lunedì 25 giugno 2012

Agrigento: 500 mila euro per vigilanza venatoria. Inesistente.

Provincia, guerra ai bracconieri: 500mila euro per la polizia venatoria

La Provincia regionale di Agrigento ha un'anima ecologista. Al di là di battute e semplici insinuazioni, noi abbiamo la prova di quello che stiamo affermando. Carta canta, come si suol dire.

Come definireste infatti un Ente che impegna, nel proprio bilancio di previsione 2012 500mila euro per "spese di attività di vigilanza venatoria"?

Sfogliando il Peg dello strumento finanziario, infatti, emerge che su una spesa di 1.372.866 euro per il capitolo P1 - poliziaprovinciale, per il funzionamento dell'intero corpo, se si sottraggono le somme necessarie per la retribuzione ordinaria (597.954 euro), senza considerare gli oneri, che da soli superano i 150mila euro, si capisce quale è la proporzione tra quanto verrà impegnato complessivamente e quanto si vuole spendere per l'attività di vigilanza venatoria.

Eppure, scorrendo le pagine dedicate alla Polizia provinciale sul sito della Provincia regionale di Agrigento, e consultando i report dell'attività svolta (primo semestre 2011 e anno 2010) non vi è proprio traccia di questo tipo di funzione di controllo. Al massimo, avendo incarichi di polizia ambientale, sono state avanzate contravvenzioni per violazioni del decreto legislativo 152/2006, che riguarda genericamente l'abbandono dei rifiuti. Fitta è invece la parte dedicata alle attività di scorta del presidente D'Orsi e delle personalità pubbliche, oltre che, non va dimenticato, del Gonfalone della Provincia, e la presenza della Polizia provinciale durante le manifestazioni pubbliche. Ma di polizia venatoria nemmeno una traccia. Nemmeno, magari, il salvataggio di un passerotto caduto da un nido. Niente. Eppure la voce di bilancio c'è, e 500mila euro in tempi di vacche magre non sono uno scherzo. Bisogna risalire al 2009 per trovare un riferimento ad attività di polizia ittico - venatoria, intesa però come semplice controllo di aree specifiche come: il bacino del Lago Arancio, il Castellaccio, la foce del Platani, Torre Salsa, Maccalube, Monte Cammarata, Monte Mele e le grotte di Sant'Angelo. Sempre per quanto riguarda l'anno 2009, si legge: "il servizio di Polizia Venatoria è stato disposto con due pattuglie, rispettivamente composte da numero 2 o 3 agenti a seconda le necessità di servizio, i quali hanno operato separatamente, sia nel turno antimeridiano 8 - 14 che nel turno pomeridiano 14 - 20 di tutti i giorni feriali nonché con turni notturni per reprimere il fenomeno del bracconaggio".

Tra i vantaggi enumerati vi sono: "garantire una maggiore presenza degli agenti nel territorio provinciale, a discapito di eventuali attività di bracconaggio esercitata attraverso l'impiego richiami, trappole, appostamenti; il controllo sul corretto comportamento e rispetto della normativa di settore da parte dei cacciatori e alla repressione di eventuali violazioni; il recupero della fauna in difficoltà o ferita; l'avvistamento di focolai di incendi ai fini della tutela della fauna e del relativo habitat; recepire le diverse segnalazioni degli utenti; la localizzare nidi e tane di fauna protetta; incrementare i contatti con gli Enti preposti alla vigilanza ambientale; lo svolgimento di servizi congiunti con i carabinieri di Siculiana, Montallegro e Cattolica Eraclea".

Tutto questo però senza fornire risultati tangibili dell'attività (numero di animali salvati, trappole scoperte, bracconieri denunciati, nidi individuati ecc), e ammettendo anche che il Corpo coadiuva altri enti preposti alla vigilanza ambientale più che svolgere una funzione in prima linea. Proprio in questi giorni la Provincia comunica che sono in mostra a Siracusa i risultati di un lavoro condotto dal settore Ambiente e territorio e riguardanti la tartaruga marina Caretta Caretta e il delfino Tursiops, oltre che l'habitat delle Maccalube di Aragona. Il tutto, ovviamente, senza il cenno di un sostegno del settore di Polizia venatoria.

Il bilancio del Corpo, tra l'altro, prevede come unica entrata i 20mila euro provenienti da senzioni per infrazioni al codice della strada. Le varie uscite prevedono, tra le altre cose, 3mila euro per il pagamento degli abbonamenti telefonici, 10mila euro per l'acquisto di carburante, 16mila euro per l'acquisto di nuovi mezzi e 11mila euro per la manutenzione dell'autoparco. Ben inferiori le somme investite per controlli presso le autoscuole, corsi di sicurezza stradale presso gli istituti scolasatici e cartellonistica stradale.

Quello per "alimentare" la Polizia venatoria è un impegno di spesa così rilevante, comunque,che non poteva passare inosservato al Consiglio provinciale, soprattutto in tempi di scontro politico. In tal senso si sta realizzando un emendamento, firmato già da diversi consiglieri tra cui Nino Spoto, Carmelo Avarello e lo stesso presidente Raimondo Buscemi, che storni queste cifre in favore dei precari della Provincia così da garantire loro fino a dicembre l'aumento del monte ore da 18 a 36. Insomma, la guerra del bilancio è appena iniziata.

A quanto ci risulta, comunque, anche il neo assessore alla Polizia provinciale Alfonso Montana, non ancora in carica al momento della redazione del Peg, si starebbe interessando alla vicenda e nei prossimi giorni potrebbe anche intraprendere delle iniziative specifiche.



Fonte: agrigentonotizie.it del 22 giugno 2012

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