Bruxelles apre una procedura di infrazione contro l’Italia: colpite specie protette come storni e fringuelli
Sanzioni milionarie in vista per l’ Italia a causa del mancato rispetto delle direttive sulla caccia. Bruxelles ha infatti aperto una seconda procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia in merito alla direttiva sulla protezione degli uccelli selvatici. La Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora in cui chiede a Roma «di conformarsi a tre sentenze della Corte di giustizia Ue». Il passo successivo, in caso di inadempienza, è un nuovo ricorso alla Corte Ue insieme a sanzioni pecuniarie. Nel mirino c’è la caccia in deroga in Liguria e in Veneto, che hanno autorizzato le doppiette a colpire specie non cacciabili come gli storni e i fringuelli. In Lombardia Puglia, Lazio e Toscana, la Corte ha poi «riscontrato una serie di lacune nel recepimento della direttiva Uccelli». L’Italia, scrive la Commissione Ue, «ha corretto la propria legislazione, ma diverse violazioni non sono ancora state corrette» e a libello locale «Lombardia e Puglia hanno continuato a rilasciare deroghe per la caccia in violazione della direttiva».La procedura d’infrazione ha scatenato diverse reazioni da parte di politici, ambientalisti associazioni di categoria. Nel mondo istituzionale Gianluca Bardelli, membro del Comitato tecnico faunistico venatorio del ministero delle Politiche Agricole, mette in guardia sulle possibili «sanzioni pecuniarie per diversi milioni di euro» e sottolinea la necessità di mettere da parte le «logiche politico-elettorali» e di definire rapidamente, in seno al Comitato, le linee guida rivolte alle Regioni. Il capo di gabinetto del ministero delle Politiche Agricole, Antonello Colosimo, ribadisce che «evitare condanne europee è la priorità, ma tutto va fatto nel rispetto delle procedure». Il Comitato dovrà «approvare uno schema di linee guida da portare in Conferenza Stato-Regioni per poi adottarlo».Nel mondo politico i Radicali italiani chiedono all’Europa di fermare i ’bracconieri della leggè e sollecitano l’Italia a «scegliere la strada della legalità e del rispetto delle direttive». I Verdi propongono che le eventuali sanzioni siano pagate «non dai cittadini, ma da quei consiglieri che hanno approvato le leggi sapendo che erano illegittime e da tutti i funzionari che hanno dato i loro pareri positivi».Tra le associazioni, il presidente dell’Arcicaccia Osvaldo Veneziano sollecita il governo a emanare le linee guida per il recepimento corretto della direttiva europea, altrimenti «rischiamo che gli italiani paghino per l’insipienza mostrata del governo fino a oggi».Sul fronte degli ambientalisti, per la Lega italiana protezione uccelli (Lipu) la procedura di infrazione «dovrà essere decisiva per ridare una struttura di legalità alla disastrosa gestione della caccia in deroga e in generale dell’ abbattimento degli uccelli migratori». Il Wwf definisce «scandaloso che in un momento di crisi economica come questo le Regioni mettano a rischio il Paese di ricevere multe milionarie che verranno pagate da tutti i cittadini».LA MAPPA DELLE DEROGHE REGIONALIIn Veneto la giunta regionale ha autorizzato la caccia a storni, fringuelli, peppole, frosoni, pispole e prispoloni. Questo, scrive la Commissione europea, nonostante «l’11 novembre 2010 la Corte di giustizia Ue si è pronunciata contro l’Italia perchè Veneto aveva adottato una normativa regionale che autorizzava la caccia» ad alcune specie protette.In Liguria il 15 novembre scorso il Consiglio di Stato ha sospeso, per la seconda volta, la delibera regionale per la caccia in deroga allo storno. La Corte Ue, sottolinea la Commissione, si era già pronunciata contro l’Italia nel maggio 2008 perchè la Liguria aveva adottato e applicato una normativa che autorizzava la caccia agli storni e ai fringuelli.A Lombardia, Puglia, Lazio e Toscana l’Europa imputa «una serie di lacune di carattere generale nel recepimento della direttiva Uccelli». L’Italia, spiega la Commissione Ue, «ha poi corretto la propria legislazione, ma diverse violazioni non sono ancora state corrette».In Particolare, Lombardia e Puglia «hanno continuato a rilasciare deroghe per la caccia». In Lombardia il Consiglio regionale ha autorizzato la caccia in deroga di storni, peppole, fringuelli, pispole e frosoni, mentre in Puglia la Giunta regionale ha approvato il prelievo in deroga dello storno.
Sanzioni milionarie in vista per l’ Italia a causa del mancato rispetto delle direttive sulla caccia. Bruxelles ha infatti aperto una seconda procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia in merito alla direttiva sulla protezione degli uccelli selvatici. La Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora in cui chiede a Roma «di conformarsi a tre sentenze della Corte di giustizia Ue». Il passo successivo, in caso di inadempienza, è un nuovo ricorso alla Corte Ue insieme a sanzioni pecuniarie. Nel mirino c’è la caccia in deroga in Liguria e in Veneto, che hanno autorizzato le doppiette a colpire specie non cacciabili come gli storni e i fringuelli. In Lombardia Puglia, Lazio e Toscana, la Corte ha poi «riscontrato una serie di lacune nel recepimento della direttiva Uccelli». L’Italia, scrive la Commissione Ue, «ha corretto la propria legislazione, ma diverse violazioni non sono ancora state corrette» e a libello locale «Lombardia e Puglia hanno continuato a rilasciare deroghe per la caccia in violazione della direttiva».La procedura d’infrazione ha scatenato diverse reazioni da parte di politici, ambientalisti associazioni di categoria. Nel mondo istituzionale Gianluca Bardelli, membro del Comitato tecnico faunistico venatorio del ministero delle Politiche Agricole, mette in guardia sulle possibili «sanzioni pecuniarie per diversi milioni di euro» e sottolinea la necessità di mettere da parte le «logiche politico-elettorali» e di definire rapidamente, in seno al Comitato, le linee guida rivolte alle Regioni. Il capo di gabinetto del ministero delle Politiche Agricole, Antonello Colosimo, ribadisce che «evitare condanne europee è la priorità, ma tutto va fatto nel rispetto delle procedure». Il Comitato dovrà «approvare uno schema di linee guida da portare in Conferenza Stato-Regioni per poi adottarlo».Nel mondo politico i Radicali italiani chiedono all’Europa di fermare i ’bracconieri della leggè e sollecitano l’Italia a «scegliere la strada della legalità e del rispetto delle direttive». I Verdi propongono che le eventuali sanzioni siano pagate «non dai cittadini, ma da quei consiglieri che hanno approvato le leggi sapendo che erano illegittime e da tutti i funzionari che hanno dato i loro pareri positivi».Tra le associazioni, il presidente dell’Arcicaccia Osvaldo Veneziano sollecita il governo a emanare le linee guida per il recepimento corretto della direttiva europea, altrimenti «rischiamo che gli italiani paghino per l’insipienza mostrata del governo fino a oggi».Sul fronte degli ambientalisti, per la Lega italiana protezione uccelli (Lipu) la procedura di infrazione «dovrà essere decisiva per ridare una struttura di legalità alla disastrosa gestione della caccia in deroga e in generale dell’ abbattimento degli uccelli migratori». Il Wwf definisce «scandaloso che in un momento di crisi economica come questo le Regioni mettano a rischio il Paese di ricevere multe milionarie che verranno pagate da tutti i cittadini».LA MAPPA DELLE DEROGHE REGIONALIIn Veneto la giunta regionale ha autorizzato la caccia a storni, fringuelli, peppole, frosoni, pispole e prispoloni. Questo, scrive la Commissione europea, nonostante «l’11 novembre 2010 la Corte di giustizia Ue si è pronunciata contro l’Italia perchè Veneto aveva adottato una normativa regionale che autorizzava la caccia» ad alcune specie protette.In Liguria il 15 novembre scorso il Consiglio di Stato ha sospeso, per la seconda volta, la delibera regionale per la caccia in deroga allo storno. La Corte Ue, sottolinea la Commissione, si era già pronunciata contro l’Italia nel maggio 2008 perchè la Liguria aveva adottato e applicato una normativa che autorizzava la caccia agli storni e ai fringuelli.A Lombardia, Puglia, Lazio e Toscana l’Europa imputa «una serie di lacune di carattere generale nel recepimento della direttiva Uccelli». L’Italia, spiega la Commissione Ue, «ha poi corretto la propria legislazione, ma diverse violazioni non sono ancora state corrette».In Particolare, Lombardia e Puglia «hanno continuato a rilasciare deroghe per la caccia». In Lombardia il Consiglio regionale ha autorizzato la caccia in deroga di storni, peppole, fringuelli, pispole e frosoni, mentre in Puglia la Giunta regionale ha approvato il prelievo in deroga dello storno.
Nessun commento:
Posta un commento