TRIESTE Il governo ha impugnato la legge regionale «comunitaria» del 9 agosto scorso, nella parte che riguarda l’esercizio delle deroghe e sulle immissioni pronta caccia. Lo rendono noto oggi il Wwf e la Lega anti caccia, che sui profili di incostituzionalità della legge avevano inviato al Consiglio dei Ministri due note. A finire nel mirino del Governo è la disciplina delle deroghe, introdotta in forme che sono contrarie alla normativa nazionale e comunitaria in materia. Il Consiglio dei ministri, in particolare, ha censurato la mancata previsione del parere Ispra per l’autorizzazione di provvedimenti di deroga. Il Governo ha inoltre bocciato l’articolo che affida alle riserve di caccia il compito di stabilire i tempi e le modalità delle immissioni della selvaggina «pronta caccia in deroga alle vigenti disposizioni di legge». Infine viene eccepita la norma che prevede la possibilità di autorizzare i recuperatori di fauna selvatica abbattuta muniti di armi a operare in orari e giorni di silenzio venatorio. «Era un risultato quasi scontato - commentano i presidenti di Wwf e Lac, Roberto Pizzutti e Alessandro Sperotto - visto che è questa legge è solo la riproposizione di contenuti di una legge che era stata già bocciata dalla Comunità europea con una procedura d’infrazione e in cui evidentemente chi l’ha promossa e chi l’ha votata ha solo visto un’occasione di propaganda elettorale per sfruttare l’ultima stagione venatoria della legislatura». Soddisfatto anche il capogruppo consiliare dell’Idv Corazza: «Pasticciata, imbarazzante e incostituzionale. Così avevamo definito la legge comunitaria approvata il 26 luglio scorso, sottolineando il forte rischio impugnazione del testo da parte del governo davanti alla Corte costituzionale. Cosa che si è puntualmente verificata». «D’altronde - prosegue - non poteva finire diversamente. La maggioranza che sostiene Tondo, pur di far approvare questa legge omnibus, dentro la quale hanno infilato a forza di tutto e di più, ha calpestato le procedure e inserito una materia, come quella della caccia, palesemente non conferente e in netto contrasto con le normative europe».
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