martedì 1 novembre 2011

Grosseto. Ambientalisti documentano con foto: "Cinghiali alimentati illegalmente"

Grosseto: Il Coordinamento dei Comitati e alcune tra le più importanti Associazioni della Provincia di Grosseto, esprimono la massima solidarietà all’Associazione “Italia Nostra” e al suo Presidente Michele Scola, sulla possibile querela da parte delle Associazioni venatorie. “Riteniamo che tutte le dichiarazioni del Presidente di Italia Nostra siano veritiere e comprovate da studi scientifici e prove inoppugnabili” dicono, facendo alcuni riferimenti: “la XIII Commissione Agricoltura della Camera - dicono - durante la conferenza stampa del 26 di luglio, afferma che una delle cause che ha favorito l’espansione dei cinghiali è l’immissione di ungulati a scopo venatorio, a partire dagli anni 50. La Direttrice del Parco dell’Arcipelago Toscano spiega che nonostante i continui abbattimenti, il numero di cinghiali e mufloni continua a salire e con loro i danni all’agricoltura. All’Isola d’Elba, i cinghiali non sono una specie autoctona ma sono stati inseriti dai cacciatori tra gli anni sessanta e settanta. In altre Province è stato scoperto dal servizio di Vigilanza Ambientale che, alcuni cacciatori, si autotassavano per acquistare cinghiali da immettere abusivamente all’interno di zone di caccia”.
“Le foto che alleghiamo – aggiungono dal coordinamento dei comitati - dimostrano come nella nostra Provincia i cinghiali vengono alimentati illegalmente per favorire la loro crescita numerica. All’interno dei boschi è stato scoperto questo strumento artigianale che, in modo automatico, diffonde granoturco per alimentare i cinghiali”. Tutti questi episodi – secondo il Coordinamento - dimostrerebbero che i cacciatori “per perseguire i loro fini venatori”, libererebbero animali e li alimenterebbero, con lo scopo di farli proliferare.
“Per quanto riguarda i cani dei cinghialai dobbiamo ricordarci che sono i più dimenticati e questo è dimostrato dai numerosissimi canili abusivi dove i cani vivono all’interno di recinti fatiscenti (lamiere, eternit, legno marcio e bidoni) – sostengono dal coordinamento - spesso legati a catene corte, sotto il sole e la pioggia. Cani tristi che girano intorno alla cuccia, spesso alimentati con un po’ di pane secco e senza un padrone che li porti a spasso. Nascosti da teli verdi in mezzo alle macchie e ai boschi, ai margini delle città, immersi nella solitudine fino a quando sono costretti, durante la cacciata, a combattere una dura battaglia per la sopravvivenza. Una battaglia contro altre creature, che tentano di sopravvivere a una morte crudele e che non hanno scelto di combattere”. “Michele Scola di Italia Nostra ha avuto il coraggio di fare emergere questa dura realtà in una terra difficile, con la più grande densità di cacciatori e con politici sempre pronti ad accogliere (in cambio di voti?) le loro richieste” concludono da Lac, Acu, Lav e WWF.


Nessun commento:

Posta un commento