giovedì 21 maggio 2015

Sant’ Angelo dei Lombardi (AV) – Con il fucile da caccia vuole uccidere i rettili, ma ferisce la moglie

GEAPRESS – Insolito incidente occorso nella serata di ieri a Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino. Stante quanto riportato dalla Polizia di Stato, un uomo, notati alcuni rettili sotto una catasta di legna, avrebbe imbracciato il fucile da caccia con l’intento di ucciderli.

Il rimbalzo dei pallini, però, finiva per causare ferite alla moglie, colpita ad un braccio, al fianco ed alla mano sinistra.

I fatti, occorsi nei pressi di una casa di campagna, si sono conclusi con il sequestro dell’Arma e la denuncia in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino. La Polizia di Stato ha accertato la causa accidentale di quanto successo alla donna.

Quest’ultima, soccorsa dal marito e dal figlio, è stata condotta in ospedale dove, per fortuna, sono state accertate ferite di lieve entità.

Sempre secondo quanto riferito dalla Polizia di Stato, l’uomo avrebbe esploso nei confronti dei rettili, alcuni colpi di arma da fuoco.

domenica 17 maggio 2015

PADOVA – Il cacciatore con le gabbie fai da te. Animali vivi e morti dell’ex selecontrollore

GEAPRESS – I fatti sono avvenuti nella provincia padovana e ad intervenire, dietro segnalazione, è stato il Corpo Forestale dello Stato. Corvidi, come Gazze e Cornacchie, imprigionati nelle gabbie metalliche con appena pochi centimetri quadrati di spazio. I malcapitati volatili dovevano poi servire da esca per catturare altri uccelli appartenenti alla stessa specie.

A finire nei guai è stato un cacciatore che fino al 2014 era autorizzato alla cattura di cosiddetta “selezione”. L’autorizzazione della Provincia era ormai scaduta, ma lui, evidentemente, continuava nel suo proposito.

A seguito della denuncia del Corpo Forestale, dovrà ora rispondere del reato di uccellagione e detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. Gli inquirenti, infatti, riferiscono di avere rilevato, negli uccelli utilizzati a fini di richiamo, evidenti alterazioni del piumaggio verosimilmentecausate dei ripetuti urti contro le pareti della gabbia.

Le sorprese, però, non erano ancora finite. Una decina di cornacchie e gazze morte erano state, infatti, disposte in un terreno agricolo recintato destinato presumibilmente ad allevamento di animali da cortile. Tutto quanto rinvenuto, animali morti e vivi, oltre che all’attrezzatura, è stato posto sotto sequestro. I corvidi ancora in vita, al fine di un accertamento delle condizioni di salute e successiva reimmissione in libertà, sono stati affidati alle cure dell’associazione “Il Gheppio”.


Follia a Napoli. Infermiere spara dal balcone: 4 morti e 6 feriti. L'omicida ha l'hobby della caccia e ha sparato dal balcone usando uno dei suoi fucili. Non risultano problemi psichici

di Giuseppe Crimaldi - Melina Chiapparino

Pomeriggio di follia e terrore a Napoli, nel quartiere Secondigliano. Un uomo, Giulio Murolo, 48enne, infermiere dell'ospedale Cardarelli, incensurato,
si è messo a sparare dal balcone di un appartamento in via Napoli dopo aver compiuto una prima strage all'interno del palazzo. Il bilancio drammatico è di 4 morti e 5 feriti.

LE VITTIME - L'uomo ha ucciso in casa con un fucile a pompa il fratello Luigi, 52 anni, e la moglie di lui, Concetta, 51 anni, sul pianerottolo del condominio. Ha freddato anche un vicino intervenuto, un capitano dei vigili urbani di 65 anni, Francesco Bruner. Poi l'infermiere con l'hobby della caccia si è barricato in casa e ha iniziato a sparare dal balcone, contro la gente che passava. Qui purtroppo ha ucciso un uomo di 57 anni che passava con lo scooter, Luigi Cantone. Sono stati colpiti due amici che camminavano insieme in strada, per fortuna in maniera lieve. Poi, anche qui lievemente, un carabiniere e un poliziotto che sono accorsi sul posto sentendo gli spari. Una serie di colpi con un fucile calibro 12 che l'uomo usava per la caccia, sua grande passione, tanto che sembra che avesse in casa un vero e proprio arsenale.

IL RAPTUS - Il raptus sarebbe stato determinato da futili motivi. Secondo alcune testimonianze, lo sparatore avrebbe reagito violentemente per un filo destinato al bucato. 

IL PROFILO - L'uomo ha l'hobby della caccia, e avrebbe sparato usando appunto uno dei suoi fucili, un calibro 12. Sul muro del balcone della palazzina al civico 41 di via Napoli si vedono i fori di uno, forse due proiettili.

L'ASSEDIO - Sul posto squadre di tiratori scelti. La polizia ha tentato di fare irruzione ma l'uomo si era barricato aprendo le bombole del gas. La strada è stata chiusa al traffico. Infine Murolo si è arreso. «Sono disarmato, non sparate, mi arrendo» le sue parole prima di uscire dalla porta di casa. E poi ha mormorato: «Ho fatto una cazzata, ho fatto una cazzata».

LA TELEFONATA DEL 113 - Si è consegnato alla Polizia dopo una lunga conversazione con l'operatore del 113, al quale ha telefonato. «Sono quello che sta facendo il macello a Miano», ha detto Murolo al poliziotto. L' agente ha cercato di trattenerlo al telefono. Sono seguite altre due telefonate di Murolo al 113. In totale, 40' di conversazione con il poliziotto che lo ha convinto a deporre il fucile di caccia ed a consegnarsi dopo essersi sfilato la maglietta per mostrare che non era più armato. A tratti il colloquio è stato concitato: l'uomo ha minacciato anche di fare saltare alcune bombole di gas che aveva in casa. Alla fine Murolo ha aperto la porta e si è consegnato ai poliziotti. Poliziotti e carabinieri lo hanno protetto da alcune decine di persone che volevano linciarlo. «Non ha detto una parola - racconta il questore di Napoli Guido Marino ai giornalisti - e si è chiuso in un mutismo totale. Solo ora sta cominciando a comprendere che cosa ha fatto». Apparentemente Murolo non era sotto effetto di droghe né di alcool, e non risulta che ne facesse uso. «Era freddo, tranquillo quando è uscito - raccontano alcuni testimoni della sparatoria - come se tutto quello che ha fatto fosse stato premeditato da tempo».

NESSUN PROBLEMA PSICHICO - Non ha problemi psichici o malattie pregresse e non è sposato. Giulio Murolo è stato portato in Questura ed è sotto interrogatorio. «Stiamo cercando con grande difficoltà a dare una spiegazione razionale a una vicenda che di razionale non ha niente», ha detto il questore di Napoli Guido Marino in conferenza stampa. Il questore ha tributato gli onori dovuti alle forze dell'ordine, poliziotti e carabinieri «che hanno dato una risposta corale»; fondamentale, ha spiegato, il ruolo dell'operatore del 113 che ha ricevuto la chiamata dell'uomo e il Reparto Volo della polizia che ha individuato l'obiettivo.

IL DOLORE DEL PRESIDENTE DI MUNICIPALITA' - Ha espresso il suo dolore il presidente della Municipalità Angelo Pisani: «Follia e disperazione travolgono le menti umane. Dolore e cordoglio per le vittime innocenti, ma occorre più impegno ed assistenza delle istituzioni per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Abbiamo il dovere morale di riflettere e agire tutti in prima persona, perché queste tragedie dell'emarginazione non si ripetano. Abbraccio ognuno di voi, questo lutto coinvolge tutta la nostra comunità perché è frutto del disagio e della disperazione che ci attanaglia».

L'OMAGGIO DI DE MAGISTRIS ALLE VITTIME - Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris si è recato all'ospedale Cardarelli dove è stata allestita la camera mortuaria per Francesco Bruner, l'ufficiale della polizia municipale di Napoli ucciso nella sparatoria a Secondigliano. Il sindaco ha portato il suo cordoglio e la sua vicinanza alla moglie e ai figli del capitano della polizia municipale. Affollata la camera mortuaria per la presenza di familiari e di tanti colleghi vigili urbani di Bruner. De Magistris, lasciato il Cardarelli, si recherà al San Giovanni Bosco dove sono stati portati i feriti.

CALDORO: DRAMMA TERRIBILE - «Quello che è accaduto oggi è un dramma incredibile per le famiglie, per la città di Napoli. Una tragedia che ha scosso tutta la comunità». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, che esprime «sincero cordoglio ai familiari delle vittime innocenti e vicinanza a coloro che, in questa tristissima vicenda, sono rimasti feriti e al sindaco della città, Luigi de Magistris».

giovedì 7 maggio 2015

Pessima la reputazione dei cacciatori italiani in Europa. Romania: "Difendiamo l'allodola dai fucili italiani"

Insorgono animalisti, ambientalisti e cittadini romeni contro la possibile approvazione di una nuova legge venatoria all’insegna della deregulation, che consegnerebbe animali e territorio a cacciatori e bracconieri, provenienti in gran parte dall’Italia. “Ma anche dal Libano” spiegano Ovidiu Bufnila, responsabile per la comunicazione della Romanian Ornithological Society/Birdlife, e la biologa Marina Druga: “e’ pieno di agenzie turistiche che organizzano pacchetti di caccia in Romania, non solo agli uccelli ma pure a orsi, linci, gatti selvatici e tante altre specie. Molti dei nostri politici sono cacciatori e al tempo stesso uomini d’affari, è dunque difficile non pensare che lungo questa corsia preferenziale non si prevedano flussi di denaro che dall’Italia o altri paesi finiscano nelle loro tasche”.

Secondo il nuovo disegno normativo romeno “i cacciatori stranieri potranno esercitare il loro passatempo nelle proprietà private anche senza il consenso del proprietario, il periodo di caccia per alcune specie aumenterà di tre mesi, incluso il periodo di accoppiamento e allevamento della prole” spiega Filippo Bamberghi,, coordinatore delle guardie giurate venatorie WWF di Milano e membro del CABS-Committee against birds slaughter. “Porterebbe insomma a una vera carneficina, quando già negli ultimi anni, in Romania, abbiamo assistito a una pressione venatoria intollerabile, soprattutto a danno dell’allodola, con successive modifiche legislative che sembrano concepite a beneficio dei cacciatori italiani. Esiste certo una regia mirata a trasformare il Paese in una grande riserva dedicata a cacciatori e bracconieri delle nostre parti. La caccia all’allodola e ai piccoli uccelli è tra l’altro una pratica sostanzialmente sconosciuta ai romeni, e ancora una volta, purtroppo, esportiamo una pessima abitudine”.

Rispettata e molto amata in Romania, l’allodola è ispiratrice di una celebre aria, Lie, ciocarlie, di George Enescu. Perciò, realizzato un video in cui la bella mezzosoprano Andreea Ilie viene uccisa a colpi di fucile proprio mentre interpreta il brano, la Societatea Ornitologica Romana -Birdlife e l’associazione Natura 2000 Romania hanno lanciato il sito Salveaza ciocarlia, nonché una petizione indirizzata al Parlamento per chiedere che l’indegna legge non sia approvata.

“Abbiamo dinnanzi agli occhi la rapida rarefazione di alcune specie un tempo comuni: allodola, tortora selvatica, quaglia” dice ancora Bamberghi “ mentre la Direttiva Europea sulla conservazione degli uccelli impone di stabilire rigidi criteri di tutela, al fine di garantirne la sopravvivenza. L’attività venatoria deve perciò svolgersi in maniera controllata ed è intollerabile che i cacciatori italiani si rechino all’estero per compiere stragi. In particolare riguardo l’allodola da noi, negli ultimi anni, le Regioni stabiliscono limiti ristretti di carniere giornaliero e stagionale: andare in Romania per ucciderne centinaia al giorno, con utilizzo di mezzi vietati (anche lì) come i richiami elettroacustici, è criminale”.
Osserva Ovidiu Bufnila: “Non si tratta di un problema strettamente romeno, ma di una questione internazionale. Se questi viaggi venatori dovessero continuare, l’Europa rischia di perdere tutti i suoi songbird, uccellini canori. Noi ci battiamo su un fronte, ma anche su quello opposto, in Italia, è necessario un forte impegno. Se dovesse passare la nuova legge, oltre all’allodola soffrirebbe l’intera popolazione dei passeriformi. Già adesso” prosegue “i politici vogliono estendere la durata dei piani faunistici da dieci a sedici anni. Gli aggiornamenti sono invece indispensabili alla conservazione: da noi, per esempio, sopravvivono solo cento esemplari di oca granaiola, ma la quota cacciabile è rimasta a fronte di una popolazione di 27mila individui, trattandosi fra l’altro di una specie ombrello”. Vale a dire che, per perseguitarla, si finisce col colpirne altre, vedi la rarissima oca collorosso, o la lombardella minore.

Nel 2001 il Corpo Forestale dello Stato italiano sequestrò 12 tonnellate di uccelli canori provenienti dalla Romania, e nel 2009 a Balta Mare un bracconiere italiano fu arrestato: aveva con sé più di duemila allodole uccise. Erano diverse migliaia le allodole, cappellacce e quaglie nelle mani di quindici bracconieri del nostro Paese arrestati 2010 a Braila. E ancora, nel 2011, funzionari doganali ungheresi intercettarono un carico di 11mila allodole uccise in Romania, contro le 5.400 detenute da un italiano arrestato a Ialomita nel 2013.