martedì 4 febbraio 2014

Proroga della stagione venatoria in Lazio: disonesti e bracconieri ringraziano

31 gennaio 2014 – Comunicato stampa

Proroga della stagione venatoria in Lazio: disonesti e bracconieri ringraziano

In merito al Decreto T0021 del 30 gennaio scorso, con cui il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha posticipato al 10 febbraio il termine della stagione di caccia a 4 specie di uccelli (colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia, gazza),
la LAC- Lega per l'Abolizione Caccia, manifesta dure critiche all'amministrazione regionale per un provvedimento inutile e dannoso per la fauna selvatica.

Si tratta di una classica marchetta pre-elettorale (le elezioni europee si avvicinano...), di cui rischiano di avvantaggiarsi indebitamente solo cacciatori disonesti e bracconieri.

Lo sanno anche i sassi che la caccia ai corvidi a febbraio non interessa a nessuno; la possibilità di cacciare da appostamento il colombaccio, anche con mobilità all'interno di tutto il Lazio, fornisce invece un pretesto per la presenza armata di tutti quei soggetti che approfitteranno della proroga della possibilità di stare col fucile nelle campagne, per continuare eventualmente ad abbattere tordi, merli e beccacce, specie per le quali la stagione venatoria sarebbe già conclusa, e protraendo comunque il disturbo venatorio in periodo invernale, quando la fauna selvatica deve comunque affrontare una selezione naturale per la minor disponibilità di risorse alimentari.

Lega Abolizione Caccia
Ufficio Stampa

Oliena (NU), ignorati test anti trichinella Cacciatori multati con 100mila euro

Undici compagnie di Oliena sono state sanzionate.

Centomila euro di multa per la mancata presentazione nei laboratori dell'Asl dei campioni di sangue sui cinghiali abbattuti. E' la sanzione con cui sono state punite undici compagnie di caccia di Oliena. I controlli eseguiti dalla Forestale avevano accertato la violazione delle norme previste per evitare la diffusione della trichinella.

domenica 2 febbraio 2014

Caccia: fine della stagione venatoria.Ancora un bilancio rosso sangue

COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA - 1 febbraio 2014

FINE DELLA STAGIONE VENATORIA - il DOSSIER VITTIME DELLA CACCIA 2013-2014
Caccia: Ancora un bilancio rosso sangue
105 tra morti e feriti per armi da caccia e cacciatori nell'arco di nemmeno cinque mesi, 11 morti e 28 i feriti tra i civili.
82 fucilati durante le battute, ovvero in ambito venatorio, nei "soli" 60 giorni effettivi di caccia di questo calendario venatorio,
con 1 morto e 19 feriti tra i civili.

23 persone vittime dei cacciatori e delle loro armi anche al di fuori delle battute (ambito extravenatorio), tra questi... 10 i morti e 9 i feriti tra la gente comune.

"E' sempre più allarme a differenza dei toni fintamente ottimistici sbandierati dal mondo venatorio per un presunto calo del 40% degli incidenti gravi (non si sa su quali basi visto che non viene mai documentato niente). La gente comune, le persone disarmate, ovvero coloro che si ritrovano lungo il tiro incrociato delle doppiette - nonostante spesso siano a casa propria o in un luogo pubblico - stanno alzando la testa ogni anno di più e vogliono garanzia di sicurezza e la fine della barbarie", dichiara Maurizio Giulianelli, portavoce dell'Associazione Vittime della caccia, e aggiunge: "invece i dati monitorati dalla nostra associazione sulla base delle osservazioni sistematiche e rigorose confermano l'alto prezzo di vite umane che la caccia ha fatto pagare ancora in questa stagione 2013-2014, anche a coloro che a questo gioco al massacro non vogliono partecipare.

Anche la stagione conclusa non ha risparmiato proprio nessuno: oltre ai milioni di animali selvatici massacrati, i tanti tantissimi animali d'affezione impallinati nei propri giardini, un numero impressionante di vittime umane... morti e feriti che evidentemente per i cacciatori non devono fare notizia.Infatti non li contano proprio... Questo lo spregio per la vita altrui dimostrato dai cacciatori verso le altre persone, sia durante le battute di caccia sul territorio, che nella comunicazione mediatica. I dati da noi raccolti - come sempre - confutano invece le pseudo-analisi farlocche- mai documentate ma sempre urlate - di CNCN e Face Italia che senza pudore negano pubblicamente l'evidenza ma soprattutto senza produrre la loro verità, neppure per un onesto riscontro incrociato di dati." aggiunge Maurizio Giulianelli.

Ma anticipiamo alcuni dati emersi da questa stagione venatoria, cercando di riportare l'attenzione soprattutto sulle vittime della caccia civili:

SETTEMBRE il mese a più alto rischio per la gente comune (dicembre per i cacciatori) in ambito venatorio, mentre in ambito extravenatorio (al di fuori delle battute) ottobre e dicembre i mesi con più vittime civili. In allarmante aumento il numero di vittime civili di questa e della scorsa stagione venatoria, rispetto alle precedenti, confermato anche dalle sempre crescenti richieste di aiuto alla nostra Associazione e dalle denunce mediatiche sempre più numerose.

I DATI: Vittime per armi da caccia e cacciatori stagione venatoria 2013-2014 (1 settembre/30 gennaio):


AMBITO VENATORIO (vittime nelle battute di caccia)
CIVILI: 19 Feriti + 1 Morti - CACCIATORI: 50 Feriti + 12 Morti
tot 69 Feriti + 13 Morti = 82 Vittime



AMBITO EXTRAVENATORIO (vittime per armi da caccia-cacciatori in ambiente domestico, sociale, collettivo, familiare, ecc)
CIVILI: 9 Feriti + 10 Morti - CACCIATORI: 2 Feriti + 2 Morti
tot 11 Feriti + 12 Morti = 23 Vittime


MORTI E FERITI PER ARMI DA CACCIA E CACCIATORI nei DUE AMBITI
CIVILI: 28 Feriti + 11 Morti - CACCIATORI: 52 Feriti + 14 Morti
80 Feriti + 25 Morti = 105 Vittime Totali


Chi provoca incidenti di caccia? Dalla stag ven 2010-2011 a questa appena conclusa, abbiamo raccolto i dati sull'età dei cacciatori responsabili di incidenti o di atti di violenza con le armi da caccia. Con la somma di questi dati corrispondenti a quattro stagioni venatorie, emerge che le fasce di età più tendenti a provocare danni a persone partono da quelle intermedie, 51 anni in poi, con un picco massimo nella decade 61/70 anni. Analizzando invece anno per anno, nella precedente stagione venatoria (2012-2013) è emerso un insolito picco di incidenti o atti di violenza con armi per mano di giovani neopatentati appartenenti alla fascia dei 18-30 anni. Fenomeno questo che in questa stagione appena conclusa, risulta rientrato, spostando appunto, i casi critici analizzati dalla media età in poi, con un picco fino ai 70 anni, e un discreto numero di casi anche nelle più venerande età a conferma dello stesso dato precedente. Questo è quanto risulta analizzando "solo" i casi con vittime per armi da caccia, morti e feriti. 

Non solo morti e feriti: Notevole balzo in avanti, invece, l'età di coloro che, essendo ancora legittimati dalla legge a detenere ed usare fucili ad uso caccia ne abusavano e si rendevano responsabili di minacce e violenze di vario tipo nei contesti quotidiani, quali dinamiche con familiari, mogli, ex, figli, vicini, confinanti, passanti. Questa raccolta di rassegne stampa è titolata Storie di Ordinaria Follia e ricorda come irrisolto il problema dei troppi ultrasettantenni che legittimamente detengono ancora armi ma presentano evidenti disagi psichici.

La preoccupante fotografia DEI DANNI PRODOTTI DALLA CACCIA IN ITALIA che è apparsa con la chiusura di questa stagione venatoria e la definitva raccolta dei dati è sinteticamente riassunta nel documento Frequenza degli accadimenti intercettati, significativa somma cronologica dei misfatti ad opera di cacciatori, ma che esclude tutti i casi di abusi, illeciti e crimini ambientali e faunistici che sono trattati in sezioni apposite molto dettagliate.

Dunque, dal 3 febbraio, il DOSSIER VITTIME DELLA CACCIA 2013-2014 verrà pubblicato completo sul sito dell'Associazione Vittime della caccia con tutti i dati analitici e sintetici, le rassegne stampa da cui scaturiscono, grafici e tabelle per fotografare realisticamente il fenomeno caccia in Italia e il disagio sociale che ne consegue, stridente denuncia in un Paese che si definisce civile.

Ufficio stampa - Associazione Vittime della caccia - ass.vittime.caccia@gmail.com

Ferrara. Uccisi due esemplari di Ibis sacro, rari uccelli di origine africana. Le radiografie hanno evidenziato pallini da caccia

Ferrara, 1 febbraio 2014 - Due esemplari di Ibis sacro(Threskiornis aethiopicus) sono stati trovati agonizzanti a Mezzogoro e raccolti dai volontari Lida. Gli uccelli, specie di origine africana, sono morti poco dopo l'arrivo al Centro Recupero della Lipu a Ferrara.

Questi uccelli sono simbolicamente legati al dio Thot, divinità dell'antico Egitto simbolo dell'intelligenza, da alcuni anni presenti anche in Italia prevalentemente vicino a zone umide. Due animali così rari trovati feriti in contemporanea, avevano subito fatto nascere dei dubbi ai volontari della Lipu e le radiografie hanno dimostrato, con l'incofondibile presenza di pallini di piombo, che le ferite erano state causate da colpi di fucile da caccia, sparati da una o più persone che, scrive la Lipu in una nota "difettano sicuramente di quell' intelligenza di cui gli Ibis sono un simbolo".

Purtroppo, nonostante il sollecito intervento nello studio veterinario, entrambi sono deceduti dopo poche ore per l'estrema gravità delle molteplici fratture e lesioni subite.

venerdì 31 gennaio 2014

Sardegna: tragica giornata di caccia. Un morto a Villanova e due feriti a Lodè e Narcao (NU)

di Pietro Lavena
Si chiamava Giusepe Livesu il cacciatore 54enne che ieri ha perso la vita nelle campagne di Villanova Monteleone durante una battuta di caccia con gli amici. Si era allontanato dal gruppo e quando dopo diverse ore gli amici non l'hanno visto ritornare, allarmati, hanno chiamato i carabinieri. A tarda sera la scoperta: Livesu era caduto in un burrone battendo la testa contro un masso. Vani i soccorsi, l'uomo era già morto. Giornata di paura anche a Lodè e Narcao. Nei monti della Baronia un cacciatore di Posada è rimasto ferito cadendo anche lui dentro un dirupo, per fortuna in questo caso l'intervento del 118 ha scongiurato il peggio. Nel Sulcis, invece, un 59enne di Carbonia è stato colpito da una fucilata partita dall'arma di un amico. L'uomo ha riportato una superficiale ferita al petto e non ha mai perso conoscienza. 

venerdì 24 gennaio 2014

Terni, lupo ucciso: controlli a tappeto La Forestale ferma 150 cacciatori

Terni, lupo ucciso: controlli a tappeto
La Forestale ferma 150 cacciatori

TERNI - Il ritrovamento della lupa uccisa in Valnerina ha fatto scattare serrati controlli da parte degli uomini del comando provinciale di Terni del Corpo forestale dello Stato. /> L’attività di controllo è stata concentrata tra le località di Piediluco, Marmore ed Arrone, teatro nei giorni scorsi dell’uccisione di un esemplare di lupo, specie particolarmente protetta, dove sono in corso da parte della Forestale le indagini per risalire ai responsabili del grave atto di bracconaggio. Sottoposti a verifica 150 cacciatori tra cacciatori singoli e appartenenti a quattro squadre di caccia al cinghiale. Controllati anche 54 autoveicoli.

Al termine dei controlli sono state contestate una ventina di violazioni amministrative per diverse irregolarità alla disciplina venatoria tra cui la mancata annotazione nel tesserino venatorio, il mancato rispetto delle distanze previste e l'abbattimento di capi di specie particolarmente protetta. Contestate violazioni alla legge forestale per circolazione e sosta fuoristrada dei veicoli e violazioni alla normativa del codice della strada. La Forestale ha elevato in totale sanzioni amministrative per oltre tremila euro. Effettuati anche sequestri di armi e selvaggina protetta.

martedì 21 gennaio 2014

Caccia in deroga: Italia "sorvegliato speciale"

Caccia in deroga: l'Europa dice no alla caccia tradizionale e continua a sorvegliare l'Italia. Le associazioni: "Alla prossima deroga scorretta chiederemo un'ordinanza urgente del giudice europeo. L'epoca della caccia mascherata da deroga è finita".

"L'applicazione della direttiva Uccelli deve essere rigorosa: deroghe di caccia solo in via eccezionale, in assenza di soluzioni alternative e non per motivi tradizionali. E' un monito duro e chiarissimo quello che giunge all'Italia dall'Europa in tema di caccia in deroga, sui cui l'Italia è stata già severamente condannata dalla Corte di Giustizia e ha subito una nuova procedura di infrazione, archiviata solo dopo l'adeguamento normativo in Parlamento". Lo dichiarano le associazioni Cabs, Enpa, Lac, Lav, Lipu-BirdLife Italia e Wwf Italia commentando la lettera di risposta della Commissione europea a una richiesta dell'europarlamentare Andrea Zanoni, che riguardava la procedure di infrazione 2004/4926, 2006/2131 e 2011/2205, chiuse il 10 dicembre scorso dalla stessa Commissione europea.

"Mi preme sottolineare - dichiara nella lettera Ion Codescu, Capo Unità 2 Enforcement, Cohesion Policy & European Semester della Commissione europea - che, malgrado l'archiviazione delle suddette procedure, la Commissione continuerà a seguire la situazione in Italia per garantire la corretta applicazione dell'articolo 9 della Direttiva Uccelli, il quale prevede il rispetto delle condizioni rigorose affinché gli Stati membri possano consentire, in via eccezionale, la caccia di specie normalmente non cacciabili". La nota della Commissione non lascia dubbi sullo stato da "sorvegliato speciale" in cui versa tuttora il nostro Paese e che, considerata la condanna del 2010 e l'ulteriore successiva messa in mora, porterebbe, nel caso di nuove infrazioni, a un severo intervento da parte delle autorità comunitarie. C'è tuttavia un altro passaggio di grande importanza nella lettera della Commissione ed è il riferimento negativo alle deroghe per motivi tradizionali.

Un motivo, quello "tradizionale", cui hanno fatto finora ricorso regioni come il Veneto e la Lombardia ma che, come dicono le sentenze della Corte di Giustizia europea, non può essere considerato valido ad autorizzare la deroga. "Sulla base della giurisprudenza della Corte, - scrive la Commissione -il desiderio di continuare pratiche venatorie tradizionali vietate dalla direttiva non può valere a dimostrare l'assenza di altre soluzioni soddisfacenti". In altri termini, le ragioni della deroga devono essere ben altre e ben diversamente fondate. Altrimenti, niente deroghe. Il quadro che ne deriva non lascia dubbi: l'epoca della caccia italiana mascherata da deroghe è finita e con essa deve finire l'abbattimento illegittimo e persino illegale di milioni di piccoli uccelli migratori. Alla prossima deroga - concludono le associazioni - che Veneto, Lombardia o qualunque altra Regione dovesse scorrettamente autorizzare, non esiteremo a chiedere l'intervento di un giudice della Corte europea con un'ordinanza ad hoc che fermi all'istante gli abbattimenti illegali".

Parco Nazionale d’Aspromonte – Denunciati due cacciatori

GEAPRESS – Nuovo intervento del Corpo Forestale dello Stato in tema di repressione dei reati venatori all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte (RC). Ad essere fermati sono stati due cacciatori colti in flagranza di reato. Ad intervenire il Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Bova.

I Forestali erano impegnati nel corso di un controllo mirato. Per lo scopo erano state utilizzate pattuglie in abiti civili.

I due cacciatori sono stati individuati all’interno del Parco Nazionale D’Aspromonte, in località “Rapanadi” mel comune di San Lorenzo (RC). I due, a distanza di 50 metri l’uno dall’altro, sono stati sorpesi nell’atto di imbracciare i fucili e dunque, sottolinea il Corpo Forestale dello Stato, in chiaro atteggiamento di caccia. Alla vista del personale, che nel frattempo aveva indossato la casacca in dotazione per i servizi in abiti civili, di colore blu con la scritta Corpo Forestale dello Stato di colore giallo, e all’invito a scaricare l’arma, i due uomini hanno eseguito l’ordine impartitogli e si sono detti disponibili al controllo dei documenti e delle armi in possesso.

I due cacciatori, entrambi di Reggio Calabria, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per esercizio attività venatoria all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte. Sono stati inoltre posti sotto sequestro i fucili e tutto il munizionamento come previsto dalla legge quadro sulla caccia.

In Albania ancora stragi di animali da parte di cacciatori italiani

Il CABS: le istituzioni del nostro paese devono intervenire. Tra animali in carriola e le esternazioni sul calendario venatorio della Sardegna


Cacciatore italiano in Albania
GEAPRESS – Tutto confermato. Il Ministro dell’Ambiente albanese Lefter Koka va avanti per la strada intrapresa e conferma la volontà del Governo di bandire per due anni l’attività venatoria (vedi articolo GeaPress). Sul banco dei “colpevoli” ci sono anche i cacciatori italiani, accusati di mettere in atto vere e proprie stragi.

Secondo il Ministro Koka il calo registrato tra le specie cacciabili sarebbe compreso tra il 30 ed il 50%. Si tratterebbe di conigli selvatici, volpi, coturnici ma anche specie protette. A sparare contro la fauna selvatica albanese sarebbero 75.000 fucili regolari e molti altri illegali. Ad aggravare la situazione, sempre secondo il Ministro, il gran numero di cittadini stranieri che caccerebbero illegalmente in Albania.

Su questo punto, però, i cacciatori albanesi vanno ben oltre. Lo scorso dicembre, ricevuti dalla Commissisone Attività produttive del Parlamento, ammettendo il grave stato in cui versa la fauna in Albania, si sono scagliati contro i cacciatori italiani. Nel corso di una conferenza stampa ripresa dai network locali, i colleghi italici sono stati descritti in maniera non proprio lusinghiera. A dimostrazione di ciò i responsabili delle associazioni venatorie albanesi hanno esposto le foto di cacciatori italiani in bella mostra con decine di anatre uccise oltre che animali protetti come nel caso di mignattai e chiurli.

Nel corso del suo intervento il Segretario generale della Federazione dei cacciatori Albanesi ha mostrato una fotografia di un gruppo di cacciatori provenienti a suo dire dalla Sardegna. Questo quanto avrebbero scritto nel loro facebook: “Bella l’Albania …In Albania puoi fare quello che ti pare, in Sardegna invece, nonostante il calendario venatorio più restrittivo d’Europa, con il solito ricorso degli animalisti, i tordi te li puoi scordare. W la caccia in Albania...”. Poi la fotografia di un altro cacciatore italiano con la carriola piena di animali.

I cacciatori albanesi sono arrivati a chiedere sanzioni penali più gravi per contrastare il bracconaggio e addirittura una moratoria di 4 anni per i cacciatori stranieri.

Caustico il commento del CABS (Committee Against Bird Slaughter), l’associazione specializzata in campi antibracconaggio la quale, in più occasioni, ha denunciato il disastro venatorio albanese. “Niente di nuovo sotto il sole – afferma Filippo Bamberghi del CABS – Lo andiamo ripetendo da sempre: la caccia indiscriminata si sta rivelando per tutto il suo potere distruttivo. Il turismo venatorio effettuato da molti cacciatori italiani sta depauperando la fauna di moltissime nazioni. L’Albania è una meta privilegiata – ha aggiunto Bamberghi - molti cacciatori italiani vanno anche a caccia chiusa, ad esempio per cacciare l’anatra Marzaiola durante il passo di migrazione primaverile. La cosa è stata descritta molto bene dallo scrittore Jonathan Franzen nel recente articolo ” Last Song for Migrating Birds” scritto per il National Geographic. Leggere comunque gli atti dell’Audizione Parlamentare Albanese è agghiacciante: in due decenni la fauna è stata sterminata! I cacciatori albanesi descrivono benissimo i meccanismi d’azione di molti cacciatori italiani tra corruzione locale e trucchi per importare la fauna in Italia“.

Il CABS ha attualmente in corso un monitoraggio delle legislazioni venatorie dei paesi ove è maggiormente diffuso il turismo venatorio. “Abbiamo scoperto – aggiunge l’attivista del CABS – che in Romania l’utilizzo dei richiami elettroacustici, spacciati come consentiti dalle agenzie venatorie, è in realtà vietato come ribadito dal Ministro dell’Ambiente. Il documento che abbiamo ottenuto è stato sottoposto dall’Europarlamentare Andrea Zanoni alla Commisione Europea. L’Italia deve fare la sua parte. Non possiamo accettare che molti cacciatori italiani vadano all’estero a fare massacri: ci vuole un impegno forte delle nostre istituzioni per impedire che questo continui“.

Senza dimenticare che da due anni la caccia nel Delta del Danubio è stata vietata. Motivo? le stragi compiute dai cacciatori, soprattutto italiani.

Cassano delle Murge (BA) – Cane maremmano crivellato dai pallini da caccia

Si teme per l'occhio. Le gengive, trapassate dai famigerati piccoli proiettili. Ottanta pallini, tutti dentro la testa

GEAPRESS – Centrato da un colpo di fucile da caccia tra Cassano delle Murge e Santeramo in Colle, in provincia di Bari. I fatti sono accaduti domenica pomeriggio intorno alle 18.00 e lo sfortunato protagonista è un cane pastore maremmano di circa tre anni di età.

A quanto pare il cane era riuscito ad allontanarsi da casa quando i suoi padroni hanno udito un colpo di fucile ed i guaiti del povero animale. Poco dopo il maremmano si è presentanto con la metà sinistra della testa grondante copiosamente sangue.

Immediati i soccorsi dell’Ambulatorio Veterinario “Amici a quattro zampe” di Acquaviva delle Fonti diretto dalla dott.ssa Flavia Saturno. Dal referto radiografico è stato così possibile potere visualizzare una ottantina di pallini di piombo. “L’ipotesi che al cane sia stato esploso un colpo di arma da fuoco da distanza ravvicinata – ha dichiarato la dott.ssa Saturno a GeaPress – potrebbe essere avvalorata dal fatto che i pallini sono molto concentrati e praticamente diffusi solo nella metà sinistra della testa”.

Il caso sarà ora affidato alle indagini dei Carabinieri, dove sembra che i padroni del cane siano intenzionati a formalizzare una denuncia.

Il pastore maremmano presenta seri problemi all’occhio sinistro. Sulla possibilità di un suo recupero la dott.ssa Saturno non si pronuncia. Le condizioni generali, però, non propendono per un rischio della vita. Parte dei pallini da caccia sono stati estratti nel corso dell’ intervento chirurgico, ma non pochi sono quelli inestraibili. Tra questi ci sono quelli che hanno raggiunto la scatola cranica la quale, per fortuna, non è stata perforata. Quella che appare malmessa e soprattutto la parte inferiore del lato sinistro della testa. Penosa la situazione della mandibola. Le gengive, ad esempio, appaiono perforate in più punti dal passaggio dei pallini di piombo.

Da oggi il cane ha iniziato a mangiare qualcosa. “Un fatto che ci fa ben sperare“, aggiunge la dott.ssa Saturno che nel corso della sua attività ha già dovuto soccorrere cani ridotti in queste condizioni. Un caso analogo è successo questa estate e poi, all’incirca un anno addietro, un altro cane centrato al petto. Per nessuno di loro si sono registrate sintomatologie collegate ad avvelenamento da piombo.

venerdì 3 gennaio 2014

Incidenti di caccia: due vittime in Toscana

Entrambi sono stati uccisi da colpi di fucile partiti accidentalmente nel Pisano e a Capalbio

Due vittime di incidenti di caccia, in Toscana. Nei boschi di Capalbio, nel Grossetano, un 63enne è stato trovato morto ai piedi di un albero, ucciso da un colpo del suo fucile partito accidentalmente. E' successo nel pomeriggio nei boschi vicino a Capalbio. La vittima si chiamava Marcello Mariotti ed era ex muratore di 63 anni. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, il cacciatore era uscito per fare una battuta di caccia e aveva portato il fucile fino, poi, a rimanere vittima di una tragica fatalità quando ha appoggiato il fucile, che era carico, ai piedi dell'albero: l'uomo si stava sedendo e in quel momento è partito uno sparo che lo raggiunto al torace.

Non ce l'ha fatta neppure Gianluca Ulivieri, il camionista di 61 anni residente a Orentano, in provincia di Pisa, che domenica 29 dicembre era rimasto ferito da un colpo di fucile che gli era partito accidentalmente. L'uomo è deceduto all'ospedale di Careggi, a Firenze, dove era stato portato in gravi condizioni con l'eliambulanza Pegaso nella mattinata di domenica.