martedì 21 febbraio 2012

Grosseto. Un altro canile lager gestito da un cacciatore

foto da geapress.org
GEAPRESS – All’appello mancano diciassette cani e le voci che corrono in paese riferiscono essere morti ad agosto. Certo non per la neve, come ora parrebbe giustificarsi il sessantanovenne cacciatore di Roccatederighi, frazione del Comune di Roccastrada in provincia di Grosseto. C’era la neve e non potevo andarci, va dicendo in giro. In pochi gli credono. Neanche i conoscenti cinghialai che a caccia non lo volevano. Con un occhio solo, non si sa mai.
Anche questo può succedere in Italia. A caccia con un occhio e la licenza da rinnovare ogni sei anni. Un lasso di tempo senza eguali nei tempi previsti per il rinnovo delle diverse tipologie di porto d’armi e che ora, grazie ad un emendamento al decreto sulle semplificazioni presentato dall’On.le Molgora, Presidente della Provincia di Brescia, rischia di slittare addirittura ad otto.
Dei 14 cani ritrovati dalle Guardie del WWF e della LAC, in un intervento congiunto ai Carabinieri della locale Stazione, nove erano ancora vivi, sebbene quattro senza microchip ed uno non denunciato. Due dei nove, però, erano moribondi. Poi altri cinque, morti. Anche tra questi ultimi, in quattro erano senza chip ed uno non era stato denunciato.
Morti di freddo e di stenti. Ha nevicato a Grosseto, ma non tanto da giustificare tale mostruosità. Cani legati alla catena, morti di freddo, di fame e di sete. Poi quelli putrefatti, chiusi nei sacchetti. Il tutto detenuto dal cacciatore con un occhio, molto noto per i suoi segugi maremmani. Il sospetto degli inquirenti, a quanto pare avvalorato da alcuni annunci ritrovati su riviste specializzate, è che quello fosse un allevamento finalizzato alla vendita. Le baracchine in legno (una era stata semidistrutta dai morsi della fame di un cane poi deceduto) sparsi nel castagneto. Stante le indiscrezioni apprese in loco, quell’allevamento non era poi così irraggiungibile nel fitto del bosco. Forse, nel passato, c’è stata una ispezione veterinaria che non aveva però dato gli esiti sperati. Di certo, il cacciatore allevatore, aveva continuato la sua attività e appena pochi giorni addietro, trapela ora tra i ben informati, aveva consegnato il tesserino caccia agli uffici della Provincia. Il termine ultimo, per la Provincia di Grosseto, è infatti il 20 febbraio.
Su insistenza dei Carabinieri e delle Guardie WWF e LAC, tutti i cani superstiti sono stati trasferiti in una struttura idonea, mentre l’intera area, ricavata all’interno di un bosco di castagni, è stata posta sotto sequestro. Il sospetto è che possano esservi stati sepolti dei cani. In queste ore sarebbe in corso il controllo delle armi da parte dei Carabinieri e non è detto che la vicenda possa presentare altri risvolti. Sembra che sarà quasi scontato che l’Autorità di Polizia, stante le condizioni del cacciatore, disporrà il ritiro del porto d’armi.
L’occhio, a quanto pare, l’aveva perso in un incidente di caccia. I cani, per freddo, fame e sete. Se non fosse stato per i Carabinieri e le Guardie volontarie, alla prossima stagione di caccia avrebbe nuovamente imbracciato il fucile. Anzi, a quanto pare, di questo lui sembra esserne certo.
Qualcosa, da quelle parti, si sta forse incrinando. A non molti chilometri da Roccastrada, tra i boschi di Castiglione della Pescaia, poco più di un mese addietro trapelò da ambienti venatori un’altra tremenda notizia. Otto cani, in macchina a morire (vedi articolo GeaPress). Purtroppo il proprietario si è avvalso di numerosi testimoni, tutti componenti della squadra di cinghialisti. Nessuno si presentò a rivendicare quanto scritto e diffuso in forma anonima.

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