In occasione dell’apertura della stagione venatoria, diverse pattuglie sono state impiegate nel controllo venatorio, che ha visto il coinvolgimento di tutte le stazioni presenti in provincia magistralmente coordinate dal Nipaf di Crotone.
L’attività si inquadra in un’ampia azione di servizi, disposti dal Comandante provinciale, mirati a reprimere ogni forma di attività venatoria illecita.
I controlli hanno interessato in particolare alcune località dei comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro, Mesoraca, Petilia Policastro, Roccabernarda, Rocca di Neto e Strongoli.
L’attività, operata dal CfS, ha riguardato il rispetto da parte dei cacciatori delle normative generali e, in particolare, anche la verifica del divieto di esercitare l’attività venatoria nelle aree boscate percorse da incendi, divieto previsto per la durata di dieci anni dall’incendio.
A seguito di un controllo è stato deferito all’autorità Giudiziaria un cacciatore, S.A. di anni 50, proveniente da fuori regione precisamente da Taurianova (RC), trovato in possesso di un esemplare di Tortora dal Collare, specie non cacciabile, appena abbattuta con arma da fuoco. Contestualmente, gli agenti, procedevano al sequestro dell’esemplare e dell’arma, un fucile sovrapposto calibro 12, con il relativo munizionamento.
Il bilancio della giornata si è concluso con 45 persone e 7 automezzi controllati, che, escluso l’episodio del cacciatore reggino, può essere considerato soddisfacente visto che non sono state riscontrate condotte irregolari.
L’altra denuncia è scattata per violazione alla normativa urbanistico-edilizia; a cadere nei controlli della forestale, nei giorni scorsi, un 39enne di San Mauro Marchesato (Kr).
Il personale della stazione forestale di Crotone lo ha denunciato, in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Crotone, per aver realizzato un invaso per la raccolta delle acque piovane in assenza di autorizzazioni, modificando permanentemente lo stato originale dei luoghi.
Gli agenti hanno accertato che C. P., in un proprio terreno agricolo, posto in località “Cropaia” del comune di San Mauro Marchesato, senza alcuna autorizzazione, aveva movimentato il terreno creando in un impluvio una sorta di diga, per una lunghezza di circa 50 metri, al fine di disporre di un bacino di raccolta delle acque piovane.
La creazione di questa barriera naturale, oltre a deviare il regolare deflusso delle acque piovane, creava una grave condizione di pericolo per i terreni posti a valle dell’ invaso, determinato dalla possibile tracimazione delle acque raccolte in caso di abbondanti piogge.
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