mercoledì 21 dicembre 2011

Cacciatori uccidono raro esemplare di uccello all'Aquila. Lipu sul piede di guerra

Ucciso dai cacciatori uno degli Ibis eremita arrivati a L'Aquila. La tragica scoperta durante le operazioni di recupero dei rari esemplari da parte del Waldrappteam di Vienna. Gli esemplari del rarissimo Ibis eremita (Geronticus eremita) che avevano deciso di svernare nelle campagne di L'Aquila, dopo aver perso la rotta migratoria, sono stati recuperati in una delicata e complessa operazione, dai ricercatori del Waldrappteam di Vienna.
I volontari della Lipu dell'Aquila, unitamente ad altre associazioni ornitologiche, mattina e sera, per dieci giorni, hanno sorvegliato due ibis, senza disturbarli, affinché non corressero pericolo.
"Purtroppo siamo arrivati tardi e non è stato possibile evitare che un terzo esemplare finisse ucciso dal fucile di un cacciatore - dicono dall'associazione che protegge gli uccelli -. Il corpo del povero volatile, colpito in volo, era caduto nel recinto di un'azienda agricola dove è rimasto fino al ritrovamento sabato scorso: su segnalazione del proprietario è stato recuperato dalla pattuglia del Corpo Forestale dello Stato di Arischia, che sorvegliava le operazioni di cattura degli altri due esemplari. La notizia ha gettato tutti i volontari nello sconforto e nella rabbia.
Gli Ibis eremita - spiegano dalla Lipu - erano partiti all'inizio dell'autunno da Bavera in Alta Austria, perdendo poi la rotta che doveva portarli nelle zone di svernamento in Italia: la laguna di Orbetello. Questi Ibis eremita fanno infatti parte del progetto di ricerca avviato dal Waldrappteam di Vienna (un gruppo di biologi e piloti) che dal 2002 si occupa della protezione e il recupero dell´ibis eremita. Il progetto ha ottenuto una notorietà internazionale soprattutto tramite il volo con gli uccelli dall'Alta Austria fino alla Toscana meridionale: genitori adottivi umani hanno insegnato la rotta giusta ai piccoli, nati in cattività, facendoli volare al seguito di ultraleggeri.
Gli ibis eremita ospiti nell'aquilano non hanno seguito l'insegnamento dei loro genitori e, per motivi ancora tutti da spiegare, hanno deciso di svernare in Abruzzo. Non sappiamo quando siano arrivati in zona, in quanto la segnalazione della loro presenza alla LIPU è avvenuta solo una decina di giorni fa. A parere dei coordinatori del progetto internazionale, questo però non è il loro habitat ideale, a causa della rigidità del clima e della forte pressione venatoria: da qui la decisione di recuperarli e riportarli in Toscana.
L'Ibis eremita (Geronticus eremita) è un uccello strano e particolare divenuto oggi molto raro e minacciato di estinzione. Questo ciconiforme dalle abitudini gregarie - spiega la Lipu - viveva in epoca remota in alcune zone d'Europa dove aveva fondato le sue colonie: in Germania, Austria, Svizzera, nelle falesie istriane, e pare anche in Italia. Passò alla storia grazie ad un editto emanato nel Settecento dall'Arcivescovo di Salisburgo che ne vietava la caccia per riservarla ai nobili. L'aspetto non troppo piacevole gli meritò l'appellativo 'Geronticus' (che significa vecchio nell'aspetto). A decretare la fine di questo strano uccello, sono stati gli indiscriminati sfruttamenti ambientali ad opera dell'uomo, che spezzando i delicati equilibri su cui si reggono gli ecosistemi naturali, distrussero le condizioni di vita favorevoli per la specie.
Oggi l'ultima colonia naturale esistente sulla terra di Ibis eremita si trova in Marocco e consta di circa centocinquanta esemplari sul fiume Dràa. Nel 1989 si è estinta la colonia di Birecik in Turchia, che appena all'inizio del secolo contava mille coppie nidificanti. Per questi motivi i volontari ornitologi hanno dedicato ai rarissimi ospiti la massima cura e sorveglianza, pensando erroneamente che gli esemplari fossero due, mentre un terzo non era neppure riuscito ad atterrare, caduto sotto i colpi dell'ignoranza e dell'incoscienza".

Fonte: abruzzo24ore.tv del 20 dicembre 2011

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