domenica 1 gennaio 2012

"Fenicotteri pericolosi? Semmai un ostacolo alla caccia"

E' polemica tra cacciatori e Protezione Animali, dopo le dichiarazioni del presidente di Acer Miccoli che ha definito la fauna selvatica – anche quella particolarmente protetta – un “problema che va affrontato”.
“Anzitutto, ricordiamo come daini, cinghiali, caprioli e molti altri animali siano stati acquistati a caro prezzo come capi pronto caccia proprio dal mondo venatorio, e reinseriti per avere più fauna a cui sparare. Riteniamo assolutamente ridicolo che proprio chi, con la pratica del ripopolamento, ha contribuito a causare squilibri ambientali con i conseguenti, presunti, danni causati dagli animali, sia ancora chiamato a dire la propria” commenta il Presidente dell’Enpa di Ravenna dott. Carlo Locatelli. “La legge nazionale 157/92, nata per proteggere la biodiversità e per regolamentare la concessione della caccia, già detta le possibili soluzioni: vi sono numerosissimi strumenti, come i metodi ecologici ed incruenti, che, come dice chiaramente la legge devono essere prioritari a qualsiasi forma di abbattimento. Tali strumenti devono essere proposti e verificati dall’ISPRA, l’istituto scientifico di riferimento per il nostro paese anche nei confronti dell’Unione Europea. Inoltre, la legge 157 non contempla neanche il coinvolgimento del mondo venatorio in merito alla gestione faunistica”.
E sui fenicotteri? “La verità per cui i cacciatori accusano questi animali di creare gravi danni e di essere pericolosi – non si sa con quali motivazioni scientifiche e di quali istituti – è che sono un ostacolo per l’attività di caccia. Infatti, occupano aree umide che sono particolarmente ambite anche da altra fauna di interesse venatorio, come gli anatidi. Ma la loro presenza impedisce di fatto la caccia, non solo per questione di visibilità ma anche perché i cacciatori sanno benissimo che la presenza di questi splendidi uccelli non è compatibile con l’uso delle doppiette : il disturbo biologico ai danni di una specie particolarmente protetta dal nostro sistema legislativo sarebbe certamente un motivo più che valido per chiudere la caccia in quelle zone, pena la violazione delle direttive comunitarie con possibili procedure d’infrazione e multe elevate”.

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