domenica 15 settembre 2013

Apertura della caccia, mattanza di animali, uomini... e diritti

Oggi si apre in quasi tutta Italia la stagione di caccia, un appuntamento che, secondo stime delle associazioni, coinvolge un numero di cacciatori che variano dai 250.000 ai 300.000. "Un vero e proprio esercito di doppiette - afferma l'Aidaa (Associazione italiana Difesa Animali e Ambiente) - assolutamente fuori controllo e senza alcuna limitazione nello sparare a tutto quello che si muove. L'Ue ci tiene sotto osservazione perché continuiamo a disapplicare le norme devastando territorio e specie a rischio. Una ricerca Usa: più armi più morti.

Di caccia muoiono anche le persone
Di caccia infatti non muoiono solo milioni di animali inermi ogni anno, ma negli ultimi anni sono morte 63 persone, mentre 208 sono rimaste ferite di loro 119 hanno riportato lesioni permanenti". "Secondo la rivista dei cacciatori Big Hunter, continua l'Aidaa in una nota - i cacciatori italiani sono circa 800.000, a loro si dovrebbero aggiungere oltre 300.000 bracconieri. L'attivita' venatoria, dice il presidente di Aidaa Lorenzo Croce, "e' un anacronismo oramai inaccettabile che riguarda una minoranza risicata di italiani (1%); loro la chiamano sport, noi assassinio di animali. Oltre ai 300.000 bracconieri, e' grave che tra gli stessi cacciatori almeno 100.000 hanno un eta' superiore ai 70 anni e 5.000 sono sopra gli 80 anni il che dovrebbe voler dire revoca immediata della licenza, che invece viene ancora concessa senza troppe difficolta' dalle questure italiane".

"Norme disapplicate", l'Ue potrebbe sanzionarci
A distanza di tre anni dall'approvazione del recepimento delle norme europee, che prevedono la massima tutela delle specie durante la fase della migrazione e della riproduzione e l'esclusione dalla lista delle specie cacciabili per quelle che sono in stato di conservazione sfavorevole, secondo la Lipu-BirdLife siamo in presenza di norme e regole disapplicate in molte regioni, caccia in periodo di migrazione e bracconaggio dilagante. "Purtroppo molte Regioni faticano ancora a dare piena applicazione alla direttiva europea- dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia- Umbria, Lazio, Toscana, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia hanno ignorato le novita' normative introdotte con la legge comunitaria del 2010 e le indicazioni scientifiche dell'Ispra, continuando a varare calendari venatori impostati piu' per rispondere alle richieste del mondo venatorio che per stabilire modalita' di caccia in sintonia con le esigenza di tutela come impone la direttiva comunitaria". 

Segnali positivi dal Sud
Segnali positivi arrivano da alcune regioni del Sud Italia, che hanno ridotto per varie specie la stagione venatoria, varando calendari venatori che recepiscono parte delle indicazioni scientifiche provenienti dall'Ispra. Particolarmente positivo il comportamento del Molise, che ha integralmente recepito le indicazioni dell'Istituto per la protezione ambientale. Del tutto irrisolto purtroppo il problema delle 19 specie in cattivo stato di conservazione per le quali e' autorizzata la caccia. Le regole prevedono che, in attesa di adeguati piani di gestione, si debba sospendere per queste specie, in via cautelativa, l'attivita' venatoria. Alcune Regioni hanno escluso dalla lista delle specie cacciabili moretta e combattente, ma per altre 17 il problema persiste. 

Bracconieri in azione
"Il problema del bracconaggio rimane drammatico e insoluto- prosegue il presidente Lipu- pene inadeguate e controlli ancora largamente insufficienti fanno si' che l'illegalita' venatoria sia ancora profondamente radicata". Per il numero uno della Lega italiana protezione uccelli "e' arrivata l'ora che le norme siano applicate in modo puntuale e che le indicazioni del mondo scientifico siano pienamente rispettate. La fauna selvatica- conclude- e' un bene del Paese, quindi di tutti, e non un qualcosa a uso e consumo di pochi".

"19 specie a rischio", un appello al Governo
Secondo quanto dichiarato dal ministero dell'Interno in risposta ad una interrogazione parlamentare, dati certi parlano ancora di una "relativa stabilita' del numero dei cacciatori che si attestano sull'1% della popolazione". Del resto, sono numerose le preoccupazioni dei cacciatori per il calo numerico denunciato dalle stesse associazioni venatorie e sottolineato non solo da molte interrogazioni regionali ma anche da altrettante fonti di stampa. La caccia, lentamente, malgrado ogni tentativo di riportarla in auge anche tra gli italiani, si avvicina in modo inesorabile all'estinzione che l'Enpa "si augura avvenga il piu' velocemente possibile". Gli italiani, fa notare l'Ente, "si continuano a chiedere perche' i cacciatori, che pure si ergono a difensori dell'ambiente e della natura, continuano a voler uccidere per 'divertimento' ben 19 specie le cui popolazioni sono particolarmente in crisi, in Italia come all'estero, al punto che l'Europa stessa ci chiede di sospenderne il prelievo". Per questo motivo, rivolge questa stessa domanda al Governo, "facendo appello al rispetto delle regole comunitarie, al rispetto dei pareri scientifici, all'assoluta necessita' di tutela di una biodiversita' sempre piu' impoverita e devastata nei suoi habitat".

"Più armi più morti", una ricerca Usa
Dagli Usa, secondo una ricerca ricerca che copre un periodo di 30 anni (1981-2010) e riguarda 50 stati, è stata scoperta una "correlazione robusta" tra i livelli stimati di possesso di armi e gli omicidi legati alle pistole a livello statale. Per ogni punto percentuale di aumento della prevalenza di possesso di armi, il tasso di omicidi aumentava dello 0,9 per cento. Gli studiosi sottolineano che e' teoricamente possibile che le persone siano piu' propensi ad acquistare armi se vivono in Stati con livelli piu' elevati di omicidi da arma da fuoco, innescando così un circolo vizioso.

Termoli. "Qui non si dorme più, i cacciatori già sparano e i bossoli sono sui nostri balconi"

"Qui non si dorme più, i cacciatori già sparano e i bossoli sono sui nostri balconi"

TERMOLI. Protestano vivamente i residenti di Porticone (zona via Catania, Cagliari e limitrofe) perchè "nonostante la stagione venatoria si apre ufficialmente il prossimo 15 settembre, è già una settimana che a partire dalle cinque del mattino alcuni pseudo cacciatori ci sparano quasi contro".

"Probabilmente provenienti dalla zona del Sinarca, queste persone - prosegue la cittadina che ci ha contattato per la segnalazione - si fanno beffa delle leggi e delle norme attuali e disturbano la nostra quiete in modo assurdo e ingiustificabile. Quanto mi secca ancor di più, tra l'altro, è che a pochi metri vi è la stazione della Forestale: perchè non interviene? Come mai ancora non fa nulla?".

"Al mattino dobbiamo andare a lavorare e la notte non si riposa più, diciamo basta a questi abusi".

La denuncia della cittadina prosegue elencando le tempistiche assegnate, le tipologie di animali e le singole disposizioni in merito alla norma che sancisce la stagione venatoria portando alla luce, tra l'altro, anche altri illeciti che gli anonimi denunciati compiono con questi gesti. 

"Spero vivamente si possano far rispettare le norme e si provveda a sanzionare quanto prima i trasgressori: è la stagione venatoria, non la stagione dell'irregolarità".

venerdì 13 settembre 2013

Viterbo. Lasciato dalla moglie minaccia di uccidersi con fucile da caccia

VITERBO – Aveva già imbracciato il suo fucile da caccia e stava per premere il grilletto. Prima che riuscisse a mettere in atto l’estremo gesto, però, sono arrivati sul posto gli agenti della questura che, ricevuta la segnalazione alla sala operativa, sono riusciti a bloccarlo.

Tutto ha avuto inizio alle 15 di ieri (11 settembre), quando gli agenti della volante e dell’ufficio prevenzione della questura, dopo l’allarme lanciato dai familiari, si sono recati poco fuori il centro abitato di Viterbo, lungo la Cassia.

L’uomo, che di recente si è separato dalla moglie, è stato trovato dentro il garage di sua proprietà con un fucile in mano e altri cinque accanto. Vista la pericolosità, dopo aver indossato i giubbotti antiproiettili e messo in sicurezza la zona, gli agenti hanno cercato di convincere l’uomo a consegnare l’arma e a uscire fuori.

Tutti i tentativi, però, sono andati vani, fino a quando sul posto è arrivato il vicequestore e capo della squadra mobile, Fabio Zampaglione. Con l’ausilio di una scala è riuscito a raggiungere una feritoia del locale dove il 50enne si era barricato e a dialogare con lui. Dopo una lunga opera di dissuasione è riuscito a convincere l’uomo a lasciare le armi e a uscire fuori.

Tutte le armi in suo possesso e la licenza di caccia sono state sequestrate. L'uomo è stato riaccompagnato a casa.

lunedì 2 settembre 2013

Gavorrano (GR) – Cacciatore prende a pugni una lepre

GEAPRESS – Una macchina che si ferma nei pressi della strada provinciale Aurelia. Lo sportello che si apre e la canna del fucile di un cacciatore che, comodamente seduto, avrebbe sparato contro una lepre.

A Grilli, frazione di Gavorrano (GR), si trovavano ieri a transitare anche le Guardie della LAC, Lega per l’Abolizione della Caccia, subito intervenute. Veniva coì accertato che il cacciatore aveva puntato contro una grossa lepre nel bel mezzo dei filari di una vigna. Incredibilimente, però, il cacciatore avrebbe portato a compimento un atto già non previsto dalla legge sulla caccia, prendendo per il collo la povera lepre ancora ferita e colpendola ripetutamente a pugni.

L’immediato intervento delle Guardie ha però impedito l’uccisione dell’animale.

Sul posto è arrivata immediatamente una pattuglia della Polizia Provinciale di Grosseto, ed è iniziata la corsa verso l’ambulatorio del Dott. Marco Aloisi di Semproniano per salvare la vita alla Lepre giunta sul posto ancora viva.

Varie le ipotesi di reato contestate al cacciatore: sparo in luogo pubblico, esercizio della caccia in periodi di divieto generale nonché il maltrattamento di animali. Il fucile da caccia è stato posto sotto sequestro.

Guidonia (RM), incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile

Guidonia, incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile

Guidonia, incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile
L'uomo, 58 anni, ha riportato ferite ad un occhio, al viso e al torace. Ad accompagnarlo in ospedale il collega di caccia che per un incidente l'ha ferito“

Incidente di caccia in località La Botte, nel comune di Guidonia Montecelio. Un cacciatore di 58 anni è rimasto ferito dal colpo sparato da un suo collega appartenente ad un altro gruppo di caccia. La vittima è stata colpita a un occhio, al viso e al torace. Le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe però in pericolo di vita.

Ad accompagnarlo in ospedale a Tivoli sarebbe stato lo stesso collega che ha esploso il colpo. Secondo una prima ricostruzione degli uomini del commissariato di Tivoli, il cacciatore avrebbe sparato contro un cinghiale ma per sbaglio avrebbe colpito il 58enne collega. In corso ulteriori accertamenti per verificare le testimonianze delle persone coinvolte.

APERTURA DELLA STAGIONE - Quello di oggi è il primo giorno della stagione venatoria. Un'apertura anticipata nel Lazio che ha suscitato non poche polemiche. "Il provvedimento, in armonia con le Regioni limitrofe, nell’ottica di una scelta equilibrata, è stato fatto in continuità con lo spirito che ha portato all’approvazione del Calendario venatorio e del regolamento per la stagione 2013/2014" ha fatto sapere la Regione Lazio in una nota.

"L’esercizio venatorio da appostamento, fisso o temporaneo e senza l’ausilio del cane è consentito dalle ore 5.40 alle ore 19.35 alle specie: cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, merlo e tortora". Ammessi solo i cacciatori con residenza anagrafica nella regione Lazio.

Fonte: romatoday.it del 01 settembre 2013




Marche. Tubercolosi nei cinghiali. LAC: togliere la gestione ai cacciatori

Dopo il recente ritrovamento di carcasse di cinghiali morti nel fiume Esino, probabilmente malati di tubercolosi bovina, si ripropone l’annoso problema della gestione della popolazione del cinghiale nella nostra Regione. Come LAC abbiamo richiesto all'assessore regionale Paola Giorgi la sospensione cautelativa della caccia al cinghiale per la prossima imminente stagione, in modo da permettere un monitoraggio a tappeto sullo stato di salute di tutta la popolazione marchigiana del cinghiale, verificare la diffusione della tubercolosi, ed approntare poi le decisioni da prendere, sia per tutelare la salute dei cittadini, che il lavoro degli allevatori di bestiame. Sulla proposta di sospensione della caccia, la Coldiretti si è però detta contraria, perché “lo stop alla caccia significherebbe aggravare una situazione, quella dei danni agli agricoltori, già drammatica, che non apporterebbe alcune beneficio”. Noi della LAC siamo convinti invece che per affrontare seriamente, ed in via definitiva il problema dei danni procurati dai cinghiali, bisognerebbe incidere sugli interessi consolidati dei cacciatori, i quali, come è noto, dalla caccia al cinghiale ne ricavano una significativa fonte di reddito, vendendo ai ristoranti gli animali abbattuti nel corso delle battute di caccia. L’unico soggetto che ha quindi interesse ad avere un'alta presenza di cinghiali sul territorio è proprio il cacciatore. Se i cinghiali sono oggi così numerosi è infatti a causa dei ripopolamenti venatori effettuati con animali d’allevamento e importati dall’Est europeo. Tali pratiche, legali fino a metà degli anni ’80, continuano ancora oggi illegalmente. Senza parlare poi del florido commercio clandestino di cinghiali uccisi dai bracconieri, venduti al nero e senza alcun tipo di controllo sanitario. E’ necessaria quindi una rivoluzione metodologica nell’affrontare il problema del cinghiale, che parta dall’esclusione dei cacciatori da ogni intervento di controllo e dal divieto di caccia alla specie. Vietare la caccia al cinghiale, ed escludere i cacciatori dagli interventi di controllo dei cinghiali, farebbe infatti perdere automaticamente l’interesse venatorio sul cinghiale. Far pagare inoltre ai cacciatori tutti i danni prodotti dai cinghiali attraverso l’aumento delle tasse di concessione venatoria. Vietare la detenzione, l’allevamento, il trasporto di cinghiali vivi. Investire risorse sugli studi, oggi pressoché abbandonati, tendenti a perfezionare e codificare misure incruente di prevenzione dei danni da cinghiali. Sostenere finanziariamente delle misure di prevenzione dei danni (recinzioni elettrificate, dissuasori a ultrasuoni, dissuasori chimici, contraccezione, ecc..). Infine realizzare degli attraversamenti stradali protetti per la fauna selvatica. Senza questa presa di coscienza da parte di politici, amministratori ed addetti ai lavori, ciclicamente, ad ogni incidente stradale o ad ogni ritrovamento di carcasse di animali uccisi di frodo, si tornerà a parlare di “cinghiali”, ognuno però dal proprio punto di vista particolare ed interessato, ma il problema resterà irrisolto, per la goduria di cacciatori e bracconieri!

Ancona, li 30 Agosto 2013 Danilo Baldini – Delegato regionale LAC Marche

Toscana. Pre-apertura caccia, Sel: "Sempre più forti le lamentele dei cittadini, che anche nei social network come facebook denunciano gli spari fin dalle quattro del mattino"

COMUNICATO STAMPA, Firenze, 1 Settembre 2013

Pre-apertura caccia, Romanelli (Sel): "Sempre più forti le lamentele dei cittadini, che anche nei social network come facebook denunciano gli spari fin dalle quattro del mattino e alcuni confessano la paura ad uscire di casa". "La politica non può ignorare questo dissenso e non può continuare ad affidare alla caccia la soluzione degli squilibri ecologici e dei danni all'agricoltura"


"Oggi, il giorno di pre-apertura della caccia, è festa grande per chi considera uno sport e un divertimento uccidere altri esseri innocenti, ma chi abita in campagna e magari di Domenica vorrebbe non essere svegliato alle quattro del mattino, o semplicemente chi in campagna vorrebbe andarci per vivere una giornata di pace, oggi è un cittadino di serie B" - così Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, a commento della preapertura odierna della stagione venatoria.

"Gli squilibri ecologici sempre più marcati tra le popolazioni di animali, i conseguenti danni all'agricoltura provocati da animali in sovrannumero, costituiscono la foglia di fico della politica che cerca soltanto i voti dei cacciatori e che non può più sostenere che la caccia è uno sport, oppure una bella tradizione da conservare" - "Ormai, grazie al lavoro delle associazioni animaliste che hanno diffuso una sensibilità sempre più forte tra i cittadini, uccidere per divertimento non è più difendibile tout court, e allora agricoltura ed ecologia vengono reclutate come supporto ideologico per continuare come e peggio di prima. In questo senso l'Assessore all'Agricoltura Salvadori, nell'annunciare il provvedimento, ha dimostrato onestà intellettuale nell'ammettere, parole quasi testuali, che il provvedimento consiste in una mediazione tra gli interessi dell'ambiente e le aspettative delle associazioni venatorie".

"Questa parziale ammissione rivela che la foglia di fico è sempre più piccola e copre sempre di meno. Gli squilibri ecologici e i danni all'agricoltura, i costi pubblici degli indennizzi agli agricoltori, sono sempre maggiori e soprattutto lo sono dove ci sono tanti cacciatori, ad esempio in Veneto e in Toscana, disvelando a chi non vuole nascondere la testa sotto la sabbia che la caccia non è la soluzione, bensì è parte del problema".

"Il ripristino degli equilibri ecologici e degli habitat, la valorizzazione delle aree protette, la gestione scientifica e incruenta del patrimonio faunistico, sono un'altra grande opera necessaria per il Paese, che può mettere al lavoro competenze scientifiche e universitarie, tanti giovani laureati in scienze forestali, biologiche, naturali, che non trovano lavoro e se ne vanno dall'Italia... sarebbe un pochino più serio affidarsi a loro che alle doppiette!"

"Per concludere, devo però dire che una nota di flebile speranza questa giornata la porta: ovvero la crescente protesta dei cittadini, che si evince dalle email che arrivano alle nostre caselle postali o da quello che la gente dice nei social network come facebook. Oggi ho visto, proprio su facebook, decine di cittadini lamentarsi per gli spari fin dall'alba, e alcuni confessare di aver paura ad uscire di casa. Credo che la voce della protesta debba levarsi sempre più alta e forte verso la politica, che non può più insistere ad ignorare queste istanze" - conclude Romanelli.

MAURO ROMANELLI - CONSIGLIO REGIONALE TOSCANA


Perugia. Caccia, raffica di multe per la preapertura

PERUGIA I boschi battuti al tappeto. Oltre 200 controlli e ben 28 multe. 
Tanti i verbali messi nero su bianco dalla polizia provinciale nei confronti di cacciatori che hanno sparato troppo vicino alle case o hanno sistemato appostamenti fissi “irregolari”. Gli agenti della Provinciale hanno anche sequestrato due fucili. Tante le chiamate alla centrale operativa della Polizia Provinciale di Perugia per segnalare situazioni di pericolo e tante le richieste di intervento per verificare il rispetto delle regole. Segnalati anche incendi di sterpaglie nell’altotevere e nell’eugubino: potrebbero essere legati proprio alla giornata di caccia. Ben 40 le pattuglie impegnate per la giornata “straordinaria”.

sabato 31 agosto 2013

Caccia, in Campania preapertura sospesa dal Tar. Accolto il ricorso del Wwf

Caccia, in Campania preapertura sospesa dal Tar. Accolto il ricorso del Wwf
Accolto il ricorso presentato dal Wwf. "Salvati 400mila uccelli", spiegano gli ambientalisti, promettendo ancora battaglia: "La Regione vuole consentire la caccia libera a pagamento in tutto il territorio"

Il presidente della Terza sezione del Tar della Campania, Saverio Romano, ha sospeso la preapertura della caccia nell'intera regione, accogliendo il ricorso di Wwf Italia rappresentato dall'avvocato Maurizio Balletta.

È lo stesso Wwf a renderlo noto: ”Grazie al provvedimento cautelare del presidente del Tar si stima che in Campania saranno salvati, nel solo periodo di preapertura, 300mila-400mila uccelli, tra cui quaglie e tortore, sottratte alle doppiette dei 45mila cacciatori campani”. “Questa buona notizia – spiega il Wwf - contrasta però con quanto sta facendo il Consiglio regionale campano che è riunito per approvare una proposta di modifica della legge regionale 26/12, già impugnata dal Governo innanzi alla Corte Costituzionale, per consentire la caccia libera a pagamento in tutto il territorio, sovvertendo il principio di divieto del nomadismo venatorio”.

Il Wwf sta predisponendo un nuovo ricorso, questa volta per chiedere al Tar di sospendere anche il piano faunistico venatorio regionale, pubblicato il primo agosto scorso.




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venerdì 30 agosto 2013

Perugia. In 80 a controllare 30mila cacciatori per la "preapertura"

Sono 30mila le doppiette della Provincia di Perugia che inaugureranno il 1 settembre la stagione venatoria nel giorno di preapertura. Una giornata importante e molto attesa dai tanti appassionati, a cui da qualche tempo si registra la presenza di un crescente numero di donne.

Fin dal primo giorno si potrà sparare allo storno in deroga. Gli interessati potranno quindi cacciare lo storno sin dal 1 settembre, rivolgendosi alle proprie associazioni venatorie per acquisire l’apposito tesserino.

La macchina organizzativa è già stata messa a punto anche sul fronte della sicurezza e del rispetto delle leggi sulla fauna e sull’ambiente.

“Saranno 40 le pattuglie della Polizia provinciale impegnate già dalla notte di sabato e per tutta la giornata di domenica nel territorio di competenza – fa presente l’assessore Domenico De Marinis -.

Vigileranno affinché tutto si svolga nel migliore dei modi, pronti a intervenire in caso di violazione delle leggi, ma soprattutto per tutelare la sicurezza delle persone”.

A questo proposito ricordiamo che la centrale operativa della Polizia provinciale è attiva 24 ore su 24 al numero telefonico 075-32111 per raccogliere ogni segnalazione utile per il regolare svolgimento della giornata di caccia.

domenica 18 agosto 2013

Argentina: arrestati quattro cacciatori italiani

Detienen a cazadores de aves protegidas por Ambiente

La Secretaría de Ambiente informó hoy que, como resultado del control que se realiza para detectar caza ilegal, se detectó a un grupo que habían matado a cauquenes, aves típicas de la zona rural del Partido bonaerense de General Lamadrid.

El operativo estuvo a cargo de personal de la Dirección Nacional de Ordenamiento Ambiental y Conservación de la Biodiversidad, de la Secretaría a cargo de Juan José Mussi. También trabajaron efectivos de la División Operaciones de la Policía Federal, quienes detuvieron al guía de caza y a los cazadores. Entre ellos se encontraban cuatro ciudadanos italianos y una persona de nacionalidad libanesa.

Dentro de los vehículos se encontraron gran cantidad de elementos utilizados para realizar la actividad cinegética, procediéndose al secuestro de seis escopetas, gran cantidad de municiones calibre 12, 12/70 y 20 y cuatro equipos de reproducciones de sonidos donde se encontraron vocalizaciones de distintas especies de patos autóctonos y cauquenes, además de señuelos simulando dichas especies, todo esto para atraer a los ejemplares silvestres hacia las áreas previamente preparadas para la caza.

Lo actuado será puesto a disposición de la Unidad Fiscal interviniente para que se analice la responsabilidad penal que corresponda.

La Secretaria de Ambiente y Desarrollo Sustentable de la Nación, desde el dictado de la Resolución 551/2011, prohíbe la caza, captura, transito Interprovincial, el comercio en jurisdicción federal y la exportación e importación de ejemplares vivos, productos y subproductos de Cauquén Colorado (Chloephaga rubidiceps), Cauquén Cabeza Gris (Chloephaga poliocephala), Cauquén Común (Chloephaga picta), Guayata (Chloephaga melanoptera) y caranca (Chloephaga hybrida), sin perjuicio de que tanto en la provincia de Buenos Aires como en otras provincias del área de distribución natural de dichas especies también existen normas que prohíben su caza.

mercoledì 7 agosto 2013

Lecco: litiga, va a casa, prende il fucile, torna al bar e spara

TORRE DE BUSI – Verso l’una del mattino, i militari della Compagnia di Lecco, sono dovuti intervenire presso il bar “Bacco” di Torre de’ Busi, in provincia di Lecco, a seguito di una lite scaturita tra due avventori, i cui disaccordi duravano da tempo, uno di questi, anche in preda ai fumi dell’alcool, al fine di far valere le proprie ragioni, si è recato presso la propria abitazione, situata a poca distanza, e dopo aver prelevato un fucile da caccia, una doppietta regolarmente detenuta, ed averla caricata con due cartucce con munizionamento spezzato, è ritornato all’esterno del bar invitando il contendente ad uscire all’esterno. Dopo pochi attimi, visto che il soggetto non ottemperava all’invito, il protagonista della vicenda, F.P. 55enne di origini calabresi, ma residente da tempo a Torre de Busi, ha pensato bene di passare all’azione, sparando un colpo di fucile all’indirizzo della porta d’ingresso del bar, senza colpire nessuno degli avventori presenti e senza arrecati danni evidenti.

A seguito del gesto ovviamente si è verificato il parapiglia, ed è scattato l’allarme alla Centrale Operativa dei Carabinieri che ha fatto intervenire alcune gazzelle che stavano svolgendo la consueta attività di controllo. All’atto dell’intervento, i militari hanno identificato l’autore del gesto, nonché il secondo avventore coinvolto nella lite, un 49enne di Calolziocorte (LC), ed hanno provveduto a sequestrare l’arma utilizzata per commettere il gesto, con ancora un una cartuccia in canna.

Ricostruita la vicenda, i militari, inoltre, hanno effettuato una perquisizione all’interno dell’abitazione di F.P., sequestrando altri 6 fucili, che il soggetto deteneva regolarmente in quanto titolare di licenza di porto di fucile per uso caccia. Una volta accertati i fatti, F.P. è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria con l’accusa di porto abusivo di armi da fuoco e per minacce aggravate. Sono ancora in corso gli accertamenti per riscostruire l’esatta dinamica dei fatti e verificare l’insieme delle testimonianze raccolte.