Ferisce lo zio a caccia L’uomo, 62 anni, preso con un colpo di rimbalzo #Il dramma nel bosco di Batignano, poi la corsa in ospedale. Indaga la procura
FEDERICO LAZZOTTI
GROSSETO. Un colpo di rimbalzo, una traiettoria beffarda nel bosco di Batignano. Finisce in dramma una battuta di caccia al cinghiale in famiglia, con lo zio ferito e il nipote in piedi con il fucile in mano. Fausto C., 62 anni grossetano, è ricoverato da sabato mattina nel raparto di Ortopedia dell’ospedale Misericordia con una profonda ferita alla coscia sinistra.
Adesso toccherà alla Procura di Grosseto, che ieri ha ricevuto il fascicolo, aprire un’inchiesta per verificare quello che è successo intorno alle 9.30 quando lo zio e il nipote erano insieme nel bosco.
Per il momento, l’unica certezza è che il ferito si è presentato al pronto soccorso del Misericordia intorno alle 11 con una ferita da arma da fuoco. «Eravamo a caccia - ha raccontato ai medici che lo hanno soccorso - quando un colpo è rimbalzato e mi ha ferito». Sarebbe stato lo stesso sessantaduenne a indicare il nipote come lo sfortunato protagonista dello sparo che lo ha colpito.
Dopo l’incidende, insieme, sarebbero usciti dal bosco e e raggiunto la macchina a bordo della quale sono arrivati al pronto soccorso. L’uomo è stato operato lo stesso giorno e poi trasferito nel reparto di Ortopedia. «Ha una prognosi di venticinque giorni», spiegano i medici.
L’ipotesi di reato con cui verosimilmente sarà aperto il fascicolo è quella di lesioni colpose. Gli inquirenti probabilmente ascolteranno sia il ferito che colui che avrebbe premuto il grilletto del fucile. E non è escluso che nei prossimi giorni effettuino un sopralluogo nella zona dell’incidente e dispongano anche una perizia sul fucile del giovane.
Solo così, gli investigatori potranno ricostruire con una certa sicurezza quello che è successo sabato mattina nel bosco di Batignano quando una battuta di caccia si è trasformata in un dramma familiare.
Solo tre giorni prima, pochi chilometri più a nord, si era consumata la tragedia di Mirko Bartolini morto a caccia per un problema al cuore davanti agli occhi del padre lungo la strada che costeggia il bosco di Piantavarne. «Mi sento male, aiutatemi», sono state le sue ultime parole prima di accasciarsi al suolo.
Cinquanta minuti non sono bastati ai sanitari per far ripartire il suo cuore ferito. Bartolini, conosciutissimo a Campagnatico dove faceva il macellaio, è stato tumulato nel cimitero dell’Arcille dopo il funerale che si è tenuto sabato, solo poche ore dopo il dramma nel bosco di Batignano che adesso gli inquirenti dovranno cercare di ricostruire.
Fonte: iltirreno.it del 16 novembre 2010
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