martedì 20 maggio 2014

Bagno a Ripoli (FI): "La nostra cagnolina di un anno presa a fucilate nel muso

"La nostra cagnolina di un anno presa a fucilate nel muso"
Il dolore di una famiglia di Lappeggi, che adesso aspetta la visita veterinaria per poi sporgere denuncia

BAGNO A RIPOLI - C'è rabbia, dolore, frustrazione, nelle parole diStefano Meucci e della sua famiglia, che vive nella quiete di Lappeggi.

Una quiete che lunedì 19 maggio è stata funestata da uno sconsiderato: se infatti le prime ipotesi verranno confermate dalla visita veterinaria a cuiMicol, la cagnolina di un anno che vedete nella foto sopra, si avrà la certezza che alla povera cuccio,a è stata sparata una fucilata in pieno muso. A quel punto, con il certificato medico, partirà anche la denuncia ai carabinieri.

"A circa 50 mertri da casa nostra - dice Stefano - a Lappeggi, mentre io la cercavo perché era scappata, un cacciatore (sicuramente della zona e in stagione non di caccia ovviamente), l'ha chiamata. E quando si è avvicinata le ha scaricato due colpi in pieno muso".

"Dalle radiografie - dice ancora Stefano - si vede benissimo che è piena di pallini, solo nel muso. Ancora non sappiamo se potrà vivere, se lo farà con un occhio solo o con nessuno e come sarà la sua vita".

La rabbia è, comprensibilmente, tantissima: "In fondo - prosegue Stefano - ci sono ben altre tragedie nella vita, ma sentire il pianto disperato di mia figlia di cinque anni, raccogliere il corpo pieno di sangue di questa creatura è un prezzo troppo alto perché io oggi mi senta fiero di vivere all'Antella".

"Vorrei che un po' tutti - dice ancora - ci vergognassimo di sapere che abbiamo nella nostra comunità un piccolo mostro che non esita a sparare vicinissimo a delle case, nel tardo pomeriggio, quando tutti siamo fuori con i bambini. E sappiamo che, anche in seguito a una denuncia, niente sarà fatto: il pistolero si è nascosto bene".

"Ma sappiamo anche - dice ancora furibondo - che lo può fare anche grazie a quella tragica abitudine di coprire le malefatte altrui in quanto appartenente allo stesso gruppo. E' la mafia del gruppetto, degli amici di doppietta, della sopraffazione domenicale di non poter farsi una girata nel bosco perché corri il rischio di venire impallinato".

"Ecco - conclude - vorrei che tutto questo cambiasse, che si avesse il coraggio di dire sì, sono un cacciatore, posso non piacerti, ma non posso condividere niente con chi comunque si comporta da criminale. Mi piacerebbe...".

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