole, a pochi chilometri da Firenze. Il tragico incidente è successo intorno alle 5,30 del mattino. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. L'uomo centrato dalla fucilata è stato soccorso e portato all'ospedale di Ponte a Niccheri dove è morto poco dopo. Si chiamava Lorenzo Cerbone e viveva a Firenze.

L'uomo che ha sparato ha 62 anni e quando è avvenuto l'incidente era presente anche un'altra persona, lo zio della vittima, di 44 anni, che si trovava ad alcuni metri di distanza. Il fucile che ha sparato, un Beretta calibro 12, era detenuto regolarmente. Il padre sarebbe inciampato prima che la battuta di caccia iniziasse, facendo partire accidentalmente un colpo. Lorenzo Cerbone è rimasto ferito dai pallini ed è morto per l'emorragia all'ospedale di Ponte a Niccheri, dove sarebbe stato trasportato in macchina. L'incidente è accaduto quando la battuta di caccia alla lepre non era ancora cominciata. Padre e figlio, entrambi residenti nella zona di Rovezzano (Firenze), camminavano appaiati in un sentiero.

Fonte: repubblica.it del 19 settembre 2012

martedì 18 settembre 2012

Volterra (PI), cacciatore muore cadendo da un albero

Secondo le prime ricostruzioni l'uomo, che era a caccia su un capanno posto ad un'altezza di circa 5 metri, è precipitato a terra rotolando poi verso valle


E' morto cadendo da un albero dove poco prima, insieme a un amico, aveva sistemato il capanno da caccia. Il gravissimo incidente è accaduto sabato mattina intorno alle 11 nella zona di San Cipriano a Volterra, vicino alla chiesa di Corvano ed ha visto coinvolto, Bruno Salatti, cacciatore 67enne originario di Lorenzana.


Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Volterra l'uomo era a caccia sul capanno posto ad un'altezza di circa 5 metri. Sono infatti questi gli appostamenti tradizionali per la caccia al colombaccio. Sembra che il 67enne stesse scendendo dalla scala a pioli mentre con una mano teneva contemporaneamente una gabbia con i piccioni da richiamo. 

In questo modo l'uomo ha probabilmente perso l'equilibrio, precipitando a terra e rotolando poi verso valle (l'albero si trova infatti in una zona di collina e in un tratto che non è facile da raggiungere).

Con l'elicottero Pegaso della regione Toscana, Salatti è poi stato trasportato all'ospedale di Careggi a Firenze,dove è morto a causa di complicazioni del quadro clinico dovute ai traumi interni.

Padova. Spara alle beccacce e colpisce il suocero

PADOVA - Suocero impallinato dal genero per sbaglio. Incidente di caccia ieri alle 16 a Santa Croce Bigolina nella campagna cittadellese. La vittima è un cacciatore di 68 anni. Il feritore è il genero di 35 anni. Entrambi vivono a Cittadella e da parecchi anni condividono la passione per la caccia. La battuta, iniziata in mattinata, era ormai giunta al termine. Il genero ha cominciato a riporre l'attrezzatura per tornare a casa.


Ad un tratto l'imprevisto. Il trentacinquenne ha visto in lontananza uno stormo di beccacce sopraggiungere. Ha pensato che era il momento proprizio per rimpinguare la scorta di selvaggina. Nel prendere il suo fucile, con tutta probabilità, ha commesso un errore accidentale. Invece di puntare verso lo stormo, ha puntato il dito sul grilletto quando ancora la canna del fucile era rivolta verso il basso. Per una assurda fatalità, un colpo ha colpito il piede del sessantottenne che è caduto a terra dolorante.

Immediato l'allarme al 118. Sul posto si sono portati i soccorritori del Suem di Cittadella. Dopo le prime medicazioni, il ferito è stato portato in ospedale per ulteriori accertamenti. In via Cà Micheli a Santa Croce sono arrivati anche i carabinieri che hanno raccolto dallo sparatore le prime testimonianze. I militari hanno subito sciolto ogni dubbio. Si è trattato di un colpo accidentale partito per sbaglio. L'arma è stata posta sotto sequestro preventivo. Al momento non sono stati presi provvedimenti ai danni del trentacinquenne in attesa che venga definita dai medici la prognosi. Le ferite riportate, tuttavia, non destano preoccupazioni.

Lucca. Bimbo di 9 anni impallinato al viso da un cacciatore


LUCCA - Un bambino di 8 anni è stato colpito di striscio al volto da un pallino da caccia sparato, nei pressi di un'abitazione, da un cacciatore che ora i carabinieri stanno cercando di individuare. È accaduto ieri sera a Massarosa (Lucca): il piccolo ha riportato solo una lieve ferita, giudicata guaribile in pochi giorni. Il pallino ha colpito di rimbalzo anche una zia del bambino, che era insieme al nipote in giardino, e un muratore che si trovava sul tetto dell'abitazione per alcuni lavori: i due adulti non hanno riportato alcuna lesione e non sono neanche andati in ospedale.Il cacciatore, secondo quanto emerso, è stato descritto come un uomo di circa 60 anni.Dopo aver sparato con il fucile, si presume con l'intenzione di colpire solo selvaggina, si è allontanato. Se verrà individuato, per lui dovrebbe scattare una denuncia. Da valutare anche sanzioni amministrative, relative al porto d'armi e al fatto se nella zona dove è accadutol'incidente, si poteva cacciare.


Belluno. Cacciatore ucciso. Si ipotizza incidente di caccia

Voltago, cacciatore scomparso ucciso da un proiettile

È stato trovato senza vita F.P., il cacciatore 48enne che domenica non aveva fatto ritorno a casa dopo una battuta di caccia. L’uomo è stato ritrovato steso schiena a terra nel bosco, con il fucile al suo fianco.

Voltago Agordino - È stato trovato poco prima delle 9 il corpo senza vita di F.P., 48 anni, residente a Voltago Agordino (BL), un cacciatore per il cui mancato rientro domenica sera erano partite le ricerche. L'uomo era uscito di casa attorno alle 5 diretto a caccia in località Poi. La figlia lo ha atteso a lungo e, arrivata la sera, preoccupata ha lanciato l'allarme verso le 21.
Le squadre del Soccorso alpino di Agordo, con Alleghe e Belluno, unità cinofile e Centro mobile di coordinamento, hanno iniziato a perlustrare i boschi della zona senza rinvenirne traccia fino alle 2.30. Alle prime luci hanno ripreso a setacciare i pendii, finchè l'uomo è stato ritrovato steso schiena a terra tra gli alberi, il fucile accanto. Sul posto è stato accompagnato il medico per la constatazione del decesso, sulle cui cause è in corso una valutazione dell'autorità giudiziaria. Si ipotizza un incidente di caccia.
Presenti alle ricerche una sessantina di persone. Oltre ai soccorritori, vigili del fuoco, finanzieri e Polizia.


Fonte: corrierealpi.it del 17 settembre 2012

lunedì 17 settembre 2012

Il TAR sospende parzialmente il calendario venatorio della Liguria


17 settembre 2012 – Comunicato stampa

IL TAR SOSPENDE PARZIALMENTE IL CALENDARIO VENATORIO DELLA LIGURIA, almeno sino al 16 ottobre

Con Decreto cautelare n. 324 del 17 settembre, il Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale , sez. 2° , ha sospeso in via urgente parte del Calendario Venatorio varato dal Consiglio Regionale della Liguria il 7 agosto scorso.

Testo:

Il ricorso era stato presentato la scorsa settimana dalle cinque Associazioni ambientaliste: Lega Abolizione Caccia, WWF, LAV, V.A.S. e LIPU, tutte patrocinate dall'avvocato prof. Daniele Granara .
Il provvedimento urgente del Presidente del TAR sarà poi riesaminato il 16 ottobre in camera di consiglio al completo, con tutti e tre i giudici del collegio.

La stagione venatoria in Liguria si era aperta domenica 16 settembre, con previsione di chiusura al 31 gennaio 2013.

Per effetto del decreto di sospensiva del TAR, con effetto immediato:

- sono sospese le due giornate settimanali supplementari di caccia da appostamento ai migratori nei mesi di ottobre e dicembre (che la Regione aveva concesso in deroga, in aggiunta rispetto ai canonici 3 giorni settimanali di attività venatoria per ciascun cacciatore), in quanto accentuano troppo la pressione venatoria sui migratori;

- la caccia a lepre, starna , quaglia, fagiano, tordi, cesena, germano reale, folaga e pernice rossa potrà effettuarsi solo a partire dal 1 ottobre, anzichè anche in settembre;

- nella caccia vicino "zone umide", come alvei di corsi d'acqua, non potranno essere utilizzate cartucce a pallini di piombo, ma solo cartucce con metalli atossici ( in attuazione della legge 66/2006 che ratifica un Protocollo internazionale per la tutela dell'avifauna acquatica)

Invece la caccia la cinghiale, che non era oggetto di questo ricorso, resta aperta, anche se gli ambientalisti sono sempre stati molto critici con la Provincia di Genova, che in realtà autorizza in molti casi gli Ambiti Territoriali di Caccia e le squadre di "cinghialisti" a foraggiare in estate i cinghiali in campagna (solo il comune di Genova ha giustamente vietato l'alimentazione dei cinghiali in città), giudicando ambigue e fuorvianti le recenti dichiarazioni del commissario Fossati.
"Ancora una volta siamo costretti a ricorrere alla Magistratura amministrativa per tutelare il rispetto dei pareri scientifici e delle Convenzioni Internazionali", dichiarano i responsabili liguri delle associazioni ambientaliste ricorrenti.
A luglio nella Commissione Faunistica consultiva presso la Regione avevamo tentato una mediazione che consentisse perlomeno di tenere conto del parere scientifico obbligatorio dell' ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), molto critico sulla bozza iniziale dell'assessore Briano.
Ma tutto è saltato per l'intransigenza a scopo clientelare di alcuni consiglieri regionali di PD, PDL e Lega, che hanno voluto dilatare a dismisura i periodi di caccia ; a questo punto, visti i primi risultati ottenuti, vorremmo ironicamente ringraziarli".
Il Calendario Venatorio ligure era stato votato il 7 agosto in Consiglio Regionale con 20 voti a favore, 3 contrari (Manti del Pd, Pellerano della Lista Biasotti , e Benzi della Fds), e 9 pilatesche astensioni .

Lega Abolizione Caccia
WWF
V.A.S.
LAV
LIPU
(sezioni liguri)

venerdì 14 settembre 2012

Corteo anti-caccia rischioso, la Questura lo vieta. "A a conferma dell’effettivo pericolo pubblico costituito dai cacciatori"


GROSSETO - Situazione rischiosa niente autorizzazione per il corteo anti-caccia. A comunicarlo Giacomo Bottinelli, responsabile Lav per la provincia di Grosseto: «Poche parole molto esplicite e cariche di significato quelle con le quali il Questore di Grosseto ha negato alla LAV l’autorizzazione a svolgere il corteo pacifico ‘Basta caccia!’ previsto per domenica 16 settembre, giorno dell’apertura, lungo una pubblica strada di campagna a Principina, in zona di piena visibilità e priva di vegetazione: “Non si ravvisano – si legge nella comunicazione – condizioni di ordine e sicurezza pubblica tali da garantire il normale svolgimento della manifestazione” e “la situazione contingente potrebbe mettere a rischio l’incolumità di tutti i partecipanti”.»
«La nota del Questore, in risposta alla regolare richiesta della LAV, che – si legge nella nota dell’associazione ambientalista – ha da tempo in programma il corteo, contiene affermazioni pesantissime e viene a conferma dell’effettivo pericolo pubblico costituito dai cacciatori, tanto che nonostante gli intenti assolutamente sereni si vieta a un gruppo di cittadini di passeggiare nelle campagne onde evitare incidenti.»
«E’ la conferma del grave pericolo che la caccia rappresenta per tutti – commenta Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto – e assicurando la nostra fiducia nell’operato del Questore e del suo staff, ribadiamo che ognuno dovrebbe riflettere sull’effettiva minaccia che i cacciatori costituiscono, tale da spingere chi opera per la pubblica sicurezza a una simile decisione, certamente non presa a cuor leggero. Le condizioni in cui la caccia viene praticata e le persone che la praticano – prosegue Bottinelli – sono evidentemente ritenute dalla Questura un concreto fattore di pericolo, anche se ci si mantiene su una pubblica strada come quella scelta di Pian di Barca, senza ostacoli o vegetazione a frapporsi tra manifestanti ed eventuali cacciatori».
La LAV ha chiesto di spostare la manifestazione, in una rappresentanza limitata, sul lungomare di Marina di Grosseto sempre nella mattina di domenica, «dove la speranza è che non ci siano armi da caccia cariche.» Affermano.
«Per coerenza chiediamo alle istituzioni di prendere atto del parere della Questura e di dichiarare il coprifuoco in tutte le aree aperte alla caccia per tutto il periodo venatorio – dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale Caccia e Fauna Selvatica della LAV -, solo così si potrà davvero garantire l’incolumità di tutti quei cittadini che sottovalutando il pericolo potrebbero aggirarsi nelle campagne».
«Marina di Grosseto, devastata dagli incendi di questa estate – conclude la LAV – sarà luogo simbolo per ricordare che sono state disattese anche le richieste di sospensione della stagione venatoria avanzate dalle associazioni animaliste e ambientaliste per tutelare la fauna nelle regioni colpite dai roghi, ignorando un esplicito invito del Governo in questo senso».

Caccia in deroga, Zanoni va alla Corte dei Conti per le sanzioni europee


Comunicato stampa 13 settembre 2012

Caccia in deroga, Zanoni va alla Corte dei Conti per le sanzioni europee

Veneto e Lombardia continuano sulla strada illegale della caccia in deroga. Andrea Zanoni (IdV) incontra venerdì 14 settembre (domani) il presidente della Corte dei Conti di Venezia per valutare la possibilità di far pagare ai responsabili regionali le sanzioni Ue minacciate da Bruxelles. “Zaia, Formigoni, Stival e compagni tenete pronto il portafoglio!”



“Sembra proprio che le regioni Veneto e Lombardia non riescano a rassegnarsi, vogliono continuare a violare la Direttiva Uccelli dell'Unione Europea con la caccia in deroga”. E' il commento da Strasburgo di Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice presidente dell'intergruppo Benessere degli animali al Parlamento europeo. “A nulla sono valsi gli avvisi messi per iscritto della Commissione europea: se ci saranno altre deroghe scatteranno le sanzioni”.

Per questo Zanoni incontrerà venerdì il presidente della Corte dei Conti di Venezia, ovvero per valutare la possibilità di far pagare personalmente ai responsabili delle deroghe le eventuali sanzioni europee. “Devono pagare di tasca loro le multe non i cittadini italiani innocenti, ma solo ed esclusivamente chi vota queste norme salva bracconieri”. Pare proprio che la Lombardia voglia approvare una nuova legge sulle cacce in deroga mentre in Veneto la Giunta Zaia sembra approverà due diverse delibere per fare l'ennesimo regalo ai cacciatori.

L'Eurodeputato ricorda che Veneto e Lombardia hanno ricevuto nei mesi scorsi tutti gli avvertimenti del caso, precise comunicazioni sia dal commissario Potocnik sia dai funzionari della direzione Ambiente della Commissione europea. “Questa storia si ripete ininterrottamente dal 2002 e grazie a innumerevoli ricorsi delle associazioni animaliste ed ambientaliste, molti dei quali ho scritto personalmente, la Commissione Europea ha detto basta – incalza l'eurodeputato - Prima sono arrivate le condanne della Corte di Giustizia e adesso arriva un monito preciso, se si continua su questa strada si tratterà di recidiva e la Commissione europea chiederà alla Corte di Giustizia di applicare le sanzioni”.

“Ma questa volta i responsabili della caccia in deroga, Zaia, Formigoni e Stival dovranno risponderne di tasca loro. Farò tutto il possibile affinché, in caso di sanzioni, a pagare siano loro”.


Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
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giovedì 13 settembre 2012

E al cacciatore falla pagare con la class action

La terza domenica di settembre, il 16, l’esercito delle doppiette riprenderà a sparare. E se voi volete opporvi al fatto che un cacciatore penetri nel vostro terreno e spari a vista a un fagiano o a un cinghiale, non potete. La legge è dalla sua parte e l’unica soluzione, lì per lì, sarà abbassare la testa. Poi però potete fargliela pagare.

No, non pensate a una provocazione, non è un invito a delinquere. E’ un gesto molto più semplice e piuttosto promettente proprio in termini finanziari: a questo scopo, basta scaricare dal web iltesto della legge sulla caccia, la 157/92, leggere l’articolo giusto e poi fare due conti.

Come spiega l’avvocato della Lega per l’abolizione della caccia/Lac, Claudio Linzola, quest’operazione può portare a risultati economici molto interessanti: “L’articolo 15, comma 1°, della 157/92 stabilisce infatti che “per l’utilizzazione dei fondi è dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura dell’amministrazione regionale”.

Bello e possibile, anche se mai attuato né fatto rispettare. Non c’è Regione italiana che abbia dato seguito a quanto prescritto dalla 157/92, formulando i necessari criteri attuativi. Ma ora le cose stanno cambiando. Una formale richiesta in questo senso è stata avanzata in Lombardia da Linzola, a nome di alcuni proprietari terrieri. E se non avrà risposta, sarà il momento di promuovere una causa di sicuro interesse generale.

Se l’idea vi tenta, se ritenete giusto porre rimedio a una “dimenticanza” di questa portata, nulla vieta che vi attiviate, sia individualmente sia in associazione con altri, e che la class action intrapresa dalla Lac in Lombardia trovi seguaci, sostenitori, imitatori ovunque. “Secondo i nostri calcoli, che sono calcoli prudenziali per difetto” dice Linzola, “per ogni ettaro di terreno soggetto a servitù venatoria il compenso dovuto ai proprietari di terreni in Lombardia potrebbe ammontare anche a 70 euro all’anno. Gli anni per i quali è possibile riscuotere il dovuto sono dieci, e poiché gli ettari sui quali è applicabile questo indennizzo sono circa 1 milione e 200 mila, ecco che il conto è presto fatto e per niente disprezzabile: parliamo di una somma intorno agli 84 milioni di euro che i cacciatori lombardi sarebbero tenuti a coprire ogni anno, quando rinnovano la licenza venatoria.

Che i cacciatori paghino insieme con il diritto di uccidere anche il diritto di passare sui fondi dei cittadini, spezzandone la quiete, il riposo e la serenità psicologica, è un principio che il legislatore ha formulato a suo tempo per mettere l’Italia al passo con i paesi europei dove sui terreni privati non c’è alcun diritto di passaggio se non eccezionalmente e previo accordo coi proprietari.

Ma non c’è compenso che possa ripagare il dolore di chi, contrario alla caccia, assiste impotente alla strage degli innocenti. Milioni di vite spezzate, a difesa delle quali sabato 15 settembre la Lac insieme con moltissime altre associazioni anti-caccia e animaliste ha convocato una manifestazione nazionale. L’appuntamento è a Brescia, capitale delle fabbriche di armi per la caccia e per la guerra. Alle ore 15 partirà il corteo da via Volturno (piazzale Iveco). Fin dal mattino, invece, ci sarà un presidio con tavoli informativi davanti alla sede della Provincia (che comprende l’ufficio caccia) in via Milano 13.

Campania: il TAR blocca la legge regionale sulla caccia



WWF: STOP ALLA CACCIA LIBERA IN CAMPANIA
IL TAR BLOCCA LA NUOVA PESSIMA LEGGE REGIONALE PER QUESTA STAGIONE VENATORIA, GRAZIE AL RICORSO WWF

E’ fallito l’obiettivo di consentire la caccia libera a pagamento in tutto il territorio campano e sono scongiurate quindi le possibili pesanti sanzioni da parte della Comunità Europea a carico dei cittadini della Campania, a seguito del ricorso al TAR del WWF.
La prima sezione del Tar Campania ha infatti vietato la caccia nei siti Natura 2000 per l’attuale stagione venatoria, prendendo atto con la sentenza odierna che la Giunta Regionale si è adeguata al parere dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale.
Un’altra buona notizia per la fauna selvatica quindi dopo la sospensione della preapertura ottenuta sempre su iniziativa del WWF Italia.
I cacciatori campani dunque, oltre a non poter cacciare nei 160 siti Natura2000, di fatto, non potranno spostarsi liberamente in tutto il territorio regionale per cacciare la fauna migratoria, né potranno cacciare la migratoria nell’Ambito Territoriale di Caccia per il quale sono autorizzati esclusivamente a cacciare la sola fauna stanziale.
Questo a seguito della decisione della prima Sezione del Tar Campania che ha chiarito che l’art. 36, comma 2, della L.R. 9.8.2012, n. 26, non si applica alla corrente stagione venatoria, ma sarà concretamente applicabile solo dalla prossima stagione 2013/2014.
Il WWF invita i cacciatori ed il Consiglio Regionale ad aprire una seria riflessione circa la necessità accettare gli standard minimi di tutela della fauna selvatica e di interrompere ogni inutile tentativo di eversione dell’ordinamento statale.
Il WWF continuerà ad opporsi a questa pessima Legge regionale, sia per proteggere la preziosa biodiversità campana, sia per evitare possibili interventi sanzionatori, che tale insieme di norme potrà generare in sede europea. Tuttavia, il WWF si dichiara disponibile a collaborare per superare l’attuale situazione, fermo restando l’abrogazione della legge regionale 9.8.2012, n. 26 ed una seria pianificazione faunistica che leghi il cacciatore al territorio, impedendo il nomadismo venatorio, come imposto, sin dal 1992, dal Legislatore statale.

Roma, 13 settembre 2012
Ufficio Stampa WWF Italia


mercoledì 12 settembre 2012

Serbia: mattanza di uccelli da parte di cacciatori italiani

Serbia: parte degli uccelli sequestrati ai cacciatori italiani

Serbian campaigners are now fighting Serbian and Italian hunters who in the past 3 days have killed around 450 birds as can be seen in the photographs.

These birds are protected by Serbian nature laws; but after the police arrested the hunters, word came from higher up (government ?) that the hunters should be allowed to go free, and take all the birds bodies with them.
The Italian hunters also had in their possession some illegal arms.

On 5/9, the police and inspectors have gone to Bujanovac town, but the Italian hunters have already gone and taken the dead birds with them. Possibly they have gone to a region either North or South of Bujanovac. 
By Serbian law, the hunters must be arrested and punished – as they are killing protected birds. Campaigners think that because of the corruption within Serbia; the hunters will escape pubishment.
Campaigners sent their first charge to the authorities on 1/9/2012 as the police and inspectors did not act in agreement with the law. Initially the police did, but they were then informed from higher to stop their actions.
It is thought that the hunters may have gone to Jagodina, a Southern Serbian city, or possibly to Natalinci – a South Serbian village where it is known there is a hunters centre.

martedì 11 settembre 2012

Sicilia: l' Assessore Aiello denuncia il WWF

COMUNICATO STAMPA WWF SICILIA

CACCIA, DENUNCIA DELL’ASSESSORE AIELLO CONTRO IL 
WWF. ALAIMO (WWF SICILIA) E BONFANTI (GUARDIE WWF): ''NOSTRO IMPEGNO E' GARANTIRE MASSIMA TUTELA AL PATRIMONIO DELLO STATO COSTITUITO DALLA FAUNA''

''Nella vicenda della sospensione del Calendario venatorio emanato dall'Assessore regionale alle Risorse agricole e alimentari Aiello, il WWF Sicilia e il Coordinamento regionale delle Guardie WWF hanno
sempre assunto posizioni e iniziative unicamente finalizzate alla promozione del rispetto della legalita' ed a garantire la massima tutela al patrimonio dello Stato costituito dalla fauna selvatica''.
Cosi' Francesco Alaimo, Presidente del WWF Sicilia, ed Ennio Bonfanti, coordinatore Guardie WWF, replicano al comunicato dell'on. Aiello in cui comunica di aver querelato la storica Associazione ambientalista
per le ''informazioni false'' che avrebbe diffuso circa la sospensione della caccia. ''Fino ad oggi, del resto, i Tribunali hanno bocciato gli atti dell'Assessore ed hanno dato ragione alle tesi delle Associazioni ambientaliste. In una Sicilia devastata dagli incendi, con la fauna stremata da una stagione siccitosa, e' oltremodo riprovevole che un  Assessore quereli e contrasti apertamente chi si batte per la conservazione della Natura''.
''Il WWF Sicilia - ha concluso Alaimo - certo di non aver diffuso informazioni false e di non aver mai 
improntato la propria storia su alcuna ''turbativa dell'ordine pubblico'', ha richiesto esclusivamente un'applicazione rigorosissima delle norme di tutela e rimane, percio', in attesa, ancora oggi, dell'emanazione di un valido decreto con il Calendario venatorio 2012- 2013, con la relativa attualizzazione delle norme''.
Palermo, 11 settembre 2012

lunedì 10 settembre 2012

Caltanissetta: arrivano le prime denunce per i cacciatori che non rispettano lo stop del TAR


A Caltanissetta le Guardie Giurate del WWF, unitamente alle Guardie della LIDA, hanno identificato i cacciatori che esercitavano l’attività venatoria nonostante la sospensiva del T.A.R. sul Calendario 2012/2013

Ieri mattina una squadra di Agenti composta da Guardie Giurate del WWF e della LIDA (Lega Italiana Diritti Animali), nel corso di attività di vigilanza d’istituto nel territorio della Provincia di Caltanissetta, si sono imbattuti in diversi cacciatori che - nonostante il recente decreto presidenziale del T.A.R. Palermo che sospende il Calendario venatorio 2012/2013 bloccando la stagione di caccia - praticavano l’esercizio venatorio muniti di fucile, abbattendo alcuni capi di selvaggina appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato ai sensi della L. 157/1992.

Le Guardie WWF hanno proceduto alla formale identificazione dei cacciatori ed alla verbalizzazione dei fatti, al fine di notiziare la competente Autorità Giudiziaria per la valutazione delle penali responsabilità dei soggetti coinvolti.
Poiché attualmente in Sicilia la stagione venatoria risulta sospesa, qualunque attività di caccia che venga esercitata a carico di qualsivoglia specie in questo periodo di divieto è penalmente rilevante e sanzionata ai sensi dell'art. 30 lettera a) della Legge n. 157/1992 (che prevede l'arresto da tre mesi ad un anno o l'ammenda da euro 929,00 ad euro 2.582,00), nonché in base alle altre disposizioni del codice penale e della legislazione speciale in tema di armi da sparo.


In proposito, il WWF ricorda che il recente decreto n. 2851/2012 del 6 settembre - con cui l’Assessore regionale alle risorse agricole, dopo la decisione del T.A.R., ha disposto che l’attuale stagione venatoria sia comunque regolamentata dal vecchio Calendario venatorio del 2011 - ad oggi non è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale regionale. Esso, pertanto, non può considerarsi pienamente in vigore in quanto solo successivamente alla pubblicazione sulla G.U.R.S. potrà avere efficacia giuridica.

Nei giorni scorsi, inoltre, il WWF ha diramato una urgente nota per via telematica alle Prefetture, alle Questure, ai Comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, agli Ispettorati Forestali ed alle Stazioni del Corpo Forestale e, per opportuna conoscenza, alle Procure della Repubblica di tutta l’Isola. Nel documento vengono esposte le motivazioni giuridiche circa l’attuale vigenza del provvedimento del T.A.R. di sospensione della caccia, sottoponendole “alle valutazioni degli Organi ed Uffici in indirizzo, affinché si attivino con le azioni ritenute più opportune al fine di impedire ovvero reprimere ogni eventuale abusivo esercizio di attività di abbattimento di fauna selvatica in tempi e circostanze illecite”.


Comunicato Stampa WWF Caltanissetta del 10 settembre 2012

Vicenza. La bravata costa al cacciatore 8 mila euro

LONIGO. Ingiurie e atti osceni in pubblico. Dopo una lite con il proprietario di un fondo si sarebbe spogliato 

Lonigo. La bravata di cui sarebbe reso responsabile, certo determinata dalla rabbia, rischia di costargli carissima. Facendo due conti, a Pietro Pesolato potrebbe arrivare un decreto penale di condanna da 8-9 mila euro. Una stangata, per essersi calato i pantaloni: un gesto però che, se la ricostruzione della procura corrisponde al vero, non ha alcuna giustificazione. Al momento la procura lo ha iscritto sul registro degli indagati ipotizzando i reati di ingiuria e di atti osceni in luogo pubblico. I fatti avvennero nei mesi scorsi a Lonigo. In base a quanto venne ricostruito, quella mattina, Pesolato, 59 anni, residente in paese, era andato a caccia in una zona di campagna; e, probabilmente senza avvedersene, era entrato in una proprietà privata. Era quella di Pietro Giarolo, che ce l'aveva con i cacciatori proprio per questa ragione, senza sapere peraltro che chi pratica regolarmente l'attività venatoria può avere accesso anche ad aree private senza l'autorizzazione. Fra i due ci fu una discussione, dai toni piuttosto accesi perchè entrambi erano convinti di aver ragione. Giarolo avrebbe rimbrottato l'altro trovato nel suo terreno, e Pesolato gli avrebbe risposto per le rime dandogli le sue motivazioni. «Qui posso passare». La baruffa sarebbe finita in quel momento se il cacciatore - è l'ipotesi della procura - non avesse deciso di dar vita ad una sceneggiata. In che maniera? Il cacciatore, stando a quanto sostenuto da Giarolo e poi ricostruito dagli inquirenti, avrebbe dato vita ad uno squallido spogliarello, abbassandosi prima i pantaloni e poi anche le mutande, ed esibendosi e toccandosi davanti all'allibito proprietario del fondo. Quindi gli avrebbe rivolto una frase in dialetto, irriferibile, che avrebbe avuto l'obiettivo di denigrare il rivale. A quel punto, conclusa la sua esibizione avvenuta all'aperto, si sarebbe rivestito e si sarebbe allontanato, soddisfatto per aver umiliato la controparte, e probabilmente ignaro delle possibili conseguenze che il suo comportamento poteva avere di lì a qualche mese. Giarolo si era rivolto alle forze dell'ordine che avevano identificato compiutamente Pesolato, segnalandolo in procura e dando il via ad un'indagine. La procura sta completando gli accertamenti e potrebbe decidere, visto che si tratta di reati non gravi, di emettere un decreto penale di condanna per i due reati contestati. La multa per l'indagato sarebbe ingente; per questo, se così fosse, lo stesso Pesolato con il suo legale potrebbe decidere di opporsi e di farsi processare piuttosto che pagare, per cercare di dimostrare al giudice la sua innocenza rispetto alle contestazioni. D.N.

domenica 9 settembre 2012

Cacciatori in casa,vende villa su Etna


Cacciatori in casa, vende villa su Etna
Proprietari stufi espongono cartello,'hanno ucciso gia' 4 gatti'

(ANSA) - CATANIA, 8 SET - Gli appassionati di attivita' venatoria, armati di doppiette, gia' all'alba fanno irruzione nel giardino della loro villa e sparano a qualunque cosa si muova, e hanno gia' ucciso quattro gatti domestici. Accade a Santa Venerina, paesino alle pendici dell'Etna, dove i proprietari stanchi delle invasioni dei cacciatori stanno pensando di 'arrendersi' e hanno esposto il cartello 'vendesi' dell'immobile accompagnato dalla spiegazione: ''perche' i cacciatori mi sparano dentro casa''.

Puglia – il TAR sospende la pre apertura della caccia

Successo del ricorso del WWF.


GEAPRESS – Lettere di diffida, appelli inascoltati. Dopo ogni tentativo di conciliazione il WWF ha affidato alla Magistratura la decisione e sentenza c’è stata: il 9 e 12 settembre in Puglia non si sparerà. È quanto ha deciso la Seconda Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale con la sentenza firmata dal Giudice delegato, la dott.ssa Giacinta Serlenga. Accolto, quindi, il ricorso per l’annullamento della Delibera di Giunta Regionale n.1225 del 12.06.2012 con cui la Regione Puglia aveva approvato il calendario venatorio regionale per l’annata 2012/2013 e il calendario stesso. Tra le motivazioni il Giudice ha “considerato l’immotivato discostamento dalle direttive ISPRA 2012 dettate da esigenze precauzionali di salvaguardia della fauna in considerazione delle particolari condizioni climatiche” e ha ravvisato “l’estrema gravità ed urgenza tale da non consentire la dilazione fino alla prima camera di consiglio utile”. Dunque il TAR Puglia si è allineato alle decisioni del TAR Lazio e del TAR Campania.
“Questo provvedimento – ha chiosato Leonardo Lorusso, Presidente del Wwf Puglia – rappresenta anche un momento di rispetto della Legge. Da dieci anni le istituzioni, complici delle associazioni di cacciatori, concedono la deroga a cacciare prima della terza settimana di settembre e per questo motivo l’unione Europea ha avviato la procedura d’infrazione anche nei confronti della Puglia”.
È bene precisare che il Piano Faunistico Venatorio, attualmente, dev’essere sottoposto a procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Il WWF, dopo questo storico successo, continuerà ad attivarsi affinché si concluda il processo di VAS, obbligatorio per legge, per poter attuare lo stesso piano.
“Non posso nascondere la soddisfazione per questa storica vittoria, che segna un momento importante per la tutela della fauna selvatica – ha commentato uno degli artefici del ricorso, il Consigliere nazionale del WWF Italia Antonio de Feo –Apprendiamo che la Giunta Regionale sta correndo ai ripari emettendo un provvedimento che si conforma alla sentenza del TAR, ma che avrebbero potuto adottare già nei giorni scorsi. Che quanto accaduto sia da monito per le istituzioni che – ha concluso l’avv. De Feo – dovrebbero essere più attente alle istanze ambientaliste che trovano fondamento nella civiltà giuridica.”
Il WWF ringrazia gli avvocati Carlo Tangari e Antonio de Feo, quest’ultimo nella doppia veste di legale e Consigliere nazionale del WWF Italia, per aver contribuito, grazie alla loro professionalità in campo giuridico, ad ottenere questa vittoria, utile non solo alla causa ambientalista ma a tutta la società.
“Gli eventi siccitosi dell’estate appena trascorsa hanno stremato la fauna e hanno depauperato gli habitat – ha aggiunto il dott. Mauro Sasso, vicepresidente del WWF Puglia e referente per la Biodiversità – A questa situazione si sono aggiunti gli incendi che hanno devastato migliaia di ettari di territorio pugliese. Stoppare la caccia significa consentire i diritti degli animali selvatici di poter compiere il loro ciclo vitale, conservando le specie e consentendone la sopravvivenza. Le sentenze dei TAR regionali non fanno altro che confermare l’ottimo lavoro svolto dall’ISPRA”.


Fonte: geapress.it del 07 settembre 2012

sabato 8 settembre 2012

TAR Bolzano: Divieto immediato di abbattimento e prelievo di marmotte


La Presidente del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, Sezione autonoma per la Provincia di Bolzano, con decreto 6 settembre 2012, n. 151/12, ha sospeso in via provvisoria, fino alla pronuncia definitiva del Collegio fissata per il 9 ottobre 2012, il decreto assessorile (decreto assessorile 31 agosto 2012, n. 671/32.4) ed il piano di abbattimento approvato con lo stesso. Ne consegue che, con decorrenza immediata, è proibito qualsiasi abbattimento e prelievo di marmotte. Lo comunica il direttore dell’Ufficio caccia e pesca Heinrich Erhard in una circolare alle riserve di caccia ed ai posti di custodia ittico-venatoria.
I rettori/le rettrici delle riserve di diritto, ai quali è indirizzata la comunicazione, sono tenuti a dare immediata informazione degli agenti venatori, nonchè a tutti i titolari di un permesso annuale o d'ospite.
Nello stesso modo provvedono i rettori delle riserve private, onde garantire l'esecuzione dell'ordinanza di sospensiva in questione.
Inoltre, i/le rettori/trici sono tenuti a comunicare entro e non oltre il 14 settembre 2012, ore 13,00, per iscritto e possibilmente via fax o posta elettronica il numero delle marmotte abbattute; ciò ai fini della difesa del provvedimento sospeso in occasione della trattazione collegiale fissata per il 9 ottobre 2012.
L'eventuale mancato tempestivo inoltro dei dati richiesti costituisce violazione amministrativa e come tale (ai sensi dell'articolo 39, lettera h) della L.P. n. 14/87) viene sanzionato con una pena pecuniaria da 35,00 Euro ad 450,00 Euro.



Piemonte – fucili appesi al chiodo – il TAR sospende la caccia

Accolto il ricorso di LAC, Pro Natura e SOS Gaia

GEAPRESS – Con Ordinanza del 7 settembre 2012 il TAR del Piemonte ha accolto il ricorso presentato contro il calendario venatorio 2012/2013 del Piemonte dalle associazioni LAC – Lega per l’abolizione della caccia, Pro Natura, Fondazione per l’Ecospiritualità – Commissione SOS Gaia. Sospesa, dunque, l’efficacia del Calendario venatorio 2012/2013 nonché di tutti gli atti presupposti, antecedenti, conseguenti, successivi e comunque connessi al predetto provvedimento.

La caccia, intanto, si ferma e non parte in tutto il Piemonte. Domenica 16 settembre 2012 i cacciatori possono dormire fino a tardi, dicono ora le Associazioni.

Alla base del provvedimento vi sarebbero in sostanza tre ragioni. Mancanza del Piano Faunistico venatorio regionale. Mancanza della Valutazione d’incidenza prevista per la rete Natura 2000. Mancato rispetto del parere dell’ISPRA per quanto riguarda i periodi della caccia.

“Per l’Assessore regionale alla caccia Sacchetto una sonora lezione – ha dichiarato Roberto Piana Presidente della Sezione Piemonte della LAC – Punita la sua arroganza, è ora giunto per lui il momento di dimettersi, magari portandosi dietro il “compare” Vignale, con lui principale protagonista dello scippo del referendum regionale contro la caccia”.

“Per gli animali selvatici è una grande vittoria e un grande giorno” ha dichiarato Piero Belletti di Pro Natura. “Ora aspettiamo con fiducia che Napolitano sciolga il Consiglio regionale colpevole del furto di democrazia del maggio scorso. Ancora una volta lo Studio legale Fenoglio-Callegari di Torino si è distinto in una battaglia difficilissima per la difesa della fauna selvatica. Gli animali ringraziano”.

mercoledì 5 settembre 2012

Sedicenti «cacciatori integralisti» inviano lettera di minacce al Wwf


A pochi giorni dalla denuncia dell'associazione contro i bracconieri nel parco d'Abruzzo e dalla vittoria al Tar contro l'anticipo dell'attività venatoria nel Lazio

ROMA - Ad appena cinque giorni dalla decisione del Tar di fermare l'anticipo della stagione venatoria nel lazio, un gruppo di sedicenti «Cacciatori Integralisti Laziali» minaccia il World Wildlife Fund. Alla sezione Lazio del Wwf - che aveva promosso il rircorso contro l'inizio della stagione delle doppiette dal 1° settembre - è giunta mercoledì 5 settembre una lettera anonima di minacce, con la quale si avanzano ipotesi di danneggiamenti al Monumento Naturale Pian Sant'Angelo nel Viterbese, e all'Oasi Wwf, per il quale la Regione Lazio sta approvando il regolamento del piano di gestione affinché l’area sia tutelata secondo la legge.


SINISTRE PROMESSE - La lettera con sinistre promesse di attentati fa riferimento anche ad altre aggressioni sia a livello regionale sia nazionale e inizia con l'oggetto: «Dichiarazione di guerra». Poi, considerati gli sforzi degli ambientalisti contro l'attività venatoria promette «ritorsioni». La vittoria al Tar contro la pre apertura della caccia si associava alla contemporanea denuncia, da parte del Wwf, di nuove uccisioni di lupi anche da parte di bracconieri all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Lo stesso Wwf chiede da giorni al ministero dell'Agricoltura di adottare le indicazioni dell'Ispra che suggerisce di sospendere la caccia nei prossimi mesi per tutelare la fauna già provata dalla siccità e dal maltempo.


«INTERVENIRE SUI BLOG» - «Riteniamo gravissimo il contenuto della lettera - dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio - e anche l’aggressività sviluppata da taluni cacciatori sui vari blog ospitati dalle associazioni venatorie. Chiediamo a quest’ultime di intervenire rimuovendo tutti i post offensivi e violenti». Il Wwf presenterà querela per l’individuazione dei responsabili, chiedendo «le forze dell’ordine aumentino i controlli per scongiurare qualsiasi condotta illecita volta a colpire il patrimonio indisponibile dello Stato e l'associazione».