Sartirana: cacciatori a ridosso delle case. I piombini ritrovati nei giardini, 2 gatti morti. I residenti scrivono a wwf e comune
I residenti di Via Don Consonni hanno paura. Perché oltre ai "pallini" raccolti in diverse occasioni in giardino, agli incontri ravvicinati con cacciatori con tanto di fucile chiuso e in un caso pure spianato, ai latrati dei cani una volta catturata la preda, ora si aggiunge la misteriosa scomparsa e morte di due gattini, nella medesima mattina e proprio quando i cacciatori si aggiravano nella piana tra il laghetto di San Rocco e le residenze di Via Don Consonni.
La piana di Via Don ConsonniLa situazione va avanti da diversi anni ma si è fatta sempre più marcata con lo spuntare di nuove villette, proprio come ora, e dunque l'accorciamento delle distanze tra la zona di caccia e i residenti minaccia di far saltare questo equilibrio o convivenza pacifica a seconda di come lo si voglia interpretare. Dati gli ultimi episodi, infatti, i cittadini preoccupati si sono rivolti dapprima al WWF dettagliando in una lettera la situazione e chiedendo ragguagli e ora presso il vicesindaco Massimiliano Vivenzio. L'ente di protezione dell'ambiente e degli animali ha già risposto facendo sapere che il primo passo è il controllo tramite le guardie forestali che possono fare dei sopralluoghi e, nel caso riscontrassero delle irregolarità, intervenire (un po' come avvenuto ad Albareda e come dettagliato nell'articolo a latere, ndr). I residenti, poi, hanno intenzioni di rivolgersi al vicesindaco e avvocato Massimiliano Vivenzio. Qualche limitazione, infatti, al territorio di caccia potrebbe arrivare da un intervento dell'autorità locale preposta e, almeno a livello informativo, i cittadini sono intenzionati a incontrarlo in quanto assessore all'ecologia e ambiente. "La situazione in questi si è aggravata" hanno raccontato "un tempo qui c'erano poche case ma ora l'area è più densamente popolata e per i cacciatori è praticamente impossibile rispettare le distante perché vorrebbe dire muoversi in pochi metri quadrati". Stando infatti alla normativa le distanze parlano di 150 metri dalla recinzione o di 100 metri con case alle spalle rispetto alla direzione di tiro (http://www.wwf.lecco.it/vagante.htm) e poi ci sarebbero tutta un'altra serie di norme (fucile aperto quando si cammina su strade asfaltate) che sarebbero disattese da alcuni di loro. Tanto che i piombini dei colpi sparati sono stati trovati sul davanzale di qualche finestra e ora pure i gatti sono stati trovati morti. "I nostri bimbi incrociano i cacciatori con i fucili mentre attendono il piedibus" hanno raccontato "anche se è tutto in regola non è bello, non crediamo sia particolarmente educativo". Se a questo poi si aggiungono i latrati dei cani che rendono la pratica ancora più "colorita", si comprende bene come la situazione nella piana di San Rocco sia profondamente diversa e più complicata rispetto a una ventina di anni fa. Come dicevamo se il WWF da parte sua ha già fornito una risposta ora non resta che attendere cosa dirà l'amministrazione comunale, se e quali controlli sarà in grado di predisporre, quali eventualmente limitazioni porre o condizioni per consentire la prosecuzione della pratica secondo queste modalità.
La piana di Via Don ConsonniLa situazione va avanti da diversi anni ma si è fatta sempre più marcata con lo spuntare di nuove villette, proprio come ora, e dunque l'accorciamento delle distanze tra la zona di caccia e i residenti minaccia di far saltare questo equilibrio o convivenza pacifica a seconda di come lo si voglia interpretare. Dati gli ultimi episodi, infatti, i cittadini preoccupati si sono rivolti dapprima al WWF dettagliando in una lettera la situazione e chiedendo ragguagli e ora presso il vicesindaco Massimiliano Vivenzio. L'ente di protezione dell'ambiente e degli animali ha già risposto facendo sapere che il primo passo è il controllo tramite le guardie forestali che possono fare dei sopralluoghi e, nel caso riscontrassero delle irregolarità, intervenire (un po' come avvenuto ad Albareda e come dettagliato nell'articolo a latere, ndr). I residenti, poi, hanno intenzioni di rivolgersi al vicesindaco e avvocato Massimiliano Vivenzio. Qualche limitazione, infatti, al territorio di caccia potrebbe arrivare da un intervento dell'autorità locale preposta e, almeno a livello informativo, i cittadini sono intenzionati a incontrarlo in quanto assessore all'ecologia e ambiente. "La situazione in questi si è aggravata" hanno raccontato "un tempo qui c'erano poche case ma ora l'area è più densamente popolata e per i cacciatori è praticamente impossibile rispettare le distante perché vorrebbe dire muoversi in pochi metri quadrati". Stando infatti alla normativa le distanze parlano di 150 metri dalla recinzione o di 100 metri con case alle spalle rispetto alla direzione di tiro (http://www.wwf.lecco.it/vagante.htm) e poi ci sarebbero tutta un'altra serie di norme (fucile aperto quando si cammina su strade asfaltate) che sarebbero disattese da alcuni di loro. Tanto che i piombini dei colpi sparati sono stati trovati sul davanzale di qualche finestra e ora pure i gatti sono stati trovati morti. "I nostri bimbi incrociano i cacciatori con i fucili mentre attendono il piedibus" hanno raccontato "anche se è tutto in regola non è bello, non crediamo sia particolarmente educativo". Se a questo poi si aggiungono i latrati dei cani che rendono la pratica ancora più "colorita", si comprende bene come la situazione nella piana di San Rocco sia profondamente diversa e più complicata rispetto a una ventina di anni fa. Come dicevamo se il WWF da parte sua ha già fornito una risposta ora non resta che attendere cosa dirà l'amministrazione comunale, se e quali controlli sarà in grado di predisporre, quali eventualmente limitazioni porre o condizioni per consentire la prosecuzione della pratica secondo queste modalità.
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