lunedì 30 gennaio 2012

Genova. Condannato il killer dei lupi, già vice-caposquadra dei cacciatori cinghialisti

Gli esami del DNA "inchiodano" alle sue responsabilità il "serial killer" di 6 lupi appenninici.  Condannato oggi dal Tribunale di Chiavari il bracconiere, che aveva anche ottenuto svariati indennizzi pubblici per la predazione di alcune pecore. Decisivo il responso sulla collana di 10 denti canini sequestrata ad agosto 2008 al pastore/cacciatore di Borzonasca (GE) dalla Polizia Provinciale di Genova. Prima condanna penale in Italia per uccisione di esemplari di questa specie. Il WWF era costituito parte civile (31/01/11)
Oggi 31 gennaio il Tribunale penale di Chiavari (GE)  ha condannato M.G., residente a  Sopralacroce, frazione di Borzonasca, alla pena di  7 mesi di arresto (con la condizionale)  per reati connessi alla detenzione abusiva di polvere da sparo e 62 munizioni, all'omessa custodia di un fucile e cartucce a pallettoni, e all'uccisione di alcuni lupi appenninici avvenuti  in aree limitrofe al Paco Regionale dell'Aveto. Il giudice Carta del Tribunale di Chiavari ha condannato l'imputato anche a rifondere complessivamente 6.000 euro alle tre parti civili oltre a 1500 euro per spese processuali.
Un'indagine innovativa che ha fatto scuola in materia, per l'adozione di tecniche forensi con complessa estrazione di DNA da denti , applicate ad un procedimento di polizia venatoria.
Lo rende noto il WWF Liguria, costituitosi parte civile tramite l'avv. Barabino, oltre alle costituzioni di parte civile di Legambiente e LAV.

Il lupo abbandonato col muso mozzato davanti alla Casa cantoniera della ProvinciaAl collo di M.G. (già vice-caposquadra dei cacciatori cinghialisti di Borzonasca) la Polizia Provinciale di Genova, durante una perquisizione all’alba del 12 agosto 2008,  aveva trovato una collana fatta con dieci denti di lupo (nella foto), alcuni dei quali si sospettava tolti all’esemplare ucciso illecitamente  e abbandonato nella notte del 10 febbraio 2007 con il muso mozzato, in un plateale gesto di sfida, di fronte ad una casa cantoniera della Provincia, nella località "La Squazza" del Comune di Borzonasca (GE) , lungo la strada provinciale che conduce al Passo della Forcella.
Dopo una lunga indagine sull’uccisione  di quell’esemplare di lupo appenninico, specie particolarmente protetta, la Polizia Provinciale di Genova aveva stretto il cerchio eseguendo con 7 tra ufficiali ed agenti  una perquisizione in località Bevena, sempre nel Comune di Borzonasca, disposta dalla Procura della Repubblica di Chiavari.
Oltre alla collana di 10 denti canini di lupo, indossata al collo del presunto bracconiere, gli uomini della Polizia provinciale avevano scoperto un fucile calibro 12 e varie cartucce a pallettoni nascosti sotto una roccia, nei pascoli del Monte Aiona, a 4 chilomentri dall'abitazione dell'indagato , che aveva lasciato sul posto la propria arma, servendosene per ripetuti appostamenti alla selvaggina anche in periodo di divieto generale di caccia .
Nella perquisizione erano state sequestrate anche alcune centinaia di munizioni per fucile e per carabina e circa un chilo di polvere da sparo non denunciate, oltre a diversi fucili detenuti irregolarmente e il proprietario era stato denunciato all'autorità giudiziaria per uccisione di esemplari appartenente a specie particolarmente protetta, omessa custodia di armi e munizioni, omessa denuncia di munizioni, caccia in periodo di divieto generale.
Pochi giorni dopo al bracconiere e a suo fratello erano state ritirate le licenze di porto di fucile dall'autorità di pubblica sicurezza.
Sbalorditivi i risultati delle recenti complesse analisi del DNA effettuate dall'ISPRA (settore dell' ex Istituto Nazionale Fauna Selvatica) : i denti della collana (dalla polpa dei quali è stato estratto il DNA)  appartentono tutti al lupo appenninico italiano, e sono riferiti a 6 (sei) distinti esemplari: 3 maschi e tre femmine. Il DNA di uno dei denti appartiene senza dubbio all'esemplare lasciato in segno di sfida di fronte al casotto provinciale nel febbraio 2007, e di cui a suo tempo era stato saggiamente prelevato e surgelato per precauzione un campione di muscolo, per eventuali comparazioni future.
Il DNA di un altro dente è stato associato, tramite la banca dati genetica del lupo appenninico presso l'ISPRA, ad un  campione fecale raccolto in provincia di Genova nel 2007, sempre in comune di Borzonasca, dai ricercatori che da anni studiano il lupo sull'appennino ligure. La condanna si riferisce solo all'uccisione di 2 dei 6 esemplari di cui ai canini della collana. Il condannato aveva ricevuto in precedenza dalla Provincia varie migliaia di euro di indennizzi per la predazione di alcune pecore di sua proprietà, ma era nel contempo conosciuto come sospetto bracconiere.
E' la prima volta in Italia che viene condannato un bracconiere per l'uccisione di alcuni lupi, nonostante si stimi che degli 800 attualmente presenti in tutta Italia ne muoiano per bracconaggio ed investimenti stradali quasi un centinaio l'anno (5 lupi uccisi n centro Italia, tra Marche, Abruzzo e Molise solo nel 2011)

Il WWF Italia si era costituito parte civile nel processo. Nell'aprile 2009 un'altra associazione ambientalista (LIPU)  aveva assegnato a 2 ufficiali della Polizia Provinciale di Genova il premio nazionale annuale "Pettirosso", per la migliore indagine antibracconaggio dell'anno 2008 in Italia.

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