13 le vittime tra la gente comune, di cui 3 i morti (2 donne). 10 i feriti tra i quali c'è un minore: una bambina ferita nella sua cameretta. 14 sono i cacciatori vittime di sé stessi o del fuoco amico, tra i quali 1 morto. In totale sono ben 27 vittime dal 1 settembre a venerdì 25 ottobre, per armi da caccia e cacciatori, per un totale di 23 feriti e 4 morti. Insomma un vero e proprio bollettino da guerra.
A far quasi più male delle pallottole, permettetemi l'esagerazione, è l'ipocrisia e il bieco negazionismo delle associazioni venatorie che di fronte a queste tragedie continuano a sostenere che la caccia non è più pericolosa di altri “sport” e a distorcere i dati dei morti e feriti.
A questi signori rispondono i dati sulla sofferenza causata o auto inflitta dalle pallottole sparate dai cacciatori.
Si perché dietro questi dati, che le associazioni venatorie distorcono o cancellano del tutto, ci sono persone vere, spesso cittadini innocenti che con la caccia non hanno nulla a che fare colpiti nella loro quotidianità da questo “sport” crudele e sanguinario.
Per non contare anche tutti i casi di tragedie sfiorate per comportamenti asociali, pericolosi ed illegali da parte di chi detiene la licenza di caccia. Non è una novità che chi difende la caccia punta volutamente a sminuire il tema sicurezza dei cittadini, riducendolo a semplice variabile da "tragica fatalità”. Come evidenzia l'Associazione Vittime della Caccia, si tratta di un confronto oltre che fuori luogo assolutamente pretestuoso e fuorviante. Un esempio? Le associazioni venatorie quando “sparano” i numeri delle vittime per caccia, contano solo i cacciatori, in spregio e nella totale mancanza di rispetto verso chi i cacciatori hanno ferito o ammazzato ma non è cacciatore.
Sempre l'Associazione Vittime della Caccia, denuncia che queste associazioni armate hanno prodotto dettagliatamente i dati sulle vittime per caccia da loro raccolti, per evitare un confronto aperto e trasparente. Noi della Lega Abolizione Caccia LAC invece – sono presidente della sezione veneta - inseriamo nel conto dei morti e feriti anche i colpiti da infarto o caduti durante l'esercizio della caccia e questo perché siamo interessati a un focus più completo su una realtà da bollettino da guerra.
Insomma il mondo venatorio continua a pretendere di rassicurarci con argomenti non credibili. A queste argomentazioni false e pretestuose rispondo ancora una volta con la forza dei numeri veri, dei fatti, che testimoniano quanto dolore e sofferenza questa assurda e barbara pratica continua a causare in Italia e in Europa. Di fronte tutto questo, la mia battaglia contro la caccia continuerà più forte che mai!
Andrea Zanoni
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