lunedì 10 settembre 2012

Vicenza. La bravata costa al cacciatore 8 mila euro

LONIGO. Ingiurie e atti osceni in pubblico. Dopo una lite con il proprietario di un fondo si sarebbe spogliato 

Lonigo. La bravata di cui sarebbe reso responsabile, certo determinata dalla rabbia, rischia di costargli carissima. Facendo due conti, a Pietro Pesolato potrebbe arrivare un decreto penale di condanna da 8-9 mila euro. Una stangata, per essersi calato i pantaloni: un gesto però che, se la ricostruzione della procura corrisponde al vero, non ha alcuna giustificazione. Al momento la procura lo ha iscritto sul registro degli indagati ipotizzando i reati di ingiuria e di atti osceni in luogo pubblico. I fatti avvennero nei mesi scorsi a Lonigo. In base a quanto venne ricostruito, quella mattina, Pesolato, 59 anni, residente in paese, era andato a caccia in una zona di campagna; e, probabilmente senza avvedersene, era entrato in una proprietà privata. Era quella di Pietro Giarolo, che ce l'aveva con i cacciatori proprio per questa ragione, senza sapere peraltro che chi pratica regolarmente l'attività venatoria può avere accesso anche ad aree private senza l'autorizzazione. Fra i due ci fu una discussione, dai toni piuttosto accesi perchè entrambi erano convinti di aver ragione. Giarolo avrebbe rimbrottato l'altro trovato nel suo terreno, e Pesolato gli avrebbe risposto per le rime dandogli le sue motivazioni. «Qui posso passare». La baruffa sarebbe finita in quel momento se il cacciatore - è l'ipotesi della procura - non avesse deciso di dar vita ad una sceneggiata. In che maniera? Il cacciatore, stando a quanto sostenuto da Giarolo e poi ricostruito dagli inquirenti, avrebbe dato vita ad uno squallido spogliarello, abbassandosi prima i pantaloni e poi anche le mutande, ed esibendosi e toccandosi davanti all'allibito proprietario del fondo. Quindi gli avrebbe rivolto una frase in dialetto, irriferibile, che avrebbe avuto l'obiettivo di denigrare il rivale. A quel punto, conclusa la sua esibizione avvenuta all'aperto, si sarebbe rivestito e si sarebbe allontanato, soddisfatto per aver umiliato la controparte, e probabilmente ignaro delle possibili conseguenze che il suo comportamento poteva avere di lì a qualche mese. Giarolo si era rivolto alle forze dell'ordine che avevano identificato compiutamente Pesolato, segnalandolo in procura e dando il via ad un'indagine. La procura sta completando gli accertamenti e potrebbe decidere, visto che si tratta di reati non gravi, di emettere un decreto penale di condanna per i due reati contestati. La multa per l'indagato sarebbe ingente; per questo, se così fosse, lo stesso Pesolato con il suo legale potrebbe decidere di opporsi e di farsi processare piuttosto che pagare, per cercare di dimostrare al giudice la sua innocenza rispetto alle contestazioni. D.N.

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