giovedì 20 febbraio 2014

Ancona: cani rinchiusi per il viaggio, ne muoiono tre. Denunciati tre cacciatori

Ancona: cani rinchiusi per il viaggio, ne muoiono tre.

Ancona: cani rinchiusi per il viaggio, ne muoiono tre.
Dei sei animali due sono stati trovati già morti e un terzo è deceduto sotto gli occhi degli agenti. Gli animali erano stati lasciati all'interno dell'auto nella stiva della nave senza acqua e senza adeguata areazione


Il Nucleo Operativo CITES del Corpo forestale dello Stato di Ancona e la Polizia di Frontiera, coadiuvati dal Servizio Veterinario della ASUR di Ancona, durante lo sbarco di una motonave proveniente dalla Croazia allo scalo dorico, ha bloccato un automezzo con tre cacciatori campani, nel quale erano rinchiusi sei cani da caccia.

Gli agenti, insospettiti dal veicolo, hanno subito notato la presenza dei cani ammassati all’interno di una cassa di legno non idonea - per la tipologia e la durata del viaggio - rispetto alle dimensioni degli esemplari.

Al momento del controllo, poi, la scoperta dei corpi senza vita di due esemplari, mentre un terzo cane è deceduto sotto gli occhi degli agenti. Gli altri tre animali, in gravissime condizioni di salute, sono stati subito soccorsi dai veterinari e sottoposti alle necessarie cure per garantirne la sopravvivenza.
Gli animali erano stati lasciati, durante tutto il viaggio, all’interno dell’automezzo parcheggiato nella stiva della nave senza acqua e senza adeguata areazione.

I tre cacciatori a bordo del veicolo, che al momento del controllo hanno mostrato scarso coinvolgimento e disinteresse per la macabra scoperta, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, rischiano pene fino a due anni di reclusione.



domenica 16 febbraio 2014

Brescia – Trieste, cuccioli e uccellagione. Coinvolto anche un cacciatore

Brescia – Trieste, cuccioli e uccellagione. Inaspettato risvolto delle indagini sul traffico di cuccioli della Guardia di Finanza

Intervento della Polizia Provinciale di Brescia e delle Guardie LAC e Legambiente

GEAPRESS – Tra le 21 persone indagate nell’ambito dell’operazione “cucciolo d’oro” della Guardia di Finanza di Trieste, che ha portato alla denuncia di 21 soggetti sospettati di traffico di cuccioli di cane dell’est europa (vedi articolo GeaPress ), figurava anche un cacciatore capannista con licenza di caccia in corso validità.

Ne da comunicazione la LAC e la Legambiente di Brescia, le cui Guardie Giurate in veste di ausiliari di P.G, hanno eseguito la settimana scorsa ulteriori accertamenti più specifici proprio in ambito venatorio. Il cacciatore della Bassa Bresciana, sarebbe così risultato in possesso di 44 uccelli da richiamo tra cui peppole, fringuelli, tordi bottaccio e sassello, cesene, merli e frosoni. Tutti gli animali si presentavano con anellini identificativi che ad avviso degli inquirenti sarebbero non conformi ovvero con dimensioni alterate, contraffatti e amovibili.

Ad essere contestato anche l’illecito amministrativo e penale in materia di contraffazione di altri pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica autenticazione o certificazione. L’intervento degli Agenti della Polizia Provinciale della Stazione di Desenzano del Garda provvedevano così al sequestro dell’avifauna consegnandola al C.R.A.S. WWF di Valpredina (Bg). Su tutti gli animali è stato eseguito il controllo degli anelli presenti al tarso. Tutti e 44 sarebbero non conformi ovvero, specifica il comunicato della LAC e di Legambiente, con dimensioni alterate contraffatte e amovibili.

Per quanto riguarda le condizioni generali degli animali, c’è il sospetto di gravi carenze sulla detenzione e inadeguate cure iginico sanitarie. Questo alla luce delle lesioni che si sarebbero evidenziate a carico degli uccellini refertati.

Nel freezer, poi, anche il corpo di una specie proibita che ha così fatto scattare lo specifico illecito penale.

martedì 11 febbraio 2014

Due cacciatori-bracconieri fermati dalla Forestale a Poggio Sannita (IS)

Isernia. Gli uomini del Corpo Forestale di Agnone e Carovilli, lo scorso sabato mattina, in località “Masseria Raimondo” nel territorio di Poggio Sannita, hanno fermato due uomini mentre esercitavano la caccia in periodo di divieto generale.

Durante un ordinario controllo del territorio, l’attenzione dei forestali del Comando stazione di Agnone è stata attirata dal rumore di alcuni spari, verosimilmente provenienti da arma da fuoco. Da qui i sospetti che si potesse trattare di cacciatori o meglio di bracconieri e hanno iniziato a setacciare la zona, chiedendo anche l’aiuto dei colleghi del Comando stazione di Carovilli.

Dopo un’attenta perlustrazione, i due bracconieri, si tratta di due fratelli provenienti dalla provincia di Frosinone, sono stati intercettati e fermati.

I due bracconieri hanno tentato di difendersi esibendo un permesso per esercitare l’attività venatoria nell’Ambito Territoriale di Caccia Alto Vastese, zona ricadente nella regione Abruzzo ove, a loro dire, sarebbe stata prorogata la caccia al colombaccio fino al 10 febbraio 2014, e adducendo di non essersi resi conto di aver sconfinato nella provincia di Isernia, ma loro giustificazione non è risultata valida.

I forestali hanno proceduto quindi a deferirli all’Autorità Giudiziaria per il reato di esercizio di attività venatoria in periodo di divieto generale, come previsto dall’art. 30 della L. 157/92, e a sequestrare i fucili, le munizioni e la fauna abbattuta.

lunedì 10 febbraio 2014

Avellino: si ferisce ad un piede durante la battuta di caccia

MUGNANO D.C- Si ferisce ad un piede durante la battuta di caccia. Questa la disavventura vissuta da un cacciatore di Mugnano del Cardinale nella mattinata di ieri. L’uomo, che fucile in spalla si era recato come tutti i week end nella zona montana del comune mandamentale, a distanza di qualche ora dalla partenza è rientrato ferito ad un piede, che aveva medicato alla meglio cercando di tamponare la ferita. E’ stato così immediatamente condotto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Moscati di Avellino, dove i medici hanno curato la sua ferita e dimesso il cinquantenne. Sulla vicenda sono stati disposti comunque accertamenti da parte dei militari della Stazione dell’Arma di Baiano, agli ordini della locale Compagnia. I militari avrrebbero intanto sottoposto a sequestro l’arma con cui il cacciatore si è ferito. E sono in corso accertamenti per verificare la versione dei fatti fornita dal cinquantenne ai Carabinieri in merito all’incidente occorsogli. 

martedì 4 febbraio 2014

In Abruzzo prorogata la caccia fino al 10 febbraio, il Wwf: "Ennesimo provvedimento dannoso"

In Abruzzo prorogata la caccia fino al 10 febbraio, il Wwf: "Ennesimo provvedimento dannoso"
La Giunta regionale ha approvato una delibera che estende la caccia alla specie colombaccio fino al 10 febbraio prossimo nei territori di Teramo, Pescara e Chieti. La proroga è stata concessa su richiesta delle tre Province coinvolte.

Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: ”Permettere ai cacciatori di esercitare il proprio hobby anche a febbraio, seppur con le limitazioni previste, è una offesa per la maggior parte dei cittadini abruzzesi che vendono ancora una volta la fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato e quindi della collettività, concessa indebitamente a una categoria di soggetti armati. L’allungamento della stagione di caccia è dannoso per la tutela della fauna selvatica tutta, non solo per l’abbattimento della specie consentita.

L’auspicio è che la vigilanza sia intensificata per impedire che la proroga sul colombaccio si trasformi in una mattanza generalizzata. Si dovrà muovere in particolare la Polizia provinciale dei tre territori coinvolti: in questo caso non vale l’abituale motivazione della carenza di personale.

Le Province, così pronte ad accontentare i cacciatori, devono esserlo altrettanto nel garantire che la proroga, secondo noi comunque dannosa, avvenga nel pieno rispetto delle normative in vigore. Senza questa garanzia non avrebbero dovuto chiedere l’estensione, come saggiamente ha fatto la Provincia dell’Aquila, e la Regione non avrebbe dovuto concederla”.

Fonte: newsabruzzo.it del 03 febbraio 2014

Proroga della stagione venatoria in Lazio: disonesti e bracconieri ringraziano

31 gennaio 2014 – Comunicato stampa

Proroga della stagione venatoria in Lazio: disonesti e bracconieri ringraziano

In merito al Decreto T0021 del 30 gennaio scorso, con cui il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha posticipato al 10 febbraio il termine della stagione di caccia a 4 specie di uccelli (colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia, gazza),
la LAC- Lega per l'Abolizione Caccia, manifesta dure critiche all'amministrazione regionale per un provvedimento inutile e dannoso per la fauna selvatica.

Si tratta di una classica marchetta pre-elettorale (le elezioni europee si avvicinano...), di cui rischiano di avvantaggiarsi indebitamente solo cacciatori disonesti e bracconieri.

Lo sanno anche i sassi che la caccia ai corvidi a febbraio non interessa a nessuno; la possibilità di cacciare da appostamento il colombaccio, anche con mobilità all'interno di tutto il Lazio, fornisce invece un pretesto per la presenza armata di tutti quei soggetti che approfitteranno della proroga della possibilità di stare col fucile nelle campagne, per continuare eventualmente ad abbattere tordi, merli e beccacce, specie per le quali la stagione venatoria sarebbe già conclusa, e protraendo comunque il disturbo venatorio in periodo invernale, quando la fauna selvatica deve comunque affrontare una selezione naturale per la minor disponibilità di risorse alimentari.

Lega Abolizione Caccia
Ufficio Stampa

Oliena (NU), ignorati test anti trichinella Cacciatori multati con 100mila euro

Undici compagnie di Oliena sono state sanzionate.

Centomila euro di multa per la mancata presentazione nei laboratori dell'Asl dei campioni di sangue sui cinghiali abbattuti. E' la sanzione con cui sono state punite undici compagnie di caccia di Oliena. I controlli eseguiti dalla Forestale avevano accertato la violazione delle norme previste per evitare la diffusione della trichinella.

domenica 2 febbraio 2014

Caccia: fine della stagione venatoria.Ancora un bilancio rosso sangue

COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA - 1 febbraio 2014

FINE DELLA STAGIONE VENATORIA - il DOSSIER VITTIME DELLA CACCIA 2013-2014
Caccia: Ancora un bilancio rosso sangue
105 tra morti e feriti per armi da caccia e cacciatori nell'arco di nemmeno cinque mesi, 11 morti e 28 i feriti tra i civili.
82 fucilati durante le battute, ovvero in ambito venatorio, nei "soli" 60 giorni effettivi di caccia di questo calendario venatorio,
con 1 morto e 19 feriti tra i civili.

23 persone vittime dei cacciatori e delle loro armi anche al di fuori delle battute (ambito extravenatorio), tra questi... 10 i morti e 9 i feriti tra la gente comune.

"E' sempre più allarme a differenza dei toni fintamente ottimistici sbandierati dal mondo venatorio per un presunto calo del 40% degli incidenti gravi (non si sa su quali basi visto che non viene mai documentato niente). La gente comune, le persone disarmate, ovvero coloro che si ritrovano lungo il tiro incrociato delle doppiette - nonostante spesso siano a casa propria o in un luogo pubblico - stanno alzando la testa ogni anno di più e vogliono garanzia di sicurezza e la fine della barbarie", dichiara Maurizio Giulianelli, portavoce dell'Associazione Vittime della caccia, e aggiunge: "invece i dati monitorati dalla nostra associazione sulla base delle osservazioni sistematiche e rigorose confermano l'alto prezzo di vite umane che la caccia ha fatto pagare ancora in questa stagione 2013-2014, anche a coloro che a questo gioco al massacro non vogliono partecipare.

Anche la stagione conclusa non ha risparmiato proprio nessuno: oltre ai milioni di animali selvatici massacrati, i tanti tantissimi animali d'affezione impallinati nei propri giardini, un numero impressionante di vittime umane... morti e feriti che evidentemente per i cacciatori non devono fare notizia.Infatti non li contano proprio... Questo lo spregio per la vita altrui dimostrato dai cacciatori verso le altre persone, sia durante le battute di caccia sul territorio, che nella comunicazione mediatica. I dati da noi raccolti - come sempre - confutano invece le pseudo-analisi farlocche- mai documentate ma sempre urlate - di CNCN e Face Italia che senza pudore negano pubblicamente l'evidenza ma soprattutto senza produrre la loro verità, neppure per un onesto riscontro incrociato di dati." aggiunge Maurizio Giulianelli.

Ma anticipiamo alcuni dati emersi da questa stagione venatoria, cercando di riportare l'attenzione soprattutto sulle vittime della caccia civili:

SETTEMBRE il mese a più alto rischio per la gente comune (dicembre per i cacciatori) in ambito venatorio, mentre in ambito extravenatorio (al di fuori delle battute) ottobre e dicembre i mesi con più vittime civili. In allarmante aumento il numero di vittime civili di questa e della scorsa stagione venatoria, rispetto alle precedenti, confermato anche dalle sempre crescenti richieste di aiuto alla nostra Associazione e dalle denunce mediatiche sempre più numerose.

I DATI: Vittime per armi da caccia e cacciatori stagione venatoria 2013-2014 (1 settembre/30 gennaio):


AMBITO VENATORIO (vittime nelle battute di caccia)
CIVILI: 19 Feriti + 1 Morti - CACCIATORI: 50 Feriti + 12 Morti
tot 69 Feriti + 13 Morti = 82 Vittime



AMBITO EXTRAVENATORIO (vittime per armi da caccia-cacciatori in ambiente domestico, sociale, collettivo, familiare, ecc)
CIVILI: 9 Feriti + 10 Morti - CACCIATORI: 2 Feriti + 2 Morti
tot 11 Feriti + 12 Morti = 23 Vittime


MORTI E FERITI PER ARMI DA CACCIA E CACCIATORI nei DUE AMBITI
CIVILI: 28 Feriti + 11 Morti - CACCIATORI: 52 Feriti + 14 Morti
80 Feriti + 25 Morti = 105 Vittime Totali


Chi provoca incidenti di caccia? Dalla stag ven 2010-2011 a questa appena conclusa, abbiamo raccolto i dati sull'età dei cacciatori responsabili di incidenti o di atti di violenza con le armi da caccia. Con la somma di questi dati corrispondenti a quattro stagioni venatorie, emerge che le fasce di età più tendenti a provocare danni a persone partono da quelle intermedie, 51 anni in poi, con un picco massimo nella decade 61/70 anni. Analizzando invece anno per anno, nella precedente stagione venatoria (2012-2013) è emerso un insolito picco di incidenti o atti di violenza con armi per mano di giovani neopatentati appartenenti alla fascia dei 18-30 anni. Fenomeno questo che in questa stagione appena conclusa, risulta rientrato, spostando appunto, i casi critici analizzati dalla media età in poi, con un picco fino ai 70 anni, e un discreto numero di casi anche nelle più venerande età a conferma dello stesso dato precedente. Questo è quanto risulta analizzando "solo" i casi con vittime per armi da caccia, morti e feriti. 

Non solo morti e feriti: Notevole balzo in avanti, invece, l'età di coloro che, essendo ancora legittimati dalla legge a detenere ed usare fucili ad uso caccia ne abusavano e si rendevano responsabili di minacce e violenze di vario tipo nei contesti quotidiani, quali dinamiche con familiari, mogli, ex, figli, vicini, confinanti, passanti. Questa raccolta di rassegne stampa è titolata Storie di Ordinaria Follia e ricorda come irrisolto il problema dei troppi ultrasettantenni che legittimamente detengono ancora armi ma presentano evidenti disagi psichici.

La preoccupante fotografia DEI DANNI PRODOTTI DALLA CACCIA IN ITALIA che è apparsa con la chiusura di questa stagione venatoria e la definitva raccolta dei dati è sinteticamente riassunta nel documento Frequenza degli accadimenti intercettati, significativa somma cronologica dei misfatti ad opera di cacciatori, ma che esclude tutti i casi di abusi, illeciti e crimini ambientali e faunistici che sono trattati in sezioni apposite molto dettagliate.

Dunque, dal 3 febbraio, il DOSSIER VITTIME DELLA CACCIA 2013-2014 verrà pubblicato completo sul sito dell'Associazione Vittime della caccia con tutti i dati analitici e sintetici, le rassegne stampa da cui scaturiscono, grafici e tabelle per fotografare realisticamente il fenomeno caccia in Italia e il disagio sociale che ne consegue, stridente denuncia in un Paese che si definisce civile.

Ufficio stampa - Associazione Vittime della caccia - ass.vittime.caccia@gmail.com

Ferrara. Uccisi due esemplari di Ibis sacro, rari uccelli di origine africana. Le radiografie hanno evidenziato pallini da caccia

Ferrara, 1 febbraio 2014 - Due esemplari di Ibis sacro(Threskiornis aethiopicus) sono stati trovati agonizzanti a Mezzogoro e raccolti dai volontari Lida. Gli uccelli, specie di origine africana, sono morti poco dopo l'arrivo al Centro Recupero della Lipu a Ferrara.

Questi uccelli sono simbolicamente legati al dio Thot, divinità dell'antico Egitto simbolo dell'intelligenza, da alcuni anni presenti anche in Italia prevalentemente vicino a zone umide. Due animali così rari trovati feriti in contemporanea, avevano subito fatto nascere dei dubbi ai volontari della Lipu e le radiografie hanno dimostrato, con l'incofondibile presenza di pallini di piombo, che le ferite erano state causate da colpi di fucile da caccia, sparati da una o più persone che, scrive la Lipu in una nota "difettano sicuramente di quell' intelligenza di cui gli Ibis sono un simbolo".

Purtroppo, nonostante il sollecito intervento nello studio veterinario, entrambi sono deceduti dopo poche ore per l'estrema gravità delle molteplici fratture e lesioni subite.