martedì 30 dicembre 2014

Salerno. Uccidono un cinghiale in un'area protetta: nei guai un gruppo di cacciatori

Cicerali, fermati alcuni bracconieri

Alla fine li hanno beccati. Dopo ore passate ad ascoltare gli spostamenti dei bracconieri, le guardie dell’ Enpa di Salerno hanno sorpreso alcuni cacciatori all’interno di un fiume, nei pressi della diga dell’Alento che delimita il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nel comune di Cicerale. Il primo gruppo aveva da poco abbattuto un cinghiale al di fuori del periodo consentito. Infatti è noto che per legge è consentita la caccia agli ungulati nei soli giorni di giovedì e domenica. L’operazione ha avuto inizio alle prime luci dell’alba e si è conclusa nel primo pomeriggio ed ha visto impegnate due squadre dirette dal vice capo nucleo Alfonso Albero e dall’agente Rocco Caiazza. Ed è proprio la squadra di quest’ultimo che, dopo aver udito gli spari a breve distanza si sono serviti della vegetazione per avvicinarsi di nascosto e cogliere in flagrante il gruppo di bracconieri mentre trascinavano la preda abbattuta in area protetta.

All’arrivo degli uomini dell’Enpa, alcuni cacciatori hanno tentato la fuga, ma sono stati raggiunti dalle guardie. “Purtroppo al nostro arrivo il cinghiale era stato già abbattuto, ma almeno siamo riusciti a colpirli duramente” afferma l’agente Caiazza, che ammette: “Il bracconaggio è una dura realtà ed è anche duro a morire". Alla caccia di frodo si aggiunge l’uso di munizionamento non consentito e l’alterazione di alcune delle armi possedute dai soggetti. Durante i controlli, infatti, due fucili sono risultati modificati in quanto erano stati rimossi i riduttori, consentendo al serbatoio di incamerare più cartucce delle due permesse. Solo una persona è risultaya non appartenere al gruppo dei cinghialisti. Quest’ultimo aveva parcheggiato e stava cacciando nei pressi del Parco del Cilento con l’ausilio di due richiami acustici elettromagnetici, vietati dalla legge.

Sul posto è intervenuta l’Asl competente per gli accertamenti e le analisi da effettuare sul cinghiale. Tutta l’operazione si è svolta negli uffici del Corpo Forestale di Vallo della Lucania, dove le persone fermate sono state verbalizzate per esercizio di caccia in area protetta, caccia al cinghiale fuori periodo e uso di munizionamento ed armi non consentiti. Infine sono stati sequestrati sette fucili, circa trecentocinquanta cartucce tra cui munizioni a palla singola, pallettoni e pallini, radio, due richiami elettromagnetici ed il cinghiale abbattuto.

giovedì 25 dicembre 2014

Ivrea, proteste per le fucilate dei cacciatori vicino alle case

Durante la vigilia di Natale una folta pattuglia di uomini impegnati in una battuta al cinghiale si sarebbe avvicinato troppo a case e strade 

Si saprà solo nei prossimi gioni se ci sarà uno strascico giudiziario per la battuta di caccia al cinghiale portata in scena da un nutrito gruppo di appassionati nella mattinata della vigila di Natale nell’area che costeggia la Pedemontana, all’altezza del distributore della Petroltermica. Qui un’automobilista è stato costretto a fare una brusca frenata per evitare un cane sfuggito al suo proprietario impegnato ad accerchiare un gruppo di ungulati. L’automobilista sarebbe poi venuto a parole con uno dei cacciatori, che tra l’altro, secondo alcuni testimoni, avevano armi pronte a fare fuoco nonostante fossero sul ciglio della strada. Prassi questa vietata dalla legge. Proteste anche da alcuni residenti in zone in cui la caccia al cinghiale è aperta per gli spari a pocge decine di metri dalle abitazioni. Dell’accaduto sarebbero stati informati anche i carabinieri. 

domenica 21 dicembre 2014

Ivrea. A caccia di cinghiali uccide un pony

Mercoledì sulle colline, coperte dalla nebbia. L’ex assessore Ronchetto: «Vicini alle case, potevano colpire mia madre»

BORGIALLO. Dylan aveva dieci anni. Uno splendido pony regalato da un nonno al nipotino. Qualcuno lo ha ucciso all’interno del recinto dove viveva felice, sicuramente per errore, ma lo ha fatto. Lo ha ammazzato con un’arma da fuoco. Poi ha recuperato il bossolo esploso, probabilmente per non lasciare tracce, e si è dileguato. L’animale è stato trovato dalla proprietaria della casa situata ad una cinquantina di metri dall’appezzamento. È scattata la denuncia, è stata aperta un’inchiesta, e i carabinieri della stazione di Cuorgnè che si stanno occupando del caso, hanno chiesto collaborazione. Chiunque fosse a conoscenza di qualche particolare, anche apparentemente insignificante, è esortato a riferirlo. Sarà difficile, ma la speranza è che l’autore del gesto venga individuato e perseguito. perchè in questa storia assurda c’è un cavallo morto, due bambini che non sanno darsi pace, e una piccola comunità che si interroga sulla presenza, in aree abitate, di gente armata che spara.

Borgiallo è uno dei Comuni della Valle Sacra, un minuscolo paese collinare. Qui, tra le località Roncetta e Tetti di Bertolero, vi sono case e cascinali. Giovedì scorso, di mattina, la mamma dell’ex assessore Enrico Ronchetto si è recata, come consuetudine, a dar da mangiare ad alcuni animali che ha in un terreno poco distante dall’abitazione. Ed è lì che ha fatto la terribile scoperta. Dylan era a terra, morto. Ha avvisato i figli e sul posto sono giunti il veterinario e i carabinieri. Il pony era stato colpito al collo, ma del proiettile nessuna traccia. La zona, per alcuni giorni, un fatto straordinario, considerato che si è in altura, era coperta da una coltre di nebbia. La donna ha raccontato che sia la sera precedente, ma anche giorni prima, l’eco dei colpi sparati dai cacciatori era vicinissimo, troppo, quasi a ridosso delle case. Ed allora si è provato a ricostruire quanto avvenuto. Un cacciatore, o un gruppetto, mercoledì pomeriggio ha battuto la zona. Poi, è scesa la nebbia, e nella nebbia chiunque si muova, soprattutto quando è a distanza, può essere scambiato per una potenziale preda. Cercavano dei cinghiali, i cacciatori? Dylan, di stazza piccola, può averli indotti in errore. Certo, chi ha esploso il colpo, pur non vedendo che cosa aveva mirato, in quanti a mira, eccelle, avendolo colpito in pieno. Ma è a questo punto che la vicenda prende una piega dai risvolti giudiziari.

Per recuperare il corpo dell’animale, andando avanti, ci si è imbattuti prima nel recinto e, una volta introdotti, nel pony. Che fare? L’imperativo era recuperare il bossolo, un’operazione compiuta probabilmente con l’ausilio di un coltello. Poi, di soppiatto, nella nebbia, la fuga.

«Noi abitiamo a Favria - racconta Ronchetto - . I miei bambini, 14 e 9, anni, a Borgiallo, dalla nonna, in genere li porto il fine settimana. Qui stanno a contatto con gli animali, nel verde. Dylan è cresciuto con il maggiore dei miei figli che lo ha cavalcato. Abbiamo dovuto mentire sulla sua fine. Abbiamo detto ad entrambi che i cavalli, come le persone, ad un certo punto della vita ci lasciano, e possono farlo improvvisamente. Non trovare il pony, per loro, è stata ed è tuttora una tragedia. Non avremmo mai voluto che venissero a conoscenza di ciò che è accaduto veramente ed ora sarà anche più difficile riuscire a dar loro le spiegazioni che cercheranno. Il minore dei miei figli è ancora piccolo, ma con l’altro, a cui Dylan era stato regalato, sarà complicato far accettare una verità che è dolorosa ed assurda al tempo stesso».

Assurda, già. E le domande che si pone Enrico Ronchetto sono quelle che si fanno tutti. «Dylan è stato ammazzato intorno alle 17.30 di mercoledì - spiega - . Ma a quell’ora, in quel terreno, poteva esserci benissimo mia madre a recuperare un po’ di legna per la stufa. Come si può, in condizioni simili, quando non si vede ad un palmo, premere un grilletto? L’abbiamo detto e ripetuto più volte che i cacciatori si spingono troppo vicino alle case. È vero che i cinghiali sono animali che ormai rischiamo di trovarci davanti all’uscio, ma questo non legittima delle battute così a ridosso delle abitazioni. Siamo sconcertati, avviliti. Chi ama gli animali sa che cosa significa perderli. E poi in questo modo». Dylan merita giustizia. Per sè, per chi l’ha amato. Qualcuno dovrà pur pagare.

Valle Millecampi (Pd), munizioni vietate. Cacciatori provano a nasconderle

Munizioni vietate dei cacciatori in valle Millecampi a Codevigo
Munizioni vietate dei cacciatori in valle Millecampi a Codevigo

Munizioni vietate dei cacciatori in valle Millecampi a Codevigo
Controlli a Codevigo, da parte della polizia provinciale. Oltre 20 le persone identificate. Gli agenti hanno verificato che le norme che regolano il prelievo venatorio venissero rispettate: sanzioni e sequestri


Potrebbe interessarti:http://www.padovaoggi.it/cronaca/munizioni-vietate-cacciatori-valle-millecampi-codevigo.html
Seguici su Facebook:http://www.facebook.com/pages/PadovaOggi/199447200092925

Munizioni vietate usate da alcuni cacciatori durante l’esercizio venatorio. È quanto hanno permesso di scoprire i controlli eseguiti dalle pattuglie della polizia provinciale nel territorio lagunare e vallivo. Sono stati più di venti i cacciatori identificati nella sola mattinata di domenica e qualcuno ha anche cercato di nascondere le munizioni vietate.

MUNIZIONI VIETATE. Gli agenti della polizia provinciale sono intervenuti in valle Millecampi a Codevigo, nonostante la fitta nebbia di domenica scorsa. Le pattuglie erano presenti già prima dell’alba per vigilare sul rispetto delle norme che regolano il prelievo venatorio. “Qualcuno – ha detto il consigliere provinciale delegato alla polizia provinciale Vincenzo Gottardo – ha cercato di sfuggire ai controlli nascondendo, tra la fitta vegetazione, le munizioni vietate che stava utilizzando per cacciare. Il nostro personale, però, ha trovato le munizioni e le ha poste sotto sequestro”.

SORANZO. “Voglio ricordare che Valle Millecampi, dal 2012, è stata riconosciuta tra i patrimoni dell’Unesco – ha spiegato il presidente della Provincia di Padova Enoch Soranzo - il nostro continuo presidio in quest’area così delicata, a tutela dell’ambiente e della fauna che lo popolano, è davvero molto importante. La polizia provinciale ha eseguito un ottimo lavoro procedendo al sequestro delle munizioni vietate ed elevando alcune sanzioni nei confronti di quanti hanno violato le normative con dispregio per la natura”.

CONTROLLI INTENSIFICATI. Lo stesso responsabile della polizia provinciale Luciano Fior ha evidenziato come da alcune settimane i controlli in Valle Millecampi si siano intensificati di giorno e anche di notte. “La lotta contro il bracconaggio – ha detto – ci vede in prima linea su tutto il territorio provinciale. Nell’area lagunare e valliva sono stati eseguite alcune importanti verifiche sugli automezzi e sulle armi in disponibilità dei cacciatori”.

Grosseto. Richiamo proibito, denunciato un cacciatore

Grosseto, 10 dicembre - È stato denunciato nella zona di Orbetello un lucchese che cacciava in appostamento con l'ausilio di richiamo elettroacustico riproducente vari canti della piccola selvaggina migratoria. All'uomo sono stati anche sequestrati 2 fucili con i quali esercitava la caccia, il richiamo elettroacustico e la selvaggina abbattuta.

Sempre nel grossetano sanzionato un cittadino residente nel Comune di Manciano per aver abbattuto un esemplare di beccaccia prima dell'orario consentito. All'uomo sono state elevate, oltre alla sanzione per l'abbattimento della beccaccia e il sequestro, anche le sanzioni per aver esercitato l'attività venatoria senza i necessari versamenti regionali e concessione governativa.

Massa Comune (Fe) in sciopero contro i cacciatori violenti

Presenza muta in Consiglio per denunciare gravi minacce, aggressioni e intimidazioni subite

Sant’Agostino. Lo avevano annunciato e sono stati di parola. Il gruppo di minoranza Massa Comune è entrato in “sciopero” per denunciare la mancanza di sicurezza sul territorio per la presenza di cacciatori particolarmente molesti e violenti. Uno “sciopero” messo in atto nell’ultimo Consiglio comunale a Sant’Agostino, con l’intero gruppo che non ha dato il proprio contributo alla discussione e non ha partecipato alla votazione, per sollecitare e mettere a conoscenza tutto il Consiglio “della grave situazione di insicurezza relativa alla caccia e non solo”. I consiglieri sono quindi rimasti muti, mostrando due cartelli, “Manca la tutela dei cittadini” e “Massa Comune in sciopero”.

Un volantino spiegava poi il senso dell’iniziativa e le motivazioni, già riportate da Estense.com, dopo i gravi avvenimenti degli ultimi giorni. “Come ogni anno, anche quest’anno – spiegano i consiglieri – le nostre persone sono state oggetto di gravi minacce e aggressioni, nonché insulti, intimidazioni e spari a distanza troppo ravvicinata da parte di innumerevoli cacciatori. Non solo le persone dei cittadini, nonché consiglieri, Vaccari Cinzia e Baruffaldi Lorenzo sono state vittime di tali violenze, ma anche altri residenti della zona. Finora non abbiamo voluto portare la grave problematica in Consiglio comunale, ma alla luce dell’insistere di tali accadimenti abbiamo creduto opportuno mettere a conoscenza, di quanto ci sta impedendo di vivere una vita normale, tutti i Consiglieri di maggioranza e di minoranza. Innumerevoli sono state le richieste di aiuto rimaste inevase sulla scrivania del sindaco Fabrizio Toselli nel corso degli anni. L’ultimo episodio verificatosi è stato proprio il 6 dicembre quando siamo stati minacciati da due cacciatori di una bomba sotto casa e aggrediti dagli stessi”.

“Ora – conclude il messaggio del volantino che ha “parlato” per i consiglieri – ci chiediamo che cosa ne pensino i Signori Consiglieri… E cosa farebbero se vivessero una simile situazione. Per terminare vorremmo mettere in evidenza come queste sono solo alcune delle violenze “legalizzate” che cittadini onesti si trovano a fronteggiare quando cercano di far rispettare le leggi e, nella fattispecie, le distanze, a gente armata che pretende, per giunta, di aver ragione. E la criminalità, quella meno legalizzata, ma non per questo meno diffusa, dove la mettiamo? Le persone non riescono più a godere di sonni tranquilli. Non crediamo sia il caso di affrontare il tema sicurezza in maniera seria e di iniziare a svolgere Consigli comunali con un po’ meno esercizi di retorica e un po’ più di sana pragmatica? Le discussioni filologiche e la retorica e le lunghe arringhe lasciamole nelle aule dell’università e dei tribunali”.

Ferrara. Minacciati dai cacciatori: “Ora basta”

La situazione dei residenti di via Frutteti a San Carlo denunciata da Cinzia Vaccari di Massa Comune

San Carlo. Minacce dai cacciatori con tanto di fucile spianato, insulti e vere e proprie aggressioni con lesioni personali. E’ la situazione con la quale da tempo i residenti di via Frutteti a San Carlo, a ridosso del Cavo Napoleonico, sono costretti a convivere nella stagione della caccia. Una situazione che negli ultimi giorni si è fatta insostenibile, come denuncia Cinzia Vaccari, capogruppo di Massa Comune, che abita proprio in quella strada e racconta della difficile, se non impossibile, convivenza con l’attività venatoria, che la sta portando a valutare le misure da assumere in futuro.

La Vaccari racconta delle violenze subìte da parte di cacciatori spregiudicati, arrivando a dire che “si dà il caso che la media dei cacciatori che rispetta le leggi sia irrisoria”. “Dunque dico solo – continua la Vaccari – che un sindaco previdente e responsabile, dopo tutte le richieste di aiuto che si è trovato sulla scrivania, avrebbe dovuto e dovrebbe prendere in considerazione una situazione così grave. In una riunione del 2013 a cui io ero presente assieme al sindaco, il prefetto in persona ha sottolineato come l’unica soluzione contingente, per il problema sopracitato, fosse un’ordinanza sindacale e ha invitato il sindaco Toselli a muoversi in tale direzione. Nulla da allora è stato fatto. E’ giusto che questo si sappia. È dunque evidente che si aspettano le tragedie, prima di muoversi (forse)”.

“È inoltre evidente – continua la capogruppo – che la vigilanza è molto “a macchia di leopardo” ma, d’altro canto, sono io la prima a capire che, per far rispettare le leggi ai signori cacciatori ci dovrebbe essere una vigilanza talmente capillare che comporterebbe costi assurdi e proibitivi per la collettività. La qual cosa fa emergere due problematiche: necessità che il sindaco prenda provvedimenti urgenti e contingibili e, soprattutto, rivedere totalmente le leggi che regolamentano l’attività venatoria (anche in campo nazionale). Come è possibile che sia legale andarsene in giro a sparare fra le abitazioni, spesso facendo lo slalom fra le stesse, nascondendosi in mezzo ai frutteti, per poi sbucare fuori da questi e, nelle nostre zone, per sbucare spesso fuori dalla nebbia, sparando a qualsiasi cosa si muova? I cacciatori abitualmente prima sparano e poi si accertano a che cosa hanno sparato, ecco perché di tanti incidenti di caccia. È ora di finire di accettare come inevitabili gli incidenti che ogni anno si verificano durante la stagione venatoria, bisogna svegliarsi e capire che possono e devono essere evitati, dicendo basta alla caccia vagante fra le abitazioni”.

“E i cani? Ci si è mai pensato? – chiede ancora Cnzia Vaccari -. Sono essi stessi un’arma che i cacciatori possono usare anche contro le persone e gli animali da affezione e da cortile. Si pretende lo yorkshire della vecchietta al guinzaglio ed eventualmente pure con la museruola al parco pubblico e poi si accetta una legge che permette a uomini armati di sguinzagliare mute di cani di cui, di prassi, perdono il controllo. È ora di finirla pure con la storia delle assicurazioni, a me sia cacciatori che guardie hanno detto di stare tranquilla visto che i cacciatori sono assicurati; personalmente rispondo che i soldi non comprano vita e salute e che, se mi sparano o sparano ad un amico o ad un mio animale, o un loro cane ci fa del male, non so che farmene dei loro soldi. Ci sono tante altre problematiche come quella, ad esempio, che se si vuole stare completamente tranquilli e sottrarre il proprio fondo alla caccia l’unica maniera è quella di recintare il fondo con rete e palizzata (c.c. art.841), ma, mi si concederà la pignoleria di sottolineare che, solamente chi è benestante può concedersi un lusso del genere. Provate a farvi fare un preventivo per recintare qualche ettaro di terra, e capirete cosa intendo. Se vogliamo essere tutti uguali davanti alla Legge sono le Leggi stesse che devono cambiare. Riguardo la caccia stiamo ancora seguendo normative del secolo scorso, è ora di metterci mano, il problema della caccia è un problema serio, un problema sociale di sicurezza ed incolumità”.

Biella. Rosa di pallini ferisce un ciclista, identificati 36 cacciatori

L'incidente nel Biellese: l'atleta ferito a un braccio. Un proiettile gli ha bucato una gomma

Un ciclista è stato ferito da un proiettile esploso da alcuni cacciatori impegnati in una battuta di caccia.
L'incidente oggi a Roppolo, in provincia di Biella. Il ciclista stava percorrendo la salita che porta al lago di Bertignano quando il proiettile lo ha raggiunto a un braccio e un secondo ha bucato una gomma della bicicletta. L'uomo ha chiesto inutilmente soccorso, poi ha raggiunto alcune case vicine dove è stato soccorso. I carabinieri hanno identificato 36 cacciatori presenti in quel momento nella zona. Tutti hanno negato di avere sentito la richiesta di aiuto del ciclista ferito. 

sabato 13 dicembre 2014

Asti. “Cacciatori invadenti sparano vicino l’abbazia”

Proteste per la battuta al cinghiale a Vezzolano

Attenzione battuta di caccia al cinghiale in corso». Una comunicazione di «servizio» che non dimenticheranno facilmente i turisti che il giorno dell’Immacolata si trovavano all’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano ad Albugnano, per il mercatino di Natale. Molti hanno sentito spari tra i boschi che circondano l’antica Canonica. 

La testimonianza 
Presente al fatto Dario Rei, presidente del Frutteto del Vezzolano. «Intorno alle 11,30 – spiega Rei – abbiamo udito diversi spari dalla valletta, a due passi dal gioiello del Romanico, meta di turisti tutto l’anno. Per fortuna non è successo nulla, ma gli attimi di paura ci sono stati». La battuta di caccia dell’8 dicembre era stata regolarmente autorizzata dalla Provincia, che ha competenza nello stabilire le varie attività selettive per abbattere i cinghiali sul territorio, da parte delle 12 squadre autorizzate. Da poco responsabile in Provincia per la caccia è Francesco Marengo, ex sindaco di Castagnole Monferrato, ora assessore comunale. Marengo ha autorizzato i cacciatori alla battuta, ma se avesse saputo dell’evento all’Abbazia, probabilmente avrebbe bloccato tutto. 

«Spari di sottofondo» 
L’accaduto è balzato sui social network con alcuni commenti. Su facebook si legge soprattutto la paura di trovarsi in mezzo a una battuta del genere, oltre al non interessamento delle autorità locali. «Le nostre amministrazioni – il commento lasciato in un gruppo creato da persone di Castelnuovo Don Bosco e dintorni – sono distanti dal territorio e per niente interessate a valorizzarlo. Come è possibile organizzare una battuta durante una manifestazione con turisti e famiglie? In sottofondo non hanno sentito la musica natalizia ma gli spari». 

«Paura ad uscire di casa» 
Pensieri molto simili che da qualche tempo circolano anche a Montafia. Località Vignole sembra ormai un far west dai racconti dei residenti che hanno paura a uscire di casa nei giorni di caccia (mercoledì, sabato e domenica). 

Timori anche per gli animali domestici. La veterinaria Gabriella Facciolo che abita in un cascinale ristrutturato di Vignole racconta: «E’ da tempo che le doppiette si permettono di arrivare anche nella mia proprietà privata e attaccare quel cartello sulla mia recinzione. Non è possibile vivere con la paura addosso». E prosegue: «Non sono più padrona neanche tra i miei 5 ettari di terreno. I miei cani e cavalli sono spaventati». 

Che succede nell’ex scuola? 
Il quartier generale dei cacciatori è l’ex scuola elementare di Vignole, accanto alla chiesetta, data in affitto dal Comune. «Cosa fanno lì dentro – aggiunge la veterinaria - e come vengono macellati i cinghiali? Esistono gli esami della tricnina e le etichette inamovibili?». Dal Comune arriva la risposta del sindaco. «Dobbiamo tutelare sia i contadini – commenta Marina Conti – sia i cittadini. I cinghiali distruggono i raccolti e quindi le battute di caccia sono necessarie. Ora bisognerà verificare bene tutto». Per il responsabile d’ambito Atc del Nord Astigiano la questione è delicata. «La Provincia – chiude Antonello Murgia, sindaco di Piovà Massaia – delibera le battute selettive dei cinghiali. Poi però non controlla gli episodi singoli lasciando ampia libertà ai cacciatori sulle modalità di svolgimento delle stesse». 

lunedì 8 dicembre 2014

Manciano (Gr). Ucciso durante una battuta di caccia al cinghiale. Il proiettile ha trapassato l’animale

MANCIANO – Un uomo di 75 anni, Isoliero Giuliani, è morto stamani nei boschi di San Martino sul Fiora nel comune di Manciano, ucciso da un colpo d’arma da fuoco sparato accidentalmente durante una battuta al cinghiale.

Dai primi accertamenti sembra che chi ha sparato abbia colpito due volte il cinghiale, ma che uno dei colpi abbia trapassato l’animale e deviato, forse da un osso o da un sasso, abbia ucciso Giuliani che stava svolgendo servizio proprio per evitare che qualcuno finisse nella cacciata e per questo si trovava più in alto rispetto ai cacciatori.

L’uomo, residente a Pitigliano, era una guardia venatoria volontaria ed è morto sul colpo. Gli operatori del 118 hanno tentato invano di rianimarlo. Sul posto i carabinieri di Pitigliano che hanno aperto una indagine. Il corpo si trova presso l’obitorio di Orbetello a disposizione del magistrato che potrebbe disporre l’autopsia.

Palermo. Incidente di caccia, morto un trentenne a Petralia

Incidente di caccia nelle campagne delle Petralie, in provincia di Palermo. A perdere la vita è stato Roberto Di Carlo, 30 anni originario di Monreale. Il giovane è stato colpito da una rosa di pallini che lo ha raggiunto al polmone. A sparare sarebbe stato un altro cacciatore. Di Carlo è stato soccorso dai compagni di caccia che lo hanno portato in auto fino a Geraci Siculo. Qui è stato poi trasportato con un'ambulanza del 118 in ospedale dove però è giunto morto. Indagano i carabinieri.


Incidente di bracconaggio: Irpinia, ferito dal suo stesso fucile, denunciati anche i complici

Incidente di bracconaggio: Irpinia, un bracconiere resta ferito dal suo stesso fucile ma inventa una storiella che non convince i Carabinieri; denunciati anche altri tre bracconieri.

Risolto in poche ore il giallo del ferimento di un uomo sulle montagne di Volturara Irpina. Nell pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Montella, intervenivano poiché un trentenne di Volturara, “mentre passeggiava nei boschi” (cosi aveva riferito), era stato attinto da “pallettoni vaganti” sparati probabilmente da bracconieri che stavano effettuando una battuta di caccia di frodo all’interno dell’area Parco dei Monti Picentini. Per le lesioni riportate l’uomo era stato immediatamente trasportato al Pronto Soccorso di Avellino e, successivamente, trasferito a Napoli presso l’Ospedale Vecchio Pellegrini ove era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al braccio sinistro. Le immediate ed ininterrotte le indagini della Stazione di Volturara e dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Montella non avevano tralasciato alcuna pista ed erano state sviluppate a 360 gradi, prendendo in considerazione anche l’ipotesi di un tentativo di omicidio. La più accreditata, tuttavia, sin dal primo momento, era sembrata quella di un incidente durante l’attività di bracconaggio a cui avrebbe partecipato anche la persona ferita.

Confortati anche da alcuni spunti informativi derivanti dall’approfondita conoscenza del territorio e delle realtà locali, i Carabinieri avevano individuato il luogo dell’incidente ove, a durante un primo sopralluogo, avevano rinvenuto le tracce di sangue del ferito ed in corrispondenza di esse alcune cartucce inesplose e del nastro isolante, probabilmente utilizzato per predisporre trappole da bracconaggio. Tutto il materiale era stato sequestrato dai militari.

Inoltre, nel corso della notte, i Carabinieri erano stati in grado di identificare le quattro persone che avevano partecipato alla battuta di caccia di frodo, tra cui quella ferita ed acclaravano la dinamica dell’incidente secondo la quale il trentenne, mentre tentava insieme ai complici di abbattere illecitamente qualche cinghiale in zona protetta, era scivolato e dal suo fucile era partito un colpo che lo aveva ferito al braccio sinistro.

Accertata, dunque, l’attività di bracconaggio, tutti i personaggi indentificati sono stati denunciati in stato di libertà per l’esercizio dell’attività venatoria in area protetta, fuori dagli orari consentiti e fuori dai giorni prestabiliti nonché privi di qualsivoglia titolo per l’autorizzazione alla detenzione delle armi e del relativo munizionamento che quindi venivano sequestrati. A finire nei guai, inoltre, la moglie di uno dei bracconieri che, unitamente al coniuge, dichiarava il falso per evitare l’accertamento dei fatti. Per questo motivo entrambi sono stati denunciati per “favoreggiamento”.

Fonte: cacciapassione.com del 04 dicembre 2014

Cagliari. Cinghiale ucciso nell'oasi protetta, nei guai compagnia di caccia

Un componente, di 45 anni, di Gonnosfanadiga, sorpreso mentre caricava il cinghiale appena abbattuto nella zona protetta, è risultato con numerosi precedenti per reati venatori e per tali fatti sottoposto a diffida di pubblica sicurezza

Facile cacciare nell'oasi protetta ma per una compagnia di Gonnosfanadiga sono arrivati anche i guai per essere stata sorpresa dal Nucleo investigativo e dal personale della Stazione Forestale di Villacidro mentre i suoi componenti sparavano in una zona protetta dove è stato abbattuto anche un cinghiale con munizioni caricate a pallettoni, vietate dalla norma.
Il fatto, avvenuto nell'Oasi permanente di rotazione faunistica di Monte Linas, in territorio di Gonnosfanadiga, ha portato alla denuncia dell'intera compagnia, otto cacciatori. Un componente, di 45 anni, di Gonnosfanadiga, sorpreso mentre caricava il cinghiale appena abbattuto nella zona protetta, è risultato con numerosi precedenti per reati venatori e per tali fatti sottoposto a diffida di pubblica sicurezza. Per questo è scattata anche la segnalazione al questore per sottoporre l'uomo al provvedimento di divieto di recarsi in zone di caccia.
L'operazione antibracconaggio, coordinata dal Servizio Ispettorato di Cagliari e che ha visto coinvolto il Nucleo investigativo e la stazione Forestale di Villacidro, si inquadra nell'attività di controllo a tutela della fauna e delle zone protette dell'oasi faunistica. 

domenica 30 novembre 2014

A caccia in Serbia, arrestati 2 ternani avvocato e veterinario nei guai

TERNI - Un veterinario e un avvocato di Terni sono stati arrestati in Serbia, dove si trovavano per una battuta di caccia in compagnia di Lorenzo Angeletti, ex comandante della stazione del corpo Forestale di Poggio Mirteto. Fatale è stata la detenzione di cartucce per i fucili non denunciate dopo l'acquisto. L'episodio, avvenuto a poche decine di chilometri dal confine tra la Serbia e la Macedonia. L'arresto risale a domenica 16 novembre ma solo dopo quattro giorni i fermati hanno potuto informare di quanto era accaduto le proprie famiglie, le quali hanno provveduto a incaricare dei legali a Belgrado che hanno presentato istanza di remissione in libertà, in attesa dell'udienza che si dovrà tenere entro trenta giorni in tribunale.

Ai cacciatori italiani, sulla base del regolamento locale in vigore, è stato contestato il reato di tentato contrabbando di armi per la detenzione di un munizionamento non registrato. Questo ha fatto scattare il provvedimento di fermo e sulla vicenda si sono attivati sia la Farnesina che il consolato italiano in Serbia, paese per il cui ingresso in Europa sono iniziati a Bruxelles i negoziati di adesione. Insieme ai due ternani, oltre ad Angeletti, viaggiava anche un accompagnatore del posto, rilasciato dalla polizia, al quale sono stati poi affidati in custodia i cani, fino a quando tutta la storia non sarà definita, e i tre potranno tornare in Italia.

Il fermo dell'ex comandante Angeletti, come era comprensibile, ha suscitato numerose reazioni, soprattutto negli ambienti della Forestale dove l'ex sottufficiale è sempre stato apprezzato per la sua professionalità, ma anche nei comuni dove in passato ha prestato servizio, Monte San Giovanni e Poggio Mirteto in particolare, sono in molti a ricordare l'equilibrio della sua condotta. Proprio perché considerato un esperto della materia, molti ritengono che l'ex sottufficiale e i due amici di Terni siano rimasti vittima di una leggerezza che, però, la diversa legge del paese balcanico dove si erano recato per una battuta di caccia punisce con severità.

mercoledì 26 novembre 2014

Merate (Lc): madre e figlio colpiti in casa dai proiettili di un cacciatore. L'uomo denunciato

Una donna e il figlio di sei anni sono finiti in ospedale nel pomeriggio di ieri, domenica 23 novembre, colpiti dai pallini di alcuni proiettili sparati da un cacciatore. Fortunatamente le loro condizioni sono buone, ma lo spavento per l’accaduto è stato notevole. L’uomo, che stava addestrando un cane da riporto nei campi al confine tra Merate e Robbiate, è stato individuato dai Carabinieri e denunciato per lesioni e danneggiamento. Gli sono stati sequestrati il fucile che imbracciava in quel momento e altri cinque moschetti, sei armi in tutto, regolarmente detenute e denunciate, e gli sono stati sospesi il porto d'armi e la licenza di caccia in attesa degli ulteriori accertamenti. 
La donna e il figlio si trovavano nella loro abitazione al confine tra Novate e Robbiate, quando i pallini di una cartuccia nel ricadere verso terra sono finiti addosso alla loro casa danneggiando il vetro di una finestra e alcune suppellettili. I due sono stati colpiti, e accompagnati in ospedale. I Carabinieri, raggiunto il luogo, hanno individuato l’uomo che ha spiegato di non essersi accorto di nulla. Egli è stato denunciato. Fortunatamente, tutto si è risolto senza conseguenze, ma unicamente con un grande spavento per la famiglia.

giovedì 20 novembre 2014

Imperia. Incidente di caccia: muore colpito al volto da una fucilata

Perinaldo (Imperia) - Un cacciatore di 56 anni, di Sanremo, è morto stamani, in un incidente di caccia avvenuto in località Funtanin, a Perinaldo, in Vallecrosia. L’uomo, Girolamo Muratore, è stato colpito al volto da una fucilata esplosa da un compagno di battuta che stava scaricando l’arma.

I due stavano cacciando tordi insieme ad altri cacciatori. Il colpo è stato esploso da una distanza ravvicinata:l’uomo è morto all’istante. Sul posto i carabinieri che hanno ascoltato i cacciatori. Il cacciatore che ha esploso il colpo mortale, 36 anni, ha chiamato subito i soccorsi: ora è indagato per omicidio colposo.

Parma. Incidente di caccia a Valmozzola: grave cacciatore

L' episodio nel primo pomeriggio poco dopo le due. Il proiettile ha colpito un 36 enne al fianco. E'in Rianimazione


Un cacciatore è rimasto gravemente ferito nel primo pomeriggio a Valmozzola. L’uomo era impegnato in una battuta di caccia quando è stato raggiunto da un proiettile esploso da un altro cacciatore. Colpito a un fianco, l'uomo (36 anni) è sttao subito soccorso dal 118 arrivato sul posto. Si trova ricoverato in gravi conidizioni nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Maggiore. Sul luogo per appurare la dinamica dei fatti i carabinieri.

domenica 16 novembre 2014

Salerno. Cacciatore uccide due uccelli di specie protetta: denunciato

Spara e uccide due uccelli protetti nella piana di Magorno a Montesano sulla Marcellana, denunciato un cacciatore di 40 anni. L'operazione è stata portata avanti dalla Forestale della locale stazione su segnalazione dell’Ente Nazionale Protezione Animali. La Forestale ha effettuato, a carico del trasgressore, il sequestro della selvaggina abbattuta illegalmente nonché di 32 munizioni a piombo spezzato e di un fucile da caccia ad anima liscia, calibro 12. Nei confronti dello stesso è stata predisposta comunicazione alla Questura di Salerno per la sospensione della licenza di porto di fucile ad uso caccia. Al cacciatore è stato, inoltre, ritirato il tesserino per l'esercizio venatorio. Per il reato di abbattimento di fauna particolarmente protetta, oltre alla confisca dell'arma, al ritiro del tesserino venatorio e del porto d'armi, il trasgressore rischia l'arresto fino a 8 mesi e la sanzione pecuniaria dell' ammenda fino a 2.064 euro.

sabato 15 novembre 2014

Casacalenda (Cb). Denunciato un cacciatore, sequestrati fucile e munizioni

In agro del Comune di Casacalenda in località “Torre di Olivoli” gli uomini del locale Comando Stazione hanno individuato e controllato un soggetto che praticava l’attività venatoria (battuta di caccia al cinghiale) con l’utilizzo di mezzi non consentiti, nello specifico venivano utilizzate cartucce a palla singola espressamente vietate dalla relativa normativa.

L’arma unitamente alle munizioni, è stata posta sotto sequestro ed il soggetto deferito alla competente Autorità Giudiziaria.

giovedì 13 novembre 2014

Valle Salimbene (Pv), cacciatori sparano e uccidono un maialino

Sono arrivati a 20 metri dalle case e hanno cercato di portare via l’animale morto Il proprietario li ha inseguiti nei campi di mais dove hanno abbandonato i cani


VALLE SALIMBENE. «Stavo guardando il tg, alle 13. Ho sentito due fucilate. Sono uscito in cortile e ne ho sentite altre tre. A nemmeno 20 metri da casa due cacciatori hanno ucciso la mia maialina thailandese e cercavano di trascinarla via». Paolo Vaghi abita a cascina Mottino, alla frazione Motta San Damiano. Ha rincorso i due uomini armati di doppietta fin che ha potuto. Poi i due sconosciuti hanno attraversato i binari della ferrovia e si sono nascosti in un campo di mais. «Mi sono dovuto arrendere, impossibile trovarli – spiega Vaghi –.E anche pericoloso. Ma ho subito chiamato i carabinieri». Una pattuglia del 112 ha perlustrato la zona, tra la ex statale per Cremona e i campi attorno alla cascina.

I cacciatori nella fuga hanno abbandonato persino i loro cani. I carabinieri li hanno cercati a lungo nella speranza di risalire ai proprietari attraverso il chip. Sul posto è intervenuta anche una guardia venatoria. «Non sono cacciatori, sono delinquenti – riflette Vaghi –. Hanno sparato a pochi metri dalle case. Questa non è zona di caccia. E vige il limite di 150 metri, anche dalla ferrovia».

La maialina thailandese era la mamma di altri due cuccioli. «Qui nascono e muoiono di vecchiaia – spiega il padrone – Per noi sono animali domestici. Li tengo in un recinto vicino a casa dove possono pascolare. Li conoscono tutti in zona».

Colpisce l’audacia. I cacciatori sono arrivati al limitare del cortile, a venti metri dalla cascina. E hanno sparato 5 colpi, uno a un paio di metri dall’animale a giudicare dalle ferite. Poi hanno cercato di portarlo via, come bottino di un’azione che di venatorio ha davvero ben poco. E trasgredendo anche alla regola che lega il cacciatore al suo cane sono fuggiti abbandonando i bracchi nei campi.

lunedì 10 novembre 2014

Vicenza. Cacciatore sbaglia la mira e centra una automobilista

MALO - Brutta avventura per la pilota di Formula Abarth Giada De Zen, la cui auto è stata centrata ieri mattina da un cacciatore che evidentemente aveva sbagliato mira. L'episodio è avvenuto lungo la strada che collega Malo con Molina. La giovane ha udito un rumore secco e ha pensato che l'auto fosse stata colpita da un sasso. Sulla portiera, invece, i segni inequivocabili di un foro provocato da un'arma da fuoco. Del responsabile nessuna traccia. La strada è fiancheggiata da campi molto frequentati da cacciatori.

Malo (Vi). Cacciatore spara e centra in pieno la portiera di un'auto di passaggio

MALO. Cacciatore spara e centra in pieno la portiera di un'auto di passaggio, a pochi centimetri dal finestrino. Un po' più in alto, e il colpo avrebbe mandato in frantumi il vetro, colpendo al viso la giovane conducente, con sviluppi potenzialmente tragici.
L'inquietante episodio è accaduto a Malo, lungo la trafficata via Vittorio Veneto, la provinciale che collega il centro del paese alla frazione di Molina. Intorno alle 11.30 Giada De Zen, 19 anni residente in contra' Roenga, molto conosciuta per i suoi trascorsi come pilota di monoposto nella Formula Abarth, stava transitando lungo la provinciale diretta a casa quando improvvisamente ha sentito un colpo fortissimo contro la sua auto.
Arrivata a casa ha subito controllato la vettura, scoprendo così un foro sulla portiera sinistra, appena sotto il finestrino, riconducibile al pallino di un cacciatore.
«Appena l'ho visto sono rimasta esterrefatta – racconta Giada – perché quando in auto ho sentito il colpo ho pensato che si fosse bucato un pneumatico. (...)

Fonte: ilgiornaledivicenza.it del 08 novembre 2014

domenica 9 novembre 2014

Incidente di caccia a Santa Teresa (OT). Ferito ad una spalla 57enne di Golfo Aranci

OLBIA. E' partita la stagione della caccia e come ogni anno purtroppo si registrano i primi incidenti. Un uomo, di 57 anni, questa mattina, impegnato in una battuta di caccia grossa nella valle dell'Erica vicino Santa Teresa Gallura, è stato colpito alla spalla da un bossolo partito accidentalmente da un altro fucile. Il 57enne, originario di Golfo Aranci, ma residente a Olbia, è stato soccorso da alcuni amici iimpegnati con lui nella battuta di caccia che hanno chiamato il 118. L'uomo è stato trasportato d'urgenza al pronto soccorso dl Paolo Dettori di Tempio Pausania. Le condizioni del ferito non desterebbero preoccupazioni. Secondo quanto accertato, sembrerebbe che l'incidente sia avvenuto per una casualità. Un colpi di fucile, infatti, avrebbe carambolato su una pietra per poi finire sulla spalla del 57enne.

Fermo. Fucilata durante una battuta di caccia: ferito un agricoltore

Fermo, 9 novembre 2014 - È finita male, ieri ad Amandola, una battuta di caccia al cinghiale. Unagricoltore, infatti, mentre stava svolgendo quotidiane mansioni nei suoi campi, è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco. 

Il fatto si è verificato, intorno alle 17, in contrada Montane, ai confini con il territorio di Sarnano. Alla braccata stavano partecipando circa trenta cacciatori della zona e tutto si stava svolgendo secondo la normaquando, all’improvviso, un colpo d’arma da fuoco ha raggiunto un agricoltore. Si tratta di Enzo Marinangeli, 44 anni di Amandola, che si trovava in un campo di mais situato poco distante dalla sua dimora. È rimasto ferito gravemente alla spalla, ma nonostante ciò, è riuscito a trascinarsi e a raggiungere la sua abitazione, da cui ha lanciato la richiesta di soccorso. L’uomo è stato subito trasportato all’ospedale di Macerata, dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico e dopo poco dichiarato fuori pericolo di vita. 

In contrada Montane si sono portati i carabinieri di Amandola, che indagano sulla dinamica dei fatti al fine di stabilire le responsabilità del caso. La battuta di caccia al cinghiale rientrava nel progetto promosso dalla Provincia in collaborazione con l’Ambito territoriale di caccia, istituito per tenere sotto controllo il fenomeno dell’aumento della fauna selvatica sul territorio.

giovedì 6 novembre 2014

Pavia. Uccide un cane a fucilate nei guai cacciatore 65enne

Montalto, l’animale colpito mentre era a spasso con i padroni. Scatta la denuncia Lo sparatore tenta la fuga ma i residenti lo fermano e chiamano i carabinieri

MONTALTO PAVESE. Un cane ucciso a fucilate, sotto gli occhi dei padroni: è finita con due denunce a carico del cacciatore, un pensionato di 65 anni abitante a Mariano Comense. Vittima incolpevole delle fucilate è stata Roxy: un esemplare di cane corso femmina, di otto anni. I padroni del cane sono Claudio Lillo Montalto, impiegato di banca a Voghera, e Federica Boatti. «L’altro pomeriggio, verso le 15, eravamo a casa - afferma Montalto - Abitiamo ai margini del paese, dietro c’è la campagna. Siamo usciti per fare una passeggiata, davanti a noi c’era Roxy. Ad un tratto, a una cinquantina di metri da casa nostra, Roxy ha incontrato un cacciatore con i suoi due cani. Noi eravamo un po’ lontani, ma abbiamo visto tutto. I cani del cacciatore hanno attaccato Roxy, e in un attimo il cacciatore è intervenuto. Non si è accorto che da lontano stavamo assistendo alla scena: ha sparato prima una fucilata a una zampa del nostro cane; poi si è avvicinato e ha finito la povera Roxy con una seconda fucilata a bruciapelo, sul fianco sinistro. Non è stato un incidente di caccia, non ha scambiato Roxy per un cinghiale: eravamo in mezzo a un campo aperto. Quando abbiamo urlato, quell’uomo ci ha visto ed è scappato. Sono arrivato vicino al mio cane: Roxy ha fatto in tempo a guardarmi e poi è spirata fra le mie braccia. Aiutati da numerosi vicini di casa, siamo andati nel luogo dove di solito parcheggiano i cacciatori. Abbiamo circondato la sua macchina e abbiamo telefonato ai carabinieri di Montalto. Anche il cacciatore, che ci aveva visto da lontano, aveva telefonato ai carabinieri perchè aveva paura. E’ sceso solo quando ha visto la pattuglia». I carabinieri hanno denunciato il cacciatore per uccisione volontaria di animali e hanno chiesto la revoca del porto d’armi per il 65enne, che è stato denunciato anche dai padroni di Roxy.

sabato 1 novembre 2014

Lonato del garda (Bs). Esasperati dai comportamenti di alcuni cacciatori

Sono residente a Lonato del Garda. Vi scrivo per l’esasperazione a cui siamo arrivati io e la mia famiglia, a causa di mal comportamenti che persistono da parecchi anni, comportamenti tenuti da molti cacciatori (soprattutto residenti in questo Comune) che mettono in difficoltà me, la mia famiglia, la nostra vita e la nostra attività di B&B (e sicuramente sono molestati anche gli altri cittadini del centro che subiscono anch’essi gli effetti di tale condotta). Casa nostra ed il nostro giardino è a pochi metri di distanza dalla Rocca Viscontea e confina per un lato con la strada comunale di via dei Fanti, dalla quale i cacciatori, tagliano spesso la rete posta come confine tra la strada ed il giardino, accedono senza problemi al nostro giardino entrando, scavalcando, sparando. Il nostro giardino non è completamente recintato tipo fondo chiuso, ma gli accessi non sono tenuti aperti, bensì dotati di cancelli, ma ciò non dissuade i cacciatori di Lonato ad introdursi. La Rocca Viscontea è visitata assiduamente da scolaresche, portate con i pullman delle scuole, da turisti e visitatori in generale, visitatori che si ritrovano a passare dalla stessa via dei cacciatori. Inoltre i cacciatori si spingono fino a sparare nelle mie aiuole floreali ai lati della casa e tra i nostri ulivi secolari, dove poi abbandonano cartucce (soprattutto esaurite ma capita di trovare munizioni ancora integre!) e scarti vari di proiettili. I suddetti cacciatori vengono redarguiti ed invitati a tenere comportamenti idonei da me (30 anni) e da mio padre (70 anni) quando li troviamo nei pressi dell’abitazione, ma rispondono che dobbiamo pensare ai nostri affari e non intrometterci nei loro, minacciando spesso e volentieri di «farci star zitti», oppure che le cartucce anziché raccoglierle ce le avrebbero fatte mangiare!!! I cacciatori sono arrivati a «suggerirci» di vestirci con il giubbotto catarifrangente per essere più facilmente individuati mentre facciamo lavori di raccolta o potatura di ulivi, così da facilitare loro la caccia! Ho trovato sempre in giardino (50 mt dalla casa) un archetto per caccia, che ho consegnato alla stazione dei carabinieri di Lonato del Garda. Ogni anno raccogliamo dai 25 ai 40 chili di cartucce! Da metà settembre 2014 si trovano cartucce anche sulla strada di via dei Fanti! Ogni settimana segnalo al Comune ed alla Provincia queste vessazioni e questi comportamenti scorretti, ma gli effetti sono inesistenti tanto da farci sentire impotenti. Com’è possibile che nessuno tra Comune, Provincia e Forze dell’ordine riesca a controllare questa zona di verde immersa tra le case ed i monumenti del centro storico? Quale responsabilità ha il Comune nei confronti di un’attività ricettiva aperta nel maggio del 2011 che paga le care tasse ed è costretta a lavorare ostaggio di queste persone? Come posso vendere soggiorni se la mattina alle 6.30 i miei ospiti vengono svegliati da colpi ripetuti di fucile a meno di 50 metri dalla casa e dai cani che corrono e abbaiano, guaiscono, latrano, mugolano e ululano? Cani che frequentemente hanno ferite sanguinanti e condizioni non ottimali di salute, tagli, cicatrici fresche etc... Come può il Comune non rispondere della sicurezza che viene a mancare in questa zona storica e turistica importante cittadina? L’Italia è l’unico Stato europeo che ha una legge che giustifica e permette a persone armate di entrare ed attraversare zone di proprietà privata, campi coltivati e giardini, senza che i proprietari o residenti ne possano limitarne la circolazione. Inoltre la quantità di piombo (piombo ed i suoi componenti sono nocivi) presente sul mio terreno coltivato chi me lo va a recuperare? Aiuto! Non so più a chi rivolgermi e ho il forte sospetto che nelle mie condizioni ci siano troppe persone e famiglie! Pubblicate la lettera per vedere quanti vostri lettori siano nella mia identica condizione! Aiutateci, so che siete un giornale vicino anche agli stessi cacciatori e per questo vi suggerisco di pubblicarla, poiché ci sarà anche qualche cacciatore «rispettoso» delle regole che si sente urtato come me da questi orridi comportamenti. Alessandra Rossi Lonato

Sassano (Sa). Cacciatore impallina una ragazza: chi dovrebbe controllare permette tutto ciò?

SASSANO – Una giovane donna di Sassano colpita da un colpo vagante sparato da un cacciatore di Sarno in trasferta nel Vallo di Diano. L’uomo probabilmente intento a colpire la sua preda ha mirato e ha fatto fuoco. Sulla traiettoria si trovava la giovane donna che è stata scaraventata a terra colpita da alcuni pallini. Un incidente naturalmente che mette in risalto la pericolosità di uno sport quello della caccia che spesso miete vittime innocenti. Un hobby pericoloso amato e odiato, al centro di un dibattito infinito. Chi si ostina a difendere i valori del cacciatore spesso non tiene conto che oltre al danno etico del cacciare animali indifesi, si può compromettere come nel caso di Sassano, la vita delle persone. Chi ha in mano un fucile dovrebbe innanzitutto rispettare le regole basilari di sicurezza ma spesso, il senso di onnipotenza domina la scena e il colpo in canna è sempre pronto a sventolare la sua essenza assassina. Regole frivole, elementari come quella di non sparare a ridosso di strade, abitazioni o luoghi in cui la presenza umana e non è solita echeggiare. Invece no, si spara, lo si fa a prescindere senza razionalità e soprattutto senza la paura di essere controllati. I controlli si, quelli veri, non ci sono. I cacciatori sono liberi di sguazzare a destra e a manca, di sparare all’impazzata. Chi dovrebbe garantire la sicurezza non lo fa, spesso i controlli si concentrano su altri reati, importanti per carità di Dio. Eppure siamo succubi di agenti di pubblica sicurezza, dal Corpo Forestale dello Stato alla Polizia Provinciale, dalle Guardie Ambientali ai volontari. Nonostante questo però succede spesso che nelle battute di caccia l’indisciplina la fa da padrona. Due anni fa a Sanza, l’anno scorso a Torre Orsaia e quest’anno a Sassano, tre casi simili che dovrebbero far riflettere l’opinione pubblica e soprattutto coloro che in teoria dovrebbero tutelare la nostra incolumità. Per la cronaca, la giovane donna di Sassano dopo il botto che l’ha colpita è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Polla con prognosi di qualche decina di giorni. L’uomo invece è stato subito catturato dai carabinieri e denunciato a piede libero per lesioni e violazione della normativa che regolamenta la caccia, in poche parole, in quel punto non si poteva e non si doveva assolutamente premere il grilletto.

mercoledì 29 ottobre 2014

Umbertide (Pg). Spara un colpo in aria col fucile infastidito dagli amanti delle stelle

Un uomo di 48 anni di Umbertide è stato denunciato in stato di libertà per minaccia aggravata. La presenza di quel gruppetto di persone a poca distanza dalla sua abitazione lo ha talmente infastidito che ha ritenuto giusto imbracciare un fucile pur di allontanarlo. Protagonista di questa vicenda è stato questo cittadino di 48 anni residente sulle colline umbertidesi. 
Verso le 23.30 di sabato un gruppetto di giovani appassionati di astronomia, si sono dati appuntamento, armati di telescopio, in una zona collinare alla periferia di Umbertide. Considerata l’assenza di nuvole e le favorevoli condizioni di luce gli astrofili, tra cui anche una ragazza, hanno posizionato i loro strumenti iniziando ad esplorare il cielo. Il 48enne, la cui abitazione era poco distante dal luogo scelto dal gruppetto, forse insospettito dai rumori e dalle voci, è uscito armato di fucile e li ha affrontati. Nonostante fosse palese che i ragazzi non avevano cattive intenzioni, il 48enne li ha pesantemente minacciati con l’arma giungendo anche ad esplodere un colpo in aria. Il gruppetto di amici non ha avuto scelta e si è allontanato, chiamando però i Carabinieri ai quali hanno raccontato la disavventura.
Sul posto si sono portati i militari della Stazione di Umbertide che, dopo aver ascoltato dai diretti interessati quanto era accaduto, hanno bussato alla porta del 48enne. L’uomo è stato accompagnato in caserma dove si è proceduto al sequestro di due fucili da caccia, legalmente detenuti. E' scattata la denuncia.

Minerbio (Bo). Cacciatore negligente impallina la finestra di un’abitazione

il fagiano nel cortile
Minerbio (Bologna), 28 ottobre 2014 – I Carabinieri della Stazione di Minerbio stanno indagando in seguito alla denuncia per danneggiamento che una 52enne del luogo ha sporto contro ignoti dopo che intorno alle 7 di domenica ha trovato un fagiano morto nel cortile di casa e una finestra rovinata probabilmente dalla schioppettata di qualche cacciatore negligente che si sarebbe avvicinato troppo all’abitazione senza rispettare il limite previsto dalla legge.


Stando a quanto riferito dalla vittima, non sarebbe la prima volta che si trova “costretta” a cucinare fagiani abbattuti dai cacciatori che transitano da quelle parti.

domenica 26 ottobre 2014

Pisa. Ucciso durante una battuta di caccia, il colpo sarebbe partito dal fucile di un compagno di battuta

Un uomo di circa 60 anni è rimasto ucciso nel corso di una battuta di caccia. L’incidente nei boschi di Riparbella, al confine tra le province di Pisa e Livorno. L’uomo, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato raggiunto da un colpo di fucile esploso da un compagno di battuta: per lui non c’è stato niente da fare. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 ed i carabinieri di Riparbella.

Fonte: gonews.it del 25 ottobre 2014

Il Presidente dell'Associazione Nazionale Libera Caccia, Paolo Sparvoli, denunciato dal CFS per utilizzo di richiami vietati

Sorpreso presso alcuni appostamenti fissi, situati peraltro vicino al confine di una riserva naturale, di cui si era già occupata alcune settimana fa la LAC Marche, chiedendo che vi fossero effettuati dei controlli da parte delle autorità preposte alla vigilanza.

LA LAC CHIEDE LE SUE IMMEDIATE DIMISSIONI.

Abbiamo appreso che nei giorni scorsi, durante un’operazione di controllo del Corpo Forestale dello Stato, il presidente nazionale dell’Associazione “Libera Caccia”, Paolo Sparvoli, è stato denunciato per possesso ed utilizzo di richiami per gli uccelli, vietati dalla legge sulla caccia. Insieme a Sparvoli è stato denunciato anche il facoltoso imprenditore Mauro Canil, titolare della Fidea, nonché noto presidente della Società Sportiva di calcio di Matelica. I due, fino a pochi mesi fa, ricoprivano anche il ruolo, rispettivamente, di sindaco e vicesindaco del Comune di Matelica.
Sparvoli e Canil, insieme ad un altro cacciatore, sono stati sorpresi dagli agenti forestali presso alcuni appostamenti di caccia da loro abitualmente utilizzati e situati in prossimità del valico di Valdiola, un passo situato tra i Comuni di Matelica, Gagliole e San Severino, importante perché molto transitato dagli uccelli nel corso delle loro migrazioni da e verso l’Europa dell’Est. Sulla regolarità o meno di questi appostamenti, situati peraltro vicino al confine di una riserva naturale, si era già occupata alcune settimana fa la LAC Marche, chiedendo che vi fossero effettuati dei controlli da parte delle autorità preposte alla vigilanza. Ricordiamo che il possesso e l’utilizzo di richiami per la caccia non legali è un reato penale, si tratta quindi di una violazione gravissima e per questo la posizione di Sparvoli è quella più scomoda e sconcertante, in quanto commessa dal presidente nazionale di un’associazione venatoria, che rappresenta decine e decine di migliaia di cacciatori italiani. Ci chiediamo, quindi, che esempio possa dare, agli iscritti della propria associazione, un presidente che per primo non rispetta le leggi, ed infrange anche le regole più elementari della caccia?
Per questo semplice motivo, la LAC - Lega per l’Abolizione della Caccia chiede le sue immediate dimissioni da presidente, anche perché la sua permanenza alla guida della A.N.L.C. equivarrebbe ad una istigazione a delinquere per tutti i cacciatori iscritti, ed un insulto per i cittdaini che le regole e le leggi invece le rispettano.
25 ottobre 2014

Trabia (Pa), avevano cacciato lepri ed un cinghiale: denunciati 4 cacciatori

Alle ore 5 di ieri, i militari della Compagnia di Termini Imerese hanno denunciato quattro persone per aver violato le norme volte alla protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio.

Durante un servizio perlustrativo svolto nelle strada intercomunale del Comune di Trabia, un equipaggio dell’aliquota radiomobilie procedeva al controllo di un’autovettura sospetta all’interno della quale venivano generalizzati i quattro occupanti. Tra i sedili anteriori e posteriori dell’auto veniva rinvenuto un fucile da caccia, legalmente detenuto con relativo munizionamento ed all’interno di un sacco di plastica si trovavano conservate 5 lepri e nel vano bagagli un ulteriore sacco contenente un cinghiale.

Nella considerazione che, per l’anno corrente la lepre è annoverata dalle norme regionali come animale protetto vietandone la caccia mentre la caccia al cinghiale è consentita soltanto a partire dal mese di novembre sino a gennaio, i quattro cacciatori venivano condotti in caserma.

In relazione alle norme vigenti, i militari procedevano al sequestro della selvaggina, dell’arma, del relativo munizionamento nonché dei documenti di caccia.

mercoledì 22 ottobre 2014

Milano. Diciassette cacciatori denunciati dalle Guardie WWF Lombardia in soli tre giorni

«Ben 34 cacciatori denunciati in due settimane ben rappresenta la situazione lombarda - afferma Antonio Delle Monache, Coordinatore delle Guardie Volontarie del WWF Lombardia . La Legge dello Stato e le Direttive Europee in difesa della Fauna Selvatica sono sistematicamente infrante.I richiami acustici elettromagnetici vietati vengono usati quasi ovunque,nonostante il rischio di essere denunciati»

Milano, 21 ottobre 2014 - Diciassette cacciatori denunciati dalle Guardie WWF Lombardia in soli tre giorni di attività nelle province di Brescia, Milano e Pavia, per i reati dia bbattimento di specie protette,utilizzo di richiami custici elettromagnetici vietati e maltrattamento di animali.

Nell’ambito degli interventi le Polizie Provinciali hanno effettuato il sequestro di 17 fucili,11 richiami acustici elettromagneticivietati,1 telefonino usato come richiamo acustico,113 uccelli morti (pettirossi, cinciarelle,cinciallegre,fringuelli,frosoni,pispole,allodole e una tortora dal collare) e 5 uccelli vivi. 

«Ben 34 cacciatori denunciati in due settimane ben rappresenta la situazione lombarda - afferma Antonio Delle Monache, Coordinatore delle Guardie Volontarie del WWF Lombardia . La Legge dello Stato e le Direttive Europee in difesa della Fauna Selvatica sono sistematicamente infrante.I richiami acustici elettromagnetici vietati vengono usati quasi ovunque,nonostante il rischio di essere denunciati».

Romania – Cacciatori italiani nei guai. Avrebbero ucciso centinaia di allodole

GEAPRESS – Nuovo “incidente” per i cacciatori italiani in Romania. Stante quanto riportato dai giornali rumeni, sarebbero sette i nostri armati connazionali coinvolti nei giorni scorsi in un’inchiesta della polizia rumena su presunta caccia illegale.

Le località riferite per i sequestri di armi, munizioni ed in un caso le allodole abbattute (la stampa rumena riporta di fonti inquirenti) si troverebbero nei pressi di Mangalia e Cernavoda, rispettivamente a sud e ad ovest di Costanza.

Un primo cittadino italiano sarebbe stato trovato in possesso di pistole e oltre 500 cartucce calibro dodici. Almeno altri due italiani, nella secondo località,sarebbero invece coinvolti nel sequestro di 15 fucili da caccia calibro 12, 20 2 28, oltre che 11.000 cartucce e 610 allodole. Non è chiaro se tra i cacciatori italiani vi siano anche alcuni residente in Romania.

La vicenda non è sfuggita al CABS, lo speciale Nucleo di volontari antibracconaggio che ricorda come non pochi sarebbero i cacciatori italiani finiti sotto inchiesta nell’area di Costanza, proprio a seguito di battute di caccia.

Caccia: 4 morti e 23 feriti in un mese

Dopo soli 24 giorni effettivi di attività venatoria sono 27 le persone rimaste uccise o ferite da armi da caccia: quattro cacciatori sono morti e 15 sono rimasti feriti, mentre altre otto persone, tra cui un bambino, sono state colpite accidentalmente. A fare il bilancio di questo inizio di stagione è l’Associazione vittime della caccia: “I dati, aggiornati al 16 ottobre, danno il quadro della situazione – spiega Maurizio Giulianelli, vice presidente della associazione – Noi chiediamo da anni l’apertura di un tavolo con il ministero dell’Interno, ma non abbiamo ancora ottenuto risposta”. “L’alto numero di incidenti – spiega Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu, Lega italiana protezione uccelli – deve fare riflettere: solo nel 2013 abbiamo registrato 20 persone uccise da cacciatori e 80 feriti. Proponiamo che il Parlamento abroghi l’articolo 842 del codice civile che consente ai cacciatori di entrare nelle proprietà private.Tra l’altro, alcune regioni hanno stabilito una pre-apertura della caccia, dieci giorni prima della terza settimana di settembre, che è la data di avvio della stagione venatoria: in questi casi abbiamo registrato un forte aumento dei casi di bracconaggio”.
“Chiediamo anche – prosegue il presidente della Lipu – che sia aumentata la distanza di sicurezza dai centri abitati e dai luoghi di lavoro: visto che i cacciatori non rispettano quella attuale, di 150 metri, deve essere raddoppiata, nella speranza che serva a diminuire gli incidenti”. La forte urbanizzazione del nostro Paese “mette in discussione l’esistenza stessa della caccia che è diventata impraticabile in un territorio largamente antropizzato come il nostro. A tutto questo si aggiungono l’inciviltà e la maleducazione dei cacciatori che non esitano a sparare a qualsiasi cosa si muova: solo nelle ultime settimane sono state uccise da cacciatori una cicogna e un’aquila”.

Abruzzo. Agricoltori contro la caccia senza regole

Caccia al cinghiale: la necessità di contenere la popolazione e di tamponare le incursioni sui campi coltivati ha il rovescio della medaglia. Che ad alcuni residenti nel territorio tra Penne e Montebello Di Bertona, nel Pescarese, sarebbe addirittura superiore ai benefici. E raccontano che tranne il martedì e il venerdì, giorni di proibizione dell’attività venatoria, nell’agro di Montebello si va a caccia « dalle prime luci dell’alba a sera inoltrata. La proibizione di sparare vicino e tra le case, di non poter esercitare l’attività venatoria sui terreni coltivati ad ulivi fino alla fine del raccolto, di non lasciare sul terreno i bossoli, di non imbracciare il fucile stando vicino o sulla strada, viene totalmente elusa». Quindi si pone l’accento sulle problematiche inerenti «la sicurezza sul lavoro degli agricoltori che rischiano la pelle mentre lavorano i loro terreni». In particolare a contrada Mirabello «per via della facilità di accesso che consente ai cacciatori, muniti di radio portatili, di rimanere nei pressi delle auto e di chiudere, con tecniche da operazione militar, l’intera zona». Al di là dei toni e delle segnalazioni, ci sarebbe il fatto che «la Guardia forestale, a corto di uomini e mezzi, non riesce a fare fronte alle segnalazioni provenienti da otto comuni. Ma è la sicurezza sul lavoro degli agricoltori il capitolo più inquietante: i cacciatori per salvaguardarsi e evitare di spararsi tra di loro, come accaduto in diverse parti d’Italia, indossano pettorine arancioni. Chi lavora o passeggia per i propri terreni cosa dovrebbero indossare? E perché dovrebbero farlo essendo sulla loro proprietà privata?».

lunedì 20 ottobre 2014

Genova. Passeggiata al Lago della Tina con “sparatoria”, famiglia in mezzo a una battuta di caccia: “Assurdo

Arenzano. Una tranquilla passeggiata sul Beigua, precisamente sul sentiero del Lago della Tina, si è trasformata in una giornata di paura per una famiglia, che si è trovata in mezzo a una battuta di caccia.

“Abbiamo deciso di percorrere il sentiero del lago della Tina e abbiamo avvistato lungo il percorso dei cacciatori con i loro fucili e letto il cartello che segnalava la battuta di caccia in corso – spiega una lettrice – Prima di tutto mi chiedo come sia possibile tutto questo in un ‘oasi faunistica, poi mi chiedo quanto di regolare ci sia nel loro piano di caccia poiché rappresenta un vero pericolo per le tante famiglie che si accingevano a percorrere il sentiero”.

Verso le ore 11.30 la famiglia si è trovata insieme ad altre due signore con le loro bimbe nel bel mezzo di una sparatoria. “Lungo il sentiero, inammissibile! Il cacciatore dall’alto spingeva il cinghiale verso il basso dove i colleghi aspettavano e il malcapitato animale, spaventato, si è lanciato sul sentiero tagliando la strada ad una bimba che terrorizzata ha cominciato a piangere e urlare. Poco dopo, vicino a noi, lo sparo – prosegue la lettrice – Mi chiedo cosa sarebbe successo se avesse investito la bimba o se lo sparo avesse colpito uno di noi”.

Una grande paura, quindi. “Mi chiedo se questa è civiltà e vorrei delle risposte, vorrei che i signori cacciatori praticassero il loro ‘sport’ lontano dai sentieri che le famiglie hanno diritto di vivere in serenità. Per non parlare del fatto che non è molto educativo far assistere i bimbi a certi spettacoli”, conclude.

domenica 19 ottobre 2014

Brescia – Continui reati venatori. Cinque su sei denunciati sono cacciatori

GEAPRESS – Continua instancabile il lavoro delle Guardie Ecozoofile ANPANA di Brescia, impegnate nella lotta contro il bracconaggio e la caccia illegale agli uccelli protetti.

Negli ultimi quattro giorni, le Guardie hanno infatti denunciato sei persone per reati di tipo venatorio.

Domenica nel comune di Montichiari alle prime luci dell’alba è stato sorpreso un cacciatore che utilizzava due richiami elettroacustici che riproducevano il canto del tordo. Si tratta, come è noto, di mezzi di caccia vietati dalla legge. Il cacciatore è stato così denunciato per utilizzo di mezzi vietati.

Sempre nella giornata di Domenica, a distanza di soli pochi chilometri, nel comune di Calvisano, altri due bracconieri. In questo caso, alla vista delle Guardie dell’ANPANA, vi è stata una fuga roccambolesca durata oltre un’ora. I due sono stati infine identificati dalla Polizia Provinciale. Quando sono sono stati sorpresi delle Guardie ANPANA, stavano abbattendo dei fringuelli (specie protetta) con l’ausilio di un richiamo elettroacustico. Nella fuga hanno però lasciato sul posto la propria autovettura e non è stato così difficile poterli rintracciare.

Per entrambi è scattata la denuncia per utilizzo di mezzi vietati ed abbattimento di specie protetta oltre che abbandono di munizioni lasciate incustodite sull’auto.

Nella giornata di ieri è stata invece la volta di padre e figlio nel comune di Pozzolengo. Nell’ appostamento fisso di caccia, è stato trovato un richiamo elettroacustico e un uccello frosone appena abbattuto. L’intervento della Polizia Locale del comune di Pozzolengo consentiva di effettuare il sequestro. Anche in questa occasione i cacciatori sono stati denunciati per uso di mezzi vietati e abbattimento di fauna particolarmente protetta.

L’ ultimo intervento, sempre nella giornata di ieri, è avvenuto nel comune di Manerba del Garda. Le guardie ANPANA, nel corso del servizio venatorio, notavano lungo una strada con sbocco sul lago, una serie di quattordici trappole per avifauna dette “sep” con all’interno un uccello strozzato di specie particolarmente protetta, un occhiocotto.

Immediatamente si sono appostate all’interno del bosco per non essere notati e dopo circa un ora di attesa si è presentato un uomo il quale è stato colto in flagranza di reato con ancora le trappole e l’occhiocotto in mano.

Veniva avvertita la Polizia Provinciale per eseguire il sequestro penale e di conseguenza la persona consegnava agli agenti altri 13 pettirossi morti.

Il bracconiere è stato denunciato per furto ai danno dello stato in quanto privo di licenza di caccia e per uso di mezzi vietati ed abbattimento di specie particolarmente protetta. La Legge in materia venatoria, come è noto, rende inapplicabile a chi in possesso di licenza, i reati di furto e ricettazione.

I controlli. comunica l’ANPANA, proseguiranno ad oltranza visti i continui reati a danno di uccelli protetti. Un ringraziamento particolare va agli Agenti della Polizia Provinciale e della Polizia Locale del comune di Pozzolengo per la collaborazione dimostrata.

Cacciatori italiani uccidono un falco pescatore e una volpoca nel Delta dell'Ebro (Spagna)

Matan a tiros un águila pescadora y un tarro blanco en el Delta del Ebro



El primer día de la temporada de caza en el Delta del Ebro (Tarragona) se ha saldado con una nota lúgubre. Cazadores italianos han matado a las 9.15 de la mañana del domingo 12 de octubre un águila pescadora (Pandion haliaeatus) y untarro blanco (Tadorna tadorna) en el enclave de la La Alfacada, junto al observatorio de Migjorn. 

Los hechos han sido denunciados por los agentes rurales, que han acudido a la llamada de un observador. Ambas especies están catalogadas con el máximo nivel de protección. No son, desde luego, especies cinegéticas. Y abatirlas, como ha ocurrido en el Delta del Ebro, es un delito. 

La finca de la Alfacada mantiene un pequeño coto privado de caza, donde se permite la actividad cinegética, a pesar de encontrarse en zona protegida por diversas figuras legales y estar situada en el lugar de paso e invernada de cientos de miles de aves de decenas de especies de todo el continente europeo. Con esas circunstancias, “la posibilidad de que ocurra lo que ha sucedido hoy y se dispare sobre especies protegidas es alta” afirma Ignasi Ripoll, responsable de la reserva ornitológica de Riet Vell, que gestiona SEO/BirdLife en el Delta del Ebro. “Tras un delito flagrante como el de hoy, la Administración debería cerrar definitivamente ese coto”, denuncia Ripoll.

El responsable de SEO/BirdLife en el Delta del Ebro considera que debe replantearse la continuidad de áreas destinadas al turismo cinegético dentro de los espacios naturales protegidos. Permitirlo pone en riesgo el patrimonio natural de todos los ciudadanos y además supone una constante perturbación para el disfrute de esos espacios, que están protegidos por su gran valor natural y al servicio del ocio y disfrute de toda la sociedad. “Hay que recordar que el Delta del Ebro atrae miles de visitantes de toda Europa”, concluye Ripoll.

Importancia del águila pescadora y el tarro blanco 

El tarro blanco se incluye en el Libro Rojo de las aves de España (2004) en 4 la categoría de “Casi amenazado” y aparece como “De interés especial” en el Catálogo Nacional de Especies Amenazadas. El tarro blanco es mucho más abundante en Europa que en la Península Ibérica, y el Delta del Ebro es el principal lugar de invernada en nuestro país para los ejemplares del continente. 

El águila pescadora es todavía más escasa que el tarro blanco. Se incluye en el Libro Rojo de las aves de España (2004) como “En peligro crítico” y aparece como “De interés especial” en el Catálogo Nacional de Especies Amenazadas. En la Península el águila pescadora dejó de criar en la segunda mitad del siglo XX y sólo recientemente se han empezado a establecer unos pocos ejemplares en lugares muy concretos.