giovedì 21 ottobre 2010
Fotografa il cacciatore che gli punta il fucile
Programmatore londinese aggredito nel suo giardino di Colle Umberto
COLLE UMBERTO (TREVISO) - Sono le nove del mattino. Andy Mowat, un programmatore
londinese che da sei anni risiede a San Martino di Colle Umberto, sente dei colpi di arma da fuoco vicinissimi alla casa dove vive. Esce in giardino e trova due cacciatori all'interno della sua proprietà. Chiede loro di allontanarsi, di non superare il confine, di rispettare la distanza che dovrebbero tenere rispetto alle abitazioni.
I due cacciatori però s'infuriano. Anziché scusarsi con il proprietario, gli si avvicinano sbraitando. Uno gli punta addosso il fucile ("Sarà stato a meno di quattro metri di distanza", testimonia Mowat), l'altro gli si accanisce addirittura contro e con il calcio del fucile lo colpisce lievemente alla mano. Andy Mowat scappa, si rifugia in casa. Ma ha la prontezza di prendere la macchina fotografica e mettere a fuoco i due aggressori. Uno tenta di nascondere il volto col giubbotto, ma l'obiettivo è implacabile.
"Nelle foto scattate - spiega Mowat - si vedono bene i volti dei due cacciatori e anche la posizione che occupavano, e che era troppo vicina alla casa. Non è la prima volta che a San Martino avvengono episodi come questi. Capita spesso che alcuni cacciatori non rispettino le distanze stabilite dalla legge, che si avvicinino troppo alle case o alla strada senza mettere il fucile in sicurezza.
Oltretutto siamo anche preoccupati per l'incolumità degli animali che possediamo e che, per nostra scelta, circolano liberamente intorno alla casa. L'aggressione comunque è stata denunciata sia alla polizia locale che è venuta a perlustrare la zona, sia ai carabinieri."
Mowat ha denunciato il fatto con la speranza che le battute di caccia nella zona vengano fatte oggetto di maggiore controllo, visto che è impossibile controllare il buon senso e la buona educazione degli uomini. "I due cacciatori - conclude Mowat - erano andati talmente in escandescenze da sembrare ubriachi..."
Emanuela Da Ros
Fonte: Oggitreviso.it
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