Il referendum che si svolgerà in Piemonte nella primavera 2012, è atteso da ben 24 anni, da quel lontano 1987 in cui un comitato che riuniva associazioni ambientaliste ed animaliste, raccolse le 60.000 firme necessarie a favore dell’ abrogazione di alcuni articoli della normativa allora vigente sulla caccia. Da quel momento le complicazioni burocratiche ed una continua opposizione di varie associazioni a favore dell’attività venatoria, hanno impedito questo voto popolare, ricorrendo a ben 9 tribunali affinchè i cacciatori potessero continuare a svolgere quell’attività che alcuni di loro definiscono “passione”, altri “sport” ma che rimane una delle pratiche più barbare ed ingiustificate del nostro paese. Il 23 novembre 2011 il Tar del Piemonte ha definitivamente chiesto alla Regione di indire il tanto atteso referendum, in una data compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno 2012. Se non lo farà entro il 25 gennaio dell’anno che sta per iniziare, verrà nominato un commissario ad acta dal Tar stesso, che deciderà autonomamente la data.
Nonostante questo importante risultato raggiunto, non si deve dimenticare che il dialogo tra le associazioni animaliste e la politica non ha dato buoni risultati in questi anni. Infatti sembra che le due parti siano ancora lontane dal trovare un accordo che accolga le richieste dei cittadini, come dimostra la proposta fatta nel 2010 dall’Assessore Regionale alla Caccia Claudio Sacchetto (Lega Nord), che riguarda l’aumento delle specie cacciabili, la caccia nei parchi, l’allungamento della stagione venatoria, l’introduzione dell’arco tra i mezzi di caccia, e soprattutto la proposta sconcertante e a tratti delirante di autorizzare la caccia alle specie protette dalle norme internazionali. E’ quindi fondamentale il lavoro che molte associazioni (Associazione Radicale, Circolo Darwin, Circolo Nuclei Operativi Ecologici, Club Alpino Italiano – Commissione Tutela Ambiente Montano, Club Protezione Animali, Comitato regionale Democrazia Proletaria, Italia Nostra, Lega per l’Ambiente, Lega Antivivisezione, LAC Lega per l’abolizione della caccia, Lega Italiana Protezione Uccelli, Lista Verde, Lista Verde Civica, Pro Natura, Telefono Verde Piemonte, World Wildlife Found) hanno fatto e continuano a fare, cercando un punto di intesa con le istituzioni affinché la democrazia diretta riesca a svolgere il suo ruolo, permettendo a tutti i cittadini coinvolti nelle vicende del proprio territorio, di esprimere il loro parere riguardo un tema così importante e controverso.
Chi ha condotto e conduce questa battaglia a favore della consultazione popolare, non reclama l’abolizione della caccia (che nel 1987 era regolata da leggi nazionali e non regionali), ma sente come necessaria una regolamentazione più severa dell’attività venatoria. Il quesito del referendum chiederà ai cittadini se sono favorevoli a ridurre drasticamente la caccia attraverso le seguenti azioni:
a) protezione per 25 specie selvatiche oggi cacciabili (17 specie di uccelli e 8 specie di mammiferi),
b) divieto di caccia sul terreno innevato
c) abolizione delle deroghe ai limiti di carniere per le aziende faunistiche private
d) divieto di caccia la domenica.
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