martedì 3 febbraio 2015

Chiusa la stagione di caccia: quest'anno 22 morti e 66 feriti

un cacciatore ucciso durante una battuta di caccia
ROMA - Bracconaggio di specie protette, inquinamento da piombo, regioni che si oppongono alle decisioni europee e nazionali a tutela della fauna migratrice, la legge nazionale sulla caccia non correttamente applicata. Sono questi i principali problemi derivanti dalla caccia elencati dal Wwf Italia in occasione - domani 31 gennaio - della chiusura della stagione venatoria domani. Il Wwfchiede che "anche in l'Italia si elimini finalmente il piombo dalle munizioni di caccia, grave fonte di inquinamento, sostituendolo con leghe non tossiche entro il 2017 come stabilito recentemente dall'onu al meeting della convenzione sulle specie migratorie in applicazione della "convenzione di Bonn", con una decisione vincolante anche per il nostro paese". 

La caccia, infatti, "sia nella forma illegale del bracconaggio, sia nella forma legale autorizzata con provvedimenti regionali o nazionali, in italia rappresenta uno dei fattori che contribuiscono alla perdita di biodiversità, che si somma ad altri fattori negativi quali il consumo del suolo, gli inquinamenti, i cambiamenti climatici, gli incendi boschivi". Il motivo, spiega l'associazione ambientalista, "è dovuto alla particolare situazione italiana in cui l'attività venatoria viene gestita, normata e praticata in maniera quasi sempre non sostenibile, e non rispettando i criteri scientifici, né le normative internazionali di tutela delle specie e degli habitat naturali".

Drammatici i numeri forniti dalla Lega Antivivisezione: "Anche quest'anno la stagione di caccia si conclude ufficialmente il 31 gennaio, portando con sé il solito tragico bilancio: un'assurda carneficina, una strage di animali, danni incalcolabili all'ambiente, vittime tra i cacciatori e tra la gente comune. Sono ben 88 le vittime umane, registrate da settembre 2014 a 29 gennaio 2015: 22 morti e 66 feriti in poco più di quattro mesi, attribuibili ad armi da caccia e cacciatori, secondo gli ultimi dati dell'associazione vittime della caccia". "Una vera e propria guerra, che ad ogni stagione ripropone le assurdità dell'attività venatoria- dice Massimo Vitturi, responsabile Lav settore caccia e fauna selvatica- il massiccio uso di armi e l'odioso libero accesso dei cacciatori nei terreni privati: il governo e il parlamento devono sentire il dovere di mettere fine a questa carneficina".

Se la stagione venatoria si chiude il 31 gennaio, "la caccia non si ferma mai: non c'è pace per gli animali selvatici che, complici i numerosi piani di abbattimento, di volta in volta disposti da regioni e province, continuano ad essere uccisi per tutto il corso dell'anno- continua Vitturi- tra le specie maggiormente colpite: le volpi con i loro cuccioli, le nutrie, i daini, i caprioli, i colombi che cadranno a migliaia sotto il piombo dei cacciatori, il più delle volte senza alcuna motivazione scientifica se non il chiaro intento della classe politica di raccogliere i voti dei cacciatori. A tutto questo, negli ultimi decenni si aggiungono le sistematiche stragi per la caccia cosiddetta di selezione".

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