domenica 27 settembre 2015

Osimo (AN): un cacciatore spara vicino la casa di una famiglia: il cane ferito non è operabile

Ora Queena, questo il nome del cane ferito, si trova sotto le cure del veterinario senza riuscire a deambulare con le zampe posteriori. Nel suo corpo, dalla coda fino al collo, ci sono centinaia di piccolissimi pallini di piombo che hanno lacerato muscoli e organi

Accompagnano il figlio a prendere l’autobus per andare a scuola e quando rientrano trovano il loro cane davanti al cancello di casa, a terra, sofferente, ferito nella parte posteriore da uno, forse due colpi di fucile a piombini. A pochi metri da lì c'è un cacciatore che, in un attimo, richiama il suo segugio e se ne va. Ci sarebbero pochi dubbi su quanto accaduto sabato mattina intorno alle 7:00 al cane di Alessandro Maria Fucili, mediatore familiare di 50 anni, residente insieme allamoglie Gemma e al figlio nelle campagne di San Biagio d’Osimo. Queena, il loro pastore tedesco femmina di 9 anni, é stata colpita e a sparare sarebbe stato un cacciatore, notato proprio da Gemma a nemmeno 10 metri di distanza dall’ingresso della loro proprietà, mentre scopriva il suo animale ferito.

Ora Queena si trova sotto le cure del veterinario senza riuscire a deambulare con le zampe posteriori. Nel suo corpo, dalla coda fino al collo, ci sono centinaia di piccolissimi pallini di piombo che hanno lacerato muscoli e organi. Non è operabile e il veterinario sta adottando una terapia contenitiva. Ma nel frattempo il 50enne di Osimo ha denunciato tutto al Corpo Forestale dello Stato con la speranza che venga identificato il responsabile: «Che Queena sia volta alla morte è ormai sicuro - spiega sconsolato Fucili - Ma la cosa più inquietante è che sia successo a due passi dalla mia proprietà perché noi abbiamo una produzione di Goji che è simile ad una vigna, per cui è evidente che il cacciatore non solo ha sparato a ridosso di casa, ma anche nella stessa direzione. Voglio sapere chi è stato perché una persona così, che spara ad un animale nei pressi di una casa e se ne va come se nulla fosse, magari facendo anche l’insofferente, è pericolosa. Voglio dire che ci sono cacciatori responsabili, ma anche cacciatori palesemente pericolosi e visto che non è la prima volta che succede una cosa del genere, questa volta vado fino in fondo». 

Sì, perché alcuni anni fa era successa una cosa simile ad un altro pastore tedesco della famiglia osimana. Erano in giardino quando videro un cane da caccia correre in contro al loro, poi lo sparo e anche in quell’occasione c’era un anziano cacciatore che imbraciava il fucile, ma quella volta il cane fu più fortunato perché i piombini gli forarono le orecchie.


giovedì 24 settembre 2015

Imperia. Primo giorno di caccia al cinghiale: un lettore "Ci siamo trovati i cacciatori sulla pista di Mtb!"

Un nostro lettore di Imperia, Giovanni, ci ha scritto per segnalare la presenza di cacciatori, ieri in una zona dedicata alla mountain bike:

“E’ stata inaugurata ieri la nuova stagione della caccia al cinghiale e devo dire che siamo già messi bene. Splendida giornata di sole, partiamo con amici con destinazione circuito mtb ‘Oasi Park’ di Diano Marina. E' un percorso che resta sempre tracciato, pulito e segnalato con le apposite paline indicatrici per cui non possono esistere dubbi sul suo utilizzo. Incontriamo un gruppo di ragazzi all'inizio del giro che sta probabilmente frequentando un corso di questa disciplina, persone che dal camping ancora molto affollato portano i cani a passeggio o, a loro volta, fanno trekking o passeggiate nella zona. Imbocchiamo il sentiero destinato a noi e con nostra sorpresa cosa incontriamo? Sparsa lungo il sentiero una ‘squadra’ di cinghialisti con le carabine chi a spalla e chi impugnate che è impegnata in una battuta. Le giuro che non credevamo ai nostri occhi. Ma come è possibile? Quella zona è nel centro del circuito, a non più di 300 metri in linea d'aria da un campeggio e più o meno altrettanti se non meno dall'autostrada dei fiori. Ma possibile che vengano concesse le autorizzazioni a cacciare i cinghiali praticamente nel centro di una zona completamente a sfruttamento turistico? Uno dei cacciatori vedendoci arrivare ci ha pure ‘consigliato’ di tornare indietro perché era in corso una battuta. Ma ci rendiamo conto? Noi abbiamo proseguito per la nostra strada e nel corso del giro abbiamo sentito chiaramente almeno 6 o 7 spari. Personalmente ritengo utile il ‘lavoro’ dei cacciatori anche perché senza di loro ci ritroveremmo in poco tempo a vederci razzolare i cinghiali davanti alle porte di casa, ma una volta i cacciatori percorrevano decine di km. nell'entroterra per andare a caccia e ora ci ritroviamo loro sulle porte di casa. Oggi, primo giorno di caccia, si conta già la prima vittima nel cremonese. Vogliamo regolamentare come si deve questa attività o preferiamo aspettare la tragedia (e non sarebbe nemmeno la prima) anche dalle nostre parti?”

mercoledì 23 settembre 2015

San Vito Chietino (Ch), ciclista rischia di essere impallinato

Quarantenne racconta: «Ero in bici nei campi quando due proiettili mi hanno sfiorato la testa. Sono vivo per miracolo» 

 


LANCIANO. «Avevo la testa e il corpo chinati sull’avantreno della mountain bike perché stavo procedendo in salita, ed è stata la mia salvezza. Se fossi stato semplicemente seduto, sarei stato colpito dal proiettile che mi ha sfiorato la testa o da quello che ha colpito un albero poco distante da me. Non ho mai provato tanto terrore e tanta rabbia». Ha rischiato di essere ucciso dai colpi sparati da dei fucili di alcuni cacciatori, C.G., 40enne di Lanciano mentre con la mountain bike percorreva la salita che da contrada Cesa porta a Rapanice, nel territorio di San Vito. Una passeggiata in bici che ha rischiato di trasformarsi in tragedia.

«Ero quasi alla fine della salita in una zona che è coperta da vigneti, alberi, e appena ho sentito il proiettile sfiorarmi la testa mi sono buttato a terra», ricorda l’uomo, «riconoscono bene proiettili, pallini, fucili e armi in genere perché da anni vado al poligono e quelli erano proiettili, sparati da dei cacciatori, a dir poco imprudenti. A conferma che si trattava di cacciatori c’è il piccolo capriolo che mi è passato accanto zigzagando e il beagle che lo inseguiva. Ho gridato più volte di non sparare, per richiamare la loro attenzione e nello stesso tempo ho avvertito il 112».

I carabinieri di Lanciano hanno deviato la chiamata verso Ortona e sono intervenuti sul posto i militari di San Vito. Gli uomini dell’Arma hanno fatto dei controlli nella zona e fermato anche tre cacciatori che avevano fucili e brevetti in regola. «A parte che è proibito cacciare caprioli e i cacciatori che mi hanno sparato addosso lo stavano facendo», aggiunge C.G., «quello che mi preme sottolineare è che quella zona, quei sentieri sotto il viadotto Cesa, sono frequentati. Ci passano persone in mountain bike come me, o altri che vanno a cavallo, a piedi. Non possiamo rischiare la vita per fare una passeggiata. Certo, è zona di caccia, ma non si può sparare senza rendersi conto di poter ferire qualcuno. E di incidenti di caccia di questo genere ce ne sono a iosa». L’ultimo proprio domenica nella campagna di Casalincontrada. Un cacciatore nello sparare a un fagiano ha preso di striscio l’occhio di un uomo di 50 anni che stava passeggiando tranquillamente sul suo terreno.

Poco più su del viadotto Cesa, dove il 40eenne ha rischiato di essere colpito dai proiettili, un anno mezzo fa morì un ex assessore del Comune di Treglio, durante una battuta di caccia al cinghiale. «Non voglio aprire polemiche contro o pro la caccia», chiude C.G., «invito solo le persone che frequentano la zona a fare attenzione: io ho rischiato la morte».

Fonte: ilcentro.it del 23 settembre 2015

Casalincontrada (Ch), spara al fagiano, ferisce un agricoltore

Il pallino ha preso di striscio l’occhio di un 50enne che passeggiava nel suo terreno. L’uomo è in ospedale 
 


CASALINCONTRADA. Il cacciatore spara a un fagiano, ma un pallino prende di striscio l’occhio di un uomo di 50 anni che stava passeggiando tranquillamente sul suo terreno. L’incidente di caccia è avvenuto domenica mattina nella campagna di Casalincontrada e avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Se il raggio di azione del proiettile si fosse spostato qualche centimetro più in là avrebbe preso in pieno l’occhio di F.P., agricoltore cinquantenne originario del paese. Attualmente il ferito è ricoverato nel reparto di Oculistica del policlinico teatino. È sotto osservazione anche se i medici hanno escluso la possibilità che il pallino possa aver leso in modo grave il bulbo oculare. La prognosi è di 10 giorni,

Domenica mattina F.P. si è recato come fa di solito nel suo appezzamento di terra nella periferia di Casalincontrada. Una passeggiata salutare intrapresa anche per programmare alcuni lavori stagionali.

Mentre l’uomo stava osservando le sue colture è stato raggiunto dal pallino vagante che lo ha colpito di striscio al di sopra dello zigomo, a pochi centimetri dall’occhio. Un dolore improvviso e poi il sangue che cola sulla guancia. Il grido di F.P. ha richiamato subito l’attenzione del cacciatore che si è precipitato a soccorrere il ferito. In un primo momento l’agricoltore non si è reso conto di essere stato colpito da un fucile, una volta realizzata la natura dell’incidente la paura di quanto accaduto è stata ancora più grande. Sul posto è arrivata l’ambulanza del 118 che ha trasportato il cinquantenne al pronto soccorso dell’ospedale di Colle dell’Ara. Il ferito è stato subito trasferito nel reparto di urgenza oculistica dove è stato sottoposto alle necessarie indagini diagnostiche. Il colpo, fortunatamente, ha preso solo di striscio l’occhio, ma trattandosi di un organo delicato i medici hanno ritenuto necessario il ricovero per monitorare l’evoluzione delle lesioni riportate. Sul luogo dell’incidente anche i carabinieri della locale stazione che hanno aperto un fascicolo sull’accaduto. Il cacciatore distratto dovrà rispondere di lesioni gravi. (y.f.)

Fonte: ilcentro.it del 22 settembre 2015

lunedì 21 settembre 2015

Caccia, apertura tragica a Cremona: spara a un fagiano, ma uccide il fratello

L'incidente ad Agnadello, l'uomo, 74 anni, è stato colpito in pieno petto. Ferito a un occhio da un pallino anche un giovane che faceva parte del gruppo. Vicino Lodi, un 80enne spara all'amico che rischia la vista

La stagione venatoria si è aperta in Lombardia con una tragedia. Nel Cremonese un cacciatore ha sparato per colpire un fagiano ma ha ucciso il fratello. Luigi Agosti, 74 anni, è morto, secondo una prima ricostruzione, a causa di un incidente avvenuto nelle prime ore del mattino in aperta campagna, ad Agnadello, in provincia di Cremona, vicino alla strada bassa per Rivolta d'Adda.

Agosti si trovava a caccia con il fratello Fiorenzo (65 anni). Quando un fagiano si è alzato in volo Fiorenzo ha sparato centrando in pieno petto il fratello. Quest'ultimo stava camminando lungo una strada sterrata (vicino a un'azienda agricola non lontano dalla zona industriale) mentre Luigi era in mezzo a un campo. Improvvisamente un fagiano si è alzato in volo e Fiorenzo ha sparato centrando in pieno petto il fratello. Il 74enne è morto sul colpo.

E' rimasto ferito a un occhio da un pallino anche un giovane che si trovava a caccia con i due fratelli. Le sue condizioni non sarebbero gravi. Sul posto sono intervenuti, per i rilievi e per ricostruire la dinamica dell'accaduto, i carabinieri di Rivolta d'Adda e la polizia provinciale.

Ma non è stato l'unico incidente della giornata, perché un uomo di 73 anni di San Colombano al Lambro, in provincia di Milano, è stato colpito da una rosa di pallini esplosa da un cacciatore suo conoscente di 80 che ancora aveva il porto d'armi. E' accaduto al confine con il lodigiano. I due avevano pranzato insieme in un capanno in collina e, finito il pranzo, si sono spostati nei vigneti adiacenti dove il 80enne ha avvistato un fagiano. L'uomo ha sparato ma ha colpito l'altro alla spalla destra e al volto, vicino all'occhio destro, e i medici lo hanno operato per cercare di salvargli la vista

domenica 13 settembre 2015

Cologna (Te), 44enne lavora nei campi e viene colpito da un cacciatore

ph cityrumors.it
Cologna. Colpito da un pallino da caccia mentre lavora alla vigna. E’ accaduto qualche giorno fa ad un 44enne, G.R., che è dovuto correre al pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova con una ferita all’addome.

L’uomo stava lavorando nel suo campo, in contrada San Salvatore a Cologna, quando è stato raggiunto da un pallino da caccia che è riuscito poco dopo ad estrarre da solo.

In un primo momento, il 44enne aveva creduto di essere stata punto da una vespa. Poi ha visto il fianco sinistro sanguinare, ha estratto il pallino e si è recato in pronto soccorso. I medici gli hanno dato una prognosi di 5 giorni.

Sull’episodio stanno indagando i carabinieri di Giulianova, anche considerato che, nella zona dove è avvenuto il fatto, vige il divieto di caccia, anche per la presenza di diverse abitazioni.

Verona – Gatto impallinato e finito a calci. Maxi sequestro di fucili da caccia

Le indagini del Corpo Forestale dello Stato. Un uomo denunciato

GEAPRESS – E’ stato il personale del Comando Provinciale di Verona a rintracciare il presunto uccisore del gatto, trovato di recente esanime in una località della provincia.

L’uomo, secondo la Forestale, avrebbe sparato all’animale con un fucile ad aria compressa. Una volta ferito lo avrebbe poi finito a calci. Una storia squallida, ricorda sempre la Forestale, che aveva colpito molto l’opinione pubblica.

Le indagini del Corpo Forestale dello Stato avevano comportato il sequestro del cadavere. Attraverso ulteriori accertamenti si era così risaliti all’identità di un anziano. Al soggetto sono stati sequestrati il fucile col quale si presume aveva sparato, 6 fucili da caccia calibro 12, 3 canne di riserva, 72 cartucce e 6 a palla non denunciate.

L’indagato pare fosse stato infastidito dal gatto che disturbava le gabbie con i suoi canarini.

L’uomo è stato denunciato a piede libero per i reati di maltrattamento e uccisione di animali oltre a violazioni delle norme inerenti il possesso e la detenzione delle armi.

Latina. Caccia specie vietate, due denunce

Caccia specie vietate, due denunce
Caccia specie vietate, due denunce
E' accaduto a Latina lungo la Migliara 51. La polizia stradale intervenuta dopo aver notato un gruppo di cacciatori discutere con Guardie Giurate Venatorie volontarie


Avevano cacciato specie vietate, scoperti sono stati denunciati. E’ quanto accaduto nei giorni scorsi a Latina lungo la Migliara 51 dove è intervenuta la polizia stradale dopo aver notato un gruppo di uomini vestiti da caccia che discutevano con due Guardie Giurate Venatorie volontarie in divisa. Effettuando un controllo è stato accertato che i “cacciatori” avevano nel loro carniere 10 v tortore, non inserite nelle specie cacciabili del calendario venatorio. Recuperati i poveri animali i fucili da caccia utilizzati sono stati sequestrate mentre sono stati denunciati due cacciatori peraltro provvisti di regolare licenza



Conza (Avellino), cacciatore nascondeva pallettoni per cinghiali

I Carabinieri della Stazione di Sant’Andrea di Conza hanno denunciato in stato di libertà un uomo originario del napoletano con l'accusa di bracconaggio. I fatti sono stati accertati a seguito di un servizio svolto nelle contrade del comune di Conza della Campania mirato principalmente all’accertamento di attività di bracconaggio nonché a tutela degli stessi cacciatori e del patrimonio faunistico della zona.
I militari hanno controllato un fuoristrada guidato da un 40enne in tenuta da caccia. A seguito di perquisizione sono state rinvenute nella disponibilità dell’uomo, diverse cartucce del tipo “palla unica” , non denunciate. Tale munizionamento viene utilizzato soprattutto per la caccia al cinghiale, vietata in questo periodo dell’anno.
Alla luce di quanto accertato, il 40enne è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino, ritenuto responsabile del reato di detenzione abusiva di munizioni. Le cartucce, illegalmente detenute, sono state sottoposte a sequestro.

Castelvetrano (Trapani), incidente di caccia: un giovane rischia di perdere un occhio

Castelvetrano. Un giovane rischia di perdere l'occhio sinistro.Nicola Signorello 26 anni, figlio dell'ex giocatore della Folgore Vito Signorello, era andato con un suo amico ad una battuta di caccia a conigli come accompagnatore in contrada Favata.

Nicola ad un certo punto si è allontanato una ottantina di metri dall'amico, vedendo muoversi qualcosa tra i cespugli ha sparato con il suo fucile, pensando ad un coniglio. Purtroppo per sfortuna, un pallino esploso dal fucile, è rimbalzato su una pietra andandosi a conficcare nell'occhio sinistro di Nicola Signorello danneggiando la retina. Immediati i soccorsi e la corsa verso l’ospedale di Trapani dove l'equipe diretta dal dottore Federico Cucco, dice il genitore: «ha fatto veramente un lavoro egregio che deve farci sperare». Adesso c'è da attendere l’evoluzione della guarigione.

Massa. Imprenditrice agricola denuncia: "Io, assediata dai cacciatori"

MASSA. Lei è bio per vocazione e professione; vegana, di sinistra, amante degli animali. Loro sono armati, a volte irrispettosi dei terreni altrui, non necessariamente di destra (anzi), anch’essi amanti degli animali. Impallinati, però. Tra loro, la guerra è inevitabile.
Daniela Fini, titolare con il marito della azienda agricola “I frutti di Filippo” con serre e coltivazioni a Canevara e a Tendola di Fosdinovo la guerra ai cacciatori l’ha dichiarata da tempo. Si sente assediata e reagisce. Una guerra (metaforica) di trincea e anche preventiva. «Ogni anno è la stessa storia: i cacciatori entrano nei miei terreni, scavalcano le recinzioni, una volta ho trovato anche uno squarcio, e sparano. Qualcuno si mangia anche i frutti, calpesta senza badare alle sementi e le piante messe sul terreno, fa come fosse a casa sua. Una violazione sistematica della proprietà privata, che resta impunita», accusa la signora Fini.
Gli obiettiamo che i cacciatori hanno diritto a entrare nei campi di proprietà, glielo consente la legge: l’articolo 842 del codice civile riconosce alle doppiette il libero ingresso nei terreni privati senza dover chiedere il consenso ai legittimi proprietari o ai conduttori. «Sì, ma non nei fondi chiusi come il nostro – ribatte ferratissima la Fini –: la legge 157 del 1992 che regolamenta la caccia dice che un fondo chiuso all’attività venatoria debba essere recintato con una rete o un muro di altezza minima di un metro e venti centimetri, oppure debba essere delimitato da un corso d’acqua largo almeno tre metri e profondo non meno di un metro e cinquanta. Prevede inoltre che siano apposte tabelle in cui si evinca la presenza di un fondo chiuso ed il relativo divieto di caccia. Ebbene, io ho recinzioni alte 1,5 metri e cartelli in quantità. Però i cacciatori entrano lo stesso».
L’abolizione dell’articolo 842 del codice civile è uno dei primi obiettivi per cui si battono tutte le associazioni anti caccia, dalla Lipu alla Lav alla Lac. «Sono d’accordo, quella legge è ingiusta. Per una semplice ragione: non è uguale per tutti. Cioè, se io entro in un terreno privato per raccogliere funghi, commetto un reato di violazione di proprietà privata e il titolare mi può denunciare. Se entra un cacciatore, non gli si può dire nulla», dice infervorata la signora Fini.
Nel caso dei suoi terreni, comunque, la legge del libero accesso non vale. «Ma i cacciatori entrano lo stesso. L’ho segnalato più volte alla Polizia provinciale ma il problema resta». Per non dire delle battute al cinghiale. «Quando si apre la caccia agli ungulati, i monti si riempiono di Suv, fuoristrada e jeep che entrano nei sentieri, invadono i campi lasciando solchi profondi. Gira gente armata di fucili e mitragliette che mettono paura. Vi sembra giusto che uno vada nel bosco a cercare funghi o a fare fotografie e rischi di essere persa a pallettoni da questi cacciatori? Di fatto, in quei periodi è vietato entrare nei boschi, diventa una cosa pericolosissima, mentre i cacciatori spadroneggiano».
Nella passione con cui l’imprenditrice agricola denuncia i danni e le presunte illegittimità delle doppiette si coglie una sfumatura diciamo ideologica. Ma ci sono anche ragioni di tipo economico a sostenere il suo j’accuse. «Ci sono cacciatori che calpestano le nostre coltivazioni, dove crescono zucche, fagioli, la cipolla massese, oppure staccano dagli alberi le mele rotelle che abbiamo fatto rinascere in questa zona. Non danni gravissimi, però sempre di un danno alla mia attività si tratta. Oltretutto violando una proprietà privata».
In questi giorni, a cura della Cct, Confederazione cacciatori toscani, sono apparsi in città grandi cartelloni che dicono: “Caccia impegno e passione; dai cacciatori toscani 400.000 ore di volontariato per fauna e ambiente”, per ricordare l’impegno del mondo venatorio in difesa del territorio. «Una bugia, non sono certo le doppiette a difendere l’ambiente», replica secca la Daniela Fini. Qualcun’altro, invece – qualcuno a cui quel cartello non piace, è evidente, ha pensato bene invece di appiccicare al manifesto una foglio con su sctitto: censurato per crudeltà. La guerra attorno alla caccia si combatte anche così.. Intanto, i primi colpi di fucile già risuonano nelle campagne con la pre-apertura della caccia. Si spara allo storno, ritenuto una specie dannosa alle coltivazioni agricole. Poi si entrerà nella “vera” stagione venatoria.

giovedì 10 settembre 2015

Mestre: "I cacciatori sparano a ridosso delle nostre case"

La protesta in via Gobbi, municipalità di Mestre Centro: "Non ne possiamo più"

MESTRE. «È ora di farla finita con la caccia in determinate zone, non se ne può più», sbotta il presidente della Municipalità Mestre Centro, Vincenzo Conte, arrabbiato come i suoi cittadini con i cacciatori che hanno scorrazzato nella zona a ridosso del Taliercio, tra il palazzetto dello sport e via Gobbi, dove ci sono i campi ma ci sono tre zone urbanizzate di recente, compresa l’area delle nuove abitazioni di via Mandricardo.

«I cacciatori vengono e sparano a ridosso delle case, anche l’anno scorso ho dovuto chiamare vigili e polizia provinciale, ma i cacciatori sono recidivi», prosegue Conte. «Con la scusa che ci sono appezzamenti di verde è oramai pieno di lepri, fagiani, lungo il canale che serve per smaltire le acque ci sono le ochette e grazie ad un’area di 35mila metri quadri che verrà attrezzata, la fauna si è moltiplicata e la gente ci tiene. Ho chiesto all’amministrazione comunale che mettesse dei cartelli con il divieto di caccia, ma mi è stato risposto come al solito che non si può, che la competenza non è del Comune, che è della Provincia, della Regione e così via, la solita storia dalla quale non si esce. Tra l’altro oramai qui la gente ha i fischietti e non appena vede cani da caccia, inizia a fischiare per far fuggire la selvaggine e salvare gli animali. Possibile?».

Insomma, Mestre si sta ripopolando di uccelli, selvaggina, ma non solo: perché non preservarla? C’è poi chi ha segnalato il pericolo lungo le strade. «Le bestie fuggono per salvarsi dai cacciatori e dai cani caccia e finiscono in mezzo alla strada attraversando campi e boschi, venendo investite dalle auto con il rischio di provocare incidenti stradali», dice un residente. «Tutto questo perché? Per la soddisfazione di uccidere un pavone, una lepre, un fagiano o un’ochetta o un’anatra?».

domenica 6 settembre 2015

Lucca. Un istrice e una testa di capriolo nel frigorifero: denunciato un cacciatore

I carabinieri di Camporgiano hanno effettuato dei controlli nella casa di un 60enne del posto: numerose le irregolarità rilevate

CAMPORGIANO. Armi non denunciate e una testa di capriolo (animale protetto) nel frigorifero. I carabinieri di Camporgiano, nell’ambito dei controlli ai detentori di armi, hanno denunciato un 60enne del luogo per numerose violazioni alle leggi sulla detenzione delle armi e sulla caccia.

Nel corso di un controllo alla sua abitazione è emerso che l’uomo non era più in possesso di una canna da fucile denunciata presso la stazione e che aveva acquistato dal fratello una doppietta senza farne alcuna comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza. Dai controlli, inoltre, i militari hanno rinvenuto nell’abitazione cartucce di calibro diverso da quello delle armi denunciate e, quindi, illecitamente detenute.
Palesi, poi, altre violazioni circa la custodia delle armi: due fucili sono stati trovati all’interno dell’autovettura parcheggiata all’esterno dell’abitazione mentre altre armi erano custodite in un armadio privo di serratura.

All’uomo sono state anche contestate violazioni delle leggi sull’attività venatoria: nel congelatore conservava una carcassa di istrice decapitata e scuoiata ed una testa di capriolo. Entrambe le specieconsiderate fauna selvatica protetta e delle quali è vietata la caccia.
La doppietta è stata posta sotto sequestro e le altre armi sono state ritirate. L’uomo, poi, è stato proposto per un provvedimento di divieto di detenzione di armi e munizioni.

venerdì 4 settembre 2015

Reggio Emilia. Caccia tortore dal collare orientale: denunciato

Sorpreso dalla Forestale vicino a Cadelbosco Sopra, la specie non è cacciabile

REGGIO EMILIA-CADELBOSCO SOPRA. In tutta l’Emilia-Romagna, è giornata di preapertura della caccia, una anticipazione limitata ad alcune forme di attività venatoria relative a poche specie di uccelli, rispetto alla apertura generale vera e propria prevista per domenica 20 settembre.

Il personale della Polizia provinciale è stato comunque impegnato nel controllo dei pochi cacciatori presenti sul territorio, concentrati specialmente in prossimità di campi coltivati a girasole che attirano le tortore selvatiche, specie regina tra quelle bersaglio di questo appuntamento venatorio. Al personale provinciale si sono affiancate anche varie guardie ecologiche e venatorie volontarie.

Ed è proprio grazie alla segnalazione di una pattuglia di Guardie ecologiche volontarie del raggruppamento di Reggio Emilia che è stato individuato un cacciatore irrispettoso delle regole in località Argine di Cadelbosco Sopra. L’uomo, un modenese di 42 anni, stava infatti cacciando col fucile in un capanno mimetico, utilizzando richiami per le tortore.

Nei dintorni del capanno, però, oltre ad alcune tortore selvatiche di cui è appunto lecito l'abbattimento, gli agenti, dopo minuziose ricerche, hanno però scoperto tra la vegetazione anche le carcasse di tortore dal collare orientale, specie non cacciabile, e di colombacci, specie per la quale la caccia aprirà solo dalla terza domenica di settembre. Gli agenti della Polizia provinciale hanno quindi proceduto al sequestro degli uccelli, del fucile e delle munizioni e provvederanno a segnalare all'autorità giudiziaria il cacciatore modenese.

Fonte: gazzettadireggio.it del 03 settembre 2015

giovedì 3 settembre 2015

Rieti: pre-apertura stagione venatoria, sequestrati fucili ed avifauna protetta

Gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato, come preannunciato hanno posto in essere i controlli di rito legati alla pre apertura della caccia dislocando su tutto il territorio provinciale pattuglie composte dai Comandi Stazione che orbitano sul territorio.


L’attività è stata particolarmente intensa in agro del Comune di Rieti ed ha riguardato la” Piana Reatina” e i” Piani di Poggio Fidoni”, dove la presenza dei “Seguaci di Diana” era particolarmente alta, stante la presenza di campi coltivati girasole e vaste aree a “stoppie”, laddove era stato raccolto il grano. Durante l’attività di controllo le pattuglie coordinate dagli Ispettori Roberto Fofi e Maurizio Alisciani, hanno posto sotto sequestrato cinque fucili (4 semiautomatici e una doppiette) ad altrettanti cacciatori, oltre alle relative munizioni. I sequestri sono scattati a seguito di abbattimento di fauna protetta (Tortora dal collare) e non consentita (Colombaccio). Infatti è da precisare che mentre il Colombaccio sarà cacciabile dal primo ottobre, come previsto dal calendario venatorio 2015/2016, la Tortora dal collare è specie protetta e quindi mai cacciabile. Ovviamente anche l’avifauna illecitamente abbattuta, costituita da cinque Colombacci e due Tortore dal collare, è stata posta sotto sequestro.

Gli incauiti cacciatori, provenienti dalla provincia di Rieti, sono stati deferiti alla Procura della repubblica per violazione alla Legge sulla caccia (n.157/1992)avendo abbattuto specie protette e specie al momento non cacciabili.

I controlli hanno avuto luogo durante tutta la giornata e hanno riguardato centinai di cacciatori, risultati in regola sia con le licenze di caccia che con gli abbattimenti di specie consentite.

Il servizio di prevenzione e repressione in applicazione delle normative sulla caccia verrà replicato anche domenica 6 settembre in occasione del secondo giorno di pre apertura.

Perugia. Cacciatori senza rispetto, sanzionati in dieci: sparavano troppo vicino alle case

Cacciatori senza rispetto, sanzionati in dieci: sparavano troppo vicino alle case

Nonostante la prima giornata di caccia in Umbria si è aperta con la tragedia della morte di un uomo di 67 anni a causa di un malore, non si sono fortunatamente registrati incidenti, grazie anche ai controlli serrati degli agenti della polizia provinciale.

Si registra un sensibile calo delle doppiette in azione negli otto comprensori della Provincia tranne che nello Spoletino dove l'afflusso è stato in linea con quello degli gli anni scorsi. Sono state 14 le pattuglie che ieri mattina hanno effettuato 219 controlli ed elevato 14 sanzioni amministrative legate prevalentemente alla mancata osservanza delle distanze di sicurezza tra un cacciatore e l'altro o dai luoghi abitati.