In due mesi ne sono morti almeno 42 fra cani e gatti. Tutti colpiti dai cacciatori. Tutti in provincia di Vicenza, fra Costabissara, Lonigo, Grisignano, Sandrigo, Barbarano, Montegaldella, Montebello, Rotzo, Mussolente, Torri di Quartesolo, Marostica, Nove e da tanti altri paesi della provincia.
Di questi sappiamo. Di molti altri no. Perché i loro compagni umani non hanno sporto denuncia. E sono certamente la maggior parte.
Mai come quest'anno si era assistito alla mattanza dei migliori amici dell'uomo, cani e gatti in particolare. In quella che è la culla della caccia in Veneto.
La storia è sempre la stessa, spiega Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento vicentino contro la caccia: gli animali fanno ritorno a casa sanguinanti, altri spariscono per sempre o vengono ritrovati con il corpo crivellato dai pallini lasciando sgomente intere famiglie.
Nessuno dei cacciatori è stato identificato. Nessuno ha dichiarato di avere commesso un errore. Meno che meno altri cacciatori hanno denunciato il comportamento dei loro colleghi.
Sabrina Favaro abita in zona Ca' Vecia: "Negli ultimi quindici giorni mi hanno avvelenato e impallinato due gatti. Ho tre figlie e ora abbiamo tutte paura che i nostri animali escano, potrebbero essere ammazzati. Che facciamo li teniamo rinchiusi in casa?
Alla micia di Andrea Calzavara, medico veterinario di San Giovanni in Monte, pochi giorni fa hanno sparato. L'ha ritrovata con il corpo crivellato di pallin.
Leo era un cane ed è stato ammazzato ad Altissimo un mese fa: due colpi di fucile.
Renzo Rizzi non ha dubbi : "Per un cacciatore abituato a uccidere per hobby, per gioco, presumo che uccidere una lepre, un gatto o un cane non faccia molta differenza.Ricordo comunque che cani e gatti non sono prede inserite nel calendario venatorio, sono protetti dalle leggi a più livelli, sono animali che devono essere rispettati in quanto di proprietà, sono animali d'affezione. Ammazzarli vuol dire fare del male direttamente a un nucleo famigliare, è un atto delinquenziale, una vigliaccata che non ha scusanti".
Rizzi chiede all'assessore (e cacciatore) Spigolon responsabile del settore caccia della Provincia di Vicenza di dare un segnale di equilibrio, condannando pubblicamente queste gesta dei cacciatori Vicentini.
Inoltre, proponendo in Regione una modifica della legge 50/93, con un inasprimento della pena per chi si renda responsabile di queste crudeltà gratuite, in primis la revoca immediata della licenza di caccia, e la sospensione della stessa, per almeno cinque anni".
Di questi sappiamo. Di molti altri no. Perché i loro compagni umani non hanno sporto denuncia. E sono certamente la maggior parte.
Mai come quest'anno si era assistito alla mattanza dei migliori amici dell'uomo, cani e gatti in particolare. In quella che è la culla della caccia in Veneto.
La storia è sempre la stessa, spiega Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento vicentino contro la caccia: gli animali fanno ritorno a casa sanguinanti, altri spariscono per sempre o vengono ritrovati con il corpo crivellato dai pallini lasciando sgomente intere famiglie.
Nessuno dei cacciatori è stato identificato. Nessuno ha dichiarato di avere commesso un errore. Meno che meno altri cacciatori hanno denunciato il comportamento dei loro colleghi.
Sabrina Favaro abita in zona Ca' Vecia: "Negli ultimi quindici giorni mi hanno avvelenato e impallinato due gatti. Ho tre figlie e ora abbiamo tutte paura che i nostri animali escano, potrebbero essere ammazzati. Che facciamo li teniamo rinchiusi in casa?
Alla micia di Andrea Calzavara, medico veterinario di San Giovanni in Monte, pochi giorni fa hanno sparato. L'ha ritrovata con il corpo crivellato di pallin.
Leo era un cane ed è stato ammazzato ad Altissimo un mese fa: due colpi di fucile.
Renzo Rizzi non ha dubbi : "Per un cacciatore abituato a uccidere per hobby, per gioco, presumo che uccidere una lepre, un gatto o un cane non faccia molta differenza.Ricordo comunque che cani e gatti non sono prede inserite nel calendario venatorio, sono protetti dalle leggi a più livelli, sono animali che devono essere rispettati in quanto di proprietà, sono animali d'affezione. Ammazzarli vuol dire fare del male direttamente a un nucleo famigliare, è un atto delinquenziale, una vigliaccata che non ha scusanti".
Rizzi chiede all'assessore (e cacciatore) Spigolon responsabile del settore caccia della Provincia di Vicenza di dare un segnale di equilibrio, condannando pubblicamente queste gesta dei cacciatori Vicentini.
Inoltre, proponendo in Regione una modifica della legge 50/93, con un inasprimento della pena per chi si renda responsabile di queste crudeltà gratuite, in primis la revoca immediata della licenza di caccia, e la sospensione della stessa, per almeno cinque anni".
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