domenica 16 ottobre 2011

Cacciatori contro l'antibracconaggio

Caccia e pesca: nasce a Brescia il Partito Rurale

IL PROGETTO. A Brixia Expo l'incontro fra tutti i movimenti del Nord Alla riunione anche Berlato del Pdl: «Uniti ci si potrà far sentire di più» Casella del Crca attacca il Governo: «Troppi soldi contro i bracconieri»


L'idea è tanto semplice quanto concreta: unire sotto l'egida di un unico simbolo politico cacciatori, agricoltori e «ambientalisti di destra». Un sogno che ieri pomeriggio ha mosso i primi passi nella sala conferenze di Brixia Expo, con i coordinatori dei movimenti vicini alle doppiette di Lombardia, Veneto, Piemonte e sud Italia riuniti intorno a un tavolo. Tra loro pure l'europarlamentare veneto Sergio Berlato (ex An ora uomo di punta del Pdl in Europa). E' proprio lui a tessere le file dell'idea, rispondendo positivamente all'invito di Eugenio Casella, del direttivo bresciano di «Civiltà rurale, caccia e ambiente» (Crca). «Dobbiamo unirci - sbotta l'europarlamentare che, in Veneto, è stato pure assessore regionale all'agricoltura -. Il mondo che rappressentiamo è eterogeneo: non solo cacciatori, ma anche agricoltori e ambientalisti. Decine di migliaia di persone ci seguono sul territorio e, non avendo alternative, danno fiducia ai «classici» partiti. Per questa ragione, pur essendo rappresentante di un partito, io non chiudo le porte a nuove iniziative. Almeno a livello personale. Nel nord, come nel resto d'Italia, le doppiette e gli agricoltori devono farsi sentire e avere una «loro» rappresentanza nelle istituzioni. Troppo spesso siamo in balia di movimenti antagonisti che dicono di voler proteggere l'ambiente e gli animali e poi fatto tutto il contrario». COME DIRE che, nel caso nascesse il partito dei cacciatori, Berlato sarebbe uno di loro. Questo a parole, aspettando di avere indicazioni dal pdl e dai suoi «sostenitori» veneti. Chi va oltre, gettando il cuore oltre l'ostacolo, è Eugenio Casella. «Spesso alla caccia si legano le azioni più turpi - dice il rappresentante di Crca -. Noi, appassionati della vita rurale, abbiamo invece valori saldi, radici che non vogliamo farci strappare nè appaltare a partiti politici che poi ci girano le spalle a convenienza. Per questo abbiamo lanciato l'idea di un unico movimento nazionale che possa, in futuro, diventare anche un partito. Abbiamo voglia di contare e contarci. Fino a oggi siamo stati un bacino elettorale di tutto rispetto. Perchè, allora, non scendere in campo con uno dei nostri?». Dubbi e domande a cui ha voluto rispondere l'europarlamentare del Pdl. «Se si vuole affrontare la questione con serietà - ha ricordato Berlato ai colleghi cacciatori - non si può prescindere dall'organizzazione. Per presentare liste e candidati occorrono raccogliere firme ed essere presenti sul territorio. Poi, per avere una rappresentanza in parlamento è necessario superare il 4% dei voti. Non è facile, ma il movimento che nascerà dal territorio dovrà rimboccarsi le maniche e creare un sistema capace di alzare la voce e farsi sentire a tutti i livelli».La stoccata finale arriva per voce di Casella. Lui, cacciatore convinto, non ha digerito gli stanziamenti del Governo sui controlli «anti-bracconaggio». «Viviamo in una provincia in cui siamo assediati dai Noa, i nuclei anti bracconaggio - racconta infervorandosi -. Ogni anno arrivano agenti da tutta Italia e i costi sono, naturalmente, addossati a tutta la collettività. Un esercito in campo per quattro archetti e due reti. Se quei soldi li stanziassero per i servizi sociali forse avremmo meno poveri e cacciatori più coscienziosi».Questo il primo punto del futuro partito della caccia. Per il resto ci sarà tempo e modo per capire quale sarà il destino politico delle doppiette bresciane.

Giuseppe Spatola


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