venerdì 15 marzo 2013

Gavorrano (GR): a scuola con i cacciatori

BAMBINI VITTIME DELL'IPOCRISIA VENATORIA
I cacciatori ingannano i bimbi di elementari e medie: animali 'pronto caccia'
rifilati per "patrimonio ambientale e faunistico"!

Arci Caccia perora la violenza mascherata da "educazione ambientale" sulla pelle dei bambini. A permettere ed avvallare l'iniziativa, l'istituto comprensivo G.Pascoli di Gavorrano, Grosseto.

Il prossimo passo sarà forse mettergli una carabina in mano come ha fatto Federcaccia il 10 febbraio scorso nel Comune di Rivolta D'Adda in provincia di Cremona con l'irresponsabile iniziativa dalla dubbia liceità: "competizione con carabina per i bambini dai 7 ai 12 anni!". VERGOGNOSO.

Niente smuove più oramai le associazioni venatorie che ostinatamente e senza alcun scrupolo neppure per i bambini puntano al ricambio generazionale per non estinguersi, continuando ipocritamente a coinvolgere bambini e ragazzi minorenni in quella che definiscono la cultura venatoria, pittata da un'antiscientifica "educazione ambientale" che in realtà cela soltanto una sotto-cultura che di ecologico non ha proprio niente. Il rispetto dell’ambiente e l’equilibrio delle specie animali non sono certo garantiti da chi sversa tonnellate di piombo nel terreno da oltre mezzo secolo, depaupera fino all'estinzione intere specie e le reimmette solo per sparargli!" dichiara Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia.

"Il contesto della fauna per i ripopolamenti, questo lo scenario che i cacciatori rifilano ai bambini di elementari e medie di Gavorrano, facendo passare quei poveri animali d'allevamento per patrimonio ambientale e faunistico, quale esempio della biodiversità tipica del territorio toscano. In realtà, trattasi di fauna riprodotta in gabbia, incapace per lo più di adattarsi alla vita selvatica e di procurarsi cibo, ma i pochi sopravvissuti o chi è riuscito a riprodursi diventa "sparabile" alla prossima stagione venatoria. E nel frattempo, prima dell'immissione, animali resi disponibili, manipolabili, visibili come fossero in uno zoo. E l'inganno venatorio è servito.

E' questa la cultura venatoria? E' questa la biodiversità della Toscana? Fagiani, Starne, Lepri, Quaglie, abituati a nutrirsi dalle magiatoie delle gabbie e poi buttati nel territorio, con una mortalità altissima per soddisfare cacciatori pigri che oramai, da alcuni decenni, hanno completamente depauperato la biodiversità per il loro esclusivo piacere, per altro pretendendo di sostituirsi ai veri predatori naturali. Vedasi ad esempio le volpi, strumentalmente ed erroneamente considerate "nocive" ed uccise non solo in quanto cacciabili ma anche vittime di esche avvelenate che, tra la fine di una stragione venatoria e l'inizio della successiva, si trovano sparse per boschi e campagne, uccidendo anche cani, volpi, tassi, gatti ecc. e costituendo non di meno un pericolo diretto pure per gli umani".

"I cacciatori hanno rotto l'equilibrio naturale della biodiversità, hanno depauperato il patrimonio faunistico, quindi non hanno niente da insegnare ai bambini, tantomeno ingannarli con le loro ridicole lezioni fuorvianti, antiscientifiche, ingannevoli e finalizzate ad incrementare il loro carniere di fauna d'allevamento. E per rinnovare ogni anno la loro carneficina non si fanno scrupoli di sorta, nemmeno quello di armare i bambini o coinvolgerli in questa pratica obsoleta e barbara, come oramai appare evidente dai tanti casi di cronaca nera che si susseguono sistematicamente e che li vedono aggiungere alle liste delle vittime per caccia".

Ricordiamo le piccole vittime della stagione venatoria conclusasi: 2 bambini morti e 1 ferito durante le battute di caccia! Ma in totale, in soli cinque mesi (settembre/gennaio) sono 5 i bambini morti e 4 i feriti per armi da caccia/parenti cacciatori, familiarità con le armi!

Ma finita la stagione di caccia, la conta delle piccole vittime ha continuato a salire: il 15enne ferito in provincia di Ragusa alla fine di febbraio e, all'inizio di marzo, un altro 15enne rimasto ferito dall'arma che stava autocostruendo, probabilmente per poi emulare il padre cacciatore.

"Che almeno le madri, gli insegnanti e i dirigenti di istituti scolastici non avvallino la sanguinaria...educazione ambientale dei cacciatori! Non si tratta di essere favorevoli o no alla caccia ma di preservare delle creature innocenti, per natura più propensi ad amare gli animali invece che a massacrarli!", conclude la presidente dell'Associazione Vittime della caccia.






ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA -Ufficio stampa - 14.03.2013
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