Scambiato per un cinghiale, Vincenzo Pulicicchio è stato freddato a Soveria Mannelli (Catanzaro). Nell'attuale stagione venatoria, scattata il primo settembre, morte 9 persone, 28 i feriti. Una delle vittime e sette feriti non avevano nulla a che vedere con la caccia. La denuncia dell'associazione: "Vergogna nazionale, Paese ostaggio di una lobby armata"
ROMA - A Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, un cercatore di funghi è stato ucciso ieri per errore da un cacciatore impegnato in una battuta di caccia al cinghiale. La vittima si chiamava Vincenzo Pulicicchio, sessantenne. Pare che il cacciatore lo abbia scambiato per un cinghiale e non abbia esitato a sparare pur non distinguendo bene il bersaglio. Il cacciatore è stato denunciato per omicidio colposo dai carabinieri alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme.
A darne notizia è Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia. Che traccia un bilancio delle vittime nell'attuale stagione vetatoria, dal primo settembre ad oggi: 9 morti e 28 feriti. Una delle vittime e sette persone ferite non avevano nulla a che vedere con la caccia.
"Questa tragedia - denuncia Casprini - si va ad aggiungere alle tante, troppe vittime di caccia che ad ogni stagione venatoria - e non solo - i cacciatori causano. Le vere vittime della caccia sono coloro che non sparano ma vengono impallinati. E come se niente fosse, i cacciatori continuano a pretendere sempre di più: calendari venatori senza paletti temporali, specie protette da impallinare, spari vicini alle case e alle strade nella totale impunità, sia per risibili sanzioni amministrative, sia per mancanza di controlli adeguati".
Per la presidente dell'associazione si tratta di "una vergogna nazionale degna di un Paese allo sfascio, ostaggio di una lobby armata. Un Paese che lascia i propri cittadini (pacifici) siano alla mercè di gente armata e senza scrupoli neppure per i propri simili, non è un Paese civile. Cacciatori tutori dell'ambiente? Ma fateci il piacere. Appendete il fucile al chiodo e cominciate a riflettere sulle conseguenze delle vostre azioni".
Fonte: repubblica.it del 14 ottobre 2012
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