Guardiaccia ridotti a misurare con l’autovelox gli automobilisti indisciplinati mentre i bracconieri scorrazzano liberamente per il Friuli senza alcun controllo: è la realtà denunciata dalle associazioni ambientaliste del Friuli-Venezia Giulia – LAC, Legambiente, LIPU e WWF – all’alba dell’assemblea dei Comuni e delle Province di UPI e ANCI che 14 aprile sono chiamati a fare un primo bilancio sulla Legge Regionale 9/2009 sulla sicurezza.Tale legge ha infatti sostanzialmente parificato funzioni e criteri di assunzione dei guardiacaccia provinciali a quelli dei vigili urbani dei comuni; le Province di Udine e Pordenone hanno subito colto la palla al balzo, mettendo un autovelox in mano a persone che per anni si sono formate in materia faunistica e ambientale e lasciando così libero il campo ai bracconieri. “Basti pensare – fanno notare gli ambientalisti – che alla domenica, giornata canonica per la caccia, quasi nessuna Provincia organizza più servizi e che gli orari dei turni degli agenti che dovrebbero vigilare su caccia e bracconaggio sono stati sostanzialmente conformati a quelli di apertura degli uffici”. La legge regionale 6/2008 – tuttora in vigore ma rimasta lettera morta – prevedeva invece la formazione di un corpo unico tra Corpo forestale regionale e guardiacaccia delle Province, creato anche per razionalizzare ed ottimizzare costi e risorse impegnati nei controlli in campo ambientale. LAC, Legambiente, LIPU e WWF del Friuli-Venezia Giulia chiedono dunque alla Regione e alle Province di porre immediatamente rimedio al vuoto di vigilanza ambientale creato dalla Legge 9, mantenendo l’impegno di costituire finalmente il Corpo Unico tra guardiacaccia e personale del Corpo forestale regionale (LAC Liguria, 14 aprile).
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