giovedì 6 ottobre 2011

La Lega impone le deroghe al governo in Lombardia

MILANO - "Evviva! La caccia in Lombardia è salva! Grazie all'intervento della Lega Nord in Consiglio dei Ministri non è stata ratificata l'impugnativa della legge della Regione Lombardia in materia di caccia in deroga. Sono lieto del risultato ottenuto. A questo punto, però, appare evidente che la normativa nazionale non è assolutamente adeguata in materia di caccia e che la materia debba essere di competenza regionale". Diceva esattamente questo il comunicato stampa con cui il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Carderoli, spiegava (presumibilmente ai leghisti amanti della carabina) come mai il Cdm non avesse impugnato, come del resto aveva fatto per le altre regioni, la legge sulle deroghe alla caccia approvata dalla Lombardia, che prevede la possibilità di cacciare cinque specie migratorie protette: storno, fringuello, peppola, pispola e frosone.

ANOMALIA - Eppure è molto strano che il Consiglio dei Ministri abbia deciso di lasciar passare la proposta della Lega di non intervenire. Appena ieri, infatti, un documento del Cdm definiva così la proposta di cacciare in deroga: "Si tratta di una proposta che presenta profili di illegittimità, contrastando con la vigente normativa nazionale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, per la quale lo Stato ha competenza esclusiva". Cosa può essere cambiato in una nottata da convincere il governo a cambiare così repentinamente idea? Di sicuro la caccia in deroga rimane illegittima, perciò c'è da credere che si sia trattato semplicemente di una gentile concessione di Berlusconi al Carroccio. Evidentemente la garanzia di non staccare la spina al governo val bene il sacrificio di qualche povero uccello di passaggio sui monti e sulle pianure della Lombardia. Saremmo proprio curiosi anche di capire quanti voti vale ogni uccellino morto, ma è un calcolo che nessun istituto di statistica sarebbe in grado di fare.

PROTESTE - L'esultanza a dir poco fuori luogo di Calderoli (nemmeno avesse trovato la formula per portare l'Italia fuori dalla crisi in cui versa) e l'incredibile decisione del governo non sono piaciute per niente alle varie associazioni che si battono per la difesa del territorio e della fauna. In un comunicato congiunto Enpa, Lav, Lipu, Legmbiente e WWF Lombardia non hanno usato mezzi termini per condannare il gesto: "Riteniamo gravissima ed ingiustificabile la decisione assunta dal Consiglio dei ministri di rinunciare in extremis a impugnare la legge palesemente illegittima della Regione Lombardia sulle deroghe di caccia, nonostante l'Unione Europea abbia già di recente annullato con un provvedimento eccezionale un analogo atto legislativo della Regione stessa. Le trionfalistiche dichiarazioni del ministro Calderoli, che rivendica e si compiace dell'uccisione di piccoli uccelli - peppole, fringuelli, pispole, frosoni e storni - sono il segno di un'estrema debolezza: la preparazione della campagna elettorale a danno degli animali selvatici tutelati nel continente, contro l'Europa e le sue regole, contro la Costituzione. Infatti, Calderoli, nell'affermare che la competenza sull'attività venatoria deve spettare alle Regioni e non più allo Stato, ignora volutamente l'articolo 117 della Costituzione, che - come ribadito ripetutamente dalle sentenze della Corte Costituzionale - attribuisce allo Stato la competenza legislativa esclusiva sull'ambiente e sull'ecosistema e, dunque, sulla fauna. Chi pagherà in futuro, quando l'Unione Europea aprirà una nuova procedura d'infrazione contro l'Italia, dopo aver pronunciato solo un anno fa una condanna durissima nei nostri confronti? Gli italiani e soprattutto i cittadini lombardi sappiano che ogni sanzione pecuniaria peserà su di loro".

Fonte: net1.news.org del 06 ottobre 2011

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