giovedì 8 gennaio 2015

Piombo e munizioni da caccia

Premessa di Umberto La Sorda:

Immaginiamo che una cartuccia da caccia contenga una media di 30 gr di pallini di piombo. Immaginiamo che in una battuta di caccia vengano esplosi da un singolo cacciatore una media di 3 cartucce, ovvero una media piuttosto bassa. Moltiplichiamo 30 gr x 3 cartucce ed otterremo quindi 90 gr di piombo in pallini dispersi nell’ambiente in una singola battuta giornaliera. (Il termine disperso è veramente adeguato considerato che proprio per l’effetto della rosata i pallini vengono distribuiti a pioggia sul terreno). Il risultato ottenuto dovrà però essere moltiplicato per un certo numero di cacciatori. Ipotizziamo che un territorio di 15 ettari può essere frequentato da una media di 10 cacciatori. Avremo quindi una media di 900 gr di piombo sparso nel terreno per singola battuta.
Questo è un calcolo ottimistico e prende in esame solo una piccola parte del sistema. In Italia ci sono circa 700.000 cacciatori che hanno a disposizione 55 giornate venatorie. L’ISPRA ed il Ministero dell’ Ambiente riportano dati di circa 10.000 tonnellate di piombo che ogni anno vengono immesse sul territorio nazionale e si parla di quantitativi volutamente calcolati in difetto. (fonte ISPRA, GEAPRESS, Ministero dell’Ambiente). Ora immaginiamo che tutto questo si ripete ogni anno, da decenni. Se vogliamo ipotizzare solo gli ultimi 10 anni con una stima volutamente inferiore di circa 5.000 tonnellate l’anno, arriviamo alla magica cifra di 50.000 tonnellate di piombo!!! …solo negli gli ultimi 10 anni…


Terrificante non è vero? …Piombo che rimane nei terreni spesso coltivati, che viene continuamente dilavato dalle piogge avvelenando le falde acquifere. In alcune zone particolarmente frequentate dai cacciatori come i capanni fissi e le poste sono stati evidenziati nel terreno quantità di metalli pensanti 80.000 volte superiore alla media. Unico passo legislativo fatto è quello di porre il divieto di utilizzare munizioni di piombo solo per le aree umide di ZPS (Zona di Protezione Speciale) e ZSC (Zona Speciale di Conservazione). Peccato che queste ultime devono ancora essere definite e che comunque non si tiene conto delle migliaia di tonnellate immesse nel tempo. Molte associazioni venatorie si sono fatte promotrici, poste davanti l’evidenza, dell’utilizzo di munizionamento alternativo, nella fattispecie di pallini in acciaio o piombo ramato, ma il costo e la resa in termine di gittata ed efficienza non le fa preferire alle classiche munizioni.

Con questa premessa volevo introdurvi alla lettura di questo interessante articolo:

“Nuove ricerche sull’avvelenamento da piombo rivelano che i cacciatori sono più a rischio di stupidità della media. Non è un’opinione degli animalisti ma l’esito di recenti studi scientifici”

Nuove ricerche sull’avvelenamento da piombo evidenziano delle conseguenze ancora più gravi sulla salute animale di quelle finora conosciute. Non esistono dati ufficiali sulla diffusione del piombo in Italia. Ciò che è certo è che la caccia è uno dei fattori principali della disseminazione di questa sostanza sui terreni e nelle acque. Si stima che ogni anno nel nostro paese siano 25.000 le tonnellate di piombo delle cartucce che vengono disperse nell’ambiente durante l’attività venatoria. Finora però gli studi avevano associato il fenomeno del “saturnismo” (avvelenamento da piombo) solo alla caccia nelle zone umide in quanto gli uccelli acquatici ingeriscono i pallini di piombo confondendoli per sassolini che utilizzano normalmente per facilitare la loro digestione. Oggi invece è stato evidenziato che anche gli animali terrestri sono destinati a subire il fenomeno del saturnismo in quanto si è potuto constatare che gli animali che predano altri animali feriti e non recuperati dai cacciatori assumono e metabolizzano anch’essi frammenti di piombo insieme alla carne delle prede. Anche per la salute umana è stato dimostrato che gli effetti dell’uso delle munizioni contenenti piombo sono molto più gravi di quello che finora si pensasse. Nello studio compiuto da ricercatori dell’associazione inglese Wildfowl and Wetlands Trust (WWT) in collaborazione con lo Spanish Research Institute on Cynegetic Resources (IREC), gli scienziati hanno dimostrato che la quantità di piombo presente nelle carni di selvaggina dopo la cottura eccederebbe i limite consentito dall’Unione Europea, in conseguenza del fatto che molti residui di piombo delle munizioni rimarrebbero all’interno della carne. Per verificare ciò, i ricercatori guidati da Rafael Mateo della Università di Castiglia-La Mancia hanno analizzato ai raggi X la presenza di munizioni o frammenti di munizioni all’interno di diverse specie di animali uccisi durante una battuta di caccia. Utilizzando una tecnologia spettroscopica, i ricercatori hanno poi analizzato l’eventuale presenza di frammenti di piombo nella carne già cotta e pronta per essere consumata. Si è visto che il proiettile che penetra all’interno di un animale si frammenta in numerosissime schegge che si diffondono anche a distanze elevate dal punto colpito. Chi consuma selvaggina va quindi facilmente incontro all’ingestione di quantità significative di questo elemento nocivo. “A seconda delle specie e del modo in cui era cucinata la cacciagione, tra il 20 e l’87,5% dei campioni analizzati superavano il livello massimo di piombo consentito dall’Unione Europea nella carne animale”, ha concluso Rafael Mateo. Mangiare quindi carne di selvaggina uccisa con proiettili di piombo potrebbe rappresentare un rischio per la salute, specialmente nei bambini o in chi mangia molto spesso la cacciagione come i cacciatori. A rivelarlo è un autorevole studio pubblicato sulla rivista medica PLoS One. Indagini condotte su vasta scala hanno evidenziato come, ad un incremento della concentrazione di questo elemento nel sangue da meno di uno a 10 microgrammi per decilitro corrisponda un abbassamento del quoziente intellettivo (QI) di 6,2 punti. Nel caso di contaminazioni diffuse, pertanto, il piombo determina pesanti ricadute sociali (con i relativi costi di salute pubblica a carico della collettività), portando ad un aumento percentuale di soggetti con ritardi mentali gravi. Il Food Standard Agency, l’agenzia indipendente del governo del Regno Unito responsabile per la sicurezza alimentare, consiglia alle persone che si alimentano di selvaggina uccisa con pallini di piombo, di ridurre il consumo di questa carne. L’agenzia si rivolge in particolare a gruppi vulnerabili come bambini e donne in gravidanza, sottolineando come l’esposizione al piombo può danneggiare lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso.

Claudio Allegrino Coordinatore gruppo Abruzzo Guardie Volontarie WWF Italia

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