giovedì 31 gennaio 2013

Polizze per minorenni, Legambiente scrive all’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni

Roma, 29 gennaio 2013 Comunicato stampa


Caccia, polizze per minorenni, Legambiente scrive all’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni:
“Un incentivo a coinvolgere minorenni in situazioni di pericolo.
Chiediamo intervento per impedire illeciti e prevenire tragedie”

Legambiente scrive all’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni e ne sollecita l’intervento in merito a un pieghevole della ITAS Assicurazioni che propone polizze per “battitori uso caccia” a copertura di soggetti a partire dei 14 anni di età.

“Una copertura assicurativa - riporta la lettera firmata dal presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - che potrebbe incentivare e agevolare l’uso di ‘battitori’ di minore età, in assoluto spregio alle norme generali in tema di caccia” e che “costituisce un’agevolazione alla commissione di fatti di assoluta pericolosità per l’incolumità delle persone, in particolare minorenni, che potrebbero essere utilizzate in rischiose battute di caccia”.

Per questo Legambiente si rimette all’autorità e all’attenzione dell’istituto affinché “la presunta situazione di illecito venga eliminata, previa verifica della regolarità della contrattualistica proposta da ITAS Assicurazioni e citata nel pieghevole”.

L’ufficio stampa Legambiente 

Caccia, undici Regioni bocciate dal Tar a seguito di ricorsi Wwf

Caccia, undici Regioni bocciate dal Tar a seguito di ricorsi Wwf

Le Regioni bocciate dai Tribunali amministrativi sono Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto. ''Le vittorie giudiziarie non ci confortano visto che confermano ancora una volta che le Regioni non hanno la capacità di tutelare la natura e la fauna selvatica", commenta Dante Caserta

Roma, 31 gen. - (Adnkronos) - Sono 11 le Regioni bocciate in materia di caccia a seguito dei ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali da parte del Wwf Italia durante la stagione venatoria che si chiude oggi 31 gennaio. Le Regioni bocciate dai Tribunali amministrativi sono Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto. ''Le vittorie giudiziarie non ci confortano visto che confermano ancora una volta che le Regioni non hanno la capacita' di tutelare la natura e la fauna selvatica", commenta Dante Caserta, presidente Wwf Italia.

Queste Regioni, continua Caserta, "reiterano da anni comportamenti del tutto illegittimi, censurati e condannati piu' e piu' volte dai giudici italiani ed europei e dalle istituzioni dell'Unione Europea". Il Wwf Italia chiede alle istituzioni di dare seguito ai tre punti della "Agenda ambientalista per la Ri/conversione ecologica del Belpaese'', stilata da sette grandi associazioni ambientaliste, a partire dall'applicazione delle norme europee sulla conservazione della fauna selvatica e il rispetto delle norme a tutela di habitat e specie, in particolare quelle che disciplinano l'attivita' venatoria.

Si chiede poi a Stato e Regioni di garantire la rigorosa applicazione della legge quadro sulla disciplina della caccia, in particolare la ''Direttiva Uccelli'' nelle parti in cui limita o vieta la caccia nei periodi piu' delicati per la fauna selvatica (migrazione, riproduzione), e di riformare e rendere piu' rigorose le leggi nazionali e regionali, finalizzandole alla diminuzione degli impatti negativi dell'attivita' venatoria sulla biodiversita', approvando sanzioni piu' severe per la lotta al bracconaggio.

Tra le violazioni piu' riscontrate, i calendari venatori approvati con legge regionale invece che con provvedimento amministrativo, la mancata previsione del divieto di munizioni al piombo per alcune tipologie di caccia, le autorizzazioni per la caccia sulla neve agli ungulati, il mancato rispetto dei pareri dell'Ispra, la caccia nei parchi e nelle aree protette e l'apertura della caccia prima dei termini di legge.

Molte di queste violazioni da parte delle Regioni, fa sapere il Wwf, hanno conseguenze negative anche sui rapporti con l'Europa. Il caso piu' grave riguarda la cosiddetta ''caccia in deroga '', ossia l'autorizzazione a cacciare specie protette dall'Europa. Tanto che numerosi sono i provvedimenti regionali censurati dalla Corte di Giustizia e dalla Commissione Europea.

Il Commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik, in una nota del 25 maggio 2012 al ministro dell'Ambiente Corrado Clini, rammentava come Liguria, Lombardia e Veneto, anche dopo varie sentenze comunitarie di condanna, continuino a violare la Direttiva comunitaria sulla tutela degli uccelli, ricordando come il pretesto delle "cacce tradizionali" non possa giustificare l'esercizio venatorio a specie protette.

mercoledì 16 gennaio 2013

Cacciatori nominati Presidenti nei Parchi Nazionali


PARCHI NAZIONALI DEI SIBILLINI E FORESTE CASENTINESI:

PER I PRESIDENTI SERVONO NOMINE DI ALTO PROFILO NON CONDIZIONATE DA INTERESSI LOCALISTICI O DA LOGICHE PARTITICHE SPARTITORIE

FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura, Touring Club Italiano, WWF Italia, sollecitano, al Ministro Clini ed alle Regioni competenti, la ricerca di una rapida intesa per assicurare il governo ordinario dei due Enti Parco nazionali, individuando per la nomina dei Presidenti persone qualificate e di alto profilo ambientale. Per le sette Associazioni ambientaliste sarebbe grave il cedimento a meri interessi localistici con la nomina di persone senza alcuna competenza ambientale o, peggio, cacciatori.

Il Parchi Nazionali dei Monti Sibillini e delle Foreste Casentinesi attendono da oltre sei mesi la nomina dei rispettivi Presidenti. Il ritardo nella nomina dei vertici dei due Parchi Nazionali, il componente più importante dell’organo collegiale di governo dell’area naturale protetta previsto dall'articolo 9 della legge quadro n. 394/91, ed elemento essenziale per la legale rappresentanza ed il coordinamento delle attività degli Enti Parco, è la mancata intesa tra il Ministero dell’Ambiente e le Regioni competenti. Queste ultime stanno cercando d’imporre al Ministero nomine legate a interessi localistici, senza alcuna competenza e esperienza in campo ambientale o, peggio, cacciatori, dimostrando un sostanziale disinteresse verso le reali finalità dei Parchi nazionali ed i principi fondamenti per una loro efficace gestione.

Dal 17 giugno ad oggi le Regioni Umbria e Marche per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e Toscana ed Emilia Romagna per il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, tutte Regioni governate dal centrosinistra, non sono riuscite a trovare con il Ministro Corrado Clini un accordo sulle nomine, aprendo la strada ad un inevitabile commissariamento degli Enti dei due Parchi nazionali, un esito inevitabile considerando ormai l’avvio della campagna elettorale per le prossime elezioni politiche. Per il FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura, Touring Club Italiano, WWF Italia serve da parte di tutte le Regioni la volontà di raggiungere una rapida intesa con il Ministero dell’Ambiente, mettendo da parte gli interessi meramente localistici e le immancabili manovre tra e dentro i partiti politici, identificando persone di alto profilo ambientale e nazionale, lontane da logiche spartitorie della peggiore pratica partitica, in grado di condurre gli Enti Parco con la necessaria dedizione e lungimiranza per una sempre più efficace ed efficiente azione di conservazione del nostro patrimonio naturale.

Per le sette Associazioni ambientaliste la nomina dei Presidenti è indispensabile per il corretto funzionamento istituzionale dei Parchi Nazionali che devono essere messi rapidamente nelle condizioni per svolgere efficacemente i compiti ad essi affidati per la conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio naturale.

L’intesa tra il Ministero dell’Ambiente e le Regioni per la nomina dei Presidenti è un principio condivisibile e necessario nell’auspicabile obiettivo di assicurare nella gestione dei Parchi nazionale una leale collaborazione tra Stato e Regioni. L’interesse generale della conservazione del nostro patrimonio naturale deve però prevalere su interessi di parte o sugli equilibri politici dei diversi territori. Le Regioni devono dimostrare di saper interpretare al meglio l’interesse generale del Paese con la tutela di un bene comune per tutti gli italiani, evitando di utilizzare in modo strumentale l’intesa con il Ministero che la Legge quadro sulle aree naturali protette ha previsto per la nomina dei Presidenti.

Le funzioni del Presidente nei due Parchi nazionali sono oggi affidate pro tempore agli attuali Vicepresidenti che termineranno però il loro mandato nei prossimi mesi alla scadenza degli attuali Consigli direttivi degli Enti Parco. La nomina dei Presidenti dei due Parchi nazionali rischiano di essere stravolte da accordi preelettorali o comunque fortemente condizionate dalle elezioni politiche di fine febbraio. Serve per questo un segnale di responsabilità istituzionale con un’azione urgente da parte delle Regioni e del Ministero per raggiungere una intesa su persone qualificate e capaci, dando un segnale di attenzione per la migliore gestione possibile dei Parchi Nazionali dei Monti Sibillini e delle Foreste Casentinesi.

Roma, 14 gennaio 2013

lunedì 14 gennaio 2013

Trentinara (SA), spara all'amico durante battuta di caccia: ferito 26enne, 5 denunciati

TRENTINARA. Spara all'amico durante una battuta di caccia, colpendolo agli arti. Attimi di paura per il 26enne G.C. di Trentinara, trasportato d'urgenza all'ospedale civile di Agropoli, dov'è tuttora ricoverato per aver riportato gravi ferite da arma da fuoco ad una gamba e al braccio sinistro, ma non è in pericolo di vita. Fortunatamente, il colpo di fucile, esploso inavvertitamente dall'amico, non ha leso organi vitali. L'episodio si è verificato nel pomeriggio di oggi, intorno alle ore 16:15, tra i boschi al confine tra i comuni di Cicerale, Giungano e Trentinara (ricadente nel Parco Nazionale del Cilento), dove i due, insieme ad altri tre amici tutti appassionati di caccia, avevano deciso di stanare cinghiali, le cui scorribande in questo periodo stanno flagellando numerosi poderi e coltivazioni in tutto il territorio. Dopo aver individuato l’animale, i cinque l’hanno accerchiato, ma dal fucile di uno è partito accidentalmente un colpo che ha centrato l’amico appostato tra i cespugli. Il giovane ha iniziato a perdere molto sangue, ma decisivo è stato il tempestivo intervento dell'ambulanza rianimativa Humanitas di Santa Venere, che ha prelevato il 26enne all'altezza del bivio Mattine, dall'auto dell'amico che nel frattempo aveva allertato i soccorsi, per poi trasportarlo immediatamente al nosocomio agropolese. Se la caverà con numerosi punti di sutura per una prognosi di 30 giorni. Sul posto, repentinamente, sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Agropoli, diretti dal cap. Raffaele Annicchiarico (coadiuvati dai colleghi delle stazioni di Capaccio Capoluogo, Ogliastro Cilento, Matinella e Monteforte), i quali hanno dovuto lavorare non poco per ricostruire l'esatta dinamica dell’episodio, riuscendo ad abbattere il muro di omertà tra gli amici risalendo agli altri tre componenti del gruppo di caccia, tutti in regolare possesso di porto d’armi ma denunciati per bracconaggio in area protetta: oltre al ferito, si tratta del 28enne V.V. di Matinella, del 40enne A.C. di Monteforte (colui che ha sparato il colpo), del 25enne A.L.M. di Trentinara e del 55enne T.V. di Matinella. I militari dell’Arma hanno posto sotto sequestro cinque fucili calibro 12. L’operazione è stata condotta su disposizione del magistrato Alfredo Greco del Tribunale di Vallo della Lucania.

Parte un colpo dal fucile dell'amico. Grave un cacciatore nel Pesarese


CAGLI (PESARO) - E’ ricoverato in condizioni gravissime nell’ospedale di Torrette ad Ancona un cacciatore di 56 anni, M. D. C., ferito alla testa da un colpo di fucile partito per sbaglio dall’arma di un amico. 
L’incidente è avvenuto durante una battuta di caccia al cinghiale nelle campagne di Apecchio (Pesaro Urbino), in località La Croce. Non si esclude che il proiettile sia stato deviato da un ramo d’albero. Il ferito, che vive a Gabicce Mare, è stato trasportato ad Ancona in eliambulanza, e sottoposto ad un intervento neurochirurgico. Sul posto i vigili del fuoco e i carabinieri, che conducono le indagini.


Fonte: corrieradriatico.it del 12 gennaio 2013

domenica 6 gennaio 2013

Messina. Incidente di caccia, grave 23enne

Un 23enne è stato ferito da un colpo di fucile al torace durante una battuta di caccia nel Messinese. Il giovane, in gravi condizioni, è ricoverato nel Policlinico di Messina. La vittima stava cacciando, in contrada Liaruso, insieme ad altre tre persone. Ad avvertire i carabinieri è stato il personale del pronto soccorso di Milazzo dove il ragazzo è stato trasportato subito dopo essere stato 
ferito. Indagini in corso.

giovedì 3 gennaio 2013

I cacciatori italiani si fanno conoscere anche all’estero

Certo che, mettetevi un po’ nei panni dei nostri cacciatori. Hanno una passione innata, atavica, ma prede qui non ce ne sono sempre meno, in compenso tante regole da rispettare, e controlli cui sottostare. Non si può dargli torto se, appena hanno due soldi da parte, prendono l’auto e via, se ne vanno a sparare in libertà nei paesi dell’est europeo. Ché se poi voglio stare più comodi e garantiti, niente di meglio di una bella agenzia che organizza il pacchetto, selvaggina compresa: anche l’orso!

Lì è proprio il paradiso, altro che qui: leggi permissive, tanta selvaggina, poca gente in giro, soprattutto pochi controlli.

Peccato che talvolta esagerino anche lì. Come quando l’11 ottobre scorso la polizia rumena ha arrestato venti cacciatori italiani per violazione della legislazione sulle armi e per bracconaggio. In seguito alla perquisizione dell’albergo dove alloggiava l’allegra/funerea brigata è stato sequestrato un vero e proprio arsenale composto da 30 fucili e 9.000 cartucce, nonché 1.200 uccelli morti oltre a richiami elettromagnetici utilizzati per attirare la fauna e vietati dalla normativa europea.

Ma soprattutto il 2011 è stato un anno sfortunato per i nostri cacciatori in libera uscita. Il 15 novembre tre sono stati fermati in tre differenti auto alla frontiera ungherese. In totale trasportavano 1.160 uccelli morti tanto di specie protette quanto cacciabili. Lo stesso giorno a Perugia 2 cacciatori di ritorno dall’Albania sono stati sorpresi con 500 chili di uccellini morti. Il 6 novembre, un camion italiano intanto era stato fermato sulla frontiera ungherese-rumena: dentro a dei cartoni erano stati stivati ben 11.000 (diconsi undicimila) uccelli appena uccisi. Il giorno seguente un gruppo di cacciatori viene sorpreso in Italia dal ritorno da una felice vacanza in Crimea con 500 beccacce. In Bulgaria invece si ricordano ancora quando il 5 gennaio sempre del 2011 in un giorno di nebbia, in cui la caccia era vietata, centinaia di cacciatori italiani abbatterono centinaia di oche di tutte le specie, anche protette.

Seriamente: mi domando cosa possiamo fare noi di fronte a questi barbari (con tutto il rispetto per i barbari dell’antichità). E se iniziassimo a definire i cacciatori che uccidono impunemente specie protette od usano mezzi vietati “delinquenti comuni”? Non sarebbe un modo, peraltro realistico, per mandarli idealmente alla gogna? Io comincio. L’11 ottobre scorso in Romania sono stati arrestati venti italiani, delinquenti comuni.