In provincia di Arezzo addetta comunale alla consegna dei tesserini venatori chiede di essere esonerata. Si schierano subito dalla sua parte le associazioni animaliste. Il sindaco: "E' folklore. Si coordini con gli altri del suo ufficio".
Un'impiegata comunale addetta alla consegna dei tesserini venatori al Comune di Cortona (Arezzo) fa obiezione di coscienza, chiedendo di essere esonerata da questa masione. Motivo: "Sono contraria alla caccia". La donna, cinquantenne, nella lettera inviata al segretario generale del Comune e al responsabile dell’ufficio dove presta servizio, si è appellata alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, alla Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali e al Patto Internazionale relativo ai Diritti Civili e Politici.
«Si tratta di Carte fondamentali», ha scritto, «che al pari nostra Costituzione garantiscono il rispetto delle opinioni e delle scelte dei cittadini, opinioni e scelte che discendono dall'esercizio del diritto della libertà di pensiero, coscienza e religione. In questo contesto si inserisce la mia scelta di evitare tutti quei comportamenti che possono ledere ogni forma di vita, animale, umana e non".
Tra le mansioni quotidiane che l'impiegata deve assolvere, c'è anche la consegna dei "tesserini venatori" ai cacciatori che ne abbiano diritto. "Quei tesserini - spiega la donna nella lettera diffusa dalla Lav, la Lega anti vivisezione - costituiscono un documento che consente ai cacciatori di poter uccidere un numero imprecisato di animali, determinando con la loro attività la morte di animali uccisi spesso “per sport” e non per un reale bisogno di procurarsi il cibo. Capita a volte che questo “hobby” si trasformi in tragedia provocando anche la morte degli stessi cacciatori o altre persone che si trovano nelle vicinanze».
Da Lav, Enpa e Oipa arriva immediato il sostegno alla signora. «Appoggiamo con forza la sua richiesta» spiega Marco Gallorini, responsabile della sezione aretina della Lega Anti Vivisezione, «e chiediamo che vengano rispettati i suoi ideali. Non dimentichiamo che il 70 per cento degli italiani è contrario alla caccia e che nella stagione venatoria 2010/2011 in Italia ci sono stati 35 morti, 73 feriti, di cui 61 cacciatori, e 100 milioni di animali uccisi"
Il fatto è che l'obiezione di coscienza in Italia non è prevista per un caso di questo genere (mentre è contemplata per l'aborto e per le sperimentazioni sugli animali) e lei è la prima a sollevare questo problema. "E' folklore. Abbiamo già risposto alla signora spiegando che, siccome in quell'ufficio sono in tre persone si può mettere d'accordo con le altre e farsi sostiuire nella consegna dei tesserini ventori" spiega il sindaco di Cortona Andrea Vignini rimarcando poi che la legge italiana non prevede in casi simili l'obiezione di coscienza. "E data la situazione generale di crisi e di problemi che ci sono in giro, mi sembra una richiesta stravagante - conclude - contando anche sul fatto che il tesserino consegnato dagli impiegati è l'ultimo atto di una decisione già presa da altri uffici comunali sul permesso di cacciare".
Un'impiegata comunale addetta alla consegna dei tesserini venatori al Comune di Cortona (Arezzo) fa obiezione di coscienza, chiedendo di essere esonerata da questa masione. Motivo: "Sono contraria alla caccia". La donna, cinquantenne, nella lettera inviata al segretario generale del Comune e al responsabile dell’ufficio dove presta servizio, si è appellata alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, alla Convenzione per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali e al Patto Internazionale relativo ai Diritti Civili e Politici.
«Si tratta di Carte fondamentali», ha scritto, «che al pari nostra Costituzione garantiscono il rispetto delle opinioni e delle scelte dei cittadini, opinioni e scelte che discendono dall'esercizio del diritto della libertà di pensiero, coscienza e religione. In questo contesto si inserisce la mia scelta di evitare tutti quei comportamenti che possono ledere ogni forma di vita, animale, umana e non".
Tra le mansioni quotidiane che l'impiegata deve assolvere, c'è anche la consegna dei "tesserini venatori" ai cacciatori che ne abbiano diritto. "Quei tesserini - spiega la donna nella lettera diffusa dalla Lav, la Lega anti vivisezione - costituiscono un documento che consente ai cacciatori di poter uccidere un numero imprecisato di animali, determinando con la loro attività la morte di animali uccisi spesso “per sport” e non per un reale bisogno di procurarsi il cibo. Capita a volte che questo “hobby” si trasformi in tragedia provocando anche la morte degli stessi cacciatori o altre persone che si trovano nelle vicinanze».
Da Lav, Enpa e Oipa arriva immediato il sostegno alla signora. «Appoggiamo con forza la sua richiesta» spiega Marco Gallorini, responsabile della sezione aretina della Lega Anti Vivisezione, «e chiediamo che vengano rispettati i suoi ideali. Non dimentichiamo che il 70 per cento degli italiani è contrario alla caccia e che nella stagione venatoria 2010/2011 in Italia ci sono stati 35 morti, 73 feriti, di cui 61 cacciatori, e 100 milioni di animali uccisi"
Il fatto è che l'obiezione di coscienza in Italia non è prevista per un caso di questo genere (mentre è contemplata per l'aborto e per le sperimentazioni sugli animali) e lei è la prima a sollevare questo problema. "E' folklore. Abbiamo già risposto alla signora spiegando che, siccome in quell'ufficio sono in tre persone si può mettere d'accordo con le altre e farsi sostiuire nella consegna dei tesserini ventori" spiega il sindaco di Cortona Andrea Vignini rimarcando poi che la legge italiana non prevede in casi simili l'obiezione di coscienza. "E data la situazione generale di crisi e di problemi che ci sono in giro, mi sembra una richiesta stravagante - conclude - contando anche sul fatto che il tesserino consegnato dagli impiegati è l'ultimo atto di una decisione già presa da altri uffici comunali sul permesso di cacciare".
CHE VERGOGNA, OGNI SCUSA E' BUONA PER NON LAVORARE.BRAVO SINDACO SE CONTINUA A RIFIUTARSI, LA LICENZI-
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