martedì 20 settembre 2011

Cacciatori scatenati, fucilate vicino alle abitazioni

Primo giorno di caccia col botto: a Cadoneghe i residenti chiamano i carabinieri per gli spari delle doppiette



CADONEGHE. Primo giorno di caccia col botto. Nel senso che gli spari sono stati talmente tanti e ravvicinati alle abitazioni che al «112» sono fioccate le telefonate fin dai primi bagliori dell'alba. Nessun ferito, alla fine, né denunciato, perché all'arrivo dei carabinieri le doppiette si erano già allontanate.

Ma le continue segnalazioni hanno costretto i militari a correre per l'intero territorio provinciale. Si parla di Comuni nella parte più a sud e più agricola della provincia, ma persino di Comuni dell'hinterland cittadino dove ormai i campi sono quasi una rarità, come Cadoneghe e Rubano. Puntuali al primo giorno di apertura della stagione venatoria, i cacciatori all'alba di ieri erano già col fucile in spalla. Solo che qualcuno di loro, in barba alle regole, si è avvicinato un po' troppo a un'abitazione di via Negrisia, a Cadoneghe, raggiunta dai pallini. Le regole prevedono che un cacciatore debba rimanere ad almeno 100 metri dalle case e debba sparare non prima di 150 metri dalle stesse.

Meno spari ma, a quanto pare, più fastidiosi anche in via Moiacche a Rubano. I carabinieri sono intervenuti per l'eccessiva vicinanza dei cacciatori alle case. Cadoneghe e Rubano sono Comuni metropolitani dove i campi sono una rarità, ma diverse telefonate ai carabinieri sono arrivate da Conselve, Boara Pisani e Stanghella, dove l'essere in aperta campagna non ha salvato le abitazioni dai colpi ravvicinati dei fucili.




Orde di cacciatori hanno invaso l´oasi faunistica all´ingresso di Alghero

Scade la convenzione tra Provincia di Sassari e Regione Sardegna e domenica scorsa orde di cacciatori hanno invaso l´oasi faunistica all´ingresso di Alghero.


Strage nell´oasi faunistica algherese


ALGHERO - Tutti a caccia di conigli selvatici, allodola, alzavola, beccaccia, beccaccino, cesena, codone, colombaccio, cornacchia grigia, fischione, folaga, frullino, gallinella d'acqua, germano reale, ghiandaia, merlo, mestolone, moretta comune, moriglione, pavoncella, porciglione, quaglia, tordo bottaccio e tordo sassello (le specie consentite) nell'oasi faunistica algherese.

Sarebbe a causa di una dimenticanza imputabile a Palazzo Sciuti, il mancato rinnovo della convenzione tra Provincia di Sassari e Regione Sardegna per la tutela dell'oasi faunistica di Surigheddu, Mamuntanas e Matteattu. E così domenica scorsa (18 settembre) orde di cacciatori si sono infiltrati nelle campagne alle porte di Alghero per la battuta di caccia consentita dal calendario venatorio in vigore.

Sulla delicata questione si registra l'interessamento del capogruppo Udc in consiglio comunale ad Alghero, nonché presidente del parco Regionale di Porto Conte, Francesco Sasso, che chiede al sindaco Marco Tedde di adoperarsi immediatamente «affinché venga ripristinato il vincolo alla caccia, per non compromettere irrimediabilmente un polmone faunistico conservato negli ultimi trent'anni».


Lecco: cacciatore ferito rischia di perdere un occhio

CASATENOVO- E' ricoverato nell'ospedale di Desio il cacciatore di cinquant'anni, residente a Casatenovo, che domenica mattina è rimasto ferito durante una battuta di caccia a Besana Brianza. Un altro cacciatore, vicino a lui, ha sparato ad una lepre e un pallino, di rimbalzo, lo ha raggiunto ad un occhio. Il cinquantenne ha avuto la forza di chiamare il figlio con il cellulare: ora si trova ricoverato sotto stretta osservazione e rischia di perdere la vista dall'occhio ferito. Alcuni testimoni hanno raccontato agli agenti della polizia provinciale intervenuti sul posto che il feritore si sarebbe allontanato minimizzando l'accaduto e non fermandosi a soccorrere il malcapitato.


lunedì 19 settembre 2011

Montalto di Castro. Lo scambia per una quaglia e gli spara

Lo scambia per una quaglia e gli spara.

Incidente di caccia ieri a Montalto di Castro in località Pian dei Gangani. Stando alle prime ricostruzioni dei militari, P.C., 42enne di Viterbo avrebbe sparato a S.C., 53enne di Velletri, durante una battuta di caccia, scambiandolo per una quaglia.

Il 53enne, subito soccorso dai sanitari del 118, è stato trasportato all’ospedale di Tarquinia. S.C. avrebbe riportato ferite al volto e al mento. Le sue condizioni non sarebbero comunque gravi. La prognosi è di quindici giorni.

P.C. è stato denunciato per lesioni aggravate.




Piacenza: impallinata alla gamba mentre corre la gara

Una 40enne di Rivergaro è stata letteralmente impallinata accidentalmente mentre correva la "Marcia dei tre argini", la competizione sportiva che ha attraversato la Bassa piacentina. Il fatto è accaduto a Fossadello sull'argine di Po.

Impallinata ad una gamba. E' successo ieri ad un'atleta che stava correndo la "Marcia dei tre argini", la competizione sportiva podistica che ieri mattina ha attraversato la Bassa piacentina. La 40enne di Rivergaro si è presa 3 pallini da caccia in una gamba e si è accasciata terra. E' successo all'altezza di Fossadello sull'argine di Po. Il colpo accidentale è partito probabilmente dal fucile di un cacciatore in zona (sempre ieri si è aperta la stagione venatoria). L'atleta è stata soccorsa subito dalla Pubblica assistenza di Monticelli che l'ha portata in ospedale a Piacenza. Le sue condizioni non sono gravi. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Caorso che stanno indagando per risalire al al cacciatore maldestro.“


Varese. Incidente di caccia, 30enne rischia di perdere un occhio

Ferno L’apertura della stagione della caccia, avvenuta proprio ieri, porta con sé anche il primo incidente. Due amici di 72 e 30 anni si sono recati all'alba nei boschi tra Ferno e Lonate Pozzolo e poco dopo le ore 7 si è sfiorato il dramma.
Il più anziano dei due ha visto muoversi un cespuglio e, credendo fosse una possibile preda, ha sparato.

Il colpo del fucile ha però colpito il ragazzo, residente a Samarate (VA). Immediatamente il 72enne ha chiamato i soccorsi. A preoccupare sono le ferite ad un occhio procurate da alcuni pallini del proiettile. La prognosi, fatta dai medici dell’Ospedale di Busto Arsizio, è di oltre un mese.


Caccia e orso marsicano. Un sicuro disturbo e un rischio evidente

(Pescasseroli, 16 Set 11) C'è chi dice che la caccia non nuoce all'orso bruno marsicano, animale simbolo della fauna italica, e non gli crea alcun disturbo.
E' questione di punti di vista e di qualità delle valutazioni. Non tutti, a parte le personali presunzioni, possono dare valutazioni ragionate e scientifiche rispetto alle caratteristiche ecologiche, etologiche e gestionali della specie.
Il Parco pensa, perciò, che l'attività venatoria, non adeguatamente organizzata e soprattutto esercitata in certi periodi, può costituire un grave vulnus per l'orso marsicano e condizionarne la vita.
Per questo, crea realmente allarme e sconforto la decisione della Regione Abruzzo in merito all'approvazione del Calendario Venatorio 2011-2012, specificatamente per ciò che concerne la protezione dell'Orso bruno marsicano, nei cui territori della Zona di Protezione Esterna del Parco e della Zona A del PATOM, sempre esterna all'area protetta, è stata anticipata la caccia al cinghiale a partire dal 18 settembre prossimo, seppur da appostamento fisso e senza cani.
Il tornare indietro rispetto alla decisione precedentemente presa, quella cioè di aprirla al 1° novembre, nonostante la esplicita richiesta fatta dall'Ente Parco con nota prot. n.0005199/2011 del 29 luglio u.s., comporta dei gravi problemi per la tutela dell'Orso bruno marsicano.
L'Ente Parco aveva chiesto l'apertura al 1° novembre, accennando, peraltro, a un possibile posticipo della chiusura dimostrando così la massima disponibilità per una decisione condivisa e partecipata.

Certamente, l'apertura generale anticipata della caccia al 18 settembre, quindi anche alla lepre, volpe, coturnice, con cani al seguito, come i segugi, provoca un elevato e pesante disturbo alla popolazione di orsi proprio nel periodo cosiddetto di iperfagia -settembre, ottobre e novembre -, cioè quando si nutrono con intensità per accumulare riserve energetiche utili per superare il periodo del letargo.

In questo modo il Parco è lasciato solo nella tutela dell'Orso sull'intero territorio di presenza del plantigrado, quindi anche all'esterno del perimetro del Parco, contraddicendo tutti gli impegni assunti e vanificando tutti gli sforzi finora realizzati per rispettare il Protocollo per la Tutela dell'Orso bruno marsicano (PATOM), sottoscritto anche dalla Regione Abruzzo, che ne è capofila, da tutte le provincie abruzzesi e del Centro Italia.
Oltre che dal Ministero, da altre regioni e provincie, dagli altri parchi del centro appennino e da varie altre istituzioni e associazioni.

Il Parco non può non denunciare questa situazione, paradossale, di una Regione che fa dell'Orso il suo emblema nel mondo e fa molto poco, per non dire nulla, per tutelarlo.

L'Ente Parco chiede quindi alla Regione Abruzzo di rivedere il Calendario Venatorio, recuperando le decisioni che favoriscono la piena tutela di una delle specie più rare al mondo, a rischio reale di estinzione, di incalcolabile rilevanza naturalistica (ed economica!) motivo di orgoglio degli abruzzesi e delle comunità del Parco Nazionale.
L'Ente chiede anche che la Regione ponga in essere, quando deve adottare misure che in qualche modo incrociano gli interessi della conservazione, un effettivo e concreto percorso partecipativo, coinvolgendo innanzitutto le istituzioni interessate e quindi il Parco Nazionale.

In questa circostanza l'Ente Parco non è stato affatto sentito, e non rilevano alcuni richiamati passaggi degli accordi Patom e convenzionali che, evidentemente, contengono previsioni di carattere generale, da verificare di volta in volta, rispetto alle situazioni contingenti, alle condizioni dell'orso marsicano, alle esigenze del plantigrado in quel determinato periodo, etc.

Comunicato Stampa n. 73/2011

Area protetta: PN Abruzzo, Lazio e Molise
Web: http://www.parks.it/parco.nazionale.abruzzo
Mittente: PN Abruzzo, Lazio e Molise
Sito web mittente: http://www.parcoabruzzo.it

domenica 18 settembre 2011

Lecco. Padre impallina la figlia

Accumunati dalla passione per la caccia, nella giornata di apertura stagionale padre e figlia – 69 anni lui e 40 anni lei – sono incappati nel più classico degli incidenti dell’attività venatoria. Poteva finire in tragedia invece si è limitato a una manciata di pallini (non più di cinque) che hanno colpito la donna, con prognosi di una decina giorni.

I due, residenti a Lierna, si trovavano nei boschi vicini al paese, in zona impervia, per soccorrere la donna è arrivato l’elisoccorso del 118 di Como, poi la 40enne ferita è stata trasportata all’ospedale Manzoni di Lecco. Vista la singolarità del caso ed essendoci di mezzo armi da fuoco sono intervenuti anche i carabinieri per accertare le modalità dell’incidente.

Fonte: lecconotizie.com del 18 settembre 2011

Sardegna- Divieto di caccia a Calasetta

LAC Newsletter 1571
18 settembre 2011

SARDEGNA - DIVIETO DI CACCIA A CALASETTA

Il Sindaco di Calasetta Antonio Vigo ha adottato un’ordinanza (n. 27/2011 del 12 settembre 2011) che ha disposto il divieto di caccia nelle campagne di Mercureddu – Spiaggia Grande, dove sono presenti numerose abitazioni ed in passato si sono verificati numerosi episodi di pericolo a causa degli spari. Il divieto di caccia, comunque, sarebbe comunque presente a causa della presenza di residenze e strade secondarie (art. 21, comma 1, lettera f, della legge n. 157/1992 e art. 61, comma 1, lettera f, della legge regionale n. 23/1998).
Naturalmente sono insorti i cacciatori locali, incuranti dei rischi per residenti e turisti.
Le associazioni ecologiste Lega per l’Abolizione della Caccia, Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra plaudono e sostengono l’iniziativa del Sindaco di Calasetta, improntata alla salvaguardia dell’incolumità della grande maggioranza di cittadini non cacciatori. Le associazioni ricordano che durante la stagione di caccia 2010-2011 in tutta Italia, oltre a centinaia di milioni di altri animali cacciabili e protetti uccisi, vi sono state numerose vittime umane: 35 morti, dei quali 34 cacciatori e 1 persona comune, e ben 74 feriti, dei quali 61 cacciatori e 13 persone comuni (Lega per l’Abolizione della Caccia, Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, 18 settembre).

LAC - Lega Abolizione Caccia, Viale Solari 40, 20144 Milano
Tel 02/47711806 - e-mail:info@abolizionecaccia.it - Sito Web: http://www.abolizionecaccia.it

sabato 17 settembre 2011

Cani da caccia rinchiusi in auto in pochissimo spazio, i responsabili denunciati dal WWF di Salerno

COMUNICATO del Giorno 17/09/2011

WWF Salerno Ufficio Promozione e Comunicazione

Fonte Ufficiale Informazione e Divulgazione WWF Salerno

Referente De Bartolomeis Alfonso cell. 327 1641563


PADULA: Cani da caccia rinchiusi in auto in pochissimo spazio, i responsabili denunciati dal WWF di Salerno.

Dal primo Settembre mancata la pre-apertura della caccia, per l’accoglimento di istanza di ricorso al TAR Regione Campania del WWF Italia, sebbene molti cacciatori hanno collaborato rispettando e facendo rispettare tale decisione, il lavoro delle Guardie Ambientali del WWF Italia sez. Provinciale di Salerno, con il Coordinamento Regionale e Provinciale delle Guardie WWF, è stato intenso e difficile.

Oltre a garantire il rispetto per la normativa vigente ed a fornire ogni informazione in merito, il WWF ha dovuto contrastare come sempre, le cattive abitudini, ormai usi e consuetudini in alcune aree di caccia e non, sul mancato rispetto della normativa anche in merito alle leggi vigenti sulle caccia, per cui illeciti ambientali e bracconaggio sono purtroppo ancora fenomeni diffusi.

Diverse persone denunciate dal WWF per reati ambientali, depositi incontrollati di rifiuti, addestramento cani in periodo non consentito.

A Padula (SA), in un’auto di piccole dimensioni, con un trasportino all’interno di ridottissima capienza, due cacciatori, pur senza armi, avevano pensato bene di rinchiudere e portare in giro, la bellezza di NOVE cani tra segugi e cani da ferma.

I due soggetti, avvistati tra i campi dell’agro del Comune di Padula (SA) sono stati identificati ed ovviamente denunciati dalle Guardie del WWF di Salerno per maltrattamento.

Purtroppo, i poveri animali, se pur probabilmente “abituati” a questo genere di “attenzioni” da parte dei proprietari, con il caldo forte e la totale impossibilità di movimenti all’interno del “contenitore”, erano totalmente imprigionati ed ammucchiati.

Senza indugio le guardie del WWF sono intervenute per permettere alle povere “vittime” di deambulare ed idratarsi.

Sul posto è arrivato anche il Medico Veterinario dell’ASL di competenza con il quale si è provveduto ad accertare anche la legittima proprietà e la presenza, come prescritto dalla legge, del microchip di identificazione su ogni singolo animale di cui molti di essi, purtroppo, ne risultavano sprovvisti.

Intanto Domenica 18 Settembre inizia ufficialmente la nuova stagione di Caccia 2011 -2012 e come ogni anno l’appello e’ alla prudenza ed al rispetto delle leggi.

Purtroppo le Guardie del WWF sez. di Salerno, preposte alle attività di controllo, ogni anno proprio nel primo giorno di apertura, riscontrano non poche infrazioni e mancanze nel rispetto della normativa con conseguenze oltre che amministrative, sempre piu’ spesso rilevanti penalmente e valutabili in grave danno per l’ambiente, per la fauna e per la sicurezza delle persone.

Dal Coordinamento Guardie WWF Regionale della Campania e Provinciale di Salerno, i Responsabili richiamano altresi’ l’attenzione sul fatto che la stagione turistica, visto il perdurare delle favorevoli condizioni meteorologiche, è da ritenersi ancora in essere, per cui i litorali e le colline sono ancora molto frequentati da turisti.

Malgrado la tanta opera di prevenzione e sensibilizzazione che si è fatta in questi giorni anche con accurati sopralluoghi e controlli del territorio agro-silvo-pastorale, il WWF ammonisce che i rischi di incidenti di caccia sono sempre molto elevati.

“Il buon senso ed il rispetto per la vita innanzitutto”, dice il Dott. Mario Minoliti, Presidente del WWF Salerno, “la caccia è legale e deve svolgersi in piena legalità, le armi non sono giocattoli e possono provocare danni irreparabili”.

Il “Bracconaggio” non c’entra con la caccia legale, ed è proprio ai cacciatori onesti e rispettosi delle leggi che si richiede collaborazione per arginare gli illeciti, magari segnalando circostanze e responsabili alle Autorità Competenti.

Salerno, 17/09/2011 Coordinamento Provinciale
GPG WWF Italia - Sezione di Salerno

venerdì 16 settembre 2011

WWf: domenica riapre la caccia. Ancora molte Regioni sfidano la legge

(ASCA) - Roma, 16 set - ''Domenica apre ufficialmente la nuova stagione venatoria, un'apertura preannunciata negli scorsi giorni dalla presentazione in parlamento dell''emendamento Molinari ', ennesimo tentativo di deregulation della caccia che da anni e' al centro di accesi dibattiti, con la politica che continua a promettere concessioni irrituali al fine di coltivare qualche sparuto voto. Se il Legislatore nazionale ha colmato la distanza con l'Unione Europea rendendo norma il dettato delle Direttive europee, larga parte delle Regioni persevera diabolicamente nell'ignorare l'evidenza scientifica e gli obblighi di legge''. Cosi', il WWF in un dossier diffuso alla vigilia dell'avvio della stagione delle doppiette.

''E' il caso di Lombardia e Veneto - ricorda l'associazione - che ancora una volta, eludendo i richiami dell'Europa e relative infrazioni, tornano a chiamarsi in deroga per consentire la caccia a piccoli passeriformi solo in ossequio a posizioni che attecchiscono in una preoccupante ignoranza. Si continua a consentire questa attivita', poco o mal regolata, senza preoccuparsi di compromettere altre attivita', o beni e ricchezze naturali uniche del nostro paese. Come in Abruzzo, dove la straordinaria presenza dell'Orso bruno marsicano, patrimonio unico del Paese ormai ridotto a poche decine di esemplari, viene messa inutilmente a rischio per consentire la caccia, anche con l'ausilio dei cani, in aree frequentate dal plantigrado in un periodo biologicamente sensibile per la specie perche' si appresta ad andare in letargo. Una specie ormai sull'orlo dell'estinzione, che gode dell'attenzione della comunita' internazionale, ma la Regione che ne vanta il nucleo piu' importante nega se stessa nel tradire gli impegni formalmente assunti per tutelarla. Mentre la Campania, reiterando la prassi della preapertura, pratica contraria ai principi di conservazione voluti dall'Europa e oggi norma anche in Italia, e' incappata nel pronunciamento avverso del TAR, accogliendo il ricorso del WWF''.

E se alcune Regioni, come Marche e Liguria, hanno tentato di eludere il diritto di cittadini ed associazioni di rivolgersi alla Magistratura amministrativa predisponendo i calendari per legge, il Governo li ha sistematicamente impugnati di fronte alla Corte Costituzionale, in quanto atti illegittimi.

Intanto, in Piemonte, le associazioni animaliste ed ambientaliste hanno convocato una manifestazione domani, 17 settembre a Torino, per annunciare che nella primavera del 2012, dopo 25 anni dalla raccolta delle firme e 25 anni di ostruzionismo della Regione, vinto solo da una pronuncia della Corte di Appello, si terra' un Referendum Regionale sulla caccia.

Nel 1987 vennero infatti raccolte 60.000 firme in calce alla proposta di referendum che chiedeva: divieto di caccia per 25 specie selvatiche (17 uccelli e 8 mammiferi); abolizione delle deroghe di carniere per le aziende private di caccia; abolizione delle deroghe al divieto di caccia su terreno innevato; divieto di caccia la domenica.

'Le Regioni continuano a chiamarsi fuori dalle regole per soddisfare le richieste dell'estremismo venatorio, foriero di posizioni anacronistiche ed irresponsabili che offendono i diritti dell'intera Comunita' internazionale, data l'unicita' di alcune specie che abitano il nostro Paese e per la funzione che questo corridoio naturale tra l'Africa ed il Nord Europa assolve per la migrazione - conclude Leoni, presidente del WWF Italia - .Un patrimonio straordinario e' ostaggio ancora oggi di una minoranza estremista: l'1% della popolazione italiana esercita l'attivita' venatoria, mentre la maggioranza della stessa della caccia farebbe anche a meno''.

com/mpd

Class-action della L.A.C.

Comunicato stampa, 16 settembre 2011
Apertura della stagione venatoria:

UNA CLASS-ACTION DELLA L.A.C. CONTRO GLI ASSESSORATI REGIONALI MOROSI DA 19 ANNI COI PROPRIETARI E CONDUTTORI DEI FONDI OVE SI SVOLGE L’ATTIVITA’ VENATORIA.

Nell’imminenza dell’apertura generale della caccia fissata per un’ora prima dell’alba di domenica 18 settembre, fervono gli ultimi preparativi per la manifestazione nazionale in difesa della fauna, prevista per domani a Torino.

Tra le prossime iniziative a tutela dei mammiferi e degli uccelli selvatici vittime della stagione venatoria 2011/12, la Lega per l’Abolizione Caccia inizia a raccogliere le adesioni dei proprietari e dei conduttori dei fondi (compresi nell’ l’80% del territorio agro-silvo-pastorale) ove si svolge la caccia, per una clamorosa class action civile –Regione per Regione- nei confronti delle giunte regionali che da ben 19 anni eludono una norma statale sulla corresponsione del c.d. “canone venatorio”.

Nessuna Regione, infatti, ha mai dato piena e completa attuazione all’art. 15 della legge nazionale n.157 del 1992 sulla disciplina della caccia. La disposizione, ai fini della gestione programmata della caccia, impone che sia “dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura della amministrazione regionale in relazione alla estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente” ; una spesa a cui si dovrebbe far fronte con gli importi delle tasse di concessione venatoria regionali, ma a cui le Regioni stesse non hanno mai adempiuto.

La Lombardia dovrebbe essere la prima realtà territoriale ove sperimentare la nuova class-action, attraverso uno studio legale di fiducia della Lega Abolizione Caccia, incaricato di patrocinare in un fronte comune tutti i proprietari ed i conduttori dei fondi rurali ove si svolge la caccia, che dovrebbero reclamare il canone 2011 non corrisposto, i 19 anni di arretrati e relativi interessi. Se salta il banco dei capitoli di spesa regionali per la caccia si metterà fine anche all’inutile spesa per ripopolamenti di “selvaggina” pronta-caccia a cui si assiste alla vigilia di ogni apertura della stagione venatoria.

In sostanza i cacciatori, dal 1992, vanno a caccia gratis su 18 milioni di ettari di terreni rurali altrui, mentre attraverso le Regioni e le tasse di concessione venatoria regionali avrebbero dovuto pagare per fruire della sosta e del transito armato nei terreni privati per abbattere gli animali selvatici cacciabili (che mentre sono in libertà sono di proprietà dello Stato).

La Lega Abolizione Caccia propone la sospensione di ogni attività venatoria fintanto che non saranno corrisposte a proprietari e conduttori dei fondi agro-silvo-pastorali le somme dovute per legge (stimabili nell’ordine di centinaia di milioni di euro).

Fonte: Lega Abolizione Caccia- Ufficio Stampa