mercoledì 29 ottobre 2014

Umbertide (Pg). Spara un colpo in aria col fucile infastidito dagli amanti delle stelle

Un uomo di 48 anni di Umbertide è stato denunciato in stato di libertà per minaccia aggravata. La presenza di quel gruppetto di persone a poca distanza dalla sua abitazione lo ha talmente infastidito che ha ritenuto giusto imbracciare un fucile pur di allontanarlo. Protagonista di questa vicenda è stato questo cittadino di 48 anni residente sulle colline umbertidesi. 
Verso le 23.30 di sabato un gruppetto di giovani appassionati di astronomia, si sono dati appuntamento, armati di telescopio, in una zona collinare alla periferia di Umbertide. Considerata l’assenza di nuvole e le favorevoli condizioni di luce gli astrofili, tra cui anche una ragazza, hanno posizionato i loro strumenti iniziando ad esplorare il cielo. Il 48enne, la cui abitazione era poco distante dal luogo scelto dal gruppetto, forse insospettito dai rumori e dalle voci, è uscito armato di fucile e li ha affrontati. Nonostante fosse palese che i ragazzi non avevano cattive intenzioni, il 48enne li ha pesantemente minacciati con l’arma giungendo anche ad esplodere un colpo in aria. Il gruppetto di amici non ha avuto scelta e si è allontanato, chiamando però i Carabinieri ai quali hanno raccontato la disavventura.
Sul posto si sono portati i militari della Stazione di Umbertide che, dopo aver ascoltato dai diretti interessati quanto era accaduto, hanno bussato alla porta del 48enne. L’uomo è stato accompagnato in caserma dove si è proceduto al sequestro di due fucili da caccia, legalmente detenuti. E' scattata la denuncia.

Minerbio (Bo). Cacciatore negligente impallina la finestra di un’abitazione

il fagiano nel cortile
Minerbio (Bologna), 28 ottobre 2014 – I Carabinieri della Stazione di Minerbio stanno indagando in seguito alla denuncia per danneggiamento che una 52enne del luogo ha sporto contro ignoti dopo che intorno alle 7 di domenica ha trovato un fagiano morto nel cortile di casa e una finestra rovinata probabilmente dalla schioppettata di qualche cacciatore negligente che si sarebbe avvicinato troppo all’abitazione senza rispettare il limite previsto dalla legge.


Stando a quanto riferito dalla vittima, non sarebbe la prima volta che si trova “costretta” a cucinare fagiani abbattuti dai cacciatori che transitano da quelle parti.

domenica 26 ottobre 2014

Pisa. Ucciso durante una battuta di caccia, il colpo sarebbe partito dal fucile di un compagno di battuta

Un uomo di circa 60 anni è rimasto ucciso nel corso di una battuta di caccia. L’incidente nei boschi di Riparbella, al confine tra le province di Pisa e Livorno. L’uomo, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato raggiunto da un colpo di fucile esploso da un compagno di battuta: per lui non c’è stato niente da fare. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 ed i carabinieri di Riparbella.

Fonte: gonews.it del 25 ottobre 2014

Il Presidente dell'Associazione Nazionale Libera Caccia, Paolo Sparvoli, denunciato dal CFS per utilizzo di richiami vietati

Sorpreso presso alcuni appostamenti fissi, situati peraltro vicino al confine di una riserva naturale, di cui si era già occupata alcune settimana fa la LAC Marche, chiedendo che vi fossero effettuati dei controlli da parte delle autorità preposte alla vigilanza.

LA LAC CHIEDE LE SUE IMMEDIATE DIMISSIONI.

Abbiamo appreso che nei giorni scorsi, durante un’operazione di controllo del Corpo Forestale dello Stato, il presidente nazionale dell’Associazione “Libera Caccia”, Paolo Sparvoli, è stato denunciato per possesso ed utilizzo di richiami per gli uccelli, vietati dalla legge sulla caccia. Insieme a Sparvoli è stato denunciato anche il facoltoso imprenditore Mauro Canil, titolare della Fidea, nonché noto presidente della Società Sportiva di calcio di Matelica. I due, fino a pochi mesi fa, ricoprivano anche il ruolo, rispettivamente, di sindaco e vicesindaco del Comune di Matelica.
Sparvoli e Canil, insieme ad un altro cacciatore, sono stati sorpresi dagli agenti forestali presso alcuni appostamenti di caccia da loro abitualmente utilizzati e situati in prossimità del valico di Valdiola, un passo situato tra i Comuni di Matelica, Gagliole e San Severino, importante perché molto transitato dagli uccelli nel corso delle loro migrazioni da e verso l’Europa dell’Est. Sulla regolarità o meno di questi appostamenti, situati peraltro vicino al confine di una riserva naturale, si era già occupata alcune settimana fa la LAC Marche, chiedendo che vi fossero effettuati dei controlli da parte delle autorità preposte alla vigilanza. Ricordiamo che il possesso e l’utilizzo di richiami per la caccia non legali è un reato penale, si tratta quindi di una violazione gravissima e per questo la posizione di Sparvoli è quella più scomoda e sconcertante, in quanto commessa dal presidente nazionale di un’associazione venatoria, che rappresenta decine e decine di migliaia di cacciatori italiani. Ci chiediamo, quindi, che esempio possa dare, agli iscritti della propria associazione, un presidente che per primo non rispetta le leggi, ed infrange anche le regole più elementari della caccia?
Per questo semplice motivo, la LAC - Lega per l’Abolizione della Caccia chiede le sue immediate dimissioni da presidente, anche perché la sua permanenza alla guida della A.N.L.C. equivarrebbe ad una istigazione a delinquere per tutti i cacciatori iscritti, ed un insulto per i cittdaini che le regole e le leggi invece le rispettano.
25 ottobre 2014

Trabia (Pa), avevano cacciato lepri ed un cinghiale: denunciati 4 cacciatori

Alle ore 5 di ieri, i militari della Compagnia di Termini Imerese hanno denunciato quattro persone per aver violato le norme volte alla protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio.

Durante un servizio perlustrativo svolto nelle strada intercomunale del Comune di Trabia, un equipaggio dell’aliquota radiomobilie procedeva al controllo di un’autovettura sospetta all’interno della quale venivano generalizzati i quattro occupanti. Tra i sedili anteriori e posteriori dell’auto veniva rinvenuto un fucile da caccia, legalmente detenuto con relativo munizionamento ed all’interno di un sacco di plastica si trovavano conservate 5 lepri e nel vano bagagli un ulteriore sacco contenente un cinghiale.

Nella considerazione che, per l’anno corrente la lepre è annoverata dalle norme regionali come animale protetto vietandone la caccia mentre la caccia al cinghiale è consentita soltanto a partire dal mese di novembre sino a gennaio, i quattro cacciatori venivano condotti in caserma.

In relazione alle norme vigenti, i militari procedevano al sequestro della selvaggina, dell’arma, del relativo munizionamento nonché dei documenti di caccia.

mercoledì 22 ottobre 2014

Milano. Diciassette cacciatori denunciati dalle Guardie WWF Lombardia in soli tre giorni

«Ben 34 cacciatori denunciati in due settimane ben rappresenta la situazione lombarda - afferma Antonio Delle Monache, Coordinatore delle Guardie Volontarie del WWF Lombardia . La Legge dello Stato e le Direttive Europee in difesa della Fauna Selvatica sono sistematicamente infrante.I richiami acustici elettromagnetici vietati vengono usati quasi ovunque,nonostante il rischio di essere denunciati»

Milano, 21 ottobre 2014 - Diciassette cacciatori denunciati dalle Guardie WWF Lombardia in soli tre giorni di attività nelle province di Brescia, Milano e Pavia, per i reati dia bbattimento di specie protette,utilizzo di richiami custici elettromagnetici vietati e maltrattamento di animali.

Nell’ambito degli interventi le Polizie Provinciali hanno effettuato il sequestro di 17 fucili,11 richiami acustici elettromagneticivietati,1 telefonino usato come richiamo acustico,113 uccelli morti (pettirossi, cinciarelle,cinciallegre,fringuelli,frosoni,pispole,allodole e una tortora dal collare) e 5 uccelli vivi. 

«Ben 34 cacciatori denunciati in due settimane ben rappresenta la situazione lombarda - afferma Antonio Delle Monache, Coordinatore delle Guardie Volontarie del WWF Lombardia . La Legge dello Stato e le Direttive Europee in difesa della Fauna Selvatica sono sistematicamente infrante.I richiami acustici elettromagnetici vietati vengono usati quasi ovunque,nonostante il rischio di essere denunciati».

Romania – Cacciatori italiani nei guai. Avrebbero ucciso centinaia di allodole

GEAPRESS – Nuovo “incidente” per i cacciatori italiani in Romania. Stante quanto riportato dai giornali rumeni, sarebbero sette i nostri armati connazionali coinvolti nei giorni scorsi in un’inchiesta della polizia rumena su presunta caccia illegale.

Le località riferite per i sequestri di armi, munizioni ed in un caso le allodole abbattute (la stampa rumena riporta di fonti inquirenti) si troverebbero nei pressi di Mangalia e Cernavoda, rispettivamente a sud e ad ovest di Costanza.

Un primo cittadino italiano sarebbe stato trovato in possesso di pistole e oltre 500 cartucce calibro dodici. Almeno altri due italiani, nella secondo località,sarebbero invece coinvolti nel sequestro di 15 fucili da caccia calibro 12, 20 2 28, oltre che 11.000 cartucce e 610 allodole. Non è chiaro se tra i cacciatori italiani vi siano anche alcuni residente in Romania.

La vicenda non è sfuggita al CABS, lo speciale Nucleo di volontari antibracconaggio che ricorda come non pochi sarebbero i cacciatori italiani finiti sotto inchiesta nell’area di Costanza, proprio a seguito di battute di caccia.

Caccia: 4 morti e 23 feriti in un mese

Dopo soli 24 giorni effettivi di attività venatoria sono 27 le persone rimaste uccise o ferite da armi da caccia: quattro cacciatori sono morti e 15 sono rimasti feriti, mentre altre otto persone, tra cui un bambino, sono state colpite accidentalmente. A fare il bilancio di questo inizio di stagione è l’Associazione vittime della caccia: “I dati, aggiornati al 16 ottobre, danno il quadro della situazione – spiega Maurizio Giulianelli, vice presidente della associazione – Noi chiediamo da anni l’apertura di un tavolo con il ministero dell’Interno, ma non abbiamo ancora ottenuto risposta”. “L’alto numero di incidenti – spiega Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu, Lega italiana protezione uccelli – deve fare riflettere: solo nel 2013 abbiamo registrato 20 persone uccise da cacciatori e 80 feriti. Proponiamo che il Parlamento abroghi l’articolo 842 del codice civile che consente ai cacciatori di entrare nelle proprietà private.Tra l’altro, alcune regioni hanno stabilito una pre-apertura della caccia, dieci giorni prima della terza settimana di settembre, che è la data di avvio della stagione venatoria: in questi casi abbiamo registrato un forte aumento dei casi di bracconaggio”.
“Chiediamo anche – prosegue il presidente della Lipu – che sia aumentata la distanza di sicurezza dai centri abitati e dai luoghi di lavoro: visto che i cacciatori non rispettano quella attuale, di 150 metri, deve essere raddoppiata, nella speranza che serva a diminuire gli incidenti”. La forte urbanizzazione del nostro Paese “mette in discussione l’esistenza stessa della caccia che è diventata impraticabile in un territorio largamente antropizzato come il nostro. A tutto questo si aggiungono l’inciviltà e la maleducazione dei cacciatori che non esitano a sparare a qualsiasi cosa si muova: solo nelle ultime settimane sono state uccise da cacciatori una cicogna e un’aquila”.

Abruzzo. Agricoltori contro la caccia senza regole

Caccia al cinghiale: la necessità di contenere la popolazione e di tamponare le incursioni sui campi coltivati ha il rovescio della medaglia. Che ad alcuni residenti nel territorio tra Penne e Montebello Di Bertona, nel Pescarese, sarebbe addirittura superiore ai benefici. E raccontano che tranne il martedì e il venerdì, giorni di proibizione dell’attività venatoria, nell’agro di Montebello si va a caccia « dalle prime luci dell’alba a sera inoltrata. La proibizione di sparare vicino e tra le case, di non poter esercitare l’attività venatoria sui terreni coltivati ad ulivi fino alla fine del raccolto, di non lasciare sul terreno i bossoli, di non imbracciare il fucile stando vicino o sulla strada, viene totalmente elusa». Quindi si pone l’accento sulle problematiche inerenti «la sicurezza sul lavoro degli agricoltori che rischiano la pelle mentre lavorano i loro terreni». In particolare a contrada Mirabello «per via della facilità di accesso che consente ai cacciatori, muniti di radio portatili, di rimanere nei pressi delle auto e di chiudere, con tecniche da operazione militar, l’intera zona». Al di là dei toni e delle segnalazioni, ci sarebbe il fatto che «la Guardia forestale, a corto di uomini e mezzi, non riesce a fare fronte alle segnalazioni provenienti da otto comuni. Ma è la sicurezza sul lavoro degli agricoltori il capitolo più inquietante: i cacciatori per salvaguardarsi e evitare di spararsi tra di loro, come accaduto in diverse parti d’Italia, indossano pettorine arancioni. Chi lavora o passeggia per i propri terreni cosa dovrebbero indossare? E perché dovrebbero farlo essendo sulla loro proprietà privata?».

lunedì 20 ottobre 2014

Genova. Passeggiata al Lago della Tina con “sparatoria”, famiglia in mezzo a una battuta di caccia: “Assurdo

Arenzano. Una tranquilla passeggiata sul Beigua, precisamente sul sentiero del Lago della Tina, si è trasformata in una giornata di paura per una famiglia, che si è trovata in mezzo a una battuta di caccia.

“Abbiamo deciso di percorrere il sentiero del lago della Tina e abbiamo avvistato lungo il percorso dei cacciatori con i loro fucili e letto il cartello che segnalava la battuta di caccia in corso – spiega una lettrice – Prima di tutto mi chiedo come sia possibile tutto questo in un ‘oasi faunistica, poi mi chiedo quanto di regolare ci sia nel loro piano di caccia poiché rappresenta un vero pericolo per le tante famiglie che si accingevano a percorrere il sentiero”.

Verso le ore 11.30 la famiglia si è trovata insieme ad altre due signore con le loro bimbe nel bel mezzo di una sparatoria. “Lungo il sentiero, inammissibile! Il cacciatore dall’alto spingeva il cinghiale verso il basso dove i colleghi aspettavano e il malcapitato animale, spaventato, si è lanciato sul sentiero tagliando la strada ad una bimba che terrorizzata ha cominciato a piangere e urlare. Poco dopo, vicino a noi, lo sparo – prosegue la lettrice – Mi chiedo cosa sarebbe successo se avesse investito la bimba o se lo sparo avesse colpito uno di noi”.

Una grande paura, quindi. “Mi chiedo se questa è civiltà e vorrei delle risposte, vorrei che i signori cacciatori praticassero il loro ‘sport’ lontano dai sentieri che le famiglie hanno diritto di vivere in serenità. Per non parlare del fatto che non è molto educativo far assistere i bimbi a certi spettacoli”, conclude.

domenica 19 ottobre 2014

Brescia – Continui reati venatori. Cinque su sei denunciati sono cacciatori

GEAPRESS – Continua instancabile il lavoro delle Guardie Ecozoofile ANPANA di Brescia, impegnate nella lotta contro il bracconaggio e la caccia illegale agli uccelli protetti.

Negli ultimi quattro giorni, le Guardie hanno infatti denunciato sei persone per reati di tipo venatorio.

Domenica nel comune di Montichiari alle prime luci dell’alba è stato sorpreso un cacciatore che utilizzava due richiami elettroacustici che riproducevano il canto del tordo. Si tratta, come è noto, di mezzi di caccia vietati dalla legge. Il cacciatore è stato così denunciato per utilizzo di mezzi vietati.

Sempre nella giornata di Domenica, a distanza di soli pochi chilometri, nel comune di Calvisano, altri due bracconieri. In questo caso, alla vista delle Guardie dell’ANPANA, vi è stata una fuga roccambolesca durata oltre un’ora. I due sono stati infine identificati dalla Polizia Provinciale. Quando sono sono stati sorpresi delle Guardie ANPANA, stavano abbattendo dei fringuelli (specie protetta) con l’ausilio di un richiamo elettroacustico. Nella fuga hanno però lasciato sul posto la propria autovettura e non è stato così difficile poterli rintracciare.

Per entrambi è scattata la denuncia per utilizzo di mezzi vietati ed abbattimento di specie protetta oltre che abbandono di munizioni lasciate incustodite sull’auto.

Nella giornata di ieri è stata invece la volta di padre e figlio nel comune di Pozzolengo. Nell’ appostamento fisso di caccia, è stato trovato un richiamo elettroacustico e un uccello frosone appena abbattuto. L’intervento della Polizia Locale del comune di Pozzolengo consentiva di effettuare il sequestro. Anche in questa occasione i cacciatori sono stati denunciati per uso di mezzi vietati e abbattimento di fauna particolarmente protetta.

L’ ultimo intervento, sempre nella giornata di ieri, è avvenuto nel comune di Manerba del Garda. Le guardie ANPANA, nel corso del servizio venatorio, notavano lungo una strada con sbocco sul lago, una serie di quattordici trappole per avifauna dette “sep” con all’interno un uccello strozzato di specie particolarmente protetta, un occhiocotto.

Immediatamente si sono appostate all’interno del bosco per non essere notati e dopo circa un ora di attesa si è presentato un uomo il quale è stato colto in flagranza di reato con ancora le trappole e l’occhiocotto in mano.

Veniva avvertita la Polizia Provinciale per eseguire il sequestro penale e di conseguenza la persona consegnava agli agenti altri 13 pettirossi morti.

Il bracconiere è stato denunciato per furto ai danno dello stato in quanto privo di licenza di caccia e per uso di mezzi vietati ed abbattimento di specie particolarmente protetta. La Legge in materia venatoria, come è noto, rende inapplicabile a chi in possesso di licenza, i reati di furto e ricettazione.

I controlli. comunica l’ANPANA, proseguiranno ad oltranza visti i continui reati a danno di uccelli protetti. Un ringraziamento particolare va agli Agenti della Polizia Provinciale e della Polizia Locale del comune di Pozzolengo per la collaborazione dimostrata.

Cacciatori italiani uccidono un falco pescatore e una volpoca nel Delta dell'Ebro (Spagna)

Matan a tiros un águila pescadora y un tarro blanco en el Delta del Ebro



El primer día de la temporada de caza en el Delta del Ebro (Tarragona) se ha saldado con una nota lúgubre. Cazadores italianos han matado a las 9.15 de la mañana del domingo 12 de octubre un águila pescadora (Pandion haliaeatus) y untarro blanco (Tadorna tadorna) en el enclave de la La Alfacada, junto al observatorio de Migjorn. 

Los hechos han sido denunciados por los agentes rurales, que han acudido a la llamada de un observador. Ambas especies están catalogadas con el máximo nivel de protección. No son, desde luego, especies cinegéticas. Y abatirlas, como ha ocurrido en el Delta del Ebro, es un delito. 

La finca de la Alfacada mantiene un pequeño coto privado de caza, donde se permite la actividad cinegética, a pesar de encontrarse en zona protegida por diversas figuras legales y estar situada en el lugar de paso e invernada de cientos de miles de aves de decenas de especies de todo el continente europeo. Con esas circunstancias, “la posibilidad de que ocurra lo que ha sucedido hoy y se dispare sobre especies protegidas es alta” afirma Ignasi Ripoll, responsable de la reserva ornitológica de Riet Vell, que gestiona SEO/BirdLife en el Delta del Ebro. “Tras un delito flagrante como el de hoy, la Administración debería cerrar definitivamente ese coto”, denuncia Ripoll.

El responsable de SEO/BirdLife en el Delta del Ebro considera que debe replantearse la continuidad de áreas destinadas al turismo cinegético dentro de los espacios naturales protegidos. Permitirlo pone en riesgo el patrimonio natural de todos los ciudadanos y además supone una constante perturbación para el disfrute de esos espacios, que están protegidos por su gran valor natural y al servicio del ocio y disfrute de toda la sociedad. “Hay que recordar que el Delta del Ebro atrae miles de visitantes de toda Europa”, concluye Ripoll.

Importancia del águila pescadora y el tarro blanco 

El tarro blanco se incluye en el Libro Rojo de las aves de España (2004) en 4 la categoría de “Casi amenazado” y aparece como “De interés especial” en el Catálogo Nacional de Especies Amenazadas. El tarro blanco es mucho más abundante en Europa que en la Península Ibérica, y el Delta del Ebro es el principal lugar de invernada en nuestro país para los ejemplares del continente. 

El águila pescadora es todavía más escasa que el tarro blanco. Se incluye en el Libro Rojo de las aves de España (2004) como “En peligro crítico” y aparece como “De interés especial” en el Catálogo Nacional de Especies Amenazadas. En la Península el águila pescadora dejó de criar en la segunda mitad del siglo XX y sólo recientemente se han empezado a establecer unos pocos ejemplares en lugares muy concretos.