giovedì 30 agosto 2012

Caccia, il Tar boccia la Regione Lazio: sospeso l'anticipo della stagione


SOSPENSIVA PER IL PROVVEDIMENTO CHE VIOLA NORME EUROPEE

Caccia, il Tar boccia la Regione Lazio:
sospeso l'anticipo della stagione
L'attività venatoria non potrà iniziare sabato 1 settembre. Doppiette consentite dal 16. E il Wwf chiede un divieto totale per scongiurare danni agli ecosistemi

ROMA - La Regione Lazio bacchettata dal Tar. La scelta - poco ambientalista - del consiglio della Pisana di anticipare la stagione della caccia a sabato 1 e domenica 2 settembre non è piaciuta ai giudici del tribunale amministrativo, che hanno accolto il ricorso presentato dal Wwf Lazio contro il provvedimento. Il Tar ha dunque fermato le doppiette: per sparare, i cacciatori dovranno attendere anche nelle 5 province laziali l’inizio ufficiale della stagione venatoria, fissato per il 16 settembre.

VIOLATA DIRETTIVA UE - «Come ogni anno ormai accade, la Regione Lazio intendeva anticipare di due settimane l'avvio della caccia, contravvenendo palesemente alla direttiva comunitaria Uccelli - attacca il Wwf - e ignorando, per specie come il colombaccio, il parere negativo dell’Ispra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Ma il Tar ci ha dato ragione». Soddisfazione è stata espressa dalla presidente regionale dell'associazione ambientalista Vanessa Ranieri (che è anche l'avvocato che ha presentato il ricorso): «La decisione del Tar Lazio ha impedito la prevista preapertura della caccia, che avrebbe sferrato un ulteriore colpo di grazia alle popolazioni di fauna selvatica già duramente colpite da mancanza d’acqua e distruzione dell’habitat riproduttivo a causa delle fiamme».

CALAMITA' E SPECIE A RISCHIO - Eppure la Regione Lazio, dopo neppure 24 ore dalla adozione del Calendario Venatorio per il 2012/2013 e in attesa di un vertice previsto per il 5 settembre al ministero dell'Agricoltura, aveva decretato la deroga al periodo di caccia, anticipandolo «nonostante il palese stato di calamità naturale che ha visto la nostra regione primeggiare per numero di incendi e per siccità».
«Logica, buon senso e, soprattutto, pareri unanimi degli esperti - insiste Ranieri - concordano nell’affermare che le popolazioni animali, in caso di prolungate condizioni climatiche estreme, sono sottoposte ad enormi stress fisici; la situazione che si è creata in modo particolarmente evidente questa estate a seguito di siccità, alte temperature e incendi rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie».

SOSPENDERE DEL TUTTO L'ATTIVITA' - Non solo: la legge nazionale sulla caccia - all’art. 19 comma 1 - permette alle Regioni di sospendere la caccia in caso di particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche. «L’eccezionale periodo di siccità, le temperature altissime e i tanti incendi - dicono al Wwf - avrebbero suggerito, al contrario di quanto fatto dalla Regione Lazio, di sospendere l’attività venatoria anziché chiedere una deroga al calendario». Perciò le associazioni in difesa di ambiente e fauna rilanciano la richiesta di vietare la caccia nel prossimo autunno «affinché siano scongiurati i danni irreversibili agli ecosistemi».

Fonte: corriere.it del 30 agosto 2012


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