domenica 11 dicembre 2011

Bernalda (MT). Tiro al cane: morti e feriti

GEAPRESS – Erano accuditi quotidianamente in campagna dalle volontarie. I proprietari dei terreni, “utilizzati” dai cani per la sosta ed il riparo, erano consenzienti.
Una sorta di cani di quartiere campagnoli/agricoli, residenti a circa 5-6 chilometri dal centro abitato di Bernalda (MT).
Non davano fastidio a nessuno, erano sterilizzati, docilissimi, ma… qualcuno non voleva proprio vederli, anche se … non abitante del luogo, anche se … non “infastidito” nel quotidiano.
Così, per non ridimensionare “l’essere aguzzino” proprio di molti umani, per non lasciare spazio alla tolleranza ed alla pacifica convivenza, sono stati ammazzati. Ammazzati a schioppettate.
Sembra che alcuni proprietari dei terreni lo avevano preannunciato “Questi cani spariranno!”; la “profezia” era accompagnata, immancabilmente, da minacce pesanti alle volontarie. Eppure questi randagi non frequentavano le loro terre, forse intuivano il “carattere!”
Un mesetto fa era sparito un cucciolone, vane le ricerche. Solo oggi  le volontarie hanno saputo che era stato ucciso a fucilate.
Stamattina la macabra scoperta, un altro cucciolone (quello grigio) impallinato  a morte, una femmina nera con diverse ferite di arma da fuoco, soccorsa dai volontari e portata dal veterinario per le cure necessarie. Un’altra femmina ferita che non si fa prendere e vaga ancora sanguinante.
Spari di notte. Ieri sera, infatti, i cani erano ancora vivi e vegeti. Spari lungo una via usatissima dai bernaldesi. Sono i cacciatori, dicono i volontari. Se così fosse i cacciatori di Bernalda impuniti, si sentono veramente impunibili.
Bernalda (MT) non è nuova a queste violenze. Pallino impallinato (vedi articolo GeaPress), oppure il canile municipale, per fortuna sequestrato dal NIRDA e dato in gestione all’Associazione Anta. Un’altra faccia della storia di una comunità. Tante trappole per animali fin nella periferia cittadina. Impianti di macellazione, stalle e pure le alluvioni ricche di morti (vedi articolo GeaPress).
Ebbene se il randagio è un problema per qualcuno, lo si avvelena o, più velocemente, lo si uccide a colpi di fucile, in città, come è successo a Pallino, o nell’agro cittadino.
La storia di Pallino impallinato in centro, finora, non ha visto  indiziati o indagati: allora si può! Si può sparare ad un vivente. Si può portare impunemente, dicono alcuni, un fucile da caccia in centro città, si può portare di notte, si può portare lungo una strada trafficata.
Si possono utilizzare viventi per perfezionare la mira, per allenarsi a sparare; si possono uccidere viventi per divertimento, per gioco o…per favorire qualche intollerante che i randagi proprio non li vuol vedere!

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