mercoledì 16 ottobre 2013

Da Vicenza all'Albania per la caccia illegale: maxi multa

Da Vicenza all'Albania per la caccia illegale: maxi multa
Il gruppo di Vicenza, G.M., 61 anni, A.M. 56, P.F., 70, e L.O., 49 è stato bloccato dalla polizia di frontiera in Albania per degli uccelli protetti custoditi nel bagagliaio. Se pagano, possono rientrare“

I quattro cacciatori di Vicenza fermati alla frontiera albanese con degli uccelli proibiti nel bagagliaio delle auto potranno rientrare in Italia solo se pagheranno una maxi multa da 100mila euro. Il gruppo si difende sostenendo che le prede sono state cacciate nel periodo consentito, cioè in primavera, e poi conservate in dei frighi. In tutta risposta, per evitare il processo, le autorità albanesi gli hanno proposto una sorta di "patteggiamento": pagare cauzione e sanzione e liberi tutti, senza attendere il processo. 

La vicenda che, se i cacciatori dicessero la verità, potrebbe essere definita "kafkiana", si radica nell'abitudine della compagnia di amici (con i 4 ce n'erano altri due, che stanno facendo rientro in città) di trascorrere qualche giorno in Albania per dedicarsi all'attività venatoria, in vari periodi dell'anno, appoggiandosi ad un'organizzazione che fornisce loro appoggio logistico. Per questo, gli accusati avrebbero chiesto la loro testimonianza per chiarire che gli uccelli non sono stati uccisi nel periodo proibito, ma le autorità locali sembrano non sentirci. 




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lunedì 14 ottobre 2013

Arezzo. Due bimbi feriti da un cinghiale in fuga dai cacciatori

Le loro condizioni non sono gravi. L'animale era inseguito da cani di cacciatori impegnati in una battuta in un bosco nell'Aretino, a Madonna di Montalto, nei pressi di Stia


Due bambini, di 12 e 6 anni, sono rimasti feriti, in modo non grave - secondo quanto si è appreso - dopo essere stati urtati da un cinghiale che stava fuggendo. L'animale era inseguito da cani di cacciatori impegnati in una battuta in un bosco nell'Aretino, a Madonna di Montalto, nei pressi di Stia. I due bambini facevano parte di un gruppo di escursionisti fiorentini: hanno riportato ferite alle gambe provocate dalle zanne dell'animale. Al dodicenne, portato all' ospedale di Bibbiena sono stati dati un paio di punti di sutura. L'altro bambino è stato trasferito al pediatrico Meyer di Firenze con l'elisoccorso: ha riportato una ferita lacero contusa. Secondo quanto spiegato, il gruppo di escursionisti stava facendo una passeggiata, con una guida, nel bosco, quando, mentre si trovavano lungo un sentiero, è arrivato il cinghiale inseguito dai cani. I bambini non sarebbero riusciti ad allontanarsi dalla traiettoria dell'animale in fuga. Sul posto insieme ai sanitari anche i carabinieri.

giovedì 10 ottobre 2013

Bobbio (PC), proiettili per cinghiali distruggono una porta. Scatta la denuncia

Ha sporto denuncia ai carabinieri una pensionata di Bobbio che ha trovato ieri una porta finestra della sua abitazione, nella frazione di Degara, completamente in frantumi. “Ho subito pensato fossero entrati i ladri, ma non mancava nulla – racconta, ancora spaventata -. Poi vicino alla porta ho trovato proiettili usati per la caccia al cinghiale. Ho chiamato i carabinieri di Bobbio, i quali sono subito intervenuti per un sopralluogo, e ho sporto regolare denuncia perché non è il primo episodio che capita, qui: una volta sono stata svegliata nel cuore della notte dagli spari troppo vicini alla casa. Ogni anno è la stessa storia: siamo spaventati e disperati”.

mercoledì 9 ottobre 2013

Sestino (Urbino), cacciatore si ferisce a un piede durante una battuta di caccia al cinghiale

Pare che il colpo sia accidentalmente partito dal fucile dello stesso cacciatore, che è stato trasportato all'ospedale di Urbino ma le sue condizioni non sono gravi

Incidente di caccia stamani a Sestino. Intorno alle 9.00, l'allarme è scattato dalla località di Casale, nella quale era in corso una battuta al cinghiale da parte della locale squadra di cacciatori. A un certo punto, un componente del gruppo è rimasto leggermente ferito a un piede e pare che l'uomo, un 70enne residente ad Ancona, abbia fatto tutto da solo, nel senso che il colpo sia accidentalmente partito da suo fucile. Il ferito è stato trasportato all'ospedale di Urbino, ma fin da subito le sue condizioni non sono apparse preoccupanti seppure è stato sottoposto a un piccolo intervento.

lunedì 30 settembre 2013

Catanzaro. Grave incidente di caccia in Sila

AGGIORNAMENTO ore 18.05: Sono gravi le condizioni dell'uomo ferito stamattina durante una battuta di caccia in Sila. A.P. ha ferite lacero contuse multiple al collo, alla faccia e al cuoio capellupo provocate da un'arma da fuoco. L'uomo aveva inoltre uno sfondamento cranico con fuoriuscita di materia cerebrale. Coesistendo anche disturbi del respiro l'uomo è stato intubato prontamente dal rianimatore e trasportato al Ciaccio per effettuare una Tac cerebrale urgente. L'indagine diagnostica ha confermato la presenza di lesioni multiple al cervello da ferite da arma da fuoco per cui è stato condotto subito nella sala operatoria di Neurochirurgia per un delicato e complesso intervento chirurgico. Intervento che è perfettamente riuscito. Le condizioni dell'uomo comunque permangono gravissime e l'ammalato è stato trasferito nel tardo pomeriggio dalla sala operatoria nel reparto dirianimazione del Pugliese-Ciaccio per l'assistenza post-operatoria. I sanitari si sono riservati la prognosi. I carabinieri di Taverna stanno indagando a trecentosessanta gradi. Si tratta di una persona molto conosciuta e apprezzata tant'è che numerosi concittadini sono accorsi all'ospedale di Catanzaro per accertarsi delle condizioni di salute dell'uomo. Al momento non si conosce la dinamica dell'accaduto.

NEWS ORE 12:55. Grave incidente di caccia in Sila qualche ora fa. Un uomo A.P. 57 anni di Taverna sarebbe rimasto ferito mentre raccoglieva funghi, colpito accidentalmente . L'uomo ora versa in gravi condizioni.

domenica 29 settembre 2013

Battuta di caccia si trasforma in tragedia, un morto a Bronte (CT)

Una battuta di caccia con amici che si è trasformata in tragedia. Un uomo di 32 anni è morto ieri sera in contrada “Cattaino” nelle campagne di Bronte.

L’uomo, che era uscito con due amici, ha sparato colpendolo un volatile, che è caduto in un vicino laghetto artificiale utilizzato dai pastori per fare bere le greggi. Il cacciatore si è gettato in acqua per recuperare la selvaggina, ma è annegato. A lanciare l’allarme, chiamando i carabinieri al 112, è stato un amico della vittima. Il corpo è stato recuperato da sommozzatori dei vigili del fuoco.

Indagini e rilievi sono stati eseguiti da militari dell’Arma di Bronte e della compagnia di Randazzo.

sabato 28 settembre 2013

Cesena: "ferita da un colpo di fucile nel mio giardino"

Cesena, 25 settembre 2013 - UNO SPARO, un rumore sordo, e subito dopo un dolore lancinante ai glutei. Pochi secondi e Marina Bianchi, 51 anni, residente a Savignano, ha capito di essere stata raggiunta da un colpo di fucile. Molto probabilmente sparato da un cacciatore. Il fatto è accaduto domenica 15 settembre, mentre la donna era impegnata a fare giardinaggio nel terreno dell’abitazione del compagno a Roncofreddo, in aperta campagna.

Era mattina, all’incirca le 11.20, e Marina Bianchi si stava rilassando curando le piante e rastrellando il fogliame quando qualcosa è andato storto. In particolare è andata storta la traiettoria dei pallini sparati quasi sicuramente da un cacciatore che si trovava nelle vicinanze. Sembra addirittura che l’uomo, quando è accaduto l’incidente, fosse all’interno della proprietà privata del compagno della donna. Bianchi ha sporto denuncia ai carabinieri di Roncofreddo contro ignoti. Imilitari ora sono alla ricerca dell’uomo che avrebbe anche avuto un battibecco con il compagno della donna, subito dopo il fatto.

MARINA Bianchi, com’è andata?
«Ho sentito un dolore forte e subito ho iniziato a gridare per la paura e per il dolore. Poi mi sono avviata verso casa per chiedere aiuto al mio compagno che si trovava all’interno dell’abitazione».

Non ha perso i sensi?
«No. Ce l’ho fatta a rialzarmi e il mio compagno, sentendo le mie grida, è uscito dalla casa e mi è venuto incontro per chiedere cosa fosse accaduto e perché urlassi».

Ha notato qualcosa di strano in giro?
«Il mio compagno ha notato un cacciatore a una distanza di 50-60 metri, gli ha urlato contro che mi aveva colpito, ma questo gli ha risposto in maniera offensiva e si è allontanato. Il cacciatore era alto circa un metro e 70, robusto, vestiva indumenti da caccia e aveva un cappellino bianco. Nelle vicinanze non sono stati notati altri cacciatori».

E una volta arrivata in casa che avete fatto?
«Abbiamo chiamato i carabinieri di Roncofreddo e poi mi sono fatta accompagnare al pronto soccorso di Savignano».

Il referto?
«Mi hanno riscontrato tre piccoli fori superficiali con ematoma al gluteo destro. Mi hanno dato una prognosi di dieci giorni. Ho dovuto prendere antibiotici; sento ancora male quando sono seduta».

Nessuna notizia del cacciatore impallinatore?
«Purtroppo no. Mi piacerebbe tanto sapere chi è che va in giro a caccia e inizia a sparare in un terreno privato, vicino a una casa. Lui sicuramente ha visto qualcosa muoversi dietro agli arbusti e ha sparato, credendo che fosse un un animale. Questo però non gli può dare il diritto di sparare a caso, per di più in una proprietà privata».

Crede di aver corso il rischio di essere uccisa?
«Certo. Ed è per questo che mi sono decisa a denunciare tutto. Voglio che queste cose non accadano più. A me è andata più che bene, anche se sento ancora male. Ma poteva anche accadere l’irreparabile».

Quell’uomo potrebbe essere incriminato anche di tentato omicidio?
«Io non ho fatto la denuncia ai carabinieri di Savignano con questa accusa, ma solo per rilevare un fatto che non avrebbe dovuto capitare. Non mi interessano le assicurazioni dei cacciatori, ma solo che imparino a rispettare le regole della caccia e, prima ancora, le persone e le proprietà private».

Se dovese essere individuato, cosa chiede che venga fatto a questo cacciatore?
«Come minimo che gli venga tolta la licenza e che gli portino via il fucile. Anche perché, riconoscendo di avere sbagliato, invece di mandare a quel paese il mio compagno, poteva e doveva fermarsi e almeno chiedere scusa. Quell’uomo è stato anche un grande maleducato».

Ora cosa ha intenzione di fare?
«Sto preparando una lettera da inviare al sindaco di Roncofreddo dove chiedo una maggiore vigilanza, soprattuto nei fine settimana, a tutela dei residenti. E dalla mia parte ho anche altri roncofreddesi che, pur non avendo subito fortunatamente incidenti di questa gravità, sono costretti a subire spesso i disagi arrecati da questi cacciatori che non hanno rispetto per alcuno».
Ermanno Pasolini

giovedì 26 settembre 2013

Fuori la caccia dalle scuole del Veneto


L'eurodeputato Andrea Zanoni si scaglia contro il progetto di Italcaccia “Giovani a caccia di esperienze” che prevede degli incontri informativi sulla caccia nelle scuole primarie e secondarie della regione. “Iniziativa altamente diseducativa e possibile sperpero di soldi pubblici. Invito i presidi a rispedire al mittente questa proposta indecente”

“Portare la caccia nelle scuole italiane è quanto più di diseducativo si possa fare. Il fatto che poi vengano probabilmente usati soldi pubblici rappresenta un vero affronto a tutti quei cittadini, la stragrande maggioranza in Italia, che sono contrari a questa barbara attività”. E' il duro commento di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e vice presidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, all'iniziativa di Italcaccia “Giovani a caccia di esperienze” patrocinata dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Treviso. “La Regione istiga i nostri ragazzi a uccidere la fauna selvatica invece di insegnare loro il rispetto degli animali. Chiederò sia alla Regione che alla Provincia di Treviso se e quanto sia stato stanziato per appoggiare questa campagna criminale”. 

“Voler insegnare ai nostri bambini ad amare e rispettare la natura con un fucile è un controsenso oltre che estremamente pericoloso alla luce dei numerosi incidenti di caccia che ogni anno insanguinano le nostre campagne (dal 1 settembre già nove feriti, ndr)– incalza Zanoni – Invito i presidi che stanno ricevendo questa offerta indecente ad impedire ai cacciatori l'ingresso nelle scuole. La cultura delle armi deve rimanere fuori dalle scuole.”.

L'eurodeputato si scaglia anche contro la Regione Veneto e la Provincia di Treviso che hanno appoggiato questa iniziativa: “Che queste amministrazioni siano conniventi con la lobby dei cacciatori non è ormai una novità vista anche la condanna della Corte di Giustizia europea per la caccia in deroga in Veneto in violazione della Direttiva “Uccelli” la 2009/147/CE. Ma permettere l'ingresso dei fucili nelle scuole è scandaloso e irresponsabile. Invito questi amministratori a sponsorizzare iniziative come quella della LAV a Verona che con il premio Piccole Impronte ha promosso una corretta educazione dei bambini nei confronti degli animali e di ogni essere vivente”.

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Campofranco (CL): cacciatore impallinato durante battuta di caccia

CAMPOFRANCO - Avrebbe potuto finire in tragedia l'ennesimo incidente accaduto durante una battuta di caccia nelle prime ore di Giovedì scorso in territorio di Campofranco. Il bilancio parla di un ferito raggiunto in tutto il corpo da una rosa di pallini sparati per fortuna da lontano. L'uomo, di Campofranco, è stato ricoverato presso l'Unità Operativa di Chirurgia del "Maria Immacolata-Longo" dove è stato accompagnato da un suo amico cacciatore. Sull'episodio sono in corso delle indagini da parte dei carabinieri del Norm per chiarire la dinamica dell'accaduto.
Dalla ricostruzione fatta a seguito delle dichiarazioni dei due uomini, la dinamica sembra comunque chiara. In pratica i due uomini s'erano dati appuntamento di buon mattino per andare a caccia. Uno è cacciatore, l'altro, il ferito, un suo accompagnatore. Si trovavano nei pressi di contrada Cartesi in territorio di Campofranco. D'un tratto, hanno sentito uno sparo in lontananza e subito dopo, l'accompagnatore è stato raggiunto da una rosa di pallini. I due hanno dichiarato di avere visto una sagoma allontanarsi, presumibilmente lo sparatore, che forse preso dal panico, avrebbe preferito darsi alla fuga piuttosto che fermarsi per soccorrere la sua "preda".
I due hanno aggiunto di non essere riusciti ad identificare lo sparatore. Quindi, il cacciatore ha accompagnato il suo amico presso l'ospedale dove i sanitari di turno, si sono presi immediatamente cura di lui ed hanno provveduto ad avvertire i carabinieri dell'avvenuto incidente di caccia.
L'uomo è stato sottoposto a tutti gli esami di rito e da quanto è dato sapere, le sue condizioni non sembrano gravi. Purtroppo non è la prima volta che in zona si registrano incidenti di caccia, anche gravi. 

Varese. Mira al leprotto, spara ai ciclisti

Pedalavano sul sentiero Strona: marito e moglie feriti da un cacciatore

Somma Lombardo - È stata riaperta da poco la stagione della caccia e già si conta il primo incidente. Vittima unacoppia di ciclisti, marito e moglie, che stava facendo un giro nel tardo pomeriggio di mercoledì 25 settembre nei boschi al confine tra Somma Lombardo e Vergiate. Era un normale giro in bicicletta, o almeno lo è stato finché non sono stati raggiunti da alcuni colpi di arma da fuoco. A sparare un cacciatore che si trovava nelle vicinanze e mirava a un leprotto. 
«Stavamo pedalando lungo una strada sterrata, il sentiero Strona», racconta G.M, 49 anni, residente aCardano al Campo. 
«A un certo punto, attorno alle 18, ci ha attraversato la strada una piccola lepre. Subito dopo abbiamo sentito unforte colpo. E io un dolore alla gamba. Mi avevano sparato con un fucile da caccia e un pallino mi ha centrato». Attimi di sconcerto. Inoltre, seppure e fortunatamente soltanto di striscio, è stata colpita rimanendone ferita la moglie del cardanese. Il cacciatore, che era nelle vicinanze, si è precipitato subito dalla coppia, sconcertato per quanto accaduto. Realizzato cosa stesse accadendo, e vista la perdita di sangue, i tre hanno lanciato l’allarme: marito e moglie sono stati portati al pronto soccorso dell’ospedale Bellini. 
Le ferite non erano gravi: la coppia è stata medicata e dimessa. 
«A parte che ho un buco nella gamba - sottolinea il ciclista - spero che quanto mi è accaduto non debba più succedere a nessun altro, tutti devono essere liberi di poter circolare tranquillamente nei boschi senza essere colpiti dai cacciatori». 
L’uomo avrebbe così deciso di sporgere denuncia e si è presentato in serata alla stazione dei carabinieri di Somma. Con lui, oltre la consorte, anche il cacciatore sotto choc. Molti amanti del ciclismo preferiscono scegliere percorsi sterrati perchè reputati più "sicuri" rispetto alle strade con molto traffico. Difficile immaginare di poter diventare un bersaglio per errore.

mercoledì 25 settembre 2013

Soncino (BS): cacciatore impallina al volto un "collega" e fugge

Soncino: cacciatore impallina al volto un "collega" e fugge

Soncino: cacciatore impallina al volto un "collega" e fugge
L'uomo, invece di prestare soccorso, si è allontanato correndo assieme al suo cane. La sua vittima, invece, è stata medica all'ospedale di Crema“

Sarebbe stato un semplice incidente - seppure grave, ma comunque non così eccezionale - se solo si fosse fermato a prestare soccorso invece di darsi a una vile fuga.

Stiamo parlando di quanto accaduto questa mattina verso le 8 nella campagna di Soncino, dove un cacciatore ha impallinato per sbaglio un suo "collega".

Nei pressi delle cave Danesi, un 60enne bergamasco (socio dell’Atc 6 molto conosciuto tra le doppiette della zona), dopo essere stato ferito al volto e al collo da "un uomo alto, magro, sulla cinquantina", è riuscito a raggiungere la propria macchina per andare a farsi medicare all'ospedale di Crema, dove è stato curato e dimesso.

Del suo aggressore, invece, nessuna traccia. E' scappato assieme al suo cane spinone: se i carabinieri riusciranno a identificarlo, sarà accusato di lesioni e omissione di soccorso, rischiando inoltre il ritiro della licenza di caccia.



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Caccia, dal 1 settembre già 9 feriti


Dai primi dati resi noti dall’Associazione Vittime della Caccia, dal 1 settembre sono già sei cacciatori e tre civili feriti durante le battute di caccia. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Sono numeri che fanno rabbrividire. Non è più questione di essere favorevoli o contrari alla caccia. È in gioco l’incolumità pubblica. Servono più controlli e nuove norme»

Dal 1 settembre 2013, giorno di pre-apertura della caccia, si contano già 6 feriti tra i cacciatori e tre tra i civili. Questi sono i primi dati resi noti dall’Associazione Vittime della Caccia a soli 24 giorni dalla pre-apertura e a nemmeno dieci dalla apertura della stagione venatoria.

A questi 6 feriti tra i cacciatori si devono aggiungere l’operaio di Bavari (GE) colpito a 3 cm dall’occhio mentre lavorava ad un ponteggio e i due feriti di Benevento che rientrano tra le prime vittime non cacciatori di questa stagione.

Un dato importante che emerge dall’analisi di questi nuovi casi è l’età dei cacciatori responsabili di incidenti, con una media di 70 anni che conferma quanto già emerso nelle precedenti stagioni venatorie su un ampio campione.

A Montenars (UD), un proiettile da caccia di grosso calibro si è conficcato nel frigorifero di un’abitazione alle 6 del mattino, mentre a Francavilla Fontana (BR) un cacciatore settantanovenne ha sparato di notte centrando un’auto parcheggiata vicino al suo terreno con dentro due ragazzi. Le guardie volontarie dell’ANPANA di Mantova si sono viste impallinare la macchina durante il loro giro di controlli il primo giorno di apertura della stagione venatoria.

L’eurodeputato Andrea Zanoni membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «L’attuale urbanizzazione, la rete stradale e il depauperamento ambientale non permettono più una densità venatoria come quella odierna senza rischi per civili e cacciatori stessi. L’avanzare dell’età dei cacciatori dovrebbe imporre controlli più stringenti: dopo i 60 anni sono necessari controlli, almeno annuali, sullo stato psicofisico di chi maneggia le armi. L’uso di un’arma da caccia è una cosa serissima. Bisognerebbe inoltre far ripetere gli esami di caccia a tutti almeno ogni dieci anni, visto e considerato l’evolversi delle normative e la nuova sensibilità dei cittadini verso la natura e l’ambiente. Morti e feriti per armi da caccia sono inaccettabili in un Paese che si definisce civile".


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