domenica 26 ottobre 2014

Il Presidente dell'Associazione Nazionale Libera Caccia, Paolo Sparvoli, denunciato dal CFS per utilizzo di richiami vietati

Sorpreso presso alcuni appostamenti fissi, situati peraltro vicino al confine di una riserva naturale, di cui si era già occupata alcune settimana fa la LAC Marche, chiedendo che vi fossero effettuati dei controlli da parte delle autorità preposte alla vigilanza.

LA LAC CHIEDE LE SUE IMMEDIATE DIMISSIONI.

Abbiamo appreso che nei giorni scorsi, durante un’operazione di controllo del Corpo Forestale dello Stato, il presidente nazionale dell’Associazione “Libera Caccia”, Paolo Sparvoli, è stato denunciato per possesso ed utilizzo di richiami per gli uccelli, vietati dalla legge sulla caccia. Insieme a Sparvoli è stato denunciato anche il facoltoso imprenditore Mauro Canil, titolare della Fidea, nonché noto presidente della Società Sportiva di calcio di Matelica. I due, fino a pochi mesi fa, ricoprivano anche il ruolo, rispettivamente, di sindaco e vicesindaco del Comune di Matelica.
Sparvoli e Canil, insieme ad un altro cacciatore, sono stati sorpresi dagli agenti forestali presso alcuni appostamenti di caccia da loro abitualmente utilizzati e situati in prossimità del valico di Valdiola, un passo situato tra i Comuni di Matelica, Gagliole e San Severino, importante perché molto transitato dagli uccelli nel corso delle loro migrazioni da e verso l’Europa dell’Est. Sulla regolarità o meno di questi appostamenti, situati peraltro vicino al confine di una riserva naturale, si era già occupata alcune settimana fa la LAC Marche, chiedendo che vi fossero effettuati dei controlli da parte delle autorità preposte alla vigilanza. Ricordiamo che il possesso e l’utilizzo di richiami per la caccia non legali è un reato penale, si tratta quindi di una violazione gravissima e per questo la posizione di Sparvoli è quella più scomoda e sconcertante, in quanto commessa dal presidente nazionale di un’associazione venatoria, che rappresenta decine e decine di migliaia di cacciatori italiani. Ci chiediamo, quindi, che esempio possa dare, agli iscritti della propria associazione, un presidente che per primo non rispetta le leggi, ed infrange anche le regole più elementari della caccia?
Per questo semplice motivo, la LAC - Lega per l’Abolizione della Caccia chiede le sue immediate dimissioni da presidente, anche perché la sua permanenza alla guida della A.N.L.C. equivarrebbe ad una istigazione a delinquere per tutti i cacciatori iscritti, ed un insulto per i cittdaini che le regole e le leggi invece le rispettano.
25 ottobre 2014

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