Polpette a base di pesticidi utilizzati in agricolutura hanno avvelenato 9 cani, uccidendone 7. Sono stati necessari 2 anni di indagini agli uomini del corpo forestale per riuscire ad individuare ed arrestare i responsabili di tali maltrattamenti
CESENA - “Come Corpo Forestale dello Stato riteniamo che tali tipi di reato abbiano in sé una notevole efferatezza e siamo fermamente decisi a precise azioni di contrasto, a tale fine stiamo predisponendo un protocollo d’intesa con il Servizio Veterinario”. Con queste parole il Comandante regionale Giuseppe Giove ha commentato la conclusione dell'operazione denominata "Bocconi Amari", che ha portato alla denuncia a piede libero di 5 cacciatori per per l’avvelenamento di cani con bocconi avvelenati a causa del disturbo arrecato alla selvaggina lanciata per il ripopolamento.
Le indagini, durate circa 2 anni, hanno interessato in tutto l’avvelenamento di 13 cani fra i comuni di Bagno di Romagna (12) e di Civitella (1) nel periodo che va dalla fine dell’anno 2008 e l’inizio del 2010, con perquisizioni, sequestri, interrogatori, appostamenti, e pedinamenti. Dei 13 cani avvelenati, 9 sono stati attribuiti alla mano di 5 persone di cui 8 cani a Bagno di Romagna ed 1 a Civitella di Romagna.
Nel 2009 il fenomeno degli avvelenamenti dovuti ai bocconi di carne aveva pesantemente interessato la provincia di Forlì-Cesena con 42 casi di avvelenamento (il 26% circa dell’intera regione Emilia Romagna), principalmente cani, ma anche volpi e lupi che erroneamente vengono ritenuti “nocivi”, in quanto predatori naturali della selvaggina. Le autorità competenti, in particolare la Prefettura e il Comune, avevano allertato le forze dell’ordine per l’allarme sociale causato dal fenomeno e per la vasta eco che ne era scaturita sugli organi di informazione, pertanto il Corpo Forestale dello Stato aveva messo in campo un pool di investigatori, in tutto 18 unità, comprendenti le strutture del comando provinciale Cfs di Forlì, del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del Cfs di Forlì, dei comandi stazione Cfs di Bagno di Romagna, di Civitella di Romagna, di Mercato Saraceno, di Sarsina e di Predappio.
Le indagini svolte dagli investigatori, coordinate dal pm Santangelo, hanno permesso di individuare e denunciare le 5 persone citate: 3 a Bagno di Romagna, 1 a Cesena e 1 a Civitella di Romagna, tutti di un'età compresa tra i 79 e i 33 anni. I cinque avevano avvelenato 9 cani con l’utilizzo di pesticidi in uso all’agricoltura, di questi, ben 7 erano morti fra atroci sofferenze e solamente 2 si erano salvati grazie al tempestivo intervento del veterinario.
Più di 30 testimonianze della popolazione, che ha ampiamente collaborato con il corpo forestale dello Stato, ha permesso di arrivare alle 5 denunce all’autorità giudiziaria, attraverso 4 perquisizioni domiciliari, 2 perquisizioni veicolari, 3 sequestri penali, 6 sequestri amministrativi, 8 comunicazioni di notizie di reato, 6 sanzioni amministrative.
I sequestri hanno riguardato inoltre pesticidi usati per avvelenare i bocconi, un mestolo in legno, una siringa per iniettare le sostanze venefiche, un cucchiaio per dosare le sostanze, carne congelata ed altro materiale usato per la cattura illegale della fauna selvatica (reti, trappole, lacci in acciaio, munizioni, un coltello).
I 5 cacciatori sono stati denunciati anche per altri reati oltre che per l’art. 544 Bis del codice penale che riguarda l’avvelenamento di animali con l’utilizzo di sostanze venefiche che hanno causato loro inutili sofferenze. Di notevole importanza per le indagini le testimonianze delle persone che hanno collaborato e le analisi di laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico di Forlì e del consulente del tribunale che hanno consentito di individuare i principi attivi utilizzati per gli avvelenamenti.
Fonte: romagnanoi.it del 06 dicembre 2010
Nessun commento:
Posta un commento