martedì 31 gennaio 2012

I cacciatori in Italia saccheggiano la biodiversità incuranti dei principi di conservazione

comunicato stampa, 31/1/2012


 
 

CABS (Committee Against Bird Slaughter)
LAC (Lega Abolizione Caccia)
 
 
CALENDARIO DEI CACCIATORI BRACCONIERI
I cacciatori in Italia saccheggiano la biodiversità incuranti dei principi di conservazione.
 Un calendario testimonia giorno per giorno i crimini che i cacciatori compiono verso la natura
 
 
Quasi un caso al giorno per 365 giorni l’anno. Un calendario stilato da CABS e Lega Abolizione Caccia, al termine della stagione di caccia 2011/12 avvenuta al tramonto del 30 gennaio,   raccogliendo le notizie dal web e dalla rete delle guardie venatorie  volontari dimostra che le illegalità in materia venatoria non sono un’eccezione, ma la regola.
 
Con un campione di 330 eclatanti reati venatori commessi nei confronti degli animali selvatici, una grande fetta del mondo venatorio dimostra di non avere interesse per la conservazione per la fauna, ma solo per ritornare a casa con un bel bottino di animali selvatici abbattuti.
“I cacciatori ci tengono a dire che chi non ama la caccia è perché non la conosce; noi del CABS e della LAC che grazie al nostro volontariato e alle nostre guardie volontarie siamo sui campi, nei boschi e fra i monti ogni giorno, possiamo dire di conoscere bene la realtà della caccia e che questa è ben lontana dall’immagine edulcorata che i cacciatori vogliono dare di sé” – riferisce Simone Bonanomi, volontario antibracconaggio della Lega Abolizione Caccia e fra i redattori del calendario.
“Per questa ragione abbiamo iniziato a raccogliere tutti quei crimini di maggiore rilevanza – la punta di un iceberg enorme – che coinvolgono cacciatori con tanto di licenza. Non sono quindi semplici bracconieri, ma veri cacciatori che bracconano, infischiandosene delle regole e dei principi di conservazione. Vogliamo dimostrare che i cacciatori sono un pericolo per la biodiversitá”.
Tra le zone più problematiche il Delta del Po, le zone umide toscane e pugliesi, l'intera provincia di Brescia, le piccole isole  come Ponza, Ischia, Ustica, Lampedusa, Pantelleria.
Fra i crimini maggiormente diffusi infatti l’abbattimento di esemplari di specie protette come: rapaci, cicogne, gru, ibis, e poi fringuelli, frosoni e pispole, e piccoli migratori tutelati internazionalmente. Poi ancora l’uso di richiami elettro-acustici per attrarre a portata di fucile gli animali, la caccia in aree protette e la caccia in periodo di silenzio venatorio. Ma anche l’uso di trappole, reti e in molti casi il maltrattamento delle loro vittime, come per un cacciatore che teneva un tasso in cantina in attesa di scuoiarlo per poi imbalsamarlo.
“Non si può dare la colpa solo ai bracconieri, quando poi si scopre che più dell’85% dei casi di bracconaggio* sono compiuti da persone con la licenza di caccia” – continua Andrea Rutigliano, responsabile del CABS in Italia. “La caccia fuori controllo è un fenomeno tutto italiano ed è evidente che i cacciatori chiedano ai loro rappresentanti politici di premere per una legittimazione del bracconaggio. Altrimenti non si spiegherebbe perché ogni anno in Parlamento vengano presentate proposte di legge che mirano a depenalizzare i reati venatori, ad aumentare il numero di specie cacciabili, ad autorizzare la caccia nei parchi e nelle aree protette e ad allungare inverosimilmente la stagione venatoria. Di fatto questo interessa ai cacciatori. Altro che la tutela della natura”.
LAC e CABS hanno raccolto per i 12 mesi dell’anno (febbraio 2011 – gennaio 2012) tutti i casi di bracconaggio praticati da persone dotate di licenza di caccia, di cui è rimasta traccia sulla stampa o negli atti giudiziari. Con 313 casi eclatanti comprovati e almeno 750 cacciatori coinvolti, questo dato non è che una minima parte dei crimini effettivamente rilevati dalle insufficienti forze di controllo venatorio, a loro volta una minima parte dei reali crimini contro la biodiversitá commessi dai cacciatori in un anno.

SI veda l'apposita pagina web: 

Lega Abolizione Caccia
Ufficio Stampa

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