giovedì 31 gennaio 2013

Caccia, undici Regioni bocciate dal Tar a seguito di ricorsi Wwf

Caccia, undici Regioni bocciate dal Tar a seguito di ricorsi Wwf

Le Regioni bocciate dai Tribunali amministrativi sono Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto. ''Le vittorie giudiziarie non ci confortano visto che confermano ancora una volta che le Regioni non hanno la capacità di tutelare la natura e la fauna selvatica", commenta Dante Caserta

Roma, 31 gen. - (Adnkronos) - Sono 11 le Regioni bocciate in materia di caccia a seguito dei ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali da parte del Wwf Italia durante la stagione venatoria che si chiude oggi 31 gennaio. Le Regioni bocciate dai Tribunali amministrativi sono Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto. ''Le vittorie giudiziarie non ci confortano visto che confermano ancora una volta che le Regioni non hanno la capacita' di tutelare la natura e la fauna selvatica", commenta Dante Caserta, presidente Wwf Italia.

Queste Regioni, continua Caserta, "reiterano da anni comportamenti del tutto illegittimi, censurati e condannati piu' e piu' volte dai giudici italiani ed europei e dalle istituzioni dell'Unione Europea". Il Wwf Italia chiede alle istituzioni di dare seguito ai tre punti della "Agenda ambientalista per la Ri/conversione ecologica del Belpaese'', stilata da sette grandi associazioni ambientaliste, a partire dall'applicazione delle norme europee sulla conservazione della fauna selvatica e il rispetto delle norme a tutela di habitat e specie, in particolare quelle che disciplinano l'attivita' venatoria.

Si chiede poi a Stato e Regioni di garantire la rigorosa applicazione della legge quadro sulla disciplina della caccia, in particolare la ''Direttiva Uccelli'' nelle parti in cui limita o vieta la caccia nei periodi piu' delicati per la fauna selvatica (migrazione, riproduzione), e di riformare e rendere piu' rigorose le leggi nazionali e regionali, finalizzandole alla diminuzione degli impatti negativi dell'attivita' venatoria sulla biodiversita', approvando sanzioni piu' severe per la lotta al bracconaggio.

Tra le violazioni piu' riscontrate, i calendari venatori approvati con legge regionale invece che con provvedimento amministrativo, la mancata previsione del divieto di munizioni al piombo per alcune tipologie di caccia, le autorizzazioni per la caccia sulla neve agli ungulati, il mancato rispetto dei pareri dell'Ispra, la caccia nei parchi e nelle aree protette e l'apertura della caccia prima dei termini di legge.

Molte di queste violazioni da parte delle Regioni, fa sapere il Wwf, hanno conseguenze negative anche sui rapporti con l'Europa. Il caso piu' grave riguarda la cosiddetta ''caccia in deroga '', ossia l'autorizzazione a cacciare specie protette dall'Europa. Tanto che numerosi sono i provvedimenti regionali censurati dalla Corte di Giustizia e dalla Commissione Europea.

Il Commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik, in una nota del 25 maggio 2012 al ministro dell'Ambiente Corrado Clini, rammentava come Liguria, Lombardia e Veneto, anche dopo varie sentenze comunitarie di condanna, continuino a violare la Direttiva comunitaria sulla tutela degli uccelli, ricordando come il pretesto delle "cacce tradizionali" non possa giustificare l'esercizio venatorio a specie protette.

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