Il Comitato faunistico sardo vara le modifiche al calendario venatorio tenendo conto delle osservazioni del Consiglio di Stato e scoppia la polemica.
Il Comitato si è riunito il 23 mattina per apportare le modifiche necessarie ad annullare l'ordinanza del Consiglio di Stato che aveva sospeso la caccia nell'isola dando ragione alle associazioni ambientaliste Enpa, lav, Legambiente Lipu-Bird Life Italia e Wwf che avevano impugnato il calendario venatorio isolano.
Tra le modifiche apportate ieri la chiusura della caccia al 30 gennaio con l'aggiunta dello stop anticipato l'8 gennaio anzichè il 31 della caccia al tordo.
Proprio quest'ultima decisione, caldeggiata dall'assessorato dell'Ambiente, che anticipa notevolmente non solo la chiusura della caccia al tordo ma anche alla beccaccia, al beccaccino, alla cesena e al merlo, ha fatto infuriare i cacciatori e ha diviso lo stesso Comitato faunistico.
LE PROTESTE Ignazio Artizzu presidente provinciale di Federcaccia ha immediatamente protestato per quella decisione: «La decisione di anticipare all'8 gennaio la chiusura di una delle forme di caccia più praticate in Sardegna, quella al tordo, insieme ad altre specie migratorie, é giustamente percepita dai 48 mila cacciatori sardi come un ennesimo oltraggio e come una sorta di dichiarazione di guerra proprio nel momento in cui molte Regioni Italiane hanno svoltato in direzione di una caccia più rispondente alle esigenze e alle tradizioni locali nel rispetto delle direttive Europee. Spiace constatare un atteggiamento ostile al mondo venatorio cui non fa riscontro alcuno strumento che le strutture regionali preposte avrebbero potuto mettere in atto per poter garantire dati aggiornati e scientificamente validi da utilizzare per il governo del territorio e della fauna e per riaffermare l'autonomia della nostra Regione».
LE ASSOCIAZIONI Alessandro Lisini presidente di Sardacaccia, membro del Comitato Faunistico, è sulla stessa linea: «Anche se condivido i rilievi di Artizzu devo sottolineare che il Comitato faunistico era di fronte al problema della sospensione della caccia ed ha optato per quella soluzione tenendo conto dei rilievi del Consiglio di Stato».
Per il presidente regionale di Federcaccia Franco Sciarra «la decisione del Comitato a larga maggioranza è stata presa per rendere inefficace la sospensione del calendario. Semmai il problema per Sardegna è che l'Ispra non ha dei dati e poco si sa sugli arrivi e le partenze dei migratori».
I POLITICI Il consigliere regionale del Pd Luigi Lotto in una nota aveva plaudito alla decisione del Consiglio di Stato: «La sospensione della caccia in Sardegna dimostra ancora una volta la totale incapacità della maggioranza di centrodestra di governare l'isola. L'aver voluto ignorare del tutto il coinvolgimento dell'Ispra e quanto proposto dal centrosinistra, ha determinato un clamoroso passo falso della Giunta ed un danno per gli stessi cacciatori».
Il nuovo calendario venatorio sarà pubblicato nel Buras quasi sicuramente il 29 dicembre a sarà valido dal 30, rimangono invariate le giornate di caccia del 26 e 29 dicembre.
Il Comitato si è riunito il 23 mattina per apportare le modifiche necessarie ad annullare l'ordinanza del Consiglio di Stato che aveva sospeso la caccia nell'isola dando ragione alle associazioni ambientaliste Enpa, lav, Legambiente Lipu-Bird Life Italia e Wwf che avevano impugnato il calendario venatorio isolano.
Tra le modifiche apportate ieri la chiusura della caccia al 30 gennaio con l'aggiunta dello stop anticipato l'8 gennaio anzichè il 31 della caccia al tordo.
Proprio quest'ultima decisione, caldeggiata dall'assessorato dell'Ambiente, che anticipa notevolmente non solo la chiusura della caccia al tordo ma anche alla beccaccia, al beccaccino, alla cesena e al merlo, ha fatto infuriare i cacciatori e ha diviso lo stesso Comitato faunistico.
LE PROTESTE Ignazio Artizzu presidente provinciale di Federcaccia ha immediatamente protestato per quella decisione: «La decisione di anticipare all'8 gennaio la chiusura di una delle forme di caccia più praticate in Sardegna, quella al tordo, insieme ad altre specie migratorie, é giustamente percepita dai 48 mila cacciatori sardi come un ennesimo oltraggio e come una sorta di dichiarazione di guerra proprio nel momento in cui molte Regioni Italiane hanno svoltato in direzione di una caccia più rispondente alle esigenze e alle tradizioni locali nel rispetto delle direttive Europee. Spiace constatare un atteggiamento ostile al mondo venatorio cui non fa riscontro alcuno strumento che le strutture regionali preposte avrebbero potuto mettere in atto per poter garantire dati aggiornati e scientificamente validi da utilizzare per il governo del territorio e della fauna e per riaffermare l'autonomia della nostra Regione».
LE ASSOCIAZIONI Alessandro Lisini presidente di Sardacaccia, membro del Comitato Faunistico, è sulla stessa linea: «Anche se condivido i rilievi di Artizzu devo sottolineare che il Comitato faunistico era di fronte al problema della sospensione della caccia ed ha optato per quella soluzione tenendo conto dei rilievi del Consiglio di Stato».
Per il presidente regionale di Federcaccia Franco Sciarra «la decisione del Comitato a larga maggioranza è stata presa per rendere inefficace la sospensione del calendario. Semmai il problema per Sardegna è che l'Ispra non ha dei dati e poco si sa sugli arrivi e le partenze dei migratori».
I POLITICI Il consigliere regionale del Pd Luigi Lotto in una nota aveva plaudito alla decisione del Consiglio di Stato: «La sospensione della caccia in Sardegna dimostra ancora una volta la totale incapacità della maggioranza di centrodestra di governare l'isola. L'aver voluto ignorare del tutto il coinvolgimento dell'Ispra e quanto proposto dal centrosinistra, ha determinato un clamoroso passo falso della Giunta ed un danno per gli stessi cacciatori».
Il nuovo calendario venatorio sarà pubblicato nel Buras quasi sicuramente il 29 dicembre a sarà valido dal 30, rimangono invariate le giornate di caccia del 26 e 29 dicembre.
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