WWF: “TRAGEDIA ANNUNCIATA. IL CONSIGLIO REGIONALE CHE CONSENTE DI SPARARE DOPO IL TRAMONTO NE E’ RESPONSABILE”
Quello di Gradisca è il secondo incidente di caccia che avviene in una settimana nelle ore notturne. Il WWF: “Aspettiamo il morto prima di abolire una norma che mette a rischio l’incolumità delle persone?”.
“E siamo a due: nel giro di una settimana sono già due gli incidenti di caccia avvenuti al buio, dopo il tramonto, in un orario in cui – secondo la legge nazionale – nessun cacciatore dovrebbe aggirarsi armato. Non ce n’è abbastanza perché l’assessore Violino e il consiglio regionale decidano di abolire la norma, pericolosa per la sicurezza degli agenti di vigilanza ma anche dei cacciatori e dei comuni cittadini, che consente di sparare agli uccelli acquatici fino ad un’ora dopo il tramonto?”
È dura la reazione del Wwf regionale all’ennesimo drammatico episodio di cronaca legato all’attività venatoria riportato dai quotidiani: dopo il guardiacaccia che ha rischiato di rimanere impallinato durante le ore notturne da un colpo sparato da un cacciatore nella zona di Faedis, a Gradisca di Sedegliano un uomo è stato ferito dal fratello durante una battuta di caccia, mentre i due sparavano a dei germani reali e, “guarda caso – fa notare l’associazione - , l’episodio è avvenuto, secondo quanto riportano le cronache, intorno alle 17.30, ossia un’ora dopo il tramonto e quindi nel buio più totale”.
“Come possono permettere le autorità, la Regione in primis ma anche il Prefetto, che si possa girare armati in ore notturne?”, si chiede l’associazione del Panda, che proprio nei giorni scorsi insieme a Lac e Lipu ha inviato all’assessorato una richiesta formale di abolizione della norma regionale, peraltro in forte odore di incostituzionalità, che consente di cacciare agli acquatici dopo il tramonto.
“Ora – conclude il Wwf – la Procura sta indagando sul fatto di Gradisca. Dagli inquirenti ci aspettiamo che approfondiscano le responsabilità di chi poteva decidere di chiudere la caccia conformemente alle leggi nazionali e alla giurisprudenza e non lo ha fatto”.
E sempre sul fronte caccia, l’associazione nei prossimi giorni lancerà una raccolta firme per ottenere la chiusura dell’attività venatoria nel Parco del Torre, che si ritiene incompatibile – anche in questo caso – con la salvaguardia della sicurezza delle persone che quotidianamente lo percorrono.
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