martedì 27 dicembre 2011

Cinghiali. Parla la Forestale. Troppi allevamenti incontrollati

VARZI – Dopo l’ennesimo incidente stradale (sulla tangenziale di Casteggio) il problema dell’eccessivo numero di cinghiali resta in primo piano, soprattutto in Oltrepo. Sull’argomento, dopo la Lega abolizione caccia, abbiamo sentito la Guardia Forestale. L’esponente dell’Ente specializzato nella tutela del patrimoni naturale da noi intervistato (Arturo Gigliotti, comandante della stazione di Zavattarello ), si dichiara favorevole all’abbattimento dei cinghiali, ma dalle sue parole, approfondendo l’argomento, emergere che siamo di fronte ad un problema che per essere risolto sul serio ha bisogno di soluzioni ben più complesse della semplicistica uccisione massiccia di questi animali.
La guardia forestale esordisce così. “Non c’è notte a casa mia in cui i cinghiali non facciano impazzire i cani . Queste bestie fanno danni enormi alle culture e sono molto prolifiche… a mio avviso se ne uccidono troppo poche”.
Il Piano faunistico provinciale spiega che predisporre “… punti di abbeverata e di insoglio per i
momenti di scarsità d’acqua e di alimentazione…” può essere importante “…per ridurre i danni che i cinghiali arrecano alle colture…”. La domanda è: questi passi preventivi sono stati fatti?
“Queste attività viene fatta da anni ma non serve a nulla. Anzi, è il contrario. Gli animali non solo non si fermano in queste zone ma così ne vengono ancor di più attirati. Conosco agricoltori che si lamentano con chi ha le riserve perchè, alimentandoli, incrementa e attira i cinghiali”.
Oltre a quelli all’agricoltura ci sono i danni agli automobilisti. Ma se i cinghiali non hanno fame, perchè allora scendono a valle?
“Per via delle battute di caccia. Utilizzando i cani le squadre di cinghialisti spingono le bestie a scappare verso il basso”.
In valle da più parti si sente parlare di allevamenti abusivi e quindi di immissioni abusive in
natura di cinghiali, da cui dipenderebbe il numero elevato delle bestie sul territorio. Le risulta?
“Può succedere ma la cosa non è certa… le spiego però come può nascere il fenomeno. Sul nostro territorio, dentro e fuori dalle riserve di caccia, esistono molti piccoli centri di allevamento del cinghiale…”.
Sono allevamenti legali o abusivi?
“E’ la Provincia che dà l’autorizzazione a tenere i cinghiali. Il fatto è che gli animali ad un certo punto figliano… e tutti questi cinghiali possono scappare oppure esser lasciati liberi… questo perchè non c’è alcun controllo degli allevamenti”.
Non c’è controllo… però gli allevamenti sono autorizzati?
“Sono tutti autorizzati dalla Provincia. Qualsiasi contadino che vuol tenersi 5-10 cinghiali lo può fare… poi, quando i cinghiali fanno i piccoli… dove vadano da soli o se vengano liberati, questo non si sa”.
Quanti sono questi allevamenti?
“Difficile dire un numero preciso, so però che sono tantissimi. Solo nella mia zona di competenza (Zavattarello Valverde Broni Stradella) ce ne saranno 40 o 50… perchè chiunque può ottenere l’autorizzazione a tenerli. Questi allevamenti poi dovrebbero tenere dei registri: quando nascono i piccoli, ad esempio, dovrebbero essere registrati, ma tutto ciò non succede”.
Di fatto comandate lei mi sta delineando un piccolo far west. Qui ognuno sembra fare ciò che vuole!
“Sì… purtroppo è così!”.
Che fare allora? Qualcuno dice che la soluzione è l’abbattimento massiccio. Altri invece fanno notare che cacciando i cinghiali lasciando invariato tutto il resto, il problema resterà?
“In effetti è vero, il problema resterebbe. A mio avviso bisognerebbe fare una seria caccia di selezione per diminuirne il numero. Ma come primo passo occorrerebbe eliminare tutti questi piccoli allevamenti. Perchè non servono a niente… servono soltanto ad attirare altri cinghiali. Alla fine è questa la realtà“.

COMMENTO
L’intervista al comandante della Forestale di Zavattarello Arturo Gigliotti sulla problematica dei
cinghiali mette in evidenza alcuni aspetti importanti della questione che ci pare giusto sottolineare  e su cui le Istituzioni dovrebbero riflettere.   
Dalle parole del comandate Gigliotti emerge sì che i cinghiali sono davvero in soprannumero, ma anche che alcuni dei problemi da essi provocati, in special modo l’invasione delle strade di bassa quota, non sono determinati dalla ricerca di cibo o dalla loro ‘natura’ malefica (come qualcuno ha detto) ma dalla fuga dalle battute di caccia svolte con l’ausilio dei cani.  
Nel corso del primo articolo che dedicammo all’argomento, poi, sollevammo alcuni dubbi circa le
attività messe in campo in provincia per prevenire i danni dei cinghiali (in particolare ci chiedevamo se erano state approntate le metodologie di foraggiamento delle bestie descritte dal Piano faunistico venatorio 2006-2010 a pagina 311 “… “Predisposizione di punti di abbeverata e di insoglio  …”).
Ebbene, se da un lato il Forestale fuga i nostri dubbi, dall’altro, in una logica di necessità di contenimento del numero di capi, laddove conduce ad alimentare artificialmente le bestie, mette in discussione il Piano faunistico venatorio provinciale stesso.
Infine c’è la questione degli allevamenti privati. In questo caso la Guardia Forestale pone in evidenza la contraddizione di ciò che sta accadendo: cinghiali che da un lato si vorrebbero in numero più basso, ma che dall’altro vengono incrementati nel numero da comportamenti irresponsabili dei privati, da norme non adatte, e non da ultimo da controlli inesistenti.
Se dunque sulla scorta dei danni provocati dai cinghiali sembra gusto intervenire, è anche gusto che le Istituzioni (nella ricerca di una soluzione) tengano conto di tutti i fattori in campo, e agiscano, fra l’altro, con l’obiettivo di spezzare un circolo vizioso che rischia di portare ad un risultato, non solo ingiusto per una specie animale che solo in certe condizioni e  non per colpa sua risulta pericolosa, ma soprattutto non definitivo (perchè i cinghiali, stante le cose come stanno, anche dopo gli abbattimenti continueranno ad essere tanti e continueranno a fuggire in pianura per scappare dai pallettoni).

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