lunedì 25 marzo 2013

UN CACCIATORE GUIDERÀ IL PARCO DELLE FORESTE CASENTINESI

Luca Santini ce l'ha fatta, è stato nominato dal Ministro Corrado Clini Commissario straordinario del Parco delle Foreste Casentinesi. Sulla sua candidatura alla guida dell'area protetta nelle scorse settimane c'erano state diverse polemiche degli animalisti, visto che il sindaco di Stia è cacciatore ed è stato anche presidente dell'Urca dal 2002 al 2005).

A sostegno della candidatura di Luca Santini si erano espressi, tra gli altri, anche il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani , i quali, dopo le polemiche hanno nuovamente ribadito la propria scelta in una lettera trasmessa al ministro Clini, definendola una nomina che esprime realmente la volontà di un territorio nella sua interezza.

"Qualora dovessi essere nominato Presidente del Parco - diceva Santini prima che fosse nominato - tengo a sottolineare che l'obiettivo sarà quello di salvaguardare gli interessi di tutti, non solo quelli del territorio e delle popolazioni che vi abitano, ma dell'intera collettività, in quanto l'Area Protetta è un patrimonio mondiale e il nostro parco è sicuramente un'eccellenza in tema di biodiversità e tutela degli ambienti naturali, un esempio per tutti la Riserva Integrale di Sasso Fratino".

"Più volte intorno alla mia candidatura - si legge nella nota di Santini - sono state sollevate perplessità legate all'appartenenza alla categoria dei cacciatori, su questo punto vorrei chiarire che svolgere un'attività nella piena legalità non può rappresentare un problema. Peraltro, già da quando sono sindaco, gli impegni mi consentono di esercitare questa attività in modo molto discontinuo ed immagino che, qualora fossi nominato presidente del parco, visto la complessità e la novità dell'incarico, il tempo a mia disposizione sarebbe ancora più ridotto. In ogni caso, mi rendo conto che ci sono anche motivazioni di opportunità e di sensibilità verso chi la pensa in maniera diversa dalla mia, e per questo, se dovessi assumere la presidenza, non andrei a svolgere alcuna attività venatoria nei territori vicini al Parco, peraltro da me poco frequentati anche adesso. Inoltre voglio assicurare il mio particolare impegno a contrastare ogni forma di caccia illegale e fuori dalle regole anche etiche, pratica fortunatamente poco diffusa nella zona, ma assolutamente dannosa e profondamente incivile".

lunedì 18 marzo 2013

SCUOLA E CACCIA: SOLIDARIETÀ DAL PD CONTRO GLI ATTACCHI DELLA LAV

“La Lav di Grosseto, utilizzando il metro del pregiudizio, vorrebbe impedire che in alcune scuole della provincia, così come avviene ormai da anni, i ragazzi non siano educati alla conservazione della fauna e alla buona gestione del territorio sol perché ad organizzare una così meritoria iniziativa sono i tecnici e i dirigenti dell’Arcicaccia".

Questa la dichiarazione dell'On. Luca Sani, coordinatore della segreteria regionale del Pd della Toscana e di Marco Ciarafoni, responsabile nazionale biodiversità e politiche faunistiche del Pd, con la quale il Pd esprime la propria solidarietà "al dirigente scolastico che ha ricevuto pressioni improprie". "Sulla caccia - spiegano dal Pd - si possono avere opinioni diverse. E’ legittimo. Pur tuttavia, ed è bene ricordarlo, la caccia è attività lecita, legittimata dalle leggi dello Stato e delle Regioni e rispondente ai dettami delle direttive comunitarie".

Sani e Ciarafoni ribadiscono che "ai ragazzi delle scuole interessate al progetto promosso dall’Arcicaccia,non è di attività venatoria che si è parlato ma di fauna e di conservazione". E quegli stessi ragazzi, ricorda, hanno potuto conoscere gli animali selvatici che stazionano sui meravigliosi territori della maremma anche grazie al lavoro meritorio e volontario degli ATC, i cui comitati di gestione, come tutti sanno, sono composti da rappresentanti degli agricoltori, dei cacciatori e degli ambientalisti. Se i territori della Maremma evocano “vita e bellezza” in tutti coloro che li visitano provenienti da ogni parte del mondo - sottolineano i rappresentanti del Pd - è perché gli agricoltori, i cacciatori, gli ambientalisti insieme alle istituzioni che se ne interessano lo fanno nel segno di una storia, di una cultura, di uno spiccato senso del civismo che nessun pregiudizio o strumentalità potrà mai abbattere".

"In questo quadro - conclude Sani - la Maremma, per quello che finora è stato fatto, può rivendicare più di altri territori, di essere comunità attenta al tema della “fauna, bene comune” nel solco dell’appello congiunto lanciato da Arcicaccia e Legambiente e che ha ricevuto sostegno e condivisione da parte di Federparchi, Cia, Coldiretti ed Ecologisti Democratici. Appello che come Pd, nel merito delle proposte formulate, abbiamo pubblicamente apprezzato aggiungendo che in una fase così difficile per il Paese occorre privilegiare ciò che unisce e non certamente ciò che divide e genera conflitti sociali”.

venerdì 15 marzo 2013

Gavorrano (GR): a scuola con i cacciatori

BAMBINI VITTIME DELL'IPOCRISIA VENATORIA
I cacciatori ingannano i bimbi di elementari e medie: animali 'pronto caccia'
rifilati per "patrimonio ambientale e faunistico"!

Arci Caccia perora la violenza mascherata da "educazione ambientale" sulla pelle dei bambini. A permettere ed avvallare l'iniziativa, l'istituto comprensivo G.Pascoli di Gavorrano, Grosseto.

Il prossimo passo sarà forse mettergli una carabina in mano come ha fatto Federcaccia il 10 febbraio scorso nel Comune di Rivolta D'Adda in provincia di Cremona con l'irresponsabile iniziativa dalla dubbia liceità: "competizione con carabina per i bambini dai 7 ai 12 anni!". VERGOGNOSO.

Niente smuove più oramai le associazioni venatorie che ostinatamente e senza alcun scrupolo neppure per i bambini puntano al ricambio generazionale per non estinguersi, continuando ipocritamente a coinvolgere bambini e ragazzi minorenni in quella che definiscono la cultura venatoria, pittata da un'antiscientifica "educazione ambientale" che in realtà cela soltanto una sotto-cultura che di ecologico non ha proprio niente. Il rispetto dell’ambiente e l’equilibrio delle specie animali non sono certo garantiti da chi sversa tonnellate di piombo nel terreno da oltre mezzo secolo, depaupera fino all'estinzione intere specie e le reimmette solo per sparargli!" dichiara Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia.

"Il contesto della fauna per i ripopolamenti, questo lo scenario che i cacciatori rifilano ai bambini di elementari e medie di Gavorrano, facendo passare quei poveri animali d'allevamento per patrimonio ambientale e faunistico, quale esempio della biodiversità tipica del territorio toscano. In realtà, trattasi di fauna riprodotta in gabbia, incapace per lo più di adattarsi alla vita selvatica e di procurarsi cibo, ma i pochi sopravvissuti o chi è riuscito a riprodursi diventa "sparabile" alla prossima stagione venatoria. E nel frattempo, prima dell'immissione, animali resi disponibili, manipolabili, visibili come fossero in uno zoo. E l'inganno venatorio è servito.

E' questa la cultura venatoria? E' questa la biodiversità della Toscana? Fagiani, Starne, Lepri, Quaglie, abituati a nutrirsi dalle magiatoie delle gabbie e poi buttati nel territorio, con una mortalità altissima per soddisfare cacciatori pigri che oramai, da alcuni decenni, hanno completamente depauperato la biodiversità per il loro esclusivo piacere, per altro pretendendo di sostituirsi ai veri predatori naturali. Vedasi ad esempio le volpi, strumentalmente ed erroneamente considerate "nocive" ed uccise non solo in quanto cacciabili ma anche vittime di esche avvelenate che, tra la fine di una stragione venatoria e l'inizio della successiva, si trovano sparse per boschi e campagne, uccidendo anche cani, volpi, tassi, gatti ecc. e costituendo non di meno un pericolo diretto pure per gli umani".

"I cacciatori hanno rotto l'equilibrio naturale della biodiversità, hanno depauperato il patrimonio faunistico, quindi non hanno niente da insegnare ai bambini, tantomeno ingannarli con le loro ridicole lezioni fuorvianti, antiscientifiche, ingannevoli e finalizzate ad incrementare il loro carniere di fauna d'allevamento. E per rinnovare ogni anno la loro carneficina non si fanno scrupoli di sorta, nemmeno quello di armare i bambini o coinvolgerli in questa pratica obsoleta e barbara, come oramai appare evidente dai tanti casi di cronaca nera che si susseguono sistematicamente e che li vedono aggiungere alle liste delle vittime per caccia".

Ricordiamo le piccole vittime della stagione venatoria conclusasi: 2 bambini morti e 1 ferito durante le battute di caccia! Ma in totale, in soli cinque mesi (settembre/gennaio) sono 5 i bambini morti e 4 i feriti per armi da caccia/parenti cacciatori, familiarità con le armi!

Ma finita la stagione di caccia, la conta delle piccole vittime ha continuato a salire: il 15enne ferito in provincia di Ragusa alla fine di febbraio e, all'inizio di marzo, un altro 15enne rimasto ferito dall'arma che stava autocostruendo, probabilmente per poi emulare il padre cacciatore.

"Che almeno le madri, gli insegnanti e i dirigenti di istituti scolastici non avvallino la sanguinaria...educazione ambientale dei cacciatori! Non si tratta di essere favorevoli o no alla caccia ma di preservare delle creature innocenti, per natura più propensi ad amare gli animali invece che a massacrarli!", conclude la presidente dell'Associazione Vittime della caccia.






ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA -Ufficio stampa - 14.03.2013
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ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA
Orgnizzazione di volontariato senza fine di lucro ai sensi della Legge 266/91
Casella postale n.7 – 00035 Olevano R.no (RM)

mercoledì 6 marzo 2013

Caccia, l'ennesima strage annunciata

VIGILANZA WWF IN TRE PROVINCE LOMBARDE: MILANO, PAVIA E BRESCIA
Caccia, l'ennesima strage annunciata
Troppe specie protette falcidiate ogni stagione
Chiusa la stagione della caccia, si contano le vittime rimaste sul campo. Il rapporto del Wwf racconta di una carneficina ingiustificata. Sotto i colpi non dei bracconieri, ma dei cacciatori con regolare licenza di caccia, cadono anche specie protette in via d'estinzione. Troppi esemplari. Più delle parole possono i numeri. Ed ecco che abbiamo scelto di sintetizzare con un grafico l'attività che le guardie volontarie del Wwf e gli operatori di due Cras (Centri di recupero della fauna selvatica) hanno svolto nelle tre province di Milano, Pavia e Brescia. Durante la stagione di caccia chiusa da poco, nelle tre province sono state denunciate 114 persone: per l'uso di richiami elettroacustici vietati, per aver abbattuto fauna protetta, perché utilizzavano fucili non regolari e in un caso per porto abusivo d'arma, cioè per un bracconiere a tutti gli effetti. C'è chi è stato trovato con fauna selvatica protetta nel carniere, chi è accusato di «furto venatorio». Le guardie volontarie lavorano spesso in tandem con le polizie provinciali, l'Arma dei carabinieri o il Corpo forestale dello Stato. Nei fine settimana dedicati alla sorveglianza del territorio, può accadere veramente di tutto. Alto il numero dei volatili sequestrati ai cacciatori: 688 esemplari. In due casi su tre, i volatili erano morti. Ma la doppietta selvaggia ha fatto strage anche di rapaci, come nel caso di un gufo reale abbattuto a fucilate a Gavardo (Bs) e anche di specie minacciate come l'albanella reale o il falco pellegrino. In pochi mesi nei Cras Wwf di Valpredina e Vanzago ne sono stati ricoverati 80 con ferite da arma da fuoco. Durante i controlli di volontari e polizia è stato sequestrato un mezzo arsenale: 98 fucili e 1.700 munizioni. E poi gabbie trappola, reti da uccellagione e archetti. Tutto materiale illegale. Dopo oltre un decennio di caccia in deroga, cioè a specie di fatto protette, da sempre combattuta dalle associazioni ambientaliste, quest'anno la Regione, diffidata dall'Unione Europea, non ha potuto permettere l'uccisione dei piccoli uccelli canori. Nonostante ciò è stato un anno tragico per i minuscoli fringuelli: ne sono stati sequestrati già nel carniere, pronti per finire in padella, 156 esemplari. Quanti saranno sfuggiti ai controlli? Nelle giornate di forte passo migratorio, a quasi ogni controllo è corrisposta una denuncia penale. Nei carnieri, insieme alle specie cacciabili, sono così finiti anche lucherini, luì (otto grammi di peso, piume comprese), scriccioli, verzellini, cardellini, codirossi. L'attività di vigilanza ha portato a una massa di sanzioni amministrative e ammende penali non indifferente. Ma tutto questo non basta, come sottolineano le guardie Wwf: «Senza un inasprimento delle pene e il ritiro della licenza di caccia i cacciatori indisciplinati non perderanno mai il vizio di sparare ad animali protetti». Segnalazioni di bracconaggio possono essere fatte al 3287308288.pdamico@corriere.it

domenica 3 marzo 2013

VENETO: VERSO IL RIMBORSO AI PROPRIETARI TERRIERI PER L’USO DEL TERRENO PER LA CACCIA

Importante presa di posizione della Regione Veneto, che con una nota a firma del dirigente Dr. Mario Richieri, emanata il 28 di dicembre 2012, risponde positivamente alle richieste di rimborso di alcuni agricoltori vicentini. In sintesi, il dirigente Richieri scrive che verranno istruite le pratiche di richiesta, che riguarderanno il periodo utile del piano faunistico venatorio attuale (approvato a gennaio 2007 ora prorogato a settembre 2013) e che verranno riconosciuti i contributi secondo le determinazioni che verranno assunte dalla giunta, ai sensi dell’articolo 15 comma 2 della legge 157/92.
In pratica, la Regione Veneto, sentito l’ufficio legale, ha preso atto che non può fare altro che rispettare la legge, e, conseguentemente, pagare quanto dovuto per la servitù a cui sono stati obbligati i proprietari dei fondi. Il coordinamento Protezionista Vicentino su iniziativa della LAC ha lanciato questa importantissima campagna di rispetto della legalità, nella quale si tutelano tutti gli agricoltori.
Ma non solo, anche qualsiasi proprietario di fondi che in qualche modo vengono utilizzati per la caccia potrà rivendicare il diritto al rimborso, grazie a quanto stabilito dall’art. 15 della legge nazionale n. 157 del 1992 sulla disciplina della caccia: è “dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura dell’amministrazione regionale in relazione all’estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente”; una spesa a cui si deve far fronte con la tassa di concessione venatoria regionale.
Nella missiva regionale si dichiara inoltre che ai proprietari verrà rimborsato quanto dovuto per l’utilizzo del fondo rientrante nell’ultimo piano faunistico venatorio. Il piano è stato istituito nel 2007, per cui la regione intende pagare solo gli ultimi sei anni di servitù, cosa che sarà impugnata dai legali del Coordinamento con il sistema della “class-action” in quanto ritenuta illegittima dai richiedenti, ovvero, ai conduttori o proprietari dei fondi vanno riconosciuti tutti i contributi compresi gli arretrati e gli interessi legali, in quanto la legge è stata emanata nel 1992. 
Ora, assodato che l'ultima proroga al piano faunistico scade a settembre 2013, per non dare un primo alibi alla regione, diventa indispensabile che tutte le persone che ne hanno titolo inviino alla regione Veneto o ad altra regione di appartenenza la richiesta di rimborso (Coordinamento Protezionista Vicentino, 28 febbraio).

Fonte: notiziario LAC del 28 febbraio 2013

Qui si trovano i moduli per ottenere il rimborso:

http://www.faunalibera.it/index.php?id=rimborso