martedì 17 settembre 2013

Apertura caccia domenica. WWF: allarme bracconaggio

APERTURA CACCIA DOMENICA
WWF: ALLARME BRACCONAGGIO
LE ASSOCIAZIONI VENATORIE DICHIARANO LA PRESENZA NEL PAESE DI 250.000 CLANDESTINI ARMATI DEDITI ALLA CACCIA

All'apertura della stagione della caccia, prevista per domenica il WWF lancia l'allarme bracconaggio: secondo un sondaggio commissionato dalle stesse associazioni venatorie infatti, coloro che praticano abitualmente la caccia nel nostro Paese sarebbero assai più numerosi di quanto risulti dalle licenze effettivamente rilasciate dalle questure. Un esercito di un quarto di milione di clandestini armati che circolano nelle nostre campagne, sfidando la legge e aumentando drasticamente il pericolo per l'incolumità di tutti.

La caccia, infatti, non colpisce solo animali: sono parecchie decine l'anno gli esseri umani, anche bambini, uccisi o feriti in "incidenti" che non sono purtroppo che la conseguenza logica e prevedibile dell'uso incontrollato di armi in spazi aperti e liberamente accessibili.

Per avere piena percezione dei rischi per la collettività, dovremmo annoverare anche le vittime, ancora più numerose, di omicidi volontari commessi con armi da caccia, la cui disponibilità troppo spesso trasforma liti che potrebbero essere innocue in veri e proprie tragedie.

"Dati sconcertanti che in occasione dell’apertura della nuova stagione venatoria che domenica 15 settembre aprirà ufficialmente in tutta Italia, spinge il WWF a rinnovare a gran voce le richieste per arginare la deregulation venatoria: sanzioni penali più pesantiper i bracconieri, stop alla caccia in deroga (più e più volte bocciata dall’Unione europea), divieto di utilizzo dei richiami vivi, rispetto rigoroso delle indicazioni della scienza, attuazione ed applicazione concreta e puntuale delle regole europee."

L’attività venatoria in Italia tuttora legata a forme di caccia che si traducono in vere stragi di animali, molto spesso in declino: emblematico il caso della tortora, specie sulla quale s'e' concentrato il fuoco in tutte le 16 regioni nelle quali e' stato autorizzato l'anticipo della stagione, già dal 1 settembre.

Per non parlare delle forme di maltrattamento, la caccia illegittima a specie protette, il grave disturbo che comunque viene arrecato anche in periodi delicati (riproduzione, cura dei piccoli, migrazione, etc.), anche a specie non cacciabili e a quelle protette come ad esempio l’orso.

A questi fattori si aggiungono le forme di inquinamento da piombo che colpiscono sia gli animali, ad esempio i necrofagi, sia le persone. Gravi, infatti, le conseguenze per la salute umana - soprattutto per i pi piccoli - del consumo di selvaggina, il cui contenuto di piombo può causare patologie che vanno dall'anemia emolitica all'edema cerebrale.

Per non considerare poi i danni ed il disturbo nelle proprietà private, i danni all’agricoltura, l’inquinamento acustico.

Tutto questo a causa della persistente e sistematica violazione delle leggi europee ed italiane, e soprattutto di quelle della scienza, in particolare da parte delle Regioni.

Infine il controllo, spesso affidato quasi esclusivamente alle guardie volontarie delle Associazioni di protezione ambientale, come le Guardie del WWF, chiamate a vigilare sulla correttezza dei comportamenti di persone comunque armate.

Roma, 13 settembre 2013
Ufficio Stampa WWF Italia: 06-84497213, 349 0514472

Mantova. Apre la caccia, i primi colpi contro l’auto delle guardie

Paura a Sustinente: i pallini hanno centrato la vettura di servizio dell’Anpana e sfiorato le gambe del volontario in servizio

SUSTINENTE. Prese a fucilate le guardie volontarie dell’Anpana. È successo ieri mattina, primo giorno di caccia, a Sustinente. I colpi, partiti da un campo di mais, hanno raggiunto e mandato in frantumi il lampeggiante dell’auto di servizio e bucato una ruota. I pallini hanno anche centrato la gamba di una delle guardie senza però ferirla.

L’Associazione protezione animale e ambiente sta valutando l’ipotesi di sporgere denuncia verso ignoti. Il pericolo corso è stato notevole. I pallini sono arrivati ad altezza d’uomo e solo il caso ha voluto che nessuno dei quattro volontari presenti sia rimasto ferito al volto.

Per le guardie la giornata di lavoro è iniziata alle cinque e mezzo del mattino. Una parte di loro ha raggiunto la zona di Gazzuolo, un’altra quella di Sustinente.

«Alle sette e trenta eravamo sul posto - conferma il comandante provinciale dell’Anpana Massimo Mausoli - Il nostro compito è quello di controllare che i cacciatori stiano lontani dalle coltivazioni. In questo caso eravamo fermi in testa a un vigneto, che per regolamento non può esser attraversato, così come non si può entrare in un campo di mais, quando ci sono ancora i frutti. Eravamo in quattro. Due di noi, si sono staccati un momento per andare a controllare un cacciatore, mentre io e il collega ci siamo incamminati nella vigna. Percorsi pochi metri sentiamo tre colpi di fucile, uno dietro l’altro. Non ci facciamo caso, la caccia è aperta. Ma quando torniamo indietro troviamo i nostri colleghi spaventati. Mentre erano appoggiati alla macchina, intenti a verificare i documenti di quel cacciatore, sono stai raggiunti dalla rosa di pallini. Alcuni di questi hanno beccato il lampeggiante sopra il tettuccio infrangendolo. Altri, ma ce ne siamo accorti dopo, hanno bucato una delle ruote. E infine hanno colpito la gamba di una guardia, per fortuna senza riuscire a penetrare i pantaloni».

Non è stato possibile rintracciare chi ha esploso quei colpi partiti comunque dal campo di mais. Nel corso della mattinata sono stati controllati numerosi cacciatori ma tutti hanno negato d’aver sparato in quella direzione. Come accennato i pallini potevano centrare in pieno volto le guardie, con conseguenze facilmente immaginali. «È la prima volta che mi succede una cosa del genere. Potrebbe essere stato un gesto non intenzionale - commenta ancora Mausoli - ma il dubbio che abbiano sparato apposta verso di noi rimane».

Nell’intera giornata di ieri i volontari dell’Anpana hanno controllato trentun cacciatori e quaranta cani. Una sola sanzione per un animale sprovvisto del microchip.

Nessuna violazione è stata registrata invece nelle zone protette del Parco del Mincio e e in quelle del Parco Oglio sud. In quelle, come noto, la caccia è proibita. Per quanto riguarda il resto della provincia non sono stati segnalati altri incidenti di rilievo.

Brescia – A caccia di anatre con il fucile a pompa

Intervento delle Guardie Ecozoofile dell'ANPANA

GEAPRESS – Era armato con un fucile a pompa privo di fermo. L’arma conteneva inoltre quattro colpi, uno in più rispetto al consentito. Il cacciatore bresciano è stato sorpreso dalla Guardie Anpana nei pressi di un allevamento di storione nel Comune di Calvisano. A quanto pare era appostato per l’abbattimento delle anatre.

Tra i 34 cacciatori controllati nel giorno di apertura della stagione di caccia, ve ne è stato uno sorpreso addirittura nella pista ciclabile del Chiese. Il cacciatore, riferisce la nota dell’ANPANA, teneva il fucile carico ed imbracciato. Quattro le sanzioni amministrative complessivamente contestate. Tra queste proprio quelle relative alle violazioni per mancata distanza da strade e abitazioni.

Il cacciatore trovato in possesso del fucile a pompa è stato invece denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria.

lunedì 16 settembre 2013

Pescara, uccise 17 tortore (protette): controllati 150 cacciatori

PESCARA. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, effettuato ieri dalla polizia provinciale di Pescara e dalle Guardie Ecologiche Volontarie, in occasione della giornata di apertura della caccia, sono stati identificati 150 cacciatori.
Inoltre e' stato eseguito un sequestro di munizioni abbandonate e tortore abbattute. Il rinvenimento e' avvenuto in localita' Colle Carpini di Loreto Aprutino, in un campo di girasoli.

Le Guardie ecologiche volontarie hanno trovato due cinturoni abbandonati pieni di cartucce (erano 37 munizioni, di calibro 12) e 17 carcasse di tortore dal collare (Streptopelia Decaocto), magnifico esemplare di volatile protetto. Il medico veterinario ha riscontrato l'abbattimento delle tortore per ferite da pallini da caccia per cui si e' proceduto al sequestro ed e' stata inoltrata una comunicazione di reato a carico di ignoti alla Procura della Repubblica di Pescara per abbandono di munizioni e caccia vietata alla specie protetta. «Chi ha ucciso questi volatili», commenta il comandante della polizia provinciale Giulio Honorati, «non e' un cacciatore. I veri cacciatori, che amano e rispettano l'ambiente, osservano le norme e assicurano collaborazione a noi e alle Guardie ecologiche Volontarie, anche segnalando illeciti in materia venatoria» . Il servizio, andato avanti dalle 5 alle 14, ha visto la partecipazione di quattro pattuglie della polizia provinciale, dirette dal comandante Honorati, e tre squadre delle Guardie Ecologiche Volontarie, coordinate da Liliana Febo.

domenica 15 settembre 2013

Apertura della caccia, mattanza di animali, uomini... e diritti

Oggi si apre in quasi tutta Italia la stagione di caccia, un appuntamento che, secondo stime delle associazioni, coinvolge un numero di cacciatori che variano dai 250.000 ai 300.000. "Un vero e proprio esercito di doppiette - afferma l'Aidaa (Associazione italiana Difesa Animali e Ambiente) - assolutamente fuori controllo e senza alcuna limitazione nello sparare a tutto quello che si muove. L'Ue ci tiene sotto osservazione perché continuiamo a disapplicare le norme devastando territorio e specie a rischio. Una ricerca Usa: più armi più morti.

Di caccia muoiono anche le persone
Di caccia infatti non muoiono solo milioni di animali inermi ogni anno, ma negli ultimi anni sono morte 63 persone, mentre 208 sono rimaste ferite di loro 119 hanno riportato lesioni permanenti". "Secondo la rivista dei cacciatori Big Hunter, continua l'Aidaa in una nota - i cacciatori italiani sono circa 800.000, a loro si dovrebbero aggiungere oltre 300.000 bracconieri. L'attivita' venatoria, dice il presidente di Aidaa Lorenzo Croce, "e' un anacronismo oramai inaccettabile che riguarda una minoranza risicata di italiani (1%); loro la chiamano sport, noi assassinio di animali. Oltre ai 300.000 bracconieri, e' grave che tra gli stessi cacciatori almeno 100.000 hanno un eta' superiore ai 70 anni e 5.000 sono sopra gli 80 anni il che dovrebbe voler dire revoca immediata della licenza, che invece viene ancora concessa senza troppe difficolta' dalle questure italiane".

"Norme disapplicate", l'Ue potrebbe sanzionarci
A distanza di tre anni dall'approvazione del recepimento delle norme europee, che prevedono la massima tutela delle specie durante la fase della migrazione e della riproduzione e l'esclusione dalla lista delle specie cacciabili per quelle che sono in stato di conservazione sfavorevole, secondo la Lipu-BirdLife siamo in presenza di norme e regole disapplicate in molte regioni, caccia in periodo di migrazione e bracconaggio dilagante. "Purtroppo molte Regioni faticano ancora a dare piena applicazione alla direttiva europea- dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia- Umbria, Lazio, Toscana, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia hanno ignorato le novita' normative introdotte con la legge comunitaria del 2010 e le indicazioni scientifiche dell'Ispra, continuando a varare calendari venatori impostati piu' per rispondere alle richieste del mondo venatorio che per stabilire modalita' di caccia in sintonia con le esigenza di tutela come impone la direttiva comunitaria". 

Segnali positivi dal Sud
Segnali positivi arrivano da alcune regioni del Sud Italia, che hanno ridotto per varie specie la stagione venatoria, varando calendari venatori che recepiscono parte delle indicazioni scientifiche provenienti dall'Ispra. Particolarmente positivo il comportamento del Molise, che ha integralmente recepito le indicazioni dell'Istituto per la protezione ambientale. Del tutto irrisolto purtroppo il problema delle 19 specie in cattivo stato di conservazione per le quali e' autorizzata la caccia. Le regole prevedono che, in attesa di adeguati piani di gestione, si debba sospendere per queste specie, in via cautelativa, l'attivita' venatoria. Alcune Regioni hanno escluso dalla lista delle specie cacciabili moretta e combattente, ma per altre 17 il problema persiste. 

Bracconieri in azione
"Il problema del bracconaggio rimane drammatico e insoluto- prosegue il presidente Lipu- pene inadeguate e controlli ancora largamente insufficienti fanno si' che l'illegalita' venatoria sia ancora profondamente radicata". Per il numero uno della Lega italiana protezione uccelli "e' arrivata l'ora che le norme siano applicate in modo puntuale e che le indicazioni del mondo scientifico siano pienamente rispettate. La fauna selvatica- conclude- e' un bene del Paese, quindi di tutti, e non un qualcosa a uso e consumo di pochi".

"19 specie a rischio", un appello al Governo
Secondo quanto dichiarato dal ministero dell'Interno in risposta ad una interrogazione parlamentare, dati certi parlano ancora di una "relativa stabilita' del numero dei cacciatori che si attestano sull'1% della popolazione". Del resto, sono numerose le preoccupazioni dei cacciatori per il calo numerico denunciato dalle stesse associazioni venatorie e sottolineato non solo da molte interrogazioni regionali ma anche da altrettante fonti di stampa. La caccia, lentamente, malgrado ogni tentativo di riportarla in auge anche tra gli italiani, si avvicina in modo inesorabile all'estinzione che l'Enpa "si augura avvenga il piu' velocemente possibile". Gli italiani, fa notare l'Ente, "si continuano a chiedere perche' i cacciatori, che pure si ergono a difensori dell'ambiente e della natura, continuano a voler uccidere per 'divertimento' ben 19 specie le cui popolazioni sono particolarmente in crisi, in Italia come all'estero, al punto che l'Europa stessa ci chiede di sospenderne il prelievo". Per questo motivo, rivolge questa stessa domanda al Governo, "facendo appello al rispetto delle regole comunitarie, al rispetto dei pareri scientifici, all'assoluta necessita' di tutela di una biodiversita' sempre piu' impoverita e devastata nei suoi habitat".

"Più armi più morti", una ricerca Usa
Dagli Usa, secondo una ricerca ricerca che copre un periodo di 30 anni (1981-2010) e riguarda 50 stati, è stata scoperta una "correlazione robusta" tra i livelli stimati di possesso di armi e gli omicidi legati alle pistole a livello statale. Per ogni punto percentuale di aumento della prevalenza di possesso di armi, il tasso di omicidi aumentava dello 0,9 per cento. Gli studiosi sottolineano che e' teoricamente possibile che le persone siano piu' propensi ad acquistare armi se vivono in Stati con livelli piu' elevati di omicidi da arma da fuoco, innescando così un circolo vizioso.

Termoli. "Qui non si dorme più, i cacciatori già sparano e i bossoli sono sui nostri balconi"

"Qui non si dorme più, i cacciatori già sparano e i bossoli sono sui nostri balconi"

TERMOLI. Protestano vivamente i residenti di Porticone (zona via Catania, Cagliari e limitrofe) perchè "nonostante la stagione venatoria si apre ufficialmente il prossimo 15 settembre, è già una settimana che a partire dalle cinque del mattino alcuni pseudo cacciatori ci sparano quasi contro".

"Probabilmente provenienti dalla zona del Sinarca, queste persone - prosegue la cittadina che ci ha contattato per la segnalazione - si fanno beffa delle leggi e delle norme attuali e disturbano la nostra quiete in modo assurdo e ingiustificabile. Quanto mi secca ancor di più, tra l'altro, è che a pochi metri vi è la stazione della Forestale: perchè non interviene? Come mai ancora non fa nulla?".

"Al mattino dobbiamo andare a lavorare e la notte non si riposa più, diciamo basta a questi abusi".

La denuncia della cittadina prosegue elencando le tempistiche assegnate, le tipologie di animali e le singole disposizioni in merito alla norma che sancisce la stagione venatoria portando alla luce, tra l'altro, anche altri illeciti che gli anonimi denunciati compiono con questi gesti. 

"Spero vivamente si possano far rispettare le norme e si provveda a sanzionare quanto prima i trasgressori: è la stagione venatoria, non la stagione dell'irregolarità".

venerdì 13 settembre 2013

Viterbo. Lasciato dalla moglie minaccia di uccidersi con fucile da caccia

VITERBO – Aveva già imbracciato il suo fucile da caccia e stava per premere il grilletto. Prima che riuscisse a mettere in atto l’estremo gesto, però, sono arrivati sul posto gli agenti della questura che, ricevuta la segnalazione alla sala operativa, sono riusciti a bloccarlo.

Tutto ha avuto inizio alle 15 di ieri (11 settembre), quando gli agenti della volante e dell’ufficio prevenzione della questura, dopo l’allarme lanciato dai familiari, si sono recati poco fuori il centro abitato di Viterbo, lungo la Cassia.

L’uomo, che di recente si è separato dalla moglie, è stato trovato dentro il garage di sua proprietà con un fucile in mano e altri cinque accanto. Vista la pericolosità, dopo aver indossato i giubbotti antiproiettili e messo in sicurezza la zona, gli agenti hanno cercato di convincere l’uomo a consegnare l’arma e a uscire fuori.

Tutti i tentativi, però, sono andati vani, fino a quando sul posto è arrivato il vicequestore e capo della squadra mobile, Fabio Zampaglione. Con l’ausilio di una scala è riuscito a raggiungere una feritoia del locale dove il 50enne si era barricato e a dialogare con lui. Dopo una lunga opera di dissuasione è riuscito a convincere l’uomo a lasciare le armi e a uscire fuori.

Tutte le armi in suo possesso e la licenza di caccia sono state sequestrate. L'uomo è stato riaccompagnato a casa.

lunedì 2 settembre 2013

Gavorrano (GR) – Cacciatore prende a pugni una lepre

GEAPRESS – Una macchina che si ferma nei pressi della strada provinciale Aurelia. Lo sportello che si apre e la canna del fucile di un cacciatore che, comodamente seduto, avrebbe sparato contro una lepre.

A Grilli, frazione di Gavorrano (GR), si trovavano ieri a transitare anche le Guardie della LAC, Lega per l’Abolizione della Caccia, subito intervenute. Veniva coì accertato che il cacciatore aveva puntato contro una grossa lepre nel bel mezzo dei filari di una vigna. Incredibilimente, però, il cacciatore avrebbe portato a compimento un atto già non previsto dalla legge sulla caccia, prendendo per il collo la povera lepre ancora ferita e colpendola ripetutamente a pugni.

L’immediato intervento delle Guardie ha però impedito l’uccisione dell’animale.

Sul posto è arrivata immediatamente una pattuglia della Polizia Provinciale di Grosseto, ed è iniziata la corsa verso l’ambulatorio del Dott. Marco Aloisi di Semproniano per salvare la vita alla Lepre giunta sul posto ancora viva.

Varie le ipotesi di reato contestate al cacciatore: sparo in luogo pubblico, esercizio della caccia in periodi di divieto generale nonché il maltrattamento di animali. Il fucile da caccia è stato posto sotto sequestro.

Guidonia (RM), incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile

Guidonia, incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile

Guidonia, incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile
L'uomo, 58 anni, ha riportato ferite ad un occhio, al viso e al torace. Ad accompagnarlo in ospedale il collega di caccia che per un incidente l'ha ferito“

Incidente di caccia in località La Botte, nel comune di Guidonia Montecelio. Un cacciatore di 58 anni è rimasto ferito dal colpo sparato da un suo collega appartenente ad un altro gruppo di caccia. La vittima è stata colpita a un occhio, al viso e al torace. Le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe però in pericolo di vita.

Ad accompagnarlo in ospedale a Tivoli sarebbe stato lo stesso collega che ha esploso il colpo. Secondo una prima ricostruzione degli uomini del commissariato di Tivoli, il cacciatore avrebbe sparato contro un cinghiale ma per sbaglio avrebbe colpito il 58enne collega. In corso ulteriori accertamenti per verificare le testimonianze delle persone coinvolte.

APERTURA DELLA STAGIONE - Quello di oggi è il primo giorno della stagione venatoria. Un'apertura anticipata nel Lazio che ha suscitato non poche polemiche. "Il provvedimento, in armonia con le Regioni limitrofe, nell’ottica di una scelta equilibrata, è stato fatto in continuità con lo spirito che ha portato all’approvazione del Calendario venatorio e del regolamento per la stagione 2013/2014" ha fatto sapere la Regione Lazio in una nota.

"L’esercizio venatorio da appostamento, fisso o temporaneo e senza l’ausilio del cane è consentito dalle ore 5.40 alle ore 19.35 alle specie: cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, merlo e tortora". Ammessi solo i cacciatori con residenza anagrafica nella regione Lazio.

Fonte: romatoday.it del 01 settembre 2013




Marche. Tubercolosi nei cinghiali. LAC: togliere la gestione ai cacciatori

Dopo il recente ritrovamento di carcasse di cinghiali morti nel fiume Esino, probabilmente malati di tubercolosi bovina, si ripropone l’annoso problema della gestione della popolazione del cinghiale nella nostra Regione. Come LAC abbiamo richiesto all'assessore regionale Paola Giorgi la sospensione cautelativa della caccia al cinghiale per la prossima imminente stagione, in modo da permettere un monitoraggio a tappeto sullo stato di salute di tutta la popolazione marchigiana del cinghiale, verificare la diffusione della tubercolosi, ed approntare poi le decisioni da prendere, sia per tutelare la salute dei cittadini, che il lavoro degli allevatori di bestiame. Sulla proposta di sospensione della caccia, la Coldiretti si è però detta contraria, perché “lo stop alla caccia significherebbe aggravare una situazione, quella dei danni agli agricoltori, già drammatica, che non apporterebbe alcune beneficio”. Noi della LAC siamo convinti invece che per affrontare seriamente, ed in via definitiva il problema dei danni procurati dai cinghiali, bisognerebbe incidere sugli interessi consolidati dei cacciatori, i quali, come è noto, dalla caccia al cinghiale ne ricavano una significativa fonte di reddito, vendendo ai ristoranti gli animali abbattuti nel corso delle battute di caccia. L’unico soggetto che ha quindi interesse ad avere un'alta presenza di cinghiali sul territorio è proprio il cacciatore. Se i cinghiali sono oggi così numerosi è infatti a causa dei ripopolamenti venatori effettuati con animali d’allevamento e importati dall’Est europeo. Tali pratiche, legali fino a metà degli anni ’80, continuano ancora oggi illegalmente. Senza parlare poi del florido commercio clandestino di cinghiali uccisi dai bracconieri, venduti al nero e senza alcun tipo di controllo sanitario. E’ necessaria quindi una rivoluzione metodologica nell’affrontare il problema del cinghiale, che parta dall’esclusione dei cacciatori da ogni intervento di controllo e dal divieto di caccia alla specie. Vietare la caccia al cinghiale, ed escludere i cacciatori dagli interventi di controllo dei cinghiali, farebbe infatti perdere automaticamente l’interesse venatorio sul cinghiale. Far pagare inoltre ai cacciatori tutti i danni prodotti dai cinghiali attraverso l’aumento delle tasse di concessione venatoria. Vietare la detenzione, l’allevamento, il trasporto di cinghiali vivi. Investire risorse sugli studi, oggi pressoché abbandonati, tendenti a perfezionare e codificare misure incruente di prevenzione dei danni da cinghiali. Sostenere finanziariamente delle misure di prevenzione dei danni (recinzioni elettrificate, dissuasori a ultrasuoni, dissuasori chimici, contraccezione, ecc..). Infine realizzare degli attraversamenti stradali protetti per la fauna selvatica. Senza questa presa di coscienza da parte di politici, amministratori ed addetti ai lavori, ciclicamente, ad ogni incidente stradale o ad ogni ritrovamento di carcasse di animali uccisi di frodo, si tornerà a parlare di “cinghiali”, ognuno però dal proprio punto di vista particolare ed interessato, ma il problema resterà irrisolto, per la goduria di cacciatori e bracconieri!

Ancona, li 30 Agosto 2013 Danilo Baldini – Delegato regionale LAC Marche

Toscana. Pre-apertura caccia, Sel: "Sempre più forti le lamentele dei cittadini, che anche nei social network come facebook denunciano gli spari fin dalle quattro del mattino"

COMUNICATO STAMPA, Firenze, 1 Settembre 2013

Pre-apertura caccia, Romanelli (Sel): "Sempre più forti le lamentele dei cittadini, che anche nei social network come facebook denunciano gli spari fin dalle quattro del mattino e alcuni confessano la paura ad uscire di casa". "La politica non può ignorare questo dissenso e non può continuare ad affidare alla caccia la soluzione degli squilibri ecologici e dei danni all'agricoltura"


"Oggi, il giorno di pre-apertura della caccia, è festa grande per chi considera uno sport e un divertimento uccidere altri esseri innocenti, ma chi abita in campagna e magari di Domenica vorrebbe non essere svegliato alle quattro del mattino, o semplicemente chi in campagna vorrebbe andarci per vivere una giornata di pace, oggi è un cittadino di serie B" - così Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, a commento della preapertura odierna della stagione venatoria.

"Gli squilibri ecologici sempre più marcati tra le popolazioni di animali, i conseguenti danni all'agricoltura provocati da animali in sovrannumero, costituiscono la foglia di fico della politica che cerca soltanto i voti dei cacciatori e che non può più sostenere che la caccia è uno sport, oppure una bella tradizione da conservare" - "Ormai, grazie al lavoro delle associazioni animaliste che hanno diffuso una sensibilità sempre più forte tra i cittadini, uccidere per divertimento non è più difendibile tout court, e allora agricoltura ed ecologia vengono reclutate come supporto ideologico per continuare come e peggio di prima. In questo senso l'Assessore all'Agricoltura Salvadori, nell'annunciare il provvedimento, ha dimostrato onestà intellettuale nell'ammettere, parole quasi testuali, che il provvedimento consiste in una mediazione tra gli interessi dell'ambiente e le aspettative delle associazioni venatorie".

"Questa parziale ammissione rivela che la foglia di fico è sempre più piccola e copre sempre di meno. Gli squilibri ecologici e i danni all'agricoltura, i costi pubblici degli indennizzi agli agricoltori, sono sempre maggiori e soprattutto lo sono dove ci sono tanti cacciatori, ad esempio in Veneto e in Toscana, disvelando a chi non vuole nascondere la testa sotto la sabbia che la caccia non è la soluzione, bensì è parte del problema".

"Il ripristino degli equilibri ecologici e degli habitat, la valorizzazione delle aree protette, la gestione scientifica e incruenta del patrimonio faunistico, sono un'altra grande opera necessaria per il Paese, che può mettere al lavoro competenze scientifiche e universitarie, tanti giovani laureati in scienze forestali, biologiche, naturali, che non trovano lavoro e se ne vanno dall'Italia... sarebbe un pochino più serio affidarsi a loro che alle doppiette!"

"Per concludere, devo però dire che una nota di flebile speranza questa giornata la porta: ovvero la crescente protesta dei cittadini, che si evince dalle email che arrivano alle nostre caselle postali o da quello che la gente dice nei social network come facebook. Oggi ho visto, proprio su facebook, decine di cittadini lamentarsi per gli spari fin dall'alba, e alcuni confessare di aver paura ad uscire di casa. Credo che la voce della protesta debba levarsi sempre più alta e forte verso la politica, che non può più insistere ad ignorare queste istanze" - conclude Romanelli.

MAURO ROMANELLI - CONSIGLIO REGIONALE TOSCANA


Perugia. Caccia, raffica di multe per la preapertura

PERUGIA I boschi battuti al tappeto. Oltre 200 controlli e ben 28 multe. 
Tanti i verbali messi nero su bianco dalla polizia provinciale nei confronti di cacciatori che hanno sparato troppo vicino alle case o hanno sistemato appostamenti fissi “irregolari”. Gli agenti della Provinciale hanno anche sequestrato due fucili. Tante le chiamate alla centrale operativa della Polizia Provinciale di Perugia per segnalare situazioni di pericolo e tante le richieste di intervento per verificare il rispetto delle regole. Segnalati anche incendi di sterpaglie nell’altotevere e nell’eugubino: potrebbero essere legati proprio alla giornata di caccia. Ben 40 le pattuglie impegnate per la giornata “straordinaria”.