venerdì 12 ottobre 2012

Pavia. "Nelle mie terre non si caccia e la Provincia mi dà ragione"

VIGEVANO. «Mi hanno ucciso una papera da compagnia. E abbiamo persino trovato dei pallini da caccia in giardino». Era esasperata Maria Luisa Ferretti: a causa dei cacciatori che sconfinavano non poteva quasi più passeggiare liberamente nella sua cascina. «Così mi sono rivolta allo Studio Selva di Vigevano», spiega. «E sono riuscita ad estendere il divieto di caccia alle mie proprietà».

La storia di Maria Luisa Ferretti può servire da esempio per molti. «La mia non è una battaglia contro i cacciatori – dice la donna –. Quello che voglio fare è lanciare un messaggio positivo, e aiutare le persone a riflettere». La sua vicenda inizia circa un anno fa, quando decide di rivolgersi allo studio Selva di Vigevano per cercare di estendere il divieto di caccia ai terreni della sua azienda agricola vicino ai laghi Santa Marta. «E’ lo stesso studio che gestisce il centro parco della Sforzesca – spiega la donna –. Lì mi hanno aiutato tantissimo».Prima di poter vietare la caccia nella sua proprietà, infatti, ci sono voluti diversi incontri con l’amministrazione provinciale e le guardie del Parco del Ticino. «Abbiamo avuto anche il supporto tecnico e burocratico della dottoressa Roberta Casarini, della Lega anti caccia», spiega Ferretti.

E alla fine, la tanto attesa comunicazione è arrivata. «Dopo aver ricevuto comunicazione dalla Provincia di Pavia – scrive Giorgio Guardamagna, commissario dell’Atc di Mede – abbiamo ottenuto di modificare i confini della locale Zra», una “zona di rifugio e ambientamento”, dove vige il divieto assoluto di caccia. Ora infatti una serie di nuovi cartelli corre tutto intorno alle 300 pertiche di terreno dell’azienda agricola di Maria Luisa Ferretti. «Ho trovato qualche resistenza, ma anche comprensione», dice la donna. D’altronde il suo amore per gli animali ha radici ben profonde, e si lega anche all’antica filosofia indiana dei Veda. Ora che i colpi di fucile non risuonano più qui intorno Ferretti si sente sollevata. «Non ci sarà mai progresso se non verrà riconosciuto il diritto alla vita di tutti gli esseri viventi»

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